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Nel merito dell’intervento in Piazza Federico II.Piazza Federico II o, come la chiamano in molti, Piazza Duomo è il luog...
01/07/2022

Nel merito dell’intervento in Piazza Federico II.

Piazza Federico II o, come la chiamano in molti, Piazza Duomo è il luogo più importante del centro storico, l'antico foro della città romana.

Si può affermare che Piazza Federico II sta a Jesi come Piazza Maggiore sta a Bologna o Piazza della Signoria sta a Firenze.

La Piazza è stata sistemata circa dieci anni fa secondo il progetto elaborato dall'architetto fiorentino Morgante a cui il Comune di Jesi aveva affidato l'incarico.

Il progetto era di grande qualità, liberava lo spazio occupato dalle panchine e dalle aiuole poste intorno alla fontana delle leonesse, ridisegnava la pavimentazione di pietra arenaria con una raffinata trama costituita dalle linee degli impluvi e da linee di pietra bianca.

Ogni linea ha origine da elementi architettonici presenti nella piazza, l'infilata del portale di ingresso del Duomo (foto 01), le due lesene alla sua sinistra (foto 02 e 03), l'asse di simmetria dell'ingresso del palazzo oggi sede del museo dedicato a Federico II (foto 04), i limiti destro e sinistro del fronte della chiesa di San Floriano (foto 05 e 06), lo spigolo del complesso di San Floriano e l'infilata sulla torre campanaria (foto 07).
Il progetto realizzava una rete di relazioni geometriche tra chiese e palazzi, un'aiuola circolare di pietra bianca controbilanciava il vuoto della corte di palazzo Ghislieri, attuale sede del museo dedicato a Federico II.
Nel basamento della seduta circolare era incisa una scritta in arabo, lingua conosciuta e parlata dall'imperatore, che dichiarava quello come il luogo della sua nascita.
L'aiuola circolare sin dal giorno della sua realizzazione è stata la seduta occasionale di molte persone, giovani a chiacchierare tra di loro, adulti in lettura, mamme a controllare i loro bambini giocare nell'intorno (foto 08).

Alcuni mesi fa la fontana delle leonesse è stata trasferita in Piazza della Repubblica, successivamente è iniziata la sistemazione della pavimentazione di Piazza Federico II.

Pochi giorni fa sono state scoperte alcune parti della piazza sistemate secondo il nuovo progetto, l'aiuola circolare è stata demolita, alla delicata e raffinata trama della pavimentazione preesistente è stato sovrapposto un puntinato costituito da quadretti di pietra bianca posto in allineamento con un tracciato del cardo massimo mai esistito, quello vero corrisponde a Via degli Orefici (foto 09 e 10).

Il puntinato, inclinato rispetto a Via degli Orefici, non trova relazione con alcun elemento della piazza, neanche con il fronte del Duomo.

I quadretti non sono nemmeno allineati con le fughe dei conci di arenaria i quali risultano tagliati a spigolo vivo e cementati (foto 11 e 12).

La ripresa della pavimentazione in corrispondenza del sedime della fontana delle leonesse è stata realizzata con conci di pietra di conformazione diversa da quella dei conci vicini, sembra una pezza cucita sopra allo strappo del tessuto.

A terra sono stati/saranno installati punti luce che, ovviamente solo di notte, dovrebbero indicare le traiettorie o i percorsi per raggiungere il San Floriano, il Duomo e forse altre destinazioni.
Il progetto prevede anche la realizzazione di un filare di colonne paratraffico che taglierà la piazza in due parti e dichiarerà una presenza marginale del Duomo in quanto posto al di là della palizzata di pietra.

La buona architettura non è un esercizio di disegno, è al contrario l'esito di un lavoro condizionato dalle regole insediative, spesso nascoste, presenti in un dato luogo, il buon progetto le individua e ci si relaziona (i “vettori” per Giancarlo De Carlo, le “regole morfogenetiche” per Bernardo Secchi), il buon progetto genera luoghi destinati alla socialità delle persone.

Bastava intervenire con modestia, in punta di piedi, i bravi selcini del nostro territorio avrebbero ripreso la pavimentazione con conci di conformazione analoga, al posto del leccio piantato al centro dell'aiuola si potevano mettere a dimora arbusti e fiori ovvero acqua, i cittadini avrebbero mantenuto la bella seduta circolare utilizzata nel pomeriggio (foto 13) e avrebbero mantenuto il filare di panchine utili sia per la seduta in ombra, sia per la protezione dal traffico veicolare.

Sarebbe stato l'intervento più intelligente, rispettoso del contesto e di gran lunga il più economico.

Le risorse economiche messe a disposizione, quasi 300 mila euro tra costi imponibili e spese accessorie, costituivano l'opportunità di riqualificare con una visione complessiva il sistema degli spazi pubblici posti in concatenazione lungo Via deli Orefici, da Piazza della Repubblica fino a Piazza Federico II.

Opportunità persa, purtroppo l'intervento realizzato non ha la visione complessiva necessaria e non riqualifica.

22/06/2022

IL GRANDE SISTEMA DEL VERDE
Una delle principali sfide che le comunità contemporanee dovranno affrontare è quella del cambiamento climatico.
Gli effetti negativi, purtroppo già evidenti, sono l'inquinamento dell'aria urbana e le malattie respiratorie in aumento, la siccità ed i processi di desertificazione diffusi, l'effetto isola di calore e l'aumento delle temperature.
L'incremento delle superfici biologiche garantisce la pulizia dell'aria dalle polveri sottili, la diminuizione di anidride carbonica, il contenimento dei consumi energetici, l'aumento della biodiversità di specie viventi, la riduzione delle spese sanitarie.
Il Grande Sistema del Verde, ideato oltre trentra anni fa dal piano Secchi, è costituito da parchi, giardini, piccole aree boschive, legati tra loro da corridoi verdi e da una rete di piste ciclabili distinta dalla viabilità degli autoveicoli.
E' un enorme polmone vegetazionale di importanza strategica, lambisce il colle del centro storico e collega i vari quartieri di periferia, è un sensore del tempo urbano che cambia di continuo a seconda della posizione quotidiana del sole e del ciclo stagionale delle piante.
Ad oggi sono stati realizzati solo alcuni parchi e alcuni tratti di corridoi verdi,
il Grande Sistema del Verde deve essere completato realizzando un programma di forestazione urbana che preveda di piantare nei prossimi dieci anni 15 mila alberi di essenze varie, querce, lecci, aceri, olivi, pioppi, pini e cipressi con priorità di intervento lungo i corsi dei torrenti Granita e Gorgolungo e del Vallato, lungo le strade e i parcheggi dei quartieri bassi della città dove le superfici permeabili e ombreggiate sono molto scarse, lungo Viale Papa Govanni XXIII e Viale Martin Luther King fino al Polisportivo.
Il rapporto attuale di 1,6 alberi ogni abitante della nostra città (il più alto della Regione Marche) salirà a 2, la capacità di assorbimento di anidride carbonica crescerà di 500 mila chilogrammi all'anno, la temperatura dei giorni afosi si abbasserà nei quartieri bassi di qualche grado (la frescura assicurata dai tigli di Viale Trieste nelle stagioni estive ne da conferma).
I nodi di forza del Grande Sistema del Verde sono le scuole e le attrezzature di servizio di varia natura poste ai bordi dei parchi e dei corridoi verdi, nei prossimi dieci anni dovranno essere riqualificate secondo modelli organizzativi nuovi, dovranno diventare luoghi di comunità, luoghi di formazione e di relazione sociale, aperti ogni giorno a tutte le generazioni, con piazze di pertinenza e percorsi di connessione progettati e realizzati con logiche di sistema.

21/06/2022

IL GRANDE SISTEMA DEL VERDE
Una delle principali sfide che le comunità contemporanee dovranno affrontare è quella del cambiamento climatico.
Gli effetti negativi, purtroppo già evidenti, sono l'inquinamento dell'aria urbana e le malattie respiratorie in aumento, la siccità ed i processi di desertificazione diffusi, l'effetto isola di calore e l'aumento delle temperature.

L'incremento delle superfici biologiche garantisce la pulizia dell'aria dalle polveri sottili, la diminuizione di anidride carbonica, il contenimento dei consumi energetici, l'aumento della biodiversità di specie viventi, la riduzione delle spese sanitarie.
Il Grande Sistema del Verde, ideato oltre trentra anni fa dal piano Secchi, è costituito da parchi, giardini, piccole aree boschive, legati tra loro da corridoi verdi e da una rete di piste ciclabili distinta dalla viabilità degli autoveicoli.

E' un enorme polmone vegetazionale di importanza strategica, lambisce il colle del centro storico e collega i vari quartieri di periferia, è un sensore del tempo urbano che cambia di continuo a seconda della posizione quotidiana del sole e del ciclo stagionale delle piante.

Ad oggi sono stati realizzati solo alcuni parchi e alcuni tratti di corridoi verdi,
il Grande Sistema del Verde deve essere completato realizzando un programma di forestazione urbana che preveda di piantare nei prossimi dieci anni 15 mila alberi di essenze varie, querce, lecci, aceri, olivi, pioppi, pini e cipressi con priorità di intervento lungo i corsi dei torrenti Granita e Gorgolungo e del Vallato, lungo le strade e i parcheggi dei quartieri bassi della città dove le superfici permeabili e ombreggiate sono molto scarse, lungo Viale Papa Govanni XXIII e Viale Martin Luther King fino al Polisportivo.

Il rapporto attuale di 1,6 alberi ogni abitante della nostra città (il più alto della Regione Marche) salirà a 2, la capacità di assorbimento di anidride carbonica crescerà di 500 mila chilogrammi all'anno, la temperatura dei giorni afosi si abbasserà nei quartieri bassi di qualche grado (la frescura assicurata dai tigli di Viale Trieste nelle stagioni estive ne da conferma).
I nodi di forza del Grande Sistema del Verde sono le scuole e le attrezzature di servizio di varia natura poste ai bordi dei parchi e dei corridoi verdi, nei prossimi dieci anni dovranno essere riqualificate secondo modelli organizzativi nuovi, dovranno diventare luoghi di comunità, luoghi di formazione e di relazione sociale, aperti ogni giorno a tutte le generazioni, con piazze di pertinenza e percorsi di connessione progettati e realizzati con logiche di sistema.

07/06/2022

“I Contenitori Strategici” sono tre punti fondamentali sui quali la prossima Amministrazione sarà chiamata a dare una risposta.
L'ex sanatorio Murri, l'ex ospedale Fatebenefratelli e l'ex Cascamificio, tre contenitori di grande dimensione, oggi totalmente o in gran parte inutilizzati, il recupero dei quali è di importanza strategica per lo sviluppo della nostra città.

- L'ex sanatorio Murri, costruito prima del secondo conflitto mondiale, rappresenta un puro esempio di architettura razionalista, è un edificio di cinque piani con fronte lungo 95 metri e profondità di 63 metri, ha forma a “T” rovesciata che fa riferimento a quella dell'aereo Aermacchi, al centro si trovano due blocchi scala simmetrici con ascensori, le stanze con esposizione verso sud hanno accesso diretto su grandi verande, le altre laterali hanno esposizione verso est e verso ovest, l'area intorno all'edificio è sistemata a verde con viali e aiuole.
Il fabbricato è attualmente di proprietà della ASUR Marche.
L'intervento di recupero, da attivare con il reperimento di risorse regionali e comunitarie di scopo, dovrà realizzare, in coerenza con una visione generale e innovativa, spazi per servizi integrativi alla struttura ospedaliera e spazi per servizi di sanità territoriale.

- L'ex ospedale Fatebenefratelli, costruito alla fine del settecento, è un fabbricato di quattro piani a pianta rettangolare con fronte lungo 96 metri e profondità di 34 metri, al centro si trova la chiesa con ai lati due cortili, i cameroni hanno l'affaccio su Corso Matteotti e sui fronti laterali, l'area posta sul retro del fabbricato era originariamente destinata ad orto, successivamente è stata sistemata a parco, a partire dagli anni settanta è stata completamente costruita con padiglioni ospedalieri i quali sono stati recentemente demoliti.
Il fabbricato è attualmente di proprietà della ASUR Marche.
L'intervento di recupero, da attivare con le risorse generate dal programma di valorizzazione immobiliare delle aree adiacenti e con il reperimento di risorse regionali e comunitarie di scopo, dovrà realizzare con una visione innovativa, la nuova sede del Liceo Artistico Mannucci, con annessi spazi espositivi, laboratori, sale polivalenti per attività di formazione.

- L'ex Cascamificio, costruito dalla fine dell'ottocento alla prima metà del novecento, è un complesso edilizio a pianta quadrata con lati di 100 metri circa, costituito da fabbricati posti a corte di uno e due piani fuori terra con coperture a falde, le costruzioni successive, destinate esclusivamente alle attività produttive, sono di un solo piano fuori terra con copertura a sched.
I fabbricati sono stati recentemente acquistati dalla Fondazione Pergolesi Spontini.
L'intervento di recupero, attivabile per il primo stralcio funzionale grazie al finanziamento ottenuto con l'aggiudicazione del bando “Qualità dell’abitare”, oltre alla prioritaria costruzione di un fabbricato residenziale, dovrà realizzare spazi destinati alle attività di produzione e allestimento di scene, alle attività di prova, a manifestazioni, a spettacoli, ad uffici e a foresteria.

La nuova Amministrazione per realizzare i recuperi e non perdere le opportunità di finanziamento dovrà organizzarsi per svolgere un ruolo attivo, in forma diretta ovvero in forma indiretta, con stimolo e controllo delle fasi di attuazione, attraverso le seguenti azioni:
1) sottoscrizione di protocolli di intesa con i vari soggetti pubblici interessati (Regione Marche, Provincia di Ancona, Comune di Jesi, Asur Marche, Fondazione Pergolesi Spontini, Liceo Artistico Mannucci);
2) produzione di programmi di fattibilità da condividere tra gli stessi soggetti pubblici interessati e con i soggetti privati portatori di interessi qualificati costituiti da masterplan, progetti economico-finanziari di verifica della sostenibilità degli interventi, cronoprogramma delle fasi di attuazione con cicli degli investimenti pubblici e privati, documentazione per ricerca di finanziamenti di scopo anche comunitari.
3) produzione di progetti di recupero definitivi ed esecutivi attraverso gare di progettazione indette in conformità alla normativa vigente.

16/05/2022

I luoghi centrali di Jesi
Pensiamo che la prossima amministrazione debba prendere iniziative di rigenerazione di diversa natura su questo tema.

I luoghi centrali sono i luoghi dell'incontro e della convivenza delle persone, sono i luoghi dove si celebra il rito dello stare insieme, dove spariscono le differenze, dove nascono e si consolidano i valori di una comunità.
Il sistema dei luoghi centrali più importante della nostra città è quello disposto lungo il tracciato di Corso Matteotti per proseguire lungo Via degli Orefici fino a piazza Duomo.

Le attività commerciali, scolastiche, culturali e religiose presenti, traendo vantaggio dalla reciproca vicinanza e dalla facile accessibilità, richiamano ogni giorno consistenti flussi di persone.
Il peso specifico delle funzioni ospitate, i loro livelli qualitativi, attribuiscono a questa parte della città una identità di luogo di passeggio destinato alla frequentazione non programmata e per motivi diversi.
I palazzi storici, le chiese, le piazze presenti costituiscono emergenze urbane con un forte ruolo simbolico.

Le ultime Amministrazioni comunali hanno realizzato numerosi ed importanti interventi di riqualificazione degli spazi e di ristrutturazione dei contenitori pubblici e sarebbero auspicabili in futuro iniziative che prendano in esame i seguenti temi:

− riqualificazione, a seguito di progetti a concorso, delle piazzette minori e degli “spiazzi” del centro storico, luoghi da ridefinire in quanto generati da bombardamenti;

− protocolli di intesa con i proprietari di immobili dismessi o sottoutilizzati, con priorità di quello con la Curia per i locali ubicati in Piazza del Duomo, al fine di promuovere interventi di rigenerazione urbana con inserimento di funzioni rivitalizzanti;

− stimolo e supporto alle attività private già presenti come la conferma della occupazione quotidiana di parti di piazze e strade per dehors e la riduzione/eliminazione di tasse comunali per le superfici e per i locali destinati alla sosta, al ristoro, alla conversazione, alla lettura, alle esposizioni temporanee;

− programma dei “fine settimana” da definire tra Fondazione Pergolesi Spontini e associazione dei commercianti del centro storico per organizzare “performance leggere” con forte capacità attrattiva da svolgersi anche all'aperto.

26/04/2022

Le scuole sono i luoghi della formazione delle future generazioni, i luoghi dove si mescolano le prime esperienze di vita, dove si comincia a stare insieme, ad imparare la tolleranza ed a condividere i valori.
La formazione non è l'istruzione.
I luoghi della cultura e della condivisione rendono gli uomini migliori.
Le scuole devono essere luoghi di scambio e di connessione con i cittadini del quartiere, luoghi in cui si inventa, luoghi delle arti e della sperimentazione dei propri desideri, luoghi in cui si possono sviluppare iniziative anche diverse da quelle previste dai programmi scolastici (esempio laboratori di recitazione, sale di musica e di lettura, botteghe di insegnamento per realizzare cose materiali e immateriali, luoghi di seminari e mostre, ecc.).
Le strutture scolastiche della nostra città hanno una conformazione che risponde ai metodi di insegnamento del secolo scorso.
Negli ultimi anni sono stati realizzati interventi di adeguato sismico e termico.
La futura Amministrazione dovrà promuovere gare di progettazione per trasformare le scuole esistenti e renderle rispondenti ai modelli di didattica innovativa.
Dovranno diventare flessibili, adattabili, polifunzionali, con aule amplie per ospitare alunni nei diversi modi di apprendimento.
I corridoi e gli spazi comuni dovranno essere luoghi in cui è favorito l'incontro e la socializzazione tra ragazzi.
Le biblioteche di lettura e prestito, le emeroteche, gli internet-point, le sale per le riunioni e le esposizioni, le palestre, dovranno avere ingressi indipendenti per essere facilmente utilizzabili anche oltre l'orario delle attività scolastiche.
Gli spazi del verde non dovranno essere periferici, posti tra la scuola e la strada, ma dovranno essere spazi centrali integrati con i servizi della scuola dove bambini e ragazzi possano gocare in sicurezza, conoscersi e condividere gli interessi.

20/04/2022

IL FORUM DI JESI
I prossimi cinque/dieci anni saranno di fondamentale importanza per la nostra città.
Dovremo affrontare problematiche molto impegnative, alcune di straordinaria complessità dovute a guerre e carestie di rimbalzo, altre di straordinaria importanza come quelle generate dalle risorse del PNRR se saremo in grado di utilizzarle nei tempi dovuti (31 marzo 2026).
Queste sfide ci impongono di scegliere una Amministrazione Comunale adeguata e di grande competenza, con una visione del futuro molto chiara.
Il contributo che intende dare il Forum di Jesi è quello di definire le linee guida dei progetti strategici di seguito descritti necessari per lo sviluppo corretto e sostenibile della nostra città.
1) Riqualificazione dei complessi scolastici esistenti e costruzione di nuovi con tipologia coerente con i modelli innovativi di insegnamento.
2) Completamento del “Corridoio Verde” costituito dalle tre aste torrente Gorgolungo, Vallato, torrente Granita (poche città in Italia possono vantare un sistema continuo del verde urbano di questa dimensione).
3) Organizzazione di un sistema di mobilità urbana sostenibile con l'uso integrato dei mezzi di trasporto di nuova generazione.
4) Riqualificazione dei luoghi centrali, i luoghi della socialità e dell'incontro, attraverso interventi di stimolo ed iniziative di supporto alle attività private e di natura pubblica già esistenti.
5) Rigenerazione urbana dei grandi contenitori strategici in grado di saldare e rivitalizzare parti diverse di città (ex Ospedale, ex Cascamificio, ex Murri).
6) Predisposizione, in collaborazione con Regione Marche e Azienda Sanitaria, di un piano/programma per la realizzazione dei servizi e delle strutture che costituiscono la medicina territoriale la cui carenza/assenza è risultata evidente nel corso della recente pandemia (case della salute, ospedali di comunità, residenza sanitaria assistenziale).
7) Predisposizione, in collaborazione con le associazioni del volontariato laico e religioso, di un piano/programma per la realizzazione di centri/punti di accoglienza/ospitalità ai migranti che fuggono da guerre e da probabili future carestie alimentari.
8) Elaborazione di un nuovo piano urbanistico generale ad espansione edilizia zero che impedisca consumo di territorio se non per iniziative di sviluppo, riconosciute di interesse generale e che risponda a parametri di natura ambientale e sociale.
9) Efficientamento della struttura amministrativa del Comune, semplificazione e sburocratizzazione dei processi, tempi certi, definizione delle iniziative e dei progetti da attivare coinvolgendo, in commissioni tecniche specialistiche, le competenze qualificate del territorio ed i soggetti portatori di interessi legittimi (associazioni culturali, professionali, di servizio).
10) Produzione di un progetto di miglioramento delle infrastrutture di relazione territoriale quali rete dati, adeguamento dello svincolo della superstrada Jesi ovest per il collegamento diretto al polisportivo, a complessi scolastici di livello superiore, all'ospedale Carlo Urbani; adeguamento della stazione ferroviaria Interporto a servizio dei futuri dipendenti delle attività del centro di distribuzione Amazon.
Le relazioni approfondite di ognuno dei progetti sopra descritti saranno pubblicate all'inizio di ogni settimana fino alla data delle elezioni.
Si auspica siano di stimolo al confronto tra cittadini e canditati sindaci e consiglieri comunali.

Jesi, aprile 2022
Il Forum di Jesi

19/04/2022

Indirizzo

Jesi
60035

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