Amici della Storia e delle Arti Canavesane

Amici della Storia e delle Arti Canavesane Amici della Storia, dei monumenti e delle tradizioni Canavesane.
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24/07/2024

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20/07/2024

𝗖'đ—Č𝗿𝗼 đ˜‚đ—»đ—ź đ˜ƒđ—Œđ—č𝘁𝗼 . .
Da un articolo del 19 gennaio 1995, abbiamo qui trascritto il testo in cui si fece il bilancio dell'iniziativa in merito alla riapertura del castello d'Ivrea, in quattro giorni visitato da 11 mila persone.
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IVREA Il castello di Ivrea, nei quattro giorni di apertura (7 agosto, 16, 23 e 30 ottobre) Ăš stato visitato da undicimila persone.
«Si tratta di un bilancio davvero positivo - sostiene Pietro Ramella, presidente dell'Associazione Amici del Castello.
Il maniero suscita molto interesse non solo tra i canavesani ma pure fra gli stranieri.
Nelle quattro domeniche di apertura Ăš infatti stato visitato da tedeschi, svizzeri, spagnoli e francesi.
Visto il risultato Ú nostra intenzione chiedere il permesso di tenere aperto il castello almeno una domenica al mese».
PiĂč giorni non sembra possibile perchĂ© la visita del castello da parte dei turisti comporta l'impegno di circa quindici volontari che fanno da guida.
Impiegare un gran numero di persone per questa mansione diventa difficile.

L'Associazione perĂČ non vuole proprio che il maniero chiuda i battenti.
«Desideriamo che il castello venga aperto anche nel corso della settimana a richiesta delle scuole della zona afferma Ramella. Ho parlato con due presidi di scuole medie inferiori che vorrebbero tanto poter portare i loro scolari».
Il 7 agosto Ɵi sono contati 6 mila visitatori, il 16 ottobre 500 (l'apertura non era stata pubblicizzata) il giorno 23 circa 2 mila 500 e domenica 30 ottobre sono stati contati oltre 2 mila presenze.
«Purtroppo di notte al castello Ú stata tolta l'illuminazione rileva Ramella.
Mi spiace.
Dappertutto vengono illuminati in modo adeguato i monumenti storici, non vedo dunque perché non debba esserlo anche il nostro.
Il castello non chiuderĂ  piĂč i battenti.
La presenza massiccia dei visitatori deve essere un incentivo a darsi da fare conclude Ramella per consentire a tutti di fruire di una parte del patrimonio storico della città». g.a.
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19/07/2024

Su quei greppi,
tra quei muri,

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Che alla belva
furon tana,

Suonan pifferi
e tamburi

La vittoria popolana.

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15/07/2024

𝐂𝐼𝐬𝐭𝐹𝐝𝐱 đđžđ„đ„đš đŒđžđŠđšđ«đąđš
Negli anni Cinquanta – Settanta del secolo scorso [1900] Ivrea ed il Canavese erano in pieno sviluppo economico e sociale, trainati dal successo della “Olivetti”: ogni interesse era per la civiltà industriale e per le sue prospettive future.
L’uomo guardava avanti, nella speranza del promesso benessere economico: la storia poteva sembrare un semplice rudere del passato.
In questo contesto, tre eporediesi appassionati di memorie storiche, i fratelli Emilio ed Ugo Torra e il prof. Caligaris, fondavano la S.A.S.A.C. “Società Accademica di Storia ed Arte Canavesana”, per ricordare e valorizzare il nostro patrimonio culturale.
L’associazione, senza dubbio in controtendenza per l’epoca, ha faticato parecchi anni a farsi apprezzare, nonostante l’attività dei fondatori, affiancati da alcuni cultori di storia canavesana.
Fra questi vennero ben presto segnalandosi – sia per l’impegno posto che il livello culturale – il can. Ilo Vignono e l’ing. Giuseppe Ravera.
Quest’ultimo, titolare di un affermato studio professionale di ingegneria civile, mentre avrebbe potuto essere influenzato dalle tendenze tecnico-industriali del tempo, dimostrĂČ invece un’apertura umanistico-culturale ed una sensibilitĂ  ai problemi storici veramente ammirevoli, unite ad una capacitĂ  operativa encomiabile.
Grazie alla sua personalità, con l’appoggio dato dalla Biblioteca diocesana diretta dal can. Vignono, la “Società Accademica” canavesana seppe contrastare – verso gli anni Settanta del Novecento – la trascuratezza dell’epoca per la storia ed avviare un lento ma costante inserimento di questa negli interessi della società canavesana del tempo, di cui a distanza di decenni si vedono i proficui frutti.

✓ Testo di Gian Savino Pene Vidari, estratto in parte dal Bollettino A.S.A.C. n° 8, anno 2008

✓ Ed ù così, che spinti dalla volontà di ricordare le memorie storiche, che oggi portiamo ancora avanti questa pagina Facebook – pagina Social che ha lo scopo di divulgare tra le nuove generazioni la conoscenza del territorio Canavesano, territorio in cui vissero persone appassionate del passato come noi oggi lo siamo nel nostro presente.
Per noi Ăš una missione, una speranza che possano poi loro fare ciĂČ che Ăš stato fatto prima di noi.
✏ Effe Ti.

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07/07/2024

𝗠𝗹𝗡𝗜𝗖𝗜𝗣𝗜𝗱 𝗗'đ—œđ—©đ—„đ—˜đ—”
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La Commissione fa noto il seguente programma

𝗙𝗘𝗩𝗧𝗔 đ—šđ—¶đ—Œđ˜ƒđ—Čđ—±đ—¶ 7 𝗟𝘂𝗮đ—čđ—¶đ—Œ

Ore 6, ant. - Messa di mgr Agostino Richelmy vescovo della Diocesi.
Ore 10 ant. - Messa Pontificale di mgr Augusto Duc vescovo d'Aosta accompagnata da canto liturgico - Omelia del vescovo diocesano.
Ore 3 pom. - Vespri solenni - Processione, colle Reliquie di S. Savino e coll'intervento di piĂč vescovi accompagnata dalla Banda cittadina - Benedizione Pontificale.
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DIVERTIMENTI POPOLARI
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Ore 9 pom. - Grandi fuochi artificiali al Lungo Dora, ultime novitĂ  pirotecniche - combattimento di bombe triple e quadruple - Partenza delle rondini - Orgia di colori - Fiat Luxe - 10 billici - Girandole ascendenti - Palloni fosforescenti, ecc. ecc. (*) Illuminazione - Musica continua per la CittĂ  e per tutto il giorno coll'opera di due Bande - Balli pubblici.
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1° Estratto, Premio di L. 60 - 2° Id, L. 30 - 3° Id, L. 20 - 4° Id, L. 20 - 5° Id, L. 10 e 6° Id. L. 10

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1 Estratto, Premio di L. 10 - 2° Id., L. 5 e 3° Id., Lire 5.

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1° Estratto, Premio di L. 20 - 2° Id L. 20 - 3° Id., L. 10 - 4° Id., L. 10 - 5°, 6°, 7° e 8° estratto, L. 5 caduno.
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Ore 4 pom. - Estrazione dei premi fatta dal balcone del Palazzo Municipale ed al suono della Banda cittadina.
Avvertenze - A presentazione del numero vincitore o dietro regolare ricognizione dello stesso per parte della Commissione, sarà tosto versato al possesuore del numero vincitore il relativo premio, - i premi non riscossi all'atto dell'estrazione saranno pagati rivolgendosi alla Segretaria della Città od al sig. Antonini (Caffé Statuto). - I premi non riscossi con tutto sabato, nove luglio, s'intendono rinunciati a favore del Prasepio dei Bambini.
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đč𝑎𝑐𝑖𝑙𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑓𝑒𝑟𝑟𝑜𝑣𝑖𝑎𝑟𝑖𝑒

Ivrea, 21 giugno 1892.

(*) In caso di cattivo tempo i fuochi pirotecnici avranno luogo la successiva domenica 10 lugilo.
𝗟𝗔 𝗖𝗱𝗠𝗠𝗜𝗩𝗩𝗜𝗱𝗡𝗘

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05/07/2024

đ—œđ—©đ—„đ—˜đ—” - đ—Šđ—źđ—»đ˜'𝗹đ—čđ—±đ—Čđ—żđ—¶đ—°đ—Œ "đ—Œđ˜€đ—œđ—¶đ˜đ—ź" đ—Šđ—źđ—» đ—Šđ—źđ˜ƒđ—¶đ—»đ—Œ. Ed Ăš ciĂČ che abbiamo pensato entrando stamattina in chiesa, lo abbiamo fatto come da nostra abitudine, alle 7:29 l'ora dei nostri Post, lĂŹ davanti a noi, a due passi dall'altare abbiam trovato le reliquie del Santo Patrono San Savino.
Eravamo entrati in cerca di tracce di un passato ormai dimenticato.
Di un passato che:

«Et questo si Ú il mottivo per cui ogni anno, nel giorno 4 di luglio [anno 971], in cui cade la festa del detto santo titolare della parocchia, si affige su la porta della medema chiesa un quadro rappresentante S. Uldarico vestito pontificalmente et a sedere, con dare la sua benedizione ad un infante coricato nella culla; qual quadro si ha per costante tradizione che sia anchora stato fatto di ordine del morto resuscitato et fondatore della chiesa e beneficio sudetti».

{Tratto dal manoscritto di Pietro Giustiniano Robesti, erudito storico eporediese del Settecento (1763)}
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Ma questa Ăš un' altra storia che vorremmo poi raccontarvi meglio.
â–Șriflessioni di Effe Ti
â–Șfotografia di Fabrizio Topatigh
â–Șbuon San Savino a tutti

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02/07/2024

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đšđđđąÌ€ 02 luglio 1363
L’ambizione fa sempre male a sĂ© e ad altrui, perchĂ© induce tirannide o la mannaia lo tronca: questa fu la sorte del Principe.
đ˜ˆđ˜Żđ˜”đ˜°đ˜Żđ˜Ș𝘯𝘰 đ˜‰đ˜Šđ˜łđ˜”đ˜°đ˜­đ˜°đ˜”đ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜­đ˜ąđ˜Žđ˜Žđ˜Š 1834 - Elaborazione contenuti, đ™Žđ™”đ™”đ™Ž 𝚃𝙾

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01/07/2024

đ—•đ—Œđ—čđ—čđ—Čđ—»đ—Žđ—Œ (𝗧𝗱) 𝗜𝘁𝗼đ—čđ—¶đ—ź 🇼đŸ‡č - Chiesa romanica dei Santi Pietro e Paolo di Pessano risale al terzo quarto dell'XI sec. e svolge le sue funzioni per poco meno di due secoli.

Descrizione
La chiesa Ăš caratterizzata dall'accesso alla navata tramite il campanile in facciata che richiama, per analogie strutturali, il campanile di San Martino di Paerno.
E' infatti a sei piani, ciascuno delimitato da archetti pensili in cotto, e presenta la classica successione di aperture feritoia-monofora-bifora.
Sul lato destro dell'edificio c'ù una costruzione: alcuni credono sia il romitorio (abitazione dell’eremita) contemporaneo alla pieve, altri la canonica aggiunta successivamente alla fondazione.
Sullo stesso lato una porta d'accesso alla chiesa ha come stipite destro una grande lastra di marmo, materiale di reimpiego di epoca romana.

L'abside ha due monofore come aperture ed Ăš decorata da quattro serie di archetti pensili in cotto.
All'interno il restauro ha riportato il soffitto a capriate e salvato i resti degli affreschi che in origine si trovavano lungo tutta la navata mentre ora sono visibili soltanto nell'abside.
Poiché molto lacunosi sono riconoscibili solo San Michele Arcangelo, una santa ignota e due santi: uno vestito di pelli con un globo in mano, secondo alcuni San Paolo, e l'altro identificato con Sant'Antonio abate.

â–ȘFonte delle informazioni, ecomuseoami.it
â–ȘLa chiesa si incontra su un tratto della Via Francigena
🚮👟👟 Tratto della tappa italiana numero 07.
https://www.viefrancigene.org/it/resource/statictrack/tappa-07-ivrea-viverone/
â–ȘFoto di Silvia Toninelli che qui ringraziamo

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24/06/2024

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đšđđđąÌ€ 24 giugno 1723
“𝘚𝘩 đ˜Čđ˜¶đ˜Šđ˜Žđ˜”đ˜° đ—™đ—źđ˜€đ˜đ—Œ đ—–đ—źđ—»đ—źđ˜ƒđ—Čđ˜€đ—źđ—»đ—Œ 𝘹đ˜Șđ˜°đ˜·đ˜Šđ˜łđ˜ą' 𝘱 đ˜łđ˜Šđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜±đ˜°đ˜±đ˜°đ˜­đ˜ąđ˜łđ˜Š 𝘭𝘱 đ˜Žđ˜”đ˜°đ˜łđ˜Ș𝘱 đ˜„đ˜Šđ˜­ 𝘼đ˜Ș𝘰 đ˜±đ˜ąđ˜Šđ˜Žđ˜Š 𝘧𝘳𝘱 đ˜Ș đ˜Šđ˜°đ˜źđ˜±đ˜ąđ˜”đ˜łđ˜Șđ˜°đ˜”đ˜Ș đ˜Šđ˜„ 𝘱 𝘧𝘱𝘳𝘭𝘱 đ˜€đ˜°đ˜Żđ˜°đ˜Žđ˜€đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜¶đ˜Ż đ˜±đ˜°đ˜€đ˜° 𝘱 đ˜”đ˜¶đ˜”đ˜”đ˜Ș 𝘹𝘭đ˜Ș đ˜ąđ˜­đ˜”đ˜łđ˜Ș đ˜đ˜”đ˜ąđ˜­đ˜Ș𝘱𝘯đ˜Ș, đ˜Ș𝘰 𝘼đ˜Ș đ˜łđ˜Šđ˜±đ˜¶đ˜”đ˜Šđ˜łđ˜°' 𝘳đ˜Ș𝘼𝘩𝘳đ˜Șđ˜”đ˜ąđ˜”đ˜° đ˜ąđ˜„ đ˜¶đ˜Žđ˜¶đ˜łđ˜ą đ˜„đ˜Šđ˜­đ˜­đ˜Š 𝘼đ˜Ș𝘩 đ˜§đ˜ąđ˜”đ˜Șđ˜€đ˜©đ˜Š 𝘩 𝘮𝘱𝘳ĂČ đ˜šđ˜łđ˜ąđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜źđ˜Šđ˜Żđ˜”đ˜Š 𝘰𝘣𝘣𝘭đ˜Șđ˜šđ˜ąđ˜”đ˜° 𝘱 đ˜Čđ˜¶đ˜Šđ˜Ș đ˜‹đ˜°đ˜€đ˜Šđ˜Żđ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜©đ˜Š đ˜·đ˜Ș đ˜ąđ˜·đ˜łđ˜ąđ˜Żđ˜Żđ˜° đ˜€đ˜°đ˜Żđ˜€đ˜°đ˜łđ˜Žđ˜°â€. đ˜ˆđ˜Żđ˜”đ˜°đ˜Żđ˜Ș𝘯𝘰 đ˜‰đ˜Šđ˜łđ˜”đ˜°đ˜­đ˜°đ˜”đ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜­đ˜ąđ˜Žđ˜Žđ˜Š 1834
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17/06/2024

đ—•đ—Œđ—čđ—čđ—Čđ—»đ—Žđ—Œ (𝗧𝗱) 𝗜𝘁𝗼đ—čđ—¶đ—ź 🇼đŸ‡č - Chiesa romanica dei Santi Pietro e Paolo di Pessano risale al terzo quarto dell'XI sec. e svolge le sue funzioni per poco meno di due secoli.

Descrizione {1 di 2}
Nel 1250, Ivrea fonda il borgo franco di Bollengo, inducendo gli abitanti di Pessano, Paerno e Bagnolo a spostarsi nel nuovo insediamento.
La chiesa di Santi Pietro Paolo cade cosÏ in disuso come avviene per San Martino di Paerno ma, rispetto a quest'ultima oggi scomparsa, ha maggior fortuna poiché, passando sotto la tutela del Capitolo della Cattedrale di Ivrea, si Ú conservata fino ai nostri giorni.
Nel 1983 la chiesa Ăš stata donata al comune che ha provveduto al suo restauro.
La caratteristica principale dell'edificio ù la presenza del clocher-porche (ingresso alla base del campanile), soluzione architettonica rara nel resto del Piemonte ma diffusa in quest’area.

â–ȘFonte delle informazioni, ecomuseoami.it
â–ȘLa chiesa si incontra su un tratto della Via Francigena
🚮👟👟Tratto della tappa italiana numero 07.
https://www.viefrancigene.org/it/resource/statictrack/tappa-07-ivrea-viverone/

Est deus in nobis; agitante calescimus illo.Impetus hic sacrae semina mentis habet.➖➖➖➖➖➖➖➖➖C’ù un dio in noi; quando ci...
10/06/2024

Est deus in nobis; agitante calescimus illo.
Impetus hic sacrae semina mentis habet.
➖➖➖➖➖➖➖➖➖
C’ù un dio in noi; quando ci sommuove, via via ci riscaldiamo.
Il suo impulso getta i semi dell’ispirazione.
{Ovidio}

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02/06/2024

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Elaborazione contenuti, đ™Žđ™”đ™”đ™Ž 𝚃𝙾

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24/05/2024

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10/05/2024

IVREA, đ—„đ—¶đ—°đ—Čđ˜ƒđ—¶đ—źđ—șđ—Œ đ—Č đ—°đ—Œđ—»đ—±đ—¶đ˜ƒđ—¶đ—±đ—¶đ—źđ—șđ—Œ đ—»đ—Œđ˜đ—¶đ˜‡đ—¶đ—ź đ—±đ—¶ đ—Ÿđ˜‚đ—Čđ˜€đ˜đ—Œ đ—¶đ—șđ—œđ—Œđ—żđ˜đ—źđ—»đ˜đ—Č đ—°đ—Œđ—»đ˜ƒđ—Čđ—Žđ—»đ—Œ 𝘀𝘂đ—čđ—č’𝗼𝗿𝘁đ—Č đ˜đ—źđ—żđ—±đ—Œ đ—Żđ—źđ—żđ—Œđ—°đ—°đ—ź - venerdĂŹ 𝟭𝟬 đ—șđ—źđ—Žđ—Žđ—¶đ—Œ orario 14.30-18.00 đ—Č sabato 𝟭𝟭 đ—șđ—źđ—Žđ—Žđ—¶đ—Œ orari 10.00-12 30 e 15.00-18:00.
â–ȘGli incontri si effettueranno nel Auditorium Liceo Carlo Botta.
â–Ș Visite guidate a San Gaudenzio e in Santa Croce a cura degli studenti del Liceo Carlo Botta.
â–ȘAUDITORIUM
https://maps.app.goo.gl/3xqBJJjqMhLuQr356
â–ȘProgramma dettagliato nella locandina.

Il termine “Barocco” ha un etimo incerto.
Per i logici medievali indicava una forma di ragionamento sillogistico capzioso; in Francia l’aggettivo baroque (derivato dal portoghese barroco) stava ad indicare una perla di forma irregolare.
In linea con tali significati, giĂ  nel Settecento taluni studiosi utilizzarono il termine Barocco in senso denigrante, per indicare qualcosa di ampolloso, non armonico e confuso: un significato che ancor oggi sopravvive.
Tuttavia da allora molta acqua Ăš passata sotto i ponti: si assiste oggi ad una .. [...]

https://www.confraternitasantacroceivrea.it/2024/05/02/un-importante-convegno-sullarte-tardo-barocca-ad-ivrea-nei-giorni-10-e-11-maggio/

â–ȘConfraternita Santa Croce Ivrea
â–ȘRotary Club di Ivrea
â–ȘLiceo Carlo Botta

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02/05/2024

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24/04/2024

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Brutte sono le guerre, bruttissime le civili.
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đ—œđ—©đ—„đ—˜đ—” - Fotografia presso le adiacenze e a monte del Ponte Vecchio prima del 1867. (fot. Mariani). La fotografia origina...
16/04/2024

đ—œđ—©đ—„đ—˜đ—” - Fotografia presso le adiacenze e a monte del Ponte Vecchio prima del 1867. (fot. Mariani).
La fotografia originale, già proprietà dell’Avv. Giuseppe Riva, porta, nel punto indicato dalla freccia, [sul margine esterno destro della fotografia] un segno a lapis, colla scritta, pure a lapis, di pugno del Riva: livello massimo inondazione 1866, ore 3 (pomeridiane).
â–ȘFonte: Ivrea e Canavese nelle antiche stampe di Lorenzo Faletto Giuseppe Ravera – Priuli & Verlucca, editori.
â–ȘEffe Ti.

𝗜𝘃𝗿đ—Č𝗼 | 𝗜𝘃𝗿𝗼đ—Č𝗼 Incisione in acciaio mm 100 x 140. In: Gemalde von Italien di De Lasalle, edita da S. Schmerber, a Franco...
09/04/2024

𝗜𝘃𝗿đ—Č𝗼 | 𝗜𝘃𝗿𝗼đ—Č𝗼
Incisione in acciaio mm 100 x 140.
In: Gemalde von Italien di De Lasalle, edita da S. Schmerber, a Francoforte sul Meno nel 1837.

In alto, sopra la cornice l'iscrizione bilingue Italie, Italten con a destra il n. 91; in basso, sotto la cornice, il titolo bilingue.
La vedutina deriva evidentemente dalle numerose varianti dell'edizione originale del Harding e si differenzia dalle altre per la presenza in primo piano di una coppia intenta a pescare al posto del gruppo di lavandaie e per la scomparsa sull'altra sponda della donna che attinge acqua.
L'incisione Ăš qui piĂč imprecisa ed affrettata nel tratteggio, pur conservando la fedeltĂ  ai luoghi rappresentati.
Esiste anche altra versione, simile alla presente, sia per formato che per disegno, nella quale la dicitura Ăš limitata a Italien sopra e a Ivraea sotto.

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02/04/2024

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đšđđđąÌ€ 2 aprile 1836
PiĂč un giudice sarĂ  caricato di lavoro, piĂč liti nasceranno.
đ˜ˆđ˜Żđ˜”đ˜°đ˜Żđ˜Ș𝘯𝘰 đ˜‰đ˜Šđ˜łđ˜”đ˜°đ˜­đ˜°đ˜”đ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜­đ˜ąđ˜Žđ˜Žđ˜Š 1834 - Elaborazione contenuti, đ™Žđ™”đ™”đ™Ž 𝚃𝙾

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24/03/2024

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“𝘚𝘩 đ˜Čđ˜¶đ˜Šđ˜Žđ˜”đ˜° đ—™đ—źđ˜€đ˜đ—Œ đ—–đ—źđ—»đ—źđ˜ƒđ—Čđ˜€đ—źđ—»đ—Œ 𝘹đ˜Șđ˜°đ˜·đ˜Šđ˜łđ˜ą' 𝘱 đ˜łđ˜Šđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜±đ˜°đ˜±đ˜°đ˜­đ˜ąđ˜łđ˜Š 𝘭𝘱 đ˜Žđ˜”đ˜°đ˜łđ˜Ș𝘱 đ˜„đ˜Šđ˜­ 𝘼đ˜Ș𝘰 đ˜±đ˜ąđ˜Šđ˜Žđ˜Š 𝘧𝘳𝘱 đ˜Ș đ˜Šđ˜°đ˜źđ˜±đ˜ąđ˜”đ˜łđ˜Șđ˜°đ˜”đ˜Ș đ˜Šđ˜„ 𝘱 𝘧𝘱𝘳𝘭𝘱 đ˜€đ˜°đ˜Żđ˜°đ˜Žđ˜€đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜¶đ˜Ż đ˜±đ˜°đ˜€đ˜° 𝘱 đ˜”đ˜¶đ˜”đ˜”đ˜Ș 𝘹𝘭đ˜Ș đ˜ąđ˜­đ˜”đ˜łđ˜Ș đ˜đ˜”đ˜ąđ˜­đ˜Ș𝘱𝘯đ˜Ș, đ˜Ș𝘰 𝘼đ˜Ș đ˜łđ˜Šđ˜±đ˜¶đ˜”đ˜Šđ˜łđ˜°' 𝘳đ˜Ș𝘼𝘩𝘳đ˜Șđ˜”đ˜ąđ˜”đ˜° đ˜ąđ˜„ đ˜¶đ˜Žđ˜¶đ˜łđ˜ą đ˜„đ˜Šđ˜­đ˜­đ˜Š 𝘼đ˜Ș𝘩 đ˜§đ˜ąđ˜”đ˜Șđ˜€đ˜©đ˜Š 𝘩 𝘮𝘱𝘳ĂČ đ˜šđ˜łđ˜ąđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜źđ˜Šđ˜Żđ˜”đ˜Š 𝘰𝘣𝘣𝘭đ˜Șđ˜šđ˜ąđ˜”đ˜° 𝘱 đ˜Čđ˜¶đ˜Šđ˜Ș đ˜‹đ˜°đ˜€đ˜Šđ˜Żđ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜©đ˜Š đ˜·đ˜Ș đ˜ąđ˜·đ˜łđ˜ąđ˜Żđ˜Żđ˜° đ˜€đ˜°đ˜Żđ˜€đ˜°đ˜łđ˜Žđ˜°â€. đ˜ˆđ˜Żđ˜”đ˜°đ˜Żđ˜Ș𝘯𝘰 đ˜‰đ˜Šđ˜łđ˜”đ˜°đ˜­đ˜°đ˜”đ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜­đ˜ąđ˜Žđ˜Žđ˜Š 1834 - Elaborazione contenuti, đ™Žđ™”đ™”đ™Ž 𝚃𝙾

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20/03/2024

"ïŒŹïŒŻ ïŒłÎ›ïŒ°ÎžïŒ¶ïŒ© ïŒŁïŒšÎž ..."
A volte i testi delle canzoni celano storie di cui pochissimi hanno memoria.
Fra di esse c’ù una bellissima ballata di una canzone di anonimo autore piemontese, raccolta da Costantino Nigra (1828-1907), Filologo, Poeta, Diplomatico e uomo Politico, nella sua raccolta “Canti popolari edl Piemonte” pubblicata nel 1888.
[Essa e cantata da diversi musicisti di area Folk, Cesa, Balocco fra gli alri] che recita cosĂŹ:

Prinse TomĂ  ven da Milan
Cun na brigada dë scaussacan
Scaussavo d’ sà, scaussavo d’ là
Viva la brigada d’ prinse Tomà!
Prinse TomĂ  ven da Versei
Cun na brigada d’ spacciafurnei
Spaciavo d’ sà, spaciavo d’ là.
Viva la brigada d’ prinse Tomà!
Prinse TomĂ  ven da Civass
Cun na brigada dĂ« sćiapasass.
Sćiapavo d’ sà, sćiapavo d’ là.
Viva la brigada d’ prinse Tomà!
Prinse TomĂ  ven da Brandis
Cun na brigada d’ ramassamniss.
Ramasso d’ sà, ramasso d’ là
Viva la brigada d’ prinse Tomà!
Prinsi TomĂ  rĂŒva a TĂŒrin,
Cun na brigada d’ spaciacamin.
Spaciavo d’ sà, spaciavo d’ là.
Viva la brigada d’ prinse Tomà!

CiĂČ che a tutta prima sembra un’allegra preso in giro, in realtĂ  racconta una triste vicenda che risale alla prima metĂ  del XVII secolo quando venne scritta e musicata.

All’epoca, Ivrea ed il Canavese, vennero coinvolti in una guerra civile con tutte le conseguenze del caso.

Durante questa guerra tra il 1639 e il 1642, Ivrea si trovĂČ a ricoprire lo strano ruolo di Capoluogo dei “Principisti” che lottavano contro i “Madamisti” (residenti a Torino) nella lotta per la successione al Trono.

Con la morte di Vittorio Amedeo I, la corte sabauda, influenzata dalla vedova madama reale Cristina (che aveva assunto la reggenza a nome del figlio minorenne Francesco Giacinto e poi, morto questi, del piccolo Carlo Emanuele II), si avvicinĂČ sempre di piĂč alla Francia mentre i Principi Tommaso e Maurizio (fratelli del Re defunto) si appoggiarono alla Spagna.
Madama Cristina era la sorella del Re di Francia Luigi XIII ed il regno di questi giungeva ad un tiro di schioppo da Torino, visti che Pinerolo era occupata dai francesi, ma anche la Spagna non era molto lontana poiché Milano e la Lombardia ne subivano la dominazione.
Il Ducato fu invaso dagli eserciti francesi e spagnoli che lo misero a ferro e fuoco mentre l’economia locale, che stava ancora cercando di riprendersi dall’epidemia del 1630-1631, fu messa in ginocchio.
Ivrea venne assediata dalle truppe francesi, ma il principe Tommaso (ecco di cosa tratta la canzone) invece di accorrere in aiuto alla cittĂ , portĂČ con una ardita manovra strategica, l’esercito spagnolo, proveniente dalla Lombardia, direttamente ad assediare Torino.
I francesi corsero in aiuto alla madama reale Cristina devastando tutto ciĂČ che incontravano.
Le stesse devastazioni furono compiute dagli spagnoli.
Asti subì assedi, Cuneo due come Casale e ci furono comunità come quella di Marcorengo nel Monferrato, che informarono il governo di Torino che, a causa degli incessanti passaggi di truppe, “la maggior parte dù paesani di questo luogo sono morti”.
Malgrado ciĂČ, nel febbraio 1641 e in quello del 1642, vennero organizzate ad Ivrea delle feste con macchine teatrali che precorrevano il gusto del fantastico, con giostre dell’anello e spada, con una corsa burlesca (sulla falsa riga delle avventure di Don Chisciotte giusto per farsi capire), allegorie sulla storia della cittĂ  d’Ivrea, canti in onofre delle Diane (elogio alla madama reale).
Gli intenti politici erano evidenti, in particolare quello di non “offendere” Cristina, madre del futuro Duca.
A qualcuno potrĂ  apparire strano questo concetto: erano in guerra con la madama reale e si preoccupavano di non offenderla ? Von Clausewitz sosteneva che la guerra Ăš la continuazione della politica attraverso le armi.
Le parti in causa avevano evidentemente ben chiaro questo concetto anche se esso fu espresso solo duecento anni dopo.
I Savoia organizzavano feste per lanciare messaggi, allo stesso modo in cui oggigiorno i capi di Stato messaggiano tramite Twitter, X o altri canali Social.
Quell che i “Principisti”volevano far sapere ai “Madamisti” era molto semplice:
“i francesi e gli spagnoli, nostri e vostri alleati, stanno distruggendo il ducato di Savoia. Sbarazziamocene e vediamo di accordarci e superare le nostre divergenze”.
Messaggio ben compreso dai “Madamisti” che nello stesso 1642 si accordarono con i “Principisti” per il raggiungimento della Pace.
Pace che venne officiata con un solenne “Te Deum” nel Duomo della città d’Ivrea.
La messa durĂČ sei ore e la cittadinanza eporediese partecipĂČ con profonda devozione alla celebrazione felice di poter festeggiare la fine delle ostilitĂ  e delle sofferenze, ma occorsero parecchi anni prima che gli eserciti acquartierati in Piemonte venissero davvero smobilitati.
La Cittadella di Torino rimase occupata dalle truppe di Luigi XIV fino al 1657, e solo nel 1660 l’ultima guarnigione francese evacuĂČ Vercelli.
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Scritto da D. Zaia
In Redazione e Ricerca contenuti, Fabrizio Topatigh

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17/03/2024

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MorĂŹ dopo una vita laboriosissima, ricca di opere santissime, verso l'anno 464.
đ——đ—Œđ—» đ—”đ—»đ—Žđ—Čđ—čđ—Œ đ— đ—źđ—żđ—¶đ—ź đ—„đ—Œđ—°đ—°đ—ź
Rivara 1854 - CuorgnĂš 1943
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16/03/2024

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Camminando attraverso la plurimillenaria cittĂ  di Ivrea, Ăš molto facile imbattersi in numerosi segni lasciati dal passato.

Dove nell’antichitĂ  ci camminavano gli antichi romani, oggi ci passeggiamo noi, ed Ăš durante un’escursione a piedi che ci siamo ritrovati tra le vie 𝗣đ—Čđ—źđ—»đ—ź e via Cattedrale, vie realizzate ove un tempo si trovava il Teatro Romano di cui oggi conserviamo parte delle gradinate in laterizio.
In via Peana, era situato il bellissimo palazzo della famiglia Rambaudi, edificio che si trova sotto il Palazzo Vescovile proprio di fronte a quella che oggi viene chiamata “đ—č𝗼 𝘀𝗰𝗼đ—č𝗼 đ˜€đ—źđ—»đ˜đ—źâ€, scala che collega piazza Castello con la sottostante via Peana.

L’edificio che ù tuttora visibile, sorgeva proprio in questa via tra gli odierni numeri 3 e 7.
Le mura dell'edificio, esposte a nord, denunciano la vetustĂ  della costruzione sin dalle fondamenta, che assumono la forma ovale dell'antico 𝗧đ—Čđ—źđ˜đ—żđ—Œ đ—„đ—Œđ—șđ—źđ—»đ—Œ sottostante.
Anche nella parte superiore delle mura sono evidenti le tracce di opere edili provenienti da epoche diverse con differenti mattoni, calcine e pietre.
𝗠𝗼 đ—Ÿđ˜‚đ—Čđ—čđ—čđ—Œ đ—°đ—”đ—Č đ—żđ—¶đ—°đ—”đ—¶đ—źđ—ș𝗼 đ˜‚đ—» đ—œđ—źđ˜€đ˜€đ—źđ—»đ˜đ—Č non distratto Ăš un manufatto posto sopra l'altezza delle nostre teste raffigurante un pesce dentato, un draghetto oppure un delfino, chissĂ  !.

Quale sia il significato a tutt'oggi non Ăš stato chiarito.

𝗔 đ—œđ—żđ—¶đ—ș𝗼 đ˜ƒđ—¶đ˜€đ˜đ—ź, per il tipo di lavorazione e di rappresentazione, sembrerebbe datare al 1500 ma la data stessa non Ăš certa.
Nel tempo sono sorte diverse ipotesi.
La ex presidentessa del Gruppo Archeologico Eporediese, Adele Ventosi, suggerisce che poteva essere parte dello stemma della famiglia Rambaudi.
𝗟𝗼 𝗳𝗼đ—șđ—¶đ—Žđ—čđ—¶đ—ź đ—„đ—źđ—șđ—Żđ—źđ˜‚đ—±đ—¶, era nota per essersi messa a difesa dei Canonici proprio nella figura dell’arcidiacono e Vicario Gian Luigi Rambaudi, lo stesso aveva adottato una logica individualistica, che salvaguardava i privilegi del Capitolo, di ciĂČ scrive Padre Achille Erba in “la Chiesa dei Chierici” nel secondo volume della Storia della Chiesa di Ivrea, 2007.
𝗔đ—čđ—č𝗼 đ—șđ—Œđ—żđ˜đ—Č đ—±đ—Čđ—č đ—©đ—Čđ˜€đ—°đ—Œđ˜ƒđ—Œ Alessandro Lambert il 28 settembre 1706 la diocesi rimase vacante per quasi vent'anni e fu retta proprio dal Rambaudi in qualitĂ  di Vicario Capitolare.
Dicevamo allora dell’ipotesi dello stemma di famiglia, peccato che, da documenti rinvenuti, lo scudo araldico dei Rambaudi risulti diverso: a bande orizzontali gialle e rosse con in alto đ˜‚đ—» đ—œđ—¶đ—°đ—°đ—Œđ—čđ—Œ đ—čđ—Čđ—Œđ—»đ—Č 𝗿𝗼đ—șđ—œđ—źđ—»đ˜đ—Č simile a quello della famiglia reale inglese.
Un'altra ipotesi l'ha avanzata la storica Chiara Frugoni, durante una conferenza, tenutasi nel dicembre del 2019 presso il Liceo Classico Botta di Ivrea, aveva proiettato una serie di diapositive sulla cittĂ  medievale di Siena, e proprio lĂŹ che apparvero figure simili a ciĂČ che abbiamo visto in via Peana e su precisa domanda, ella spiegĂČ che, nel basso medioevo, esse simboleggiavano la presenza di una taverna ... đ—Ÿđ˜‚đ—¶đ—»đ—±đ—¶ đ—°đ—¶ đ˜€đ—¶đ—źđ—șđ—Œ đ—°đ—”đ—¶đ—Čđ˜€đ˜đ—¶, come Ăš possibile che ci sia stata una taverna proprio sotto le mura su cui tutt'oggi si affaccia il palazzo vescovile, un mistero.
Inoltre Ăš ancor piĂč arduo immaginare che una famiglia nobile abbia lasciato sul muro del proprio palazzo il simbolo di una taverna quando venne in possesso dell'edificio in epoca successiva.
_ _ _ _ _ _ _ _ _
L'estensore di queste righe sarebbe propenso a pensare ad un abbellimento della facciata rappresentante la storia del profeta biblico Giona e della balena che lo inghiottĂŹ.
Peccato che tale ipotesi non sia suffragata da nulla di certo.
Allora in assenza di qualsiasi studio approfondito dobbiamo accontentarci di ammirare questo piccolo simbolo
salvo che, qualcuno di voi, possa aiutarci ad ipotizzare o a documentare la sua storia.
đ—˜đ—± đ—Čđ—°đ—°đ—Œ đ—č𝗼 đ—żđ—źđ—Žđ—¶đ—Œđ—»đ—Č 𝘂đ—čđ˜đ—¶đ—ș𝗼 đ—±đ—¶ đ—Ÿđ˜‚đ—Čđ˜€đ˜đ—Œ đ—źđ—żđ˜đ—¶đ—°đ—Œđ—čđ—Œ: le mura sono "ammalorate" ed il palazzo necessita di alcuni restauri ed il timore che qualcuno occulti, abbatta il reperto Ăš reale: da qui la necessitĂ  di salvare la memoria di questo piccolo misterioso manufatto che Ăš d’interesse storico-eporediese.
_ _ _ _ _ _ _ _ _
â–ȘScritto da D. Zaia
â–ȘIn Redazione Fabrizio Topatigh
â–ȘRielaborazione contenuti Effe Ti
â–ȘVoi tutti che amate la Storia del nostro territorio.

𝗠𝗼 đ—°đ—Œđ˜€'đ—”đ—źđ—»đ—»đ—Œ đ—±đ—ź đ—Žđ˜‚đ—źđ—żđ—±đ—źđ—żđ—Č ! ? È quell'esclamazione che facciamo spesso quando vediamo un gruppo di persone che guardano t...
09/03/2024

𝗠𝗼 đ—°đ—Œđ˜€'đ—”đ—źđ—»đ—»đ—Œ đ—±đ—ź đ—Žđ˜‚đ—źđ—żđ—±đ—źđ—żđ—Č ! ?
È quell'esclamazione che facciamo spesso quando vediamo un gruppo di persone che guardano tutti nella stessa direzione !
đ—Šđ—źđ—œđ—Č𝘁đ—Č đ—°đ—Œđ˜€đ—ź đ—źđ—Żđ—Żđ—¶đ—źđ—ș đ—łđ—źđ˜đ˜đ—Œ ... glielo abbiamo chiesto - sabato 16 marzo la risposta !

đ™»'đ™·đ™Ÿ đ™»đ™Žđšƒđšƒđ™Ÿ đš‚đš„đ™» đ”œđ”žđ•Šđ•‹đ•† â„‚đ”žâ„•đ”žđ•đ”Œđ•Šđ”žâ„•đ•† đšđđđąÌ€  02 marzo 1482Dolorosa cosa il dover pagare la propria libertĂ ; ma piĂč dolorosa an...
02/03/2024

đ™»'đ™·đ™Ÿ đ™»đ™Žđšƒđšƒđ™Ÿ đš‚đš„đ™» đ”œđ”žđ•Šđ•‹đ•† â„‚đ”žâ„•đ”žđ•đ”Œđ•Šđ”žâ„•đ•†
đšđđđąÌ€ 02 marzo 1482
Dolorosa cosa il dover pagare la propria libertĂ ; ma piĂč dolorosa ancora non poterla avere a nessun prezzo.
đ˜ˆđ˜Żđ˜”đ˜°đ˜Żđ˜Ș𝘯𝘰 đ˜‰đ˜Šđ˜łđ˜”đ˜°đ˜­đ˜°đ˜”đ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜­đ˜ąđ˜Žđ˜Žđ˜Š 1834 - Elaborazione contenuti, đ™Žđ™”đ™”đ™Ž 𝚃𝙾

𝗔 𝗖𝗛𝗘 đ—Šđ—˜đ—„đ—©đ—˜ đ—Šđ—§đ—šđ——đ—œđ—”đ—„đ—˜ ?«Ricordo ancora la domanda che fece il professore di filosofia il primo giorno di liceo: '𝗔 đ—°đ—”đ—Č 𝘀đ—Č...
29/02/2024

𝗔 𝗖𝗛𝗘 đ—Šđ—˜đ—„đ—©đ—˜ đ—Šđ—§đ—šđ——đ—œđ—”đ—„đ—˜ ?
«Ricordo ancora la domanda che fece il professore di filosofia il primo giorno di liceo: '𝗔 đ—°đ—”đ—Č 𝘀đ—Č𝗿𝘃đ—Č đ˜€đ˜đ˜‚đ—±đ—¶đ—źđ—żđ—Č ? Chi sa rispondere?"».
Qualcuno osĂČ rispostine educate:
"a crescer bene",
"a diventare brave persone".
Niente, scuoteva la testa.
Finché disse:
"đ—”đ—± đ—Čđ˜ƒđ—źđ—±đ—Č𝗿đ—Č đ—±đ—źđ—č 𝗰𝗼𝗿𝗰đ—Č𝗿đ—Č".

Ci guardammo stupiti.
"đ—Ÿâ€™đ—¶đ—Žđ—»đ—Œđ—żđ—źđ—»đ˜‡đ—ź đ—Č̀ đ˜‚đ—» 𝗰𝗼𝗿𝗰đ—Č𝗿đ—Č".

Perché là dentro non capisci e non sai che fare.
In questi cinque anni dobbiamo organizzare la piĂč grande evasione del secolo.
đ—Ąđ—Œđ—» đ˜€đ—źđ—żđ—źÌ€ đ—łđ—źđ—°đ—¶đ—čđ—Č, đ˜ƒđ—¶ đ˜ƒđ—Œđ—Žđ—čđ—¶đ—Œđ—»đ—Œ đ˜€đ˜đ˜‚đ—œđ—¶đ—±đ—¶, ma se scavalcate il muro dell’ignoranza poi capirete senza dover chiedere aiuto.

E sarĂ  difficile ingannarvi.
Chi ci sta?".

Mi Ăš tornato in mente quell’episodio indelebile leggendo che đ˜€đ—Œđ—čđ—Œ đ˜‚đ—» đ—żđ—źđ—Žđ—źđ˜‡đ˜‡đ—Œ 𝘀𝘂 𝘃đ—Čđ—»đ˜đ—¶ đ—°đ—źđ—œđ—¶đ˜€đ—°đ—Č đ˜‚đ—» 𝘁đ—Čđ˜€đ˜đ—Œ.
E penso agli 𝗼đ—čđ˜đ—żđ—¶ đ—±đ—¶đ—°đ—¶đ—źđ—»đ—»đ—Œđ˜ƒđ—Č, che đ—łđ—źđ˜đ—¶đ—°đ—źđ—»đ—Œ đ—źđ—± đ—Čđ˜ƒđ—źđ—±đ—Č𝗿đ—Č đ—Č đ—żđ—¶đ˜€đ—°đ—”đ—¶đ—źđ—»đ—Œ đ—č’đ—Čđ—żđ—Žđ—źđ˜€đ˜đ—Œđ—čđ—Œ đ—±đ—Čđ—čđ—čâ€™đ—¶đ—Žđ—»đ—Œđ—żđ—źđ—»đ˜‡đ—ź.
Uno Stato democratico deve salvarli perché Ú giusto.
E perchĂ© il rischio poi Ăš immenso: le menti deboli chiedono l’uomo forte.
[đ—–đ—Œđ—żđ—żđ—źđ—±đ—Œ đ—”đ˜‚đ—Žđ—¶đ—źđ˜€]

đ™»'đ™·đ™Ÿ đ™»đ™Žđšƒđšƒđ™Ÿ đš‚đš„đ™» đ”œđ”žđ•Šđ•‹đ•† â„‚đ”žâ„•đ”žđ•đ”Œđ•Šđ”žâ„•đ•†đšđđđąÌ€  24 febbraio 1224“𝘚𝘩 đ˜Čđ˜¶đ˜Šđ˜Žđ˜”đ˜° đ—™đ—źđ˜€đ˜đ—Œ đ—–đ—źđ—»đ—źđ˜ƒđ—Čđ˜€đ—źđ—»đ—Œ 𝘹đ˜Șđ˜°đ˜·đ˜Šđ˜łđ˜ą' 𝘱 đ˜łđ˜Šđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜±đ˜°đ˜±đ˜°đ˜­đ˜ąđ˜łđ˜Š 𝘭𝘱 đ˜Žđ˜”đ˜°đ˜łđ˜Ș𝘱 ...
24/02/2024

đ™»'đ™·đ™Ÿ đ™»đ™Žđšƒđšƒđ™Ÿ đš‚đš„đ™» đ”œđ”žđ•Šđ•‹đ•† â„‚đ”žâ„•đ”žđ•đ”Œđ•Šđ”žâ„•đ•†
đšđđđąÌ€ 24 febbraio 1224
“𝘚𝘩 đ˜Čđ˜¶đ˜Šđ˜Žđ˜”đ˜° đ—™đ—źđ˜€đ˜đ—Œ đ—–đ—źđ—»đ—źđ˜ƒđ—Čđ˜€đ—źđ—»đ—Œ 𝘹đ˜Șđ˜°đ˜·đ˜Šđ˜łđ˜ą' 𝘱 đ˜łđ˜Šđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜±đ˜°đ˜±đ˜°đ˜­đ˜ąđ˜łđ˜Š 𝘭𝘱 đ˜Žđ˜”đ˜°đ˜łđ˜Ș𝘱 đ˜„đ˜Šđ˜­ 𝘼đ˜Ș𝘰 đ˜±đ˜ąđ˜Šđ˜Žđ˜Š 𝘧𝘳𝘱 đ˜Ș đ˜Šđ˜°đ˜źđ˜±đ˜ąđ˜”đ˜łđ˜Șđ˜°đ˜”đ˜Ș đ˜Šđ˜„ 𝘱 𝘧𝘱𝘳𝘭𝘱 đ˜€đ˜°đ˜Żđ˜°đ˜Žđ˜€đ˜Šđ˜łđ˜Š đ˜¶đ˜Ż đ˜±đ˜°đ˜€đ˜° 𝘱 đ˜”đ˜¶đ˜”đ˜”đ˜Ș 𝘹𝘭đ˜Ș đ˜ąđ˜­đ˜”đ˜łđ˜Ș đ˜đ˜”đ˜ąđ˜­đ˜Ș𝘱𝘯đ˜Ș, đ˜Ș𝘰 𝘼đ˜Ș đ˜łđ˜Šđ˜±đ˜¶đ˜”đ˜Šđ˜łđ˜°' 𝘳đ˜Ș𝘼𝘩𝘳đ˜Șđ˜”đ˜ąđ˜”đ˜° đ˜ąđ˜„ đ˜¶đ˜Žđ˜¶đ˜łđ˜ą đ˜„đ˜Šđ˜­đ˜­đ˜Š 𝘼đ˜Ș𝘩 đ˜§đ˜ąđ˜”đ˜Șđ˜€đ˜©đ˜Š 𝘩 𝘮𝘱𝘳ĂČ đ˜šđ˜łđ˜ąđ˜Żđ˜„đ˜Šđ˜źđ˜Šđ˜Żđ˜”đ˜Š 𝘰𝘣𝘣𝘭đ˜Șđ˜šđ˜ąđ˜”đ˜° 𝘱 đ˜Čđ˜¶đ˜Šđ˜Ș đ˜‹đ˜°đ˜€đ˜Šđ˜Żđ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜©đ˜Š đ˜·đ˜Ș đ˜ąđ˜·đ˜łđ˜ąđ˜Żđ˜Żđ˜° đ˜€đ˜°đ˜Żđ˜€đ˜°đ˜łđ˜Žđ˜°â€. đ˜ˆđ˜Żđ˜”đ˜°đ˜Żđ˜Ș𝘯𝘰 đ˜‰đ˜Šđ˜łđ˜”đ˜°đ˜­đ˜°đ˜”đ˜”đ˜Ș, đ˜€đ˜­đ˜ąđ˜Žđ˜Žđ˜Š 1834 - Elaborazione contenuti, đ™Žđ™”đ™”đ™Ž 𝚃𝙾

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15/02/2024

đ—œđ—©đ—„đ—˜đ—” - “𝗔𝗿𝘃đ—Čđ—±đ˜‡đ—Č 𝗼 đ—Žđ—¶đ—Œđ—Żđ—¶đ—ź 'đ—» đ—Żđ—Œđ˜â€
Avevamo iniziato cosĂŹ con questo motto - un invito molto familiare ai Canavesani ancor di piĂč agli Eporediesi.
Un motto usato a mo' di saluto, un modo di dire che significa anche arrivederci ad una data da definire .. oppure un arrivederci in una data ben definita, quella del giovedĂŹ grasso - quello del Carnevale d'Ivrea.
Un usanza che si perde nel tempo, un uso che per gli Eporediesi ha in sĂ© anche il rinnovato rituale di đ—¶đ—»đ—±đ—Œđ˜€đ˜€đ—źđ—żđ—Č đ—¶đ—č 𝗯đ—Č𝗿𝗿đ—Čđ˜đ˜đ—Œ đ—łđ—żđ—¶đ—Žđ—¶đ—Œ.
Un berretto che si indosserĂĄ nuovamente a partire da giovedĂŹ grasso - che per il 2025 sarĂ  il 27 febbraio.
𝗗𝗼 đ—Ÿđ˜‚đ—Čđ—č đ—Žđ—¶đ—Œđ—żđ—»đ—Œ đ—Č đ—œđ—Č𝗿 đ˜đ˜‚đ˜đ˜đ—¶ đ—¶ đ—Žđ—¶đ—Œđ—żđ—»đ—¶ del Carnevale d'Ivrea, la popolazione scenderĂ  nuovamente in strada per indossare quel Berretto, quel copricapo rosso a forma di calza che rappresenta l’adesione ideale alla rivolta e quindi đ—čâ€™đ—źđ˜€đ—œđ—¶đ—żđ—źđ˜‡đ—¶đ—Œđ—»đ—Č 𝗼đ—čđ—č𝗼 đ—čđ—¶đ—Żđ—Čđ—żđ˜đ—źÌ€, quella libertĂ  che fu il faro per i protagonisti della rivoluzione Francese.
➖🍊➖🍊➖🍊➖🍊➖
E se qualcuno dovesse poi indossarlo prima, vorrĂ  dire che ci sarĂ  un motivo per difendere una libertĂ  negata.
➖â–Ș➖â–Ș➖â–Ș➖â–Ș➖
e di
â–ȘGrazie a per i berretti frigi.
â–ȘGrazie a per la didascalia e Bon !
â–ȘGrazie a per aver creduto e "🍊combattuto🍊" per la LibertĂ 

Per noi Ăš perfetta ! 💓 🍊 đŸŒč 🍊 💓 ➖🍊➖🍊➖🍊➖ Un ringraziamento particolare va a Barbara Torra - che con la fotografia della Mu...
13/02/2024

Per noi Ăš perfetta !
💓 🍊 đŸŒč 🍊 💓
➖🍊➖🍊➖🍊➖
Un ringraziamento particolare va a Barbara Torra - che con la fotografia della Mugnaia con le braccia al cielo ci ha ricordato la "nostra" che Ăš in terracotta.
🎉Evviva la Mugnaia🎉.

Indirizzo

Ivrea
10015

Orario di apertura

15:30 - 17:30

Sito Web

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ASAC - Ivrea

L’Associazione di Storia e Arte Canavesana – costituita in data 9 maggio 2001 e denominata A.S.A.C. – ha quale scopo precipuo lo studio della Storia, la conservazione dei monumenti, delle tradizioni, delle bellezze artistiche e naturali del Canavese. Inoltre essa patrocina e favorisce pubblicazioni, studi, conferenze e qualsiasi altra iniziativa atta allo scopo.

L’A.S.A.C. ha la sua sede a Ivrea, presso la Biblioteca Civica “Costantino Nigra” in Piazza Ottinetti, n. 30. La sede Ăš aperta a beneficio dei soci e delle persone interessate ogni primo mercoledĂŹ del mese, purchĂ© non festivo, dalle 15,30 alle 17,30. L’Associazione di Storia e Arte Canavesana – denominata A.S.A.C.- Ăš stata costituita in data 9.5.2001, con atto rogito notaio A. Revigliono di Torino.

L’Associazione ha per scopo (art. 2 dello Statuto) “Lo studio della Storia, la conservazione dei monumenti, delle tradizioni, delle bellezze artistiche e naturali del Canavese. Essa patrocinerà e favorirà pubblicazioni, studi, conferenze e qualunque altra manifestazione inerente allo scopo, nel rispetto delle attuali disposizioni di Legge”. L’A.S.A.C. ù continuazione ed erede della S.A.S.A.C., fondata nel 1958, con analoghi scopi, le cui pubblicazioni edite tra il 1960 e il 2000 ammontano a oltre un centinaio di titoli che hanno illustrato ogni angolo e momento storico del Canavese. Oltre a riproporre opere di difficile reperibilità (come il “De Bello Canepiciano” di Pietro Azario o l’“Adrianeo” di Antonino) e a pubblicare manoscritti inediti (come la “Storia della città di Ivrea” di Giovanni Benvenuti), le pubblicazioni della S.A.S.A.C. hanno riguardato nuove ricerche, soprattutto in campo storico-artistico, ovviamente focalizzate sull’area canavesana. Tutte le pubblicazioni suddette e quelle edite annualmente dall’A.S.A.C. e riservate ai soci sono reperibili e consultabili presso la Biblioteca Civica “C. Nigra” di Ivrea, con la quale l’A.S.A.C. collabora attivamente da anni nel campo culturale e dove tutti gli utenti della Biblioteca, anche se non associati, possono chiedere consigli, suggerimenti o consulenze su tutto quanto ù culturalmente attinente agli scopi associativi dell’A.S.A.C. Organigramma

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