15/01/2023
Nella mia carriera di tecnico del suono e di musicista/compositore/cantante ho avuto la possibilità di conoscere e lavorare con tanti artisti: solisti, band, professionisti nel senso letterale (pochi ma buoni), semi-professionisti (la maggior parte), amatori (tanti), debuttanti (alcuni davvero bravi, altri meno ma di cui ho comunque apprezzato la vitalità e creatività). L'esperienza mi ha fatto notare che il talento è trasversale: ci sono professionisti (nel senso letterale di persone che vivono della propria arte) che padroneggiano in modo ineccepibile il loro strumento o la loro voce ma ci sono anche professionisti che sono diventati quello che sono più grazie a loro capacità manageriali che artistiche (come il contornarsi di musicisti virtuosi che li sapessero supportare al meglio). Per non parlare di alcuni aspiranti professionisti che "se la tirano" in modo incredibile solo perché hanno partecipato ad uno o due festival/eventi di una qualche importanza, con una boria che "Axl-Rose-degli-anni-'90-spostati-in-là" . Allo stesso modo ci sono amatori (nel senso sempre letterale di coloro che si dedicano saltuariamente alla musica e non nel senso di bravura ovviamente) che avrebbero potuto invece diventare professionisti se le circostanze della vita glielo avessero permesso e invece amatori che hanno coltivato la musica come un semplice hobby come tanti altri, senza particolare impegno, e che dalla musica hanno ricevuto esattamente quanto hanno dato, ne' più ne' meno.
Recentemente mi è capitato di conoscere un giovane artista polistrumentista dal grandissimo potenziale che però sembra avere (almeno al momento) abbandonato il mondo della musica. E questo mi era già capitato in passato e mi ha sempre dato un enorme senso di dispiacere...
Mai però mi era capitato di conoscere, in questo caso, un cantante ormai non più giovanissimo ma di un talento così grande che non avrebbe sfigurato in celebri band metal/rock del panorama italiano e internazionale, dove invece qualche volta assistiamo a performance di cantanti "senior" che, un po' per via del normale decadimento delle capacità canore oltre una certa età e un po' a causa di altri motivi, "non ce la fanno più" e offrono prestazioni non all'altezza della loro fama o comunque di quanto appaiano dalle loro release in studio. Questo "signore" che vedete nelle foto qui sotto si chiama Manlio Righetti, non è su FB ne' su altri social, e da diversi anni è sparito dalle scene metal liguri che calcava come cantante metal degli Esonda. La sua voce appartiene ad un registro da tenore alla Ralf Scheepers: grintosa e potente.
Manlio ieri ha registrato le parti vocali per il progetto Adrastea di Andrea Di Martino. Per far capire la bravura di questa persona, fornisco un dettaglio: io, che ho otto anni in meno di lui e mi esercito spesso, come cantante ho un'estensione vocale di quattro ottave di cui la più alta interamente di testa e negli ultimi anni, pur mantenendo un registro da tenore (con punte di mezzo contralto), ho irrobustito il mio registro baritonale ed ho cominciato ad esercitare anche quello di basso, prima inconcepibile per me.
Manlio ha un'estensione netta di tre ottave ma... tutte di petto, compreso le parti più alte. Niente falsetto. La cosa più divertente é che Manlio, che ieri aveva anche un po' di raucedine, in quattro ore e mezza ininterrotte di session ha tirato fuori dal primo all'ultimo minuto una potenza di voce così notevole che ho dovuto usare un gain così basso in entrata che sembrava avere un preamp in gola :)
E il tutto condito da un'umiltà davvero rara, che tanto dovrebbe insegnare a chi, come si dice dalle nostre parti, è sempre pieno di "musse" (=scuse) per giustificare prestazioni - o mancate prestazioni - non all'altezza della propria vanteria.
Ho appena saputo che Manlio è rimasto entusiasta dalla session all'AfterDusk Studio E-Mixing and Mobile Recording Studio, paragonandomi a nomi di sound engineers che non mi posso neanche permettere di pronunciare, tanto sono insignificanti le mie capacità rispetto a loro. Ma a rimanere entusiasta sono stato io prima di tutti, a dire il vero.
A Manlio da parte mia una sola parola, da tecnico del suono ma soprattutto in questo caso da cantante: complimenti !