05/10/2024
Rivitalizzare l’insegnamento della storia nel triennio delle superiori.
Visite guidate e laboratori nell’archivio storico della federazione anarchica italiana.
Ho insegnato italiano e storia agli studenti del triennio di un istituto tecnico per oltre trent’anni e vorrei condividere alcune delle strategie che ho messo a punto negli anni per diffondere la passione per lo studio della storia e l’interesse per la politica.
Nei tecnici e nei professionali non c’è l’insegnamento della filosofia, ma nulla vieta le discussioni sulle idee, i valori, i principi stimolate dall’analisi dei classici. La maggior parte degli studenti si appassiona alla lettura del Principe di Machiavelli in terza e si cimenta volentieri ad esaminare se, come, quando mezzi e fini si possono manipolare. In quarta i migliori risultati li ho ottenuti con la lettura integrale del Contratto sociale di Rousseau, soprattutto dopo la nascita dei 5 Stelle, e di Dei delitti e delle pene di Beccaria.
Insisto sull’importanza della lettura integrale: testi così geniali e complessi devono essere affrontati come una palestra, il lessico va appreso, ogni affermazione va meditata e, se si riesce, discussa. Nell’epoca della distrazione e della velocità, a scuola il docente coscienzioso deve riuscire ad imporre i tempi lunghi della meditazione e procedere a verifiche puntuali e creative in modo da neutralizzare le intelligenze artificiali in agguato.
Con questo training alle spalle, la maggior parte degli studenti trascorrerà con piacere le ultime settimane di quarta confrontando le tesi dei liberali con quelle di Marx. Riconoscerà una frase di Leone XIII e uno slogan anarchico, parteggerà per i revisionisti o i massimalisti, individuerà i valori alla base degli articoli di differenti Costituzioni.
All’inizio del quinto anno si aggiungono alcuni concetti nuovi: società di massa, totalitarismi, nazionalismi, fascismi, populismo, democrazia, sempre partendo dall’analisi di testi. A questo punto, per rendere lo studio il più appassionante possibile, negli ultimi anni ho deciso di iniziare lo studio manualistico dal Secondo dopoguerra in Italia, introducendo temi come neofascismo, strategia della tensione, stragismo, servizi deviati, fake news, complottismo, sovranismo.
Ogni anno cambiano le occasioni da cogliere per sfruttare la consapevolezza e la sensibilità che gli studenti hanno acquisito: analisi delle proposte elettorali dei diversi partiti, cambiamento dei nomi dei ministeri, discorsi di insediamento di presidenti, testi di legge. Ogni articolo appena uscito può essere sottoposto all’analisi degli antecedenti e dei riferimenti valoriali, anche i testi delle canzoni.
Tutto questo nei primi tre mesi di scuola, poi da dicembre si parte con lo studio della Grande guerra che, a questo punto, non sarà solo un noioso insieme di nomi e date da memorizzare, odiare e dimenticare, ma da molti quella guerra sarà vista come lo strumento agito dalle classi dirigenti dell’epoca per rafforzare il proprio potere in crisi.
Nel contesto di questa pratica di insegnamento, da alcuni anni l’archivio storico della federazione anarchica italiana (ASFAI), che si conserva ad Imola, ha avuto un ruolo significativo, soprattutto grazie alla competenza e alla disponibilità di Massimo Ortalli e Claudio Mazzolani.
In una città di provincia è particolarmente significativo incontrare e dialogare con persone che hanno dell’attività politica un’idea alta e dell’impegno hanno fatto tesoro per tutta la loro vita, in questi anni in cui i media diffondono l’idea che la politica sia prerogativa quasi esclusiva di affaristi e lestofanti, che gli anarchici siano dei violenti dinamitardi colpevoli di gran parte delle stragi in combutta con le Brigate rosse (nessun insegnante si stupisce quando uno studente attribuisce alle Brigate rosse la paternità della strage del 2 agosto a Bologna, ma è molto improbabile che l’argomento venga sollevato, visto che il più delle volte lo studio della storia in quinta si conclude con il 1945).
I laboratori nella sede dell’ASFAI consistono in incontri di due ore con gli studenti di una quinta, in cui si illustrano brevemente la storia ed i valori fondanti dell’anarchia, con particolare riguardo ad un tema scelto dall’insegnante di storia (quest’anno abbiamo proposto questi temi: antimilitarismo e rifiuto della guerra nell’era degli stati nazionali; utopie anarchiche e funzione di un archivio storico; il difficile rapporto delle donne con il potere politico), si discute sulle questioni poste da studenti ed insegnanti e si visita l’archivio storico.
Sempre previo accordo con l’insegnante, vengono suggerite attività che gli studenti svolgeranno autonomamente in seguito. Lo scorso anno abbiamo commissionato delle brochure che illustrassero le attività e gli orari in cui è possibile visitare l’archivio. Le tredici locandine che gli studenti hanno prodotto sono, a nostro parere, molto belle ed ora sono a disposizione dei visitatori dell’archivio e di chi ne faccia richiesta a [email protected].
Chiunque sia interessato a portare una classe in visita, per prenotare ed avere ulteriori informazioni, può scrivere a [email protected].
Monica Tassoni