Italo's Village

Italo's Village Caffè nazionalpopolare

NO WAR
12/03/2022

NO WAR

19/08/2021

Finalmente "negativi" ma sempre POSITIVI...
Da stasera si riparte ancora!!! SEMPRE con positività e con il sorriso...
VI ASPETTIAMO!!!

03/08/2021

Poche e incisive parole, l'ascolto di testimonianze dirette: così si cercherà di capire quali differenze ci sono tra i due "mondi"

26/07/2021

LA GIORNATA TIPO DELL'ITALIA ALLE OLIMPIADI

ore 6:00 al primo canto del Gallo, la nazionale si sveglia.

ore 6:55 nella sala colazioni manca solo Mannion. Sta finendo la diretta su zoom con Curry che gli ha chiesto alcune lezioni per migliorare il proprio gioco.

ore 7:40 Meo Sacchetti manda a ca**re uno alla reception.

ore 8:30 Ricci dopo essersi laureato in matematica ha già imparato il giapponese: "Sayonara" dice a Polonara, il quale gli risponde "A mammeta, Pippo"

ore 9:00 Spissu, per sfatare tutti i luoghi comuni sui sardi, telefona a suo nonno Franco di 109 anni, e poi si collega su skype per salutare la pecora di suo cugino.

ore 10:00 durante la sessione di allenamento mattutina, in un cambio di direzione, la caviglia di Polonara si gira leggermente. 9 fisioterapisti, 5 massaggiatori, 4 ortopedici e il dottor House si precipitano in campo. Per fortuna non è nulla di serio e Meo può tornare a respirare.

ore 11:00 durante un 1 contro 1 ai 21 tra Melli e Fontecchio, sul punteggio di 19 pari, Fontecchio grida "Van Gundy!!". Nik impazzisce e Simone va ad appoggiare il 21-19.

ore 13:00 a pranzo Vitali e Tonut stanno leggeri per non appesantire lo stomaco in vista della sessione di allenamento pomeridiana. Tessitori ordina: 4 piatti di ramen, 8 barche di sushi, una pentola di Miso e 11 polli vivi al curry.

ore 13:01 Tonut cerca di tranquillizzare Mannion imbufalito con Tessitori che mangia curry.

ore 13:01 Gallo si indigna per l'uccisione dei suoi simili.

ore 13:02 Tessitori manda tutti a quel paese e va a mangiare al Mc Donald's. Applausi a scena aperta da parte di Meo.

ore 14:00 Pajola approfitta di un'oretta libera per fare un po’ di jogging: si unisce all'allenamento dei maratoneti etiopi.

ore 14.45: L'associazione Samurai Tradizionale del Sol Levante telefona all'albergo degli azzurri. Rivogliono il parrucchiere di Gallinari.

ore 14:46 Ricci viene delegato a rispondere. Preso dall'emozione per la sua prima vera conversazione in giapponese con dei madrelingua, inavvertitamente finisce con l'esporre una dura critica delle operazioni militari nipponiche in Manciuria dei primi anni Trenta, e causa un incidente internazionale.

ore 15:00 Vitali tenta strenuamente di andare di corpo ma è impossibilitato da Pajola che gli impedisce l'accesso alla toilette: si sta preparando per quando marcherà i playmaker avversari fino in bagno.

Ore 15.45 Polonara prende appuntamento in un famoso studio di tatuatori per un nuovo disegno sulla spalla. Il preventivo è di 18.500$ perchè ci possono stare ancora 4 carpe koi, una tigre del Bengala, la foto di famiglia di Sanpei e il cardiologo di Julian Ross con tutto lo staff.

ore 16:00: Prima dell'allenamento, Melli concede una videointervista a SkySport. In studio c'è Matteo Soragna. Terminata la diretta, Nik chiede all'addetto stampa della nazionale: "Scusa, ma quel ragazzo con cui ho parlato, chi mi***ia è?"

ore 16.15: Passando davanti allo specchio della Hall, Meo si manda a ca**re.

ore 17:30 inizia l'allenamento pomeridiano.

ore 17:40 Pajola arriva in ritardo. Stava finendo la 50 km di marcia con la spedizione di atletica leggera polacca.

ore 18:00 Meo manda a ca**re un ottocentista kenyota che si allena fuori dalla palestra degli azzurri. In un baleno arriva tutta la rappresentativa africana a ringraziare il tecnico italiano. Nella loro lingua swahili, "vakkhakare" significa "Possa Dio proteggervi da ogni disgrazia donandovi amore, felicità, amicizia, denaro e una tv Led 65 pollici in omaggio".

ore 20:00 a cena il clima di squadra è molto disteso. C’è anche il tempo per divertirsi col Karaoke, grande tradizione giapponese: Spissu dedica ai compagni una canzone dei Tazenda, Mannion dimostra a tutti di sapere perfettamente la grammatica e la dizione della lingua italiana intonando "Aggio perduto 'o suonno" di Roberto Murolo.

ore 21:00 Ai microfoni di Eurosport, Pajola si dice teso per le batteria di domani nel decathlon moderno.

ore 21:45 telefonate serali di Tonut per salutare i parenti al nord: durata totale 6 minuti.

ore 21:51 telefonate serali di Spissu per salutare i parenti in Sardegna: durata totale 3 ore e 15 minuti. Comunque 35 minuti in meno di ieri perchè il cellulare di zia Mimina di Oristano risulta irraggiungibile.

ore 22.30 Polonara aiuta Fontecchio ad integrarsi al Baskonia regalandogli una bandiera basca e un paio di CD degli Ska-P.

ore 23:15 Vitali finalmente riesce a superare Pajola e ad andare in bagno: Sacchetti, passando per andare a dormire, l'ha mandato a ca**re.

ore 23:55 in camera da letto Melli e Gallinari ripensano a tutte le delusioni degli ultimi anni in Nazionale. Poi si soffermano sul nuovo sfondo del cellulare di Nik, con i giocatori ubriachi nello spogliatoio dopo la vittoria a Belgrado. Si guardano, hanno gli occhi lucidi. Poi con sguardo fiero si abbracciano: "E adesso godiamocela, finalmente".

Sepolia, quartiere popolare di Atene, 6 dicembre 1994. Una coppia di giovani nigeriani arrivati clandestinamente in Grec...
22/07/2021

Sepolia, quartiere popolare di Atene, 6 dicembre 1994. Una coppia di giovani nigeriani arrivati clandestinamente in Grecia due anni prima, mette alla luce il terzo figlio maschio: il suo nome è Giannis.
Vita difficile da subito, pochi soldi e tanto lavoro come ambulanti cercando di vendere merce varia nei mercati: "Alcune sere se non vendevamo niente non c'era nulla per cena, è stata durissima".
Un solo svago. Un campetto vicino casa dove giocare col fratello Thanasis. Suole delle scarpe consumate a forza di correre e schiacciare. Un solo paio di scarpe in due.
“Vivevamo con la preoccupazione che la polizia potesse fermarci ed espellerci dal Paese. E’ stata dura".
Spiros Velliniatis, un allenatore che aiutava i ragazzi figli di comunità di immigrati, un giorno li nota ed ha una visione, forse anche di più. Giannis, allora 14 enne, inizia a giocare a basket nel Filathilikos, dove ha poi militato fino all'A2 greca col fratello. Il basket diventa l'ancora di salvezza in una adolescenza durissima. Spesso, dorme in palestra per essere già lì all'allenamento del mattino dopo, prima di andare a scuola.
C'è però un grande problema: è apolide, non ha una cittadinanza.
Fino al 2013, quando fortunatamente la ottiene ma solo per meriti sportivi. Non senza dure polemiche a sfondo razziale. Il politico Nikólaos Michaloliákos dice in tv: "Se dai ad uno scimpanzé allo zoo una banana ed una bandiera, questo lo rende automaticamente greco?"
Giannis cresce a dismisura e i mezzi atletici sono spaventosi, ma i top club greci non gli danno mai una possibilità. E' troppo grezzo.
Ci pensa però l'NBA il 27 giugno 2013: è la scelta n.15 da parte dei Milwaukee Bucks. Un sogno che si avvera.
Un sogno che vive come un bambino in un parco giochi: con umiltà, incredulità, gioia.
Oltre all'aspetto sportivo, c'è anche un aspetto economico. Per la prima volta in vita sua percepisce uno stipendio.
La prima cena dei fratelli Antetokounmpo da giocatori NBA è in un ristorante a Philadelphia. "Ordina quella che vuoi" dice Giannis al fratello. Poi in silenzio studiano il menu. Ordinano due insalate.
Ricevuto il suo primo assegno di stipendio, nota che metà dell’importo viene detratto in tasse. Con l'innocenza di un bambino si rivolge a Zaza Pachulia per chiedere: “C’è un modo per non pagare le tasse?”.
A 19 anni a poche ore da una delle prime partite NBA della sua vita, va in una Western Union per inviare soldi alla sua famiglia in Grecia. Ne invia tanti. Tutti. Resta senza un dollaro. Manca poco alla partita, l'Arena è lontana e non può chiamare un taxi. Decide di andarci di corsa. Molti passanti lo notano correre ad ampie falcate in mezzo al traffico. Percorre 2 miglia poi viene fermato da un'auto: "Ma tu sei il rookie dei Bucks? Sul serio?? Salta su, ti portiamo noi!". Giannis ringrazia ed evita un cazziatone da parte di coach Jason Kidd.
Oggi è una star della NBA, ha sempre i riflettori puntati addosso ma lui rimane sempre quello di prima. Quello al quale hanno dedicato il campetto dove giocava da bambino, quello che gioca col sorriso e che passa sempre tantissimo tempo con i tifosi.
Da quando è arrivato in NBA, da quando faticava anche ad avere spazio nella Nazionale greca, ha lavorato giorno dopo giorno, più di tutti, migliorando di anno in anno fino a diventare uno dei giocatori più forti del mondo.
Poche ore fa ha vinto il titolo NBA. Lo ha fatto giocando in maniera leggendaria. Lo ha fatto stracciando record su record.
Ha indicato il cielo per dedicare la vittoria a papà che non c'è più. Ha pianto ripensando a tutto ciò che ha passato prima di diventare una stella del basket.
Ha mantenuto una promessa fatta ad un giornalista di ESPN che lo intervistò durante la sua prima stagione NBA, a 19 anni.
- giornalista: "Come vanno le tue lezioni di guida?"
- Giannis: “Ho preso la patente l'altro giorno! L'ho già presa! Al primo tentativo! Che fai, non ti congratuli con me??"
- giornalista: “Quindi hai un lavoro, un posto dove vivere, persino una patente… Che ti manca?”
- Giannis: "Niente. Solo un anello. Che vincerò qui a Milwaukee".
E' partito da un quartiere povero di Atene, ha superato la fame e il razzismo. Ha fatto di tutto per diventare un giocatore professionista, anche per poter mantenere la sua famiglia.
Uno di quei casi in cui si può dire che tutto ciò che ha ottenuto, e otterrà ancora, sarà sempre guadagnato.

Sepolia, quartiere popolare di Atene, 6 dicembre 1994. Una coppia di giovani nigeriani arrivati clandestinamente in Grecia due anni prima, mette alla luce il terzo figlio maschio: il suo nome è Giannis.

Vita difficile da subito, pochi soldi e tanto lavoro come ambulanti cercando di vendere merce varia nei mercati: "Alcune sere se non vendevamo niente non c'era nulla per cena, è stata durissima".
Un solo svago. Un campetto vicino casa dove giocare col fratello Thanasis. Suole delle scarpe consumate a forza di correre e schiacciare. Un solo paio di scarpe in due.

“Vivevamo con la preoccupazione che la polizia potesse fermarci ed espellerci dal Paese. E’ stata dura".

Spiros Velliniatis, un allenatore che aiutava i ragazzi figli di comunità di immigrati, un giorno li nota ed ha una visione, forse anche di più. Giannis, allora 14 enne, inizia a giocare a basket nel Filathilikos, dove ha poi militato fino all'A2 greca col fratello. Il basket diventa l'ancora di salvezza in una adolescenza durissima. Spesso, dorme in palestra per essere già lì all'allenamento del mattino dopo, prima di andare a scuola.

C'è però un grande problema: è apolide, non ha una cittadinanza.
Fino al 2013, quando fortunatamente la ottiene ma solo per meriti sportivi. Non senza dure polemiche a sfondo razziale. Il politico Nikólaos Michaloliákos dice in tv: "Se dai ad uno scimpanzé allo zoo una banana ed una bandiera, questo lo rende automaticamente greco?"

Giannis cresce a dismisura e i mezzi atletici sono spaventosi, ma i top club greci non gli danno mai una possibilità. E' troppo grezzo.

Ci pensa però l'NBA il 27 giugno 2013: è la scelta n.15 da parte dei Milwaukee Bucks. Un sogno che si avvera.
Un sogno che vive come un bambino in un parco giochi: con umiltà, incredulità, gioia.

Oltre all'aspetto sportivo, c'è anche un aspetto economico. Per la prima volta in vita sua percepisce uno stipendio.

La prima cena dei fratelli Antetokounmpo da giocatori NBA è in un ristorante a Philadelphia. "Ordina quella che vuoi" dice Giannis al fratello. Poi in silenzio studiano il menu. Ordinano due insalate.

Ricevuto il suo primo assegno di stipendio, nota che metà dell’importo viene detratto in tasse. Con l'innocenza di un bambino si rivolge a Zaza Pachulia per chiedere: “C’è un modo per non pagare le tasse?”.

A 19 anni a poche ore da una delle prime partite NBA della sua vita, va in una Western Union per inviare soldi alla sua famiglia in Grecia. Ne invia tanti. Tutti. Resta senza un dollaro. Manca poco alla partita, l'Arena è lontana e non può chiamare un taxi. Decide di andarci di corsa. Molti passanti lo notano correre ad ampie falcate in mezzo al traffico. Percorre 2 miglia poi viene fermato da un'auto: "Ma tu sei il rookie dei Bucks? Sul serio?? Salta su, ti portiamo noi!". Giannis ringrazia ed evita un cazziatone da parte di coach Jason Kidd.

Oggi è una star della NBA, ha sempre i riflettori puntati addosso ma lui rimane sempre quello di prima. Quello al quale hanno dedicato il campetto dove giocava da bambino, quello che gioca col sorriso e che passa sempre tantissimo tempo con i tifosi.
Da quando è arrivato in NBA, da quando faticava anche ad avere spazio nella Nazionale greca, ha lavorato giorno dopo giorno, più di tutti, migliorando di anno in anno fino a diventare uno dei giocatori più forti del mondo.

Poche ore fa ha vinto il titolo NBA. Lo ha fatto giocando in maniera leggendaria. Lo ha fatto stracciando record su record.
Ha indicato il cielo per dedicare la vittoria a papà che non c'è più. Ha pianto ripensando a tutto ciò che ha passato prima di diventare una stella del basket.
Ha mantenuto una promessa fatta ad un giornalista di ESPN che lo intervistò durante la sua prima stagione NBA, a 19 anni.

- giornalista: "Come vanno le tue lezioni di guida?"

- Giannis: “Ho preso la patente l'altro giorno! L'ho già presa! Al primo tentativo! Che fai, non ti congratuli con me??"

- giornalista: “Quindi hai un lavoro, un posto dove vivere, persino una patente… Che ti manca?”

- Giannis: "Niente. Solo un anello. Che vincerò qui a Milwaukee".

E' partito da un quartiere povero di Atene, ha superato la fame e il razzismo. Ha fatto di tutto per diventare un giocatore professionista, anche per poter mantenere la sua famiglia.
Uno di quei casi in cui si può dire che tutto ciò che ha ottenuto, e otterrà ancora, sarà sempre guadagnato.

15/06/2021

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Castagna essicata nei tecci di Calizzano e Murialdo

Orario di settembre:
Dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 24.00
Sabato e domenica dalle 11.30 alle 24.00
Lunedì chiuso

21/09/2020

La moka entra al bar
Bere una tazza di moka al bar è trendy!
Per questo abbiamo creato la nuova linea Monorigine Bar, 100% Arabica. Li trovate unicamente in grani in sacchetti da un chilo. La tostatura di questi caffè è perfetta anche per le estrazioni a filtro, chemex o V60.

BRG NEWS SPECIALE REGIONALI 2020ORA IN DIRETTA RADIO:Con Andrea Melis - Per Ferruccio Sansa Presidente Andrea Melis - M5...
14/09/2020

BRG NEWS SPECIALE REGIONALI 2020

ORA IN DIRETTA RADIO:
Con Andrea Melis - Per Ferruccio Sansa Presidente Andrea Melis - M5S

Con Melis - M5S Ferruccio Sansa Presidente

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