11/10/2024
COMENIUS E I ROSACROCE
L'articolo che vi proponiamo oggi è stato scritto da Peter Huijs, storico dell'arte e scrittore olandese le cui tematiche storiche e spirituali sono state ispirazione di numerosi saggi tra cui vogliamo citare: "CHIAMATI DAL CUORE DEL MONDO" editato da Rozenkruis Pers, Haarlem, Olanda e presente nelle nostre edizioni per quanti vorranno approfondire la conoscenza di quest'autore e dell'associazione Rosacrociana dalla sua fondazione fino ai nostri giorni.
In questo articolo P. Huijs tenta di fare luce sia sulle nette distinzioni tra Johan Amos Comenius e Johan Valentin Andreae sia sulle sorprendenti somiglianze che esistono: erano due spiriti affini.
Comenius e Andreae erano due grandi nello spirito, due Giovanni, due amati discepoli fedeli a Cristo.
La saga rosacrociana del diciassettesimo secolo iniziò con Johann Valentin Andreae, allora presunto autore degli scritti rosacrociani classici. Andreae studiò presso la prima università laica d’Europa a Tübingen (Baden Württemberg). Lì fece amicizia con una cerchia di studiosi interessati alla Teosofia, gli avvocati Tobias Hess, Christoph Besold e Lazarus Zetzner, che in seguito divenne il suo editore a Strasburgo. Da questo circolo nacque il movimento di riforma mistico-spirituale dei Rosacroce. Il giovane Andreae contribuì a questo movimento con uno degli scritti fondamentali, il romanzo di iniziazione pubblicato in forma anonima nel 1459: "Le Nozze Alchemiche di Cristiano Rosacroce".
Andreae (1586-1654) e Comenius (1592-1670) erano, come detto, anime affini, in abstracto e certamente anche in Cristo.
In spirito, si può sentire una certa parentela tra i due, anche se potrebbero essersi visti solo una volta. Comenius aveva sei anni meno di Andreae e lo ammirava, ma non lo seguì!
Cominciamo dalle loro vicissitudini.
Entrambi furono cacciati da casa. Nel 1620, dopo la battaglia della Montagna Bianca, i Protestanti persero tutti i loro diritti. Furono oppressi, costretti a diventare Cattolici o ad emigrare. A partire dal 1620, Comenius fu costretto a spostarsi da un luogo all’altro; sua moglie e due figli morirono di peste. All’indomani della Guerra dei Trent’anni, Andreae salvò ciò che restava della popolazione della città di Calw, in gran parte devastata, rifugiandosi nei pendii boscosi che circondavano la città.
Nel tumulto della Guerra dei Trent’anni, i beni di entrambi – e le loro grandi biblioteche – furono distrutti due volte in grandi incendi. Ma anche se tutto ciò che era loro caro fu distrutto, il fuoco spirituale per il loro ideale interiore non si spense mai.
Secondo lo studio di Richard van Dülmen sui due uomini, però, anche le somiglianze sono molte. Prendiamo, ad esempio, la loro reciproca avversione per i metodi di insegnamento del tempo e le loro idee per migliorarli. Grande fu l’influenza del vulcanico innovatore educativo Wolfgang Ratichius su entrambi. Ratichius, alias Wolfgang Ratke (1571-1653), nacque a Rostock.
Ratichius era un genio dell’educazione. Durante il suo soggiorno in Olanda (1603-1611) escogitò un nuovo metodo per insegnare le lingue più velocemente. Si basava sulla filosofia di Francis Bacon. Il punto di partenza era che si può passare dalle cose ai nomi, dal particolare al generale, e poi dalla lingua madre alle lingue straniere. Ratichius credeva che esistesse una sequenza naturale lungo la quale la mente si muove nell’acquisizione della conoscenza, cioè dal particolare al generale. Sostenne l’uso del volgare come mezzo appropriato per avvicinarsi a tutte le materie e chiese l’istituzione di scuole vernacolari basate sulla scuola latina esistente. Già nel 1612 sostenne un sistema scolastico con insegnamento nella lingua madre, una punta di diamante per Andreae, senza dubbio, e soprattutto per Comenius.
Le sue idee erano progressiste per l’epoca, ma mancava di capacità esecutive.
Con riferimento all’istruzione, sia Andreae che Comenius ritenevano che il compito più importante dell’insegnante fosse preparare gli studenti, non per una posizione nella società, ma per la vita eterna. Entrambi volevano dedicare le loro conoscenze e la loro influenza all’educazione dei giovani a diventare “cittadini del cielo”.
Comenius elenca tre passaggi per raggiungere questo obiettivo:
istruzione di saggezza,
coltivare la virtù attraverso l’onestà morale, cioè le motivazioni,
coltivare la religione o la vera pietà.
Andreae, invece, educa prima gli educatori. Li esorta affinché:
"Un vero educatore dovrebbe essere equilibrato ed eccellere in quattro virtù: dignità, sincerità, diligenza e magnanimità"[...]
"Chiunque può incoraggiare le persone a lavorare, a seguire le regole, i regolamenti, i dettati ecc. Ma indicare l’essenziale, sostenere gli sforzi, suscitare diligenza e insegnare l’uso corretto degli ausili, e alla fine riferire tutto a Cristo, ciò manca. Questa è l’opera cristiana che nessun tesoro della terra può pagare".
Né Andreae né Comenius erano guidati dai dogmi. Entrambi erano spiriti eruditi che si dedicavano ai più giovani dall’intima nobiltà della loro mente. Non vedevano Cristo come un Dio a forma di uomo, piuttosto come un compendio, un punto focale concentrato nel vero cristiano in cui sono concentrate tutte le qualità di cui sopra.
Andreae prosegue dicendo che se le condizioni di cui sopra sono soddisfatte, con i bambini puoi:
"sviluppare un concetto di Dio puro e pio, al quale possono sempre rivolgersi;
insegna loro a coltivare l’atteggiamento migliore e più casto verso la vita,
insegna loro ad esercitare la mente il più possibile".
Comenius e Andreae si occuparono entrambi della formazione della pietà, ma prima vollero coltivare un interesse naturale per ciò che Cristo ha fatto per l’umanità e insegnarlo. Andreae voleva soprattutto educare l’alta borghesia. Inoltre considerava le ragazze altrettanto adatte all’educazione dei ragazzi, cosa molto speciale all’epoca e stimolata anche dall’ardente Ratichius.
Comenius voleva anche questo, ma i suoi sforzi erano concentrati sull’istruzione per tutte le persone.
Senza voler privare Ratichius del suo posto d’onore, perché, dopo tutto, aveva propagato la stess idea trentacinque anni prima, possiamo ben vedere Comenius come la base di tutta l’educazione successiva. È stato il primo pensatore moderno che ha preso come punto di partenza lo spirito leggero, ricettivo e anche giocoso dei giovani. Ha cercato di gettare le basi con cui coloro che vennero dopo di lui poterono creare e organizzare un mondo migliore. Fece notare che fino a quel momento l’educazione era stata incentrata su ciò che gli altri dicevano delle cose, e non sul percepire e studiare le cose stesse.
Andreae aveva un obiettivo diverso. Il suo scopo, i suoi sforzi e tutte le sue successive sofferenze erano per una Chiesa migliore, più umana e soprattutto moralmente eccellente.
Dopo le battaglie della Guerra dei Trent’anni, solo un terzo dei pastori era ancora in vita e i teologi non erano più formati. Andreae restaurò la formazione teologica allo Stift di Tübingen e ricostruì anche il sistema scolastico. E proprio come Tübingen fu il primo posto in Europa a fondare un’università laica alla fine del XV secolo, Andreae emanò un’ordinanza nel 1645 per l’istruzione generale obbligatoria in tutto il Württemberg, primo paese in Europa a farlo. Ordinò anche l’istituzione di consigli parrocchiali per coinvolgere i fedeli nella pratica della Chiesa.
Andreae credeva che fosse essenziale partire dall’alto – con l’idea di una confraternita composta da un’élite di personaggi di spicco – per poi scendere.
Comenius parte dal basso, con una Didacta Omnia, e va verso l’alto, verso un ideale di pace; non solo con l’insegnamento di tutto, ma anche per tutti. Si adopera verso l’alto, verso un ideale di pace, uno Stato pacifico per l’Europa. Nel 1667, tre anni prima della sua morte, lanciò un’iniziativa di pace con il suo scritto “L’Angelo della Pace”, ma vide il suo ideale crollare quando il re francese Luigi XIV varcò i confini dei Paesi Bassi. E non fu la sua proposta morale e filosofica, ma la paura e la coercizione delle armi a costringere alla pace.
Andreae iniziò la sua carriera di scrittore con un romanzo, visto come un’esperienza immaginaria e trascendentale di un uomo molto devoto, Cristiano Rosacroce. Scrisse Le Nozze Alchemiche negli anni 1604 e 1605. È un romanzo su un matrimonio spirituale, un processo alchemico, un’immagine ideale sulla percezione da parte di un mortale di uno sviluppo divino/alchemico, in cui alla fine si scopre essere parte della trasformazione, per così dire, in un campo di coscienza esistenzialmente diverso.
Le Nozze Alchemiche non erano la sua prima pubblicazione. Il primo testo pubblicato da Andreae (nel 1614, e non lo fece lui stesso) è stato la Fama, un appello a tutti gli studiosi e ai capi di Stato. In questo appello, la fratellanza è un ideale, una matrice in cui la società potrebbe trasformarsi al meglio. Si aggiunse un anno dopo la Confessio, e sempre un anno dopo Le Nozze Alchemiche apparve in stampa a Strasburgo.
Nel 1619 è la volta di un altro capolavoro, Cristianopolis. Quando quel libro fu pubblicato, il clamore sui Rosacroce era cessato, ma la sua Descrizione della Repubblica di Cristianopolis, “La città-stato dei cristiani” fece altrettanto clamore. Qui il protagonista è un giovane che si è allontanato dalla società e dai conflitti della comunità accademica. Del tutto in linea con l’ideale dei primi tre scritti, che scaturiscono da una confraternita esaltata, naviga attraverso il mare accademico, ma naufraga. E quando si lava in un’oasi di pace, Caphar Salama, un’altra confraternita utopica lo aspetta, nella forma di una polis ideale, di una città-stato; completamente allontanato dal mondo, vivendo secondo un disumanamente puro standard!
Andreae parte dall’alto – con l’idea di una fratellanza spiritualmente elevata e dell’uomo perfetto – e poi vede nella sua vita la realizzazione di quell’ideale sgretolarsi.
Le quattro opere di Johann Valentin Andreae costituiscono un punto di partenza spirituale sbalorditivo e unico. Le quattro pubblicazioni hanno quattro punti di partenza. Sono una valutazione critica della società in cui si trovava, nell’ambiente intellettualmente vivace dell’Università di Tübingen, dove visse Keplero e Michael Mästlin insegnò in modo provocatorio. Tobias Hess e Christoph Besold formavano la sua cerchia di amici e il suo ambiente colto.
Il giovane Andreae prese i suoi punti di partenza: un ideale sintetico, platonico, ed insieme aristotelico per il metodo empirico.
Andreae presenta l’uomo come un microcosmo, un riflesso dell’universo, a immagine di un universo, e così è, o dovrebbe essere, l’essere umano. Quell’immagine è trascendentale, divina da percepire, ma deve essere propagata nella pratica. Così dovrebbe essere l’essere umano: una persona, un’anima con una propria coscienza, uno spirito che soffia attraverso tutto, come principio fondamentale.
In quegli anni compaiono accanto a Cristianopolis, Menippus, Teophilus e Turbo, e sono scritti tutti con lo stesso fervore e slancio giovanile.
Turbo, la mente inquieta, spinta dalla curiosità, attraversa tutte le discipline scientifiche e le sfere culturali dell’Europa tardo-umanista, cercando invano un luogo dove si possa trovare la verità e forse il “castello della saggezza”. Infine, Turbo lo trova nel suo stesso cuore in Cristo, proprio come diceva Lutero…
"Il cuore del cristiano si eleva alle rose, quando è nel mezzo della croce".
È esattamente lo stesso ideale raccontato in Cristianopolis, e nello spirito solo leggermente diverso dai manifesti rosacrociani.
Nell’ulteriore incedere della sua vita, vediamo come Andreae si sia sempre più conformato all’ideale luterano. Ancora e ancora ha dovuto rispondere delle sue opinioni libere e devianti. Probabilmente sviluppò un cancro all’esofago a causa della meschinità e della pressione coercitiva della coscienza che i suoi colleghi esercitarono su di lui per tutta la vita, ma non volle lasciare il corpo della chiesa.
Nel 1646, con il nome spirituale ”De Milde”, fu ammesso nell’illustre club “Die Fruchtbringende Gesellschaft” e, fino alla fine della sua vita, continuò a lottare per un’élite, una Societas Christianae, di eminenti scienziati e teologi e una società moralmente dignitosa. Si vide raccolto sotto le ali del partito di Cristo, che gli diede forza.
Comenius parte da valori molto diversi. Anche in lui brucia un’immagine ideale, per la quale farà di tutto. È un costruttore; vuole plasmare il mondo in modo tale che possano esistere pace e convivenza armoniosa. Scrisse duecentocinquanta opere, e i sette volumi delle sue Meditazioni per il miglioramento delle condizioni umane non sono stati completati; ciò fu dovuto al fatto che fu costretto a pubblicare prima altre quattro opere.
Per Comenius, la risposta alla domanda su cosa sia un uomo è nella metamorfosi dell’uomo in un tempio di Dio.
Lì, in quella comprensione, Comenius è più vicino ad Andreae di molti suoi seguaci. Lì si incontrano.
Dalla nostra RIVISTA LOGON:
https://logon.media/it/logon_article/comenius-e-i-rosacroce/
Per coloro che hanno piacere di approfondire la lettura dei testi citati nell'articolo, facciamo presente che EDIZIONI ROSACROCE ha pubblicato: su Johan Amosz Comenius:
1) UNUM NECESSARIUM.
Su Johan Valentine Andreae:
1) L'APPELLO DELLA FRATERNITÀ DELLA ROSACROCE (FAMA FRATERNITATIS R.C.)
2) LA TESTIMONIANZA DELLA FRATERNITÀ DELLA ROSACROCE (CONFESSIO FRATERNITATIS)
3) CHRISTIANOPOLIS
4) LE NOZZE ALCHEMICHE DI CRISTIANO ROSACROCE, vol.1 e vol.2
EDIZIONI ROSACROCE : https://www.edizionirosacroce.it/
IMMAGINE: hand-Tibor Janosi Mozes auf Pixabay CCO