18/07/2024
LA GRANDE MUSICA DAL VIVO NEL BORGO DI CALVERA
Il 16 luglio, a conclusione della festa tradizionale intitolata alla Madonna Del Carmine, irrompe in piazza il jazz live di Giacomo Aula con un repertorio consolidato di ispirazione afro americana, il quale si contrappone felicemente al più autentico folk lucano di larga diffusione.
Le prime note delle estrose melodie rianimano quella location incantevole pressoché assopita: sono le ore 22 quando il piccolo Borgo di Calvera, situato a margine del Parco del Pollino, reclama attenzione e si riempie di presenze ivi giunte anche dai paesi più prossimi.
Giacomo Aula guida il trio occasionale e pare che a nulla serva il consueto affiatamento tra di loro e l’attenzione è subito convergente sui loro strumenti: qui stasera si suona jazz e pare che sia la prima volta.
Il jazz pur essendo un genere musicale di precisa collocazione, con tanto di storia, tradizione e sacralità, si è rarefatto nel tempo disabituando l’udito dell’audiofilo qualunquista; in effetti da queste parti è in voga “la tarantella o pizzica”, con gran merito di bravi professionisti.
Il jazz esige grande estro nell’esecuzione giacché è nutrito di sonorità inattese, improvvisazione quotata e accordi che risultano spesso dissonanti al primo ascolto. Il jazz tuttavia ottiene attenzione. Giacomo Aula ha intrattenuto e soddisfatto l’intera platea regalando una serata dal gusto vintage di grande impatto fino alla concessione del bis in chiusura di serata.
La complessità artistica del suo talento e le enormi doti musicali fanno di Aula un esponente ragguardevole nella discografia internazionale: Aula è un autentico e intramontabile music maker di questa vena artistica e poco gli importa se la sua prossima piazza sarà in Chicago o in altro borgo Lucano.
Nella performance abbiamo apprezzato Fabrizio Gaudino alla tromba, Dario Guidobaldi alla batteria ed il capitano Giacomo Aula all’organo Vintage usato come fosse un proseguimento del suo corpo. Il gruppo è riuscito a trasmettere emozioni intense anche in chi non ama il genere, sfatando per una sera il concetto che il jazz sia un genere musicale destinato a pochi appassionati.
Vito Giammetta