Missioni Consolata

Missioni Consolata Dal 1899, il Sud del mondo in prima pagina. Centoventicinque anni e non sentirli!

Con la globalizzazione e la liberalizzazione le imprese hanno avuto l’opportunità di produrre a costi inferiori. A pagar...
08/12/2024

Con la globalizzazione e la liberalizzazione le imprese hanno avuto l’opportunità di produrre a costi inferiori. A pagare sono stati i lavoratori e l’ambiente. Oggi, finalmente, nuove leggi sulla «due diligence» cercano di porre rimedio a questa barbarie.

Prima che la globalizzazione partisse in grande stile, diciamo una trentina di anni fa, le imprese che si presentavano ai consumatori con i loro marchi avevano l’abitudine di curare l’intero ciclo produttivo di ciò che vendevano. Parlando di vestiario, ad esempio, le imprese compravano le stoffe e le immettevano nei propri stabilimenti, funzionanti con propri dipendenti, per ottenere indumenti pronti alla vendita, partendo dal taglio e proseguendo con la cucitura, il lavaggio, la stiratura. Le imprese più esigenti sul piano della qualità gestivano in proprio perfino la filatura e la fabbricazione di stoffe a partire dal cotone o la lana.

Con la globalizzazione, questo tipo di organizzazione è andato definitivamente in frantumi per adottare una strategia produttiva che già aveva cominciato a fare capolino negli Stati Uniti negli anni Sessanta del secolo scorso. La stessa strategia che aveva permesso a Nike, il notissimo marchio di scarpe e articoli sportivi, di diventare dal nulla un’impresa mondiale.

Con la globalizzazione e la liberalizzazione le imprese hanno avuto l’opportunità di produrre a costi inferiori. A pagare sono stati [...]

Fino dall’epoca della colonia britannica, il popolo Masai ha dovuto lasciare le proprie terre. La creazione dei grandi p...
08/12/2024

Fino dall’epoca della colonia britannica, il popolo Masai ha dovuto lasciare le proprie terre. La creazione dei grandi parchi ha aggravato la situazione. Il tutto appoggiato dall’Unesco. Oggi i Masai devono ancora «ricollocarsi» con il rischio di perdere la propria cultura.

I Masai sono un popolo di pastori transumanti che da secoli abitano sugli altipiani tra il Sud del Kenya e il Nord della Tanzania. In quest’ultima, già nel XV secolo si insediarono nel territorio dell’attuale Parco nazionale del Serengeti, un nome che in maa (la lingua dei masai) significa «il posto dove la terra si estende all’infinito». In effetti, il Serengeti è una vasta pianura, dove fiumi e foreste si alternano a praterie e savane. Il tutto abitato da 70 specie di mammiferi e oltre 500 di uccelli. Lì i Masai allevavano il bestiame e nei periodi di necessità coltivavano anche la terra.

Fino dall’epoca della colonia britannica, il popolo Masai ha dovuto lasciare le proprie terre. La creazione dei grandi parchi ha [...]

Nel mondo, una persona ogni sei ha una disabilità significativa e i numeri sono in aumento a causa dell’invecchiamento d...
07/12/2024

Nel mondo, una persona ogni sei ha una disabilità significativa e i numeri sono in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione, delle pandemie, delle catastrofi naturali e delle guerre, mentre i progressi verso l’inclusione sono ancora insufficienti.

N el 2021, la principale causa di disabilità nel mondo sono stati i disturbi neurologici. Lo riportava lo scorso marzo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riferendo i risultati di uno studio@ pubblicato su The Lancet Neurology, autorevole rivista scientifica britannica, secondo il quale dal 1990 la quantità complessiva di disabilità, malattia e morte prematura causati da problemi neurologiche è aumentata del 18%.

Nel mondo, una persona ogni sei ha una disabilità significativa e i numeri sono in aumento a causa dell’invecchiamento della [...]

CONGO RD. Sono tre milioni le persone per le quali l’insicurezza alimentare oramai è acuta, ovvero sono in crisi umanita...
06/12/2024

CONGO RD. Sono tre milioni le persone per le quali l’insicurezza alimentare oramai è acuta, ovvero sono in crisi umanitaria.
Secondo la Fao (l’agenzia Onu che si occupa di cibo e agricoltura e ha sede a Roma), si tratta di uno dei più grandi numeri al mondo per una sola popolazione con questa problematica.
L’insicurezza alimentare acuta è il risultato di diversi fattori combinati: i conflitti armati, l’aumento dei prezzi dei generi alimentari e quello dei costi di trasporto, ma anche l’effetto di diverse epidemie che hanno colpito il Paese.
È un dato che interessa tutto il Paese, con valori maggiori nelle aree di guerra, ovvero Sud Kivu, Nord Kivu e Ituri. Qui la crisi umanitaria, già presente da tre decenni, è recentemente aumentata a causa del ritorno in auge del gruppo ribelle M23, finanziato dal vicino Rwanda.



📌 Leggi l’articolo al link qui
https://www.rivistamissioniconsolata.it/2024/12/04/congo-rd-un-congolese-su-4-rischia-la-fame/

✍️ Articolo di Marco Bello Bello

📸 Foto: Est Rdc, Nord Kivu, nei pressi di Goma. Campo di sfollati interni Don Bosco. (Foto Pascal Martin).

C’è il litio, ma anche il carbone. Nuove e vecchie miniere potrebbero stravolgere il territorio del Paese balcanico. La ...
06/12/2024

C’è il litio, ma anche il carbone. Nuove e vecchie miniere potrebbero stravolgere il territorio del Paese balcanico. La popolazione locale non sta però a guardare.
La questione ambientale s’inserisce in un contesto in cui le divisioni della guerra civile sono ancora vive.

Estate 2024, montagna di Ozren, distretto di Doboj, Repubblica serba di Bosnia.

Oggi, in un campo normalmente adibito a rifugio di montagna e pista da lancio per parapendii, 36 persone – tra cui ingegneri, biologi, attivisti per l’ambiente – si sono riuniti per una missione di ricerca che durerà per tre giorni. Nella squadra, ci sono uomini e donne provenienti da Bosnia, Serbia e Montenegro. L’obiettivo è quello di raccogliere campioni di flora, di acqua, e tracce della fauna di specie a rischio. Si spera che i dati raccolti in questi giorni possano portare quest’area a essere annoverata tra i parchi protetti della Bosnia. Infatti, con questo inserimento si potrebbe forse fermare l’apertura di miniere di nichel, cobalto, rame e, soprattutto, di litio.

Il campo viene inaugurato dal discorso dei due coordinatori dell’evento: Peter Špullovič e Davor Tubič. Ospite, e osservatore speciale del progetto, è Brian Aggeler, capo missione dell’Osce (Organization for security and cooperation in Europe), l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

C’è il litio, ma anche il carbone. Nuove e vecchie miniere potrebbero stravolgere il territorio del Paese balcanico. La popolazione [...]

Nella nostra lettura del Vangelo di Giovanni, alla scoperta del volto del Padre svelato da Gesù, siamo arrivati al capit...
05/12/2024

Nella nostra lettura del Vangelo di Giovanni, alla scoperta del volto del Padre svelato da Gesù, siamo arrivati al capitolo 8, un testo difficile da comprendere che si presta a considerazioni ampie, valide per la lettura dell’intero Vangelo.

Apparentemente, infatti, il capitolo si mostra confuso e persino incoerente. Presenta discorsi già fatti, altri appena accennati che saranno ripresi più avanti, apparenti salti logici, argomentazioni che a noi non sembrano dimostrare molto. Davanti a pagine come queste, i commentatori provano a spiegare, a ricostruire, a volte immaginare che l’originale avesse meno informazioni o le presentasse in un ordine diverso che forse si può recuperare.

Nella nostra lettura del Vangelo di Giovanni, alla scoperta del volto del Padre svelato da Gesù, siamo arrivati al capitolo [...]

LIBANO. Ragazzi giovani, armati di pistole e kalashnikov, esultano sparando per aria. I giornalisti, per la prima volta ...
04/12/2024

LIBANO. Ragazzi giovani, armati di pistole e kalashnikov, esultano sparando per aria. I giornalisti, per la prima volta dall’inizio dei bombardamenti a Beirut, sono stati invitati per un «tour» attraverso il quartiere. Non va dimenticato, infatti, che nei quartieri a maggioranza sciita non si fa nulla con gli accrediti ufficiali rilasciati dal governo libanese: qui decide tutto Hezbollah. Questa parte della città era rimasta inaccessibile per due mesi.



📌 Leggi l’articolo al link qui
https://www.rivistamissioniconsolata.it/2024/12/02/libano-una-foto-tra-le-macerie/

✍️ Articolo di Angelo Calianno Angelo Bonnot Calianno

📸 Foto: Beirut, Libano, fine novembre 2024: donne libanesi davanti a un condominio ridotto ad un cumulo di macerie. Foto di Angelo Calianno.

Colonia portoghese fino al 1975, poi occupato dall’Indonesia, Timor Est è indipendente dal 2002. È l’unico paese a maggi...
04/12/2024

Colonia portoghese fino al 1975, poi occupato dall’Indonesia, Timor Est è indipendente dal 2002. È l’unico paese a maggioranza cattolica in Asia assieme alle Filippine. In cerca di una via d’uscita dalla povertà per i suoi 1,5 milioni di abitanti, investe nei giovani.

Alle prime luci dell’alba, João Lima parte, come ogni giorno, dal suo campo, a circa venti chilometri dalla città di Dili, capitale di Timor Est, ufficialmente Repubblica democratica di Timor Leste, per vendere al mercato banane, chicchi di caffè essiccati, ortaggi.

Sul pulmino dai colori sgargianti che si ferma sul ciglio della strada, sale con lui Ricardo, suo figlio undicenne che, in camicia bianca e pantaloncini blu, sta andando a scuola.

Ad accogliere Ricardo c’è suor Albertina, una delle tante religiose impegnate negli istituti scolastici cattolici disseminati sull’isola del Sudest asiatico.

Colonia portoghese fino al 1975, poi occupato dall’Indonesia, Timor Est è indipendente dal 2002. È l’unico paese a maggioranza cattolica [...]

Le difensore. Donne di lotta e resistenza in America Latina:    Donne e ambiente. Anche a costo della vita    Accade in ...
03/12/2024

Le difensore. Donne di lotta e resistenza in America Latina:
Donne e ambiente. Anche a costo della vita
Accade in Perù. Machismo, razzismo, esclusione
Amazzonia peruviana. I popoli indigeni
Terre indigene. Riconoscimento arduo
Accade In Nicaragua. Zittite (e in esilio)
Nicaragua, popoli indigeni e colonos

Sommario Donne e ambiente. Anche a costo della vita Accade in Perù. Machismo, razzismo, esclusione Amazzonia peruviana. I popoli indigeni [...]

EUROPA.«Viviamo in tempi incerti – si legge nell’introduzione dell’opuscolo svedese “In caso di crisi o guerra” (pubblic...
02/12/2024

EUROPA.«Viviamo in tempi incerti – si legge nell’introduzione dell’opuscolo svedese “In caso di crisi o guerra” (pubblicato dall’Agenzia svedese per le emergenze, Msb, a novembre 2024 e spedito a cinque milioni di famiglie) -. Attualmente, nel nostro angolo di mondo sono in corso conflitti armati. Terrorismo, attacchi informatici e campagne di disinformazione vengono utilizzati per indebolirci e influenzarci. Per resistere a queste minacce, dobbiamo restare uniti. Se la Svezia viene attaccata, tutti devono fare la loro parte per difendere l’indipendenza svedese e la nostra democrazia. Ogni giorno costruiamo resilienza, insieme ai nostri cari, colleghi, amici e vicini. In questa brochure, imparerai come prepararti e agire in caso di crisi o guerra».



📌 Leggi l’articolo al link qui
https://www.rivistamissioniconsolata.it/2024/11/29/europa-se-la-guerra-bussa-alla-porta/

✍️ Articolo di Paolo Moiola Paolo Moiola

📸 Foto: Questa illustrazione è tratta dall'opuscolo «In caso di crisi o guerra», distribuito a novembre 2024 a tutta la popolazione della Svezia.

Sorino, chi è costui? Come don Abbondio con Carneade, forse ci facciamo questa domanda, visto che oggi il suo nome è sul...
02/12/2024

Sorino, chi è costui? Come don Abbondio con Carneade, forse ci facciamo questa domanda, visto che oggi il suo nome è sulla bocca di tutti dopo che Giuseppe Allamano è stato riconosciuto santo per aver guarito proprio lui.
Ma al tempo del miracolo, trent’anni fa, Sorino era per noi un signor nessuno. Uno Yanomami inesistente, uno dei tanti indigeni dell’Amazzonia che l’anagrafe del suo Paese ignorava (e continua a ignorare). Un signor nessuno, che però è diventato segno di vita e speranza per tutti gli ultimi della terra.

Come lui, anche quel bambino nato 2030 anni fa in una stalla di Betlemme era nessuno. Amato, però, curato e protetto dai suoi genitori e accolto dai marginali della storia, i pastori. Era un bambino inerme, Gesù. Eppure da subito ha dato fastidio ai potenti del tempo che hanno cercato di eliminarlo.

Sorino, chi è costui? Come don Abbondio con Carneade, forse ci facciamo questa domanda, visto che oggi il suo nome [...]

RIFUGIATI. A metà 2024, secondo il rapporto "No Escape. On the frontlines of Climate Change, Conflict and Forced Displac...
29/11/2024

RIFUGIATI. A metà 2024, secondo il rapporto "No Escape. On the frontlines of Climate Change, Conflict and Forced Displacement" dell’Unhcr (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), circa 90 milioni di persone – il 75% degli attuali 123 milioni di sfollati – si trovavano in Paesi dove il rischio di disastri naturali era alto o estremo. I conflitti restano la prima causa di flussi transfrontalieri, ma è sempre più frequente che a loro si sommino gli effetti del cambiamento climatico, in una relazione complessa e multidimensionale che aggrava disuguaglianze preesistenti, indebolisce la coesione sociale e mina la disponibilità di risorse naturali come acqua pulita e terra arabile.



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https://www.rivistamissioniconsolata.it/2024/11/27/mondo-rifugiati-in-fuga-dal-clima/

✍️ Articolo di Aurora Guainazzi Guainazzi
📸 Foto: Immagine simbolica di effetti della siccità. (Foto Fabde Ambres via Pixabay)

CLIMA. Non c’è da stupirsi che alla Cop29 a Baku il risultato in tema di mitigazione climatica e transizione energetica ...
28/11/2024

CLIMA. Non c’è da stupirsi che alla Cop29 a Baku il risultato in tema di mitigazione climatica e transizione energetica sia stato nullo: tante parole, qualche promessa, pochi o pochissimi risultati.
Che le cose si sarebbero messe male si era capito fin dall’inizio. La ventinovesima Conferenza delle parti (Cop) è iniziata l’11 novembre, pochi giorni dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, noto per il suo negazionismo climatico e prossimo presidente degli Stati Uniti, il secondo più grande emettitore di gas serra dopo la Cina. Il magnate statunitense ha fatto immediatamente proseliti: il presidente argentino di ultradestra Javier Milei ha ordinato il ritiro della sua delegazione.



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https://www.rivistamissioniconsolata.it/2024/11/25/mondo-ha-vinto-la-teologia-fossile/

✍️ Articolo di Paolo Moiola Moiola

📸 Foto: Screenshot dal sito della Cop29

SOMALILAND. Dal 1991, il Somaliland elegge un proprio Governo e si è dotato di un Parlamento. Emette una sua moneta (lo ...
26/11/2024

SOMALILAND. Dal 1991, il Somaliland elegge un proprio Governo e si è dotato di un Parlamento. Emette una sua moneta (lo scellino del Somaliland) e ha propri passaporti. Ma, finora, nessuno Stato della comunità internazionale ne ha riconosciuto l’indipendenza. E, soprattutto, la Somalia continua a rivendicare la propria sovranità su questo territorio.
Ciononostante, l’esercizio della democrazia in Somaliland continua. Addirittura, alcuni esperti lo annoverano tra gli Stati de facto «più stabili» al mondo. Quest’anno, a sfidarsi erano in tre. Ma era chiaro che a contendersi la massima carica dello Stato sarebbero stati il presidente uscente Muse Bihi Abdi, leader del Peace, unity and development, e l’ex speaker del Parlamento e capofila dell’opposizione Abdirahman «Irro» Mohamed Abdullahi del Somaliland national party. L’outsider era Faysal Ali Warabe del Justice and welfare party.



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https://www.rivistamissioniconsolata.it/2024/11/22/somaliland-le-elezioni-nel-non-stato/

✍️ Articolo di Aurora Guainazzi Guainazzi

📸 Foto: Hargheisa, Somaliland. Cambiavalute al mercato. (Foto Gianluca Iazzolino)

Un fardello pesante per un Paese che sembrava avere imboccato la via dello sviluppo grazie alla stabilità macroeconomica...
21/11/2024

Un fardello pesante per un Paese che sembrava avere imboccato la via dello sviluppo grazie alla stabilità macroeconomica raggiunta nel 2023, con una crescita del Pil intorno al 5%, sostenuta dai progetti di estrazione di gas naturale liquefatto, dal settore dei servizi e dalla caduta (dal 10,3% al 3,9%) dell’inflazione.
La tornata elettorale pareva giocarsi sul filo della novità. Il Frelimo, partito al potere dall’indipendenza (raggiunta nel 1975), ha presentato Daniel Chapo, 47 anni, primo candidato a non aver partecipato alla guerra di indipendenza. Chapo, sostenuto dal presidente uscente Filipe Nyusi, nella sua campagna ha sottolineato la continuità politica e lo sviluppo economico, con promesse di riforme e di contrasto alla povertà. A sfidarlo un altro candidato giovane: Venancio Mondlane, 50 anni. Ex membro della Renamo, storica formazione di opposizione e del Movimento Democrático de Moçambique, ha fondato un proprio partito, Podemos, con un’agenda di giustizia sociale e gestione equa delle risorse naturali. I dati ufficiali del voto hanno sancito la vittoria di Chapo che avrebbe ottenuto il 70,6% dei voti contro il 20% del rivale Mondlane.I risultati sono subito stati contestati. Podemos ha dichiarato, in base a un conteggio parallelo condotto dai suoi osservatori, che il vero vincitore (con il 53%) sarebbe stato Mondlane.



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https://www.rivistamissioniconsolata.it/2024/11/15/mozambico-caos-dopo-le-presidenziali/

✍️ Articolo di Enrico Casale

📸 Foto: Poliziotto in tenuta antisommossa e manifestanti pro Venancio Mondlane a Maputo. (Sreenshot dalla SABC, televisione sudafricana)

Il tempo delle giunte militari in America Latina ha visto fiorire molte esperienze di lotta nonviolenta per la giustizia...
21/11/2024

Il tempo delle giunte militari in America Latina ha visto fiorire molte esperienze di lotta nonviolenta per la giustizia. Tra queste, quelle del vescovo argentino Enrique Angelelli (1923-1976) e del vescovo guatemalteco Juan Gerardi (1922-1998), entrambi per una Chiesa dei poveri. Entrambi ammazzati dai regimi.

Anselmo Palini, insegnante e saggista di San Giovanni di Polaveno, Brescia, attivo sui temi dei diritti umani e della nonviolenza, ha pubblicato diverse biografie, quasi tutte per l’editore Ave, di testimoni del nostro tempo impegnati per la giustizia e la pace.

Tra questi, ci sono, oltre ai più noti Oscar Romero e Hélder Câmara, altri due vescovi latinoamericani, assassinati dalle giunte militari dei loro Paesi perché testimoni scomodi del Vangelo.

Sono l’argentino Enrique Angelelli (1923-1976) e il guatemalteco Juan Gerardi (1922-1998).

Il tempo delle giunte militari in America Latina ha visto fiorire molte esperienze di lotta nonviolenta per la giustizia. Tra [...]

Tra le centinaia di migliaia di migranti che attraversano il Centroamerica, molti hanno patologie. Altri si sono ammalat...
20/11/2024

Tra le centinaia di migliaia di migranti che attraversano il Centroamerica, molti hanno patologie. Altri si sono ammalati durante il viaggio. Tutti vogliono proseguire e arrivare a destinazione. Lungo la strada, alcune Ong cercano di dare loro un po’ di sollievo.

«Appena siamo usciti dalla selva del Darién, tra Panama e Colombia, la polizia panamense mi ha perquisita e ha gettato le mie medicine nella spazzatura. Io li ho pregati di non farlo, ma mi hanno impedito di attraversare il confine con dei farmaci nella borsa». Rosa, 39 anni, è venezuelana e da qualche tempo assume regolarmente l’Olanzapina per curare il disturbo bipolare che le è stato diagnosticato anni fa. A giugno di quest’anno ha deciso di vendere la casa, l’auto e tutti i suoi averi, per un totale di 4.500 dollari e, insieme a suo marito e ai figli, è partita a piedi verso gli Stati Uniti, nella speranza di trovare un lavoro retribuito dignitosamente e potersi finalmente permettere le cure che non può più ricevere nel suo Paese di origine. «Una scatola di Olanzapina di tipo generico costa circa 12 dollari, mentre l’originale si aggira intorno ai 38 dollari. Il problema però è che in Venezuela guadagniamo pochi dollari al mese, che non bastano a coprire i costi dell’assistenza sanitaria, perché è già tanto se riusciamo a mangiare e in molti casi, onestamente, facciamo pure la fame». Rosa è seduta in un piccolo studio medico sul retro del «Centro de descanso temporaneo Alivio del Sufrimiento» (centro di riposo temporaneo, ndr), un ricovero per migranti gestito da una piccola fondazione di El Paraíso, città honduregna a 11 chilometri dal confine di Las Manos tra Honduras e Nicaragua. È appena stata visitata dalle dottoresse presenti nel centro e ha ricevuto un buono per recarsi alla prima farmacia e comprarsi due scatole di medicine. Sorride, perché finalmente si sente sollevata, dopo oltre 15 giorni in cui l’ansia la stava attanagliando. «Senza i miei farmaci mi sento persa, soprattutto in questi mesi di viaggio che è davvero difficile da gestire psicologicamente, perché siamo sempre a rischio di violenza da parte di bande criminali e polizia, che in tutti gli stati provano a rubarci i soldi o le quattro cose che abbiamo con noi, per non parlare delle violenze fisiche che rischiamo soprattutto noi donne. In queste condizioni sfido chiunque a rimanere sano di mente».

Tra le centinaia di migliaia di migranti che attraversano il Centroamerica, molti hanno patologie. Altri si sono ammalati durante il [...]

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Rivista Missioni Consolata

Fondata nel 1899 come “La Consolata” da don Giuseppe Allamano rettore del santuario della Consolata in Torino, dal 1902 comincia a pubblicare con regolarità e ampiezza le notizie dal Kenya del nuovo istituto missionario fondato dallo stesso Allamano, i Missionari della Consolata. Nel 1928 “La Consolata” continua come rivista del santuario, e fa nascere “Missioni Consolata” come voce dei missionari.

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