04/01/2025
La prima recensione dell'anno è dedicata a un libro strano e perturbante: L'Insaziabile, di A.K. Blakemore (Fazi Editore)
Di Francisca Circelli
“Mi sono anche ispirata […] a La passione secondo G.H. di Clarice Lispector”, ci dice A. K. Blakemore nella postfazione al romanzo, per trovare la giusta corrispondenza tra piacere e disgusto. L’obiettivo è centrato, infatti L’ insaziabile (Fazi) è un libro dalla doppia anima: una meravigliosa, l’altra inquietante, con un’ambiguità di fondo che percorre tutte le pagine, a partire dal protagonista. Il giovane Tarare, conosciuto anche come il Grande Tarare, l’Insaziabile, ormai sul letto di morte presso Le Sorelle della Ca**tà, decide di affidare la propria storia alla spaventata Suor Perpetué. Un’ esistenza segnata da una fame incontrollabile e atavica, così insopprimibile che egli stesso finirà con l’identificarsi con essa: “La fame è ciò che sono”. Non un semplice appetito, ma una fame viscerale ed emotiva sintomatica di un enorme vuoto interiore che Tarare non riesce a colmare con il cibo o, per meglio dire, con l’atto del mangiare, poiché egli non si nutre solo di canonici viveri, ma trangugia cose vive e cose morte, sassi e tappi, stoffe e oggetti di ogni tipo. Come si diventa un essere fatto di pura fame? Con l’abbandono, con la solitudine, saggiando la meschinità che contraddistingue la brava gente. Sullo sfondo della Rivoluzione francese, A.K. Blakemore si ispira a una storia vera per tessere la trama di un mito. Qui, tutto ha una doppia faccia, perfino la scrittura, che passa da uno stile poetico ricamato di francesismi a minuziose e inquietanti descrizioni di interiora, sangue, fetore e putrefazione. Tarare è un ragazzo che non ha ricevuto nulla dalla vita ma è anche una bestia. “Voi non siete una vittima”, dice suor Perpetué, “Siete un uomo ignobile e sgradevole”. “Non potrei essere tutt’e due le cose?”, le risponde Tarare. In un romanzo dove fatti reali e mito si fondono perfettamente, anche la morale deve fare i conti con l’ambivalenza delle cose, Tarare ha compiuto atti spregevoli ma ne ha subiti altrettanti e questi lo hanno portato a essere quel personaggio per cui si prova sia compassione che disgusto. La sua fame aumenta in relazione alle ingiustizie che subisce e, ogni volta, Tarare chiede uno sforzo in più al suo stomaco e alla sua coscienza. Cosa sogna un ragazzo così miserevole? Per scoprirlo non resta che leggere la sua storia in bilico tra grottesco e onirico.
In copertina elaborazione da un'opera di Renato Natali (Pananti Casa d'Aste)
2000 caratteri per parlare di un libro, ogni settimana o quasi, per chi legge L'Indiscreto e vuole leggere ancora di più. In copertina, elaborazione da un'opera Di Renato NAtali, courtesy Pananti di Francisca Circelli “Mi sono anche ispirata […] a La passione secondo G.H.