IMMAGINARIA
Immaginare è abitare il tempo.
Le parole possono essere oggetti freddi di cui si percepisce appena il significato. Oppure mondi che si dischiudono e come frutti producono semi, generando altri mondi.
Abitare può sembrare solo una parola. Occorre aprirla per capire che non significa solo “occupare uno spazio”, “ripararsi” o “proteggersi”. Nella nostra lingua usiamo spesso “vivere” come sinonimo di “abitare”, e questo non è un dettaglio. Abitare è un groviglio di relazioni con tutto ciò che ci sta attorno. Abitare è percepire se stessi in rapporto ai luoghi, e comprendere i luoghi a partire da ciò che siamo. Abitare significa essere parte, quindi non è mai un atto passivo, ma richiede sempre partecipazione, attenzione, coinvolgimento. Abitare ci cambia in ogni momento, e in ogni momento produce cambiamenti attorno a noi.
Se apriamo la parola Tempo scopriamo universi infiniti che vanno ben oltre l'eterno presente in cui ci imprigiona l'accelerazione frenetica della civiltà occidentale.
Riscopriamo il passato, uno scrigno di tesori da cui attingere, di errori da non ripetere, di imprese a cui ispirarsi. La Storia, le storie. Non un fardello che ci rallenta il passo, e nemmeno il rimpianto e la nostalgia che ci risucchiano. La memoria è un pensiero, più leggera dell'ombra, e come l'ombra ci sta sempre accanto.
Scorgiamo il futuro come possibilità. Senza il cieco ottimismo di certa scienza. Senza l'incubo della catastrofe imminente del pensiero millenarista. Senza la rassegnazione e il senso di impotenza che spengono la capacità di sognare. Senza il delirio di onnipotenza che genera tragedie. Il futuro non è qualcosa che ci attende, e nemmeno qualcosa che dobbiamo costruire con la forza. Il futuro cammina accanto a noi, solo pochi millimetri più avanti. Ci tiene per mano, un po' ci guida, un po' si fa guidare.
Abitare il tempo. Questo è immaginare. Questo vuole essere “immaginaria”.
E date le premesse nasce fuori dagli schemi. Non possiamo definirla una rivista. Non avrà una periodicità fissa. Non sarà legata a dei luoghi precisi. Semplicemente, si materializzerà, di tanto in tanto, laddove troverà lettori attenti ed interessati ad abitare il proprio tempo, ad immaginare un altro mondo possibile.
“immaginaria” si occuperà di ambiente, di cultura, di pace, di partecipazione, di convivenza, di qualità della vita. Lo farà soprattutto raccontando storie, esperienze, progetti che sfuggono alla vista dei comuni mezzi di informazione, ma che rappresentano i semi del futuro, utopie concrete, esperimenti del tempo che vorremmo abitare.