Edizioni Rosacroce

Edizioni Rosacroce Pubblicazione e diffusione di testi del pensiero Ermetico, Gnostico e Rosacrociano
(6)

In questo momento, a inizio terzo millennio, la domanda di senso esistenziale incontra lo sgretolarsi dei sistemi di credenze e di comunicazione sociale

UNA BUSSOLA, LA TRASFORMAZIONE E LA NUOVA TERRAViaggiatore, ascolta:Io, l’ago della tua bussola, non vado fuori strada,t...
06/12/2024

UNA BUSSOLA, LA TRASFORMAZIONE E LA NUOVA TERRA

Viaggiatore, ascolta:

Io, l’ago della tua bussola, non vado fuori strada,
ti indicherò sempre la direzione giusta,
ma solo se saprai come usarmi.
Se il sole dietro i soli,
la terra dietro la terra è il tuo obiettivo,
allora io sarò il tuo aiuto,
ovunque tu sia,
c’è un aiuto su cui puoi contare
nei momenti difficili.

"Siamo una parte del tutto che chiamiamo universo, una parte limitata nello spazio e nel tempo. Sperimentiamo noi stessi, i pensieri e i sentimenti come separati da tutto il resto – una sorta di illusione ottica della coscienza.
Questa illusione è una sorta di prigione per noi, poiché ci limita alle nostre preferenze e all’affetto per pochi intimi.
Il nostro obiettivo deve essere quello di liberarci da questa prigione, espandendo l’orizzonte della nostra compassione fino a comprendere tutti gli esseri viventi, tutta la natura in tutta la sua bellezza".
(Einstein, 1879-1955)

La terra dietro la terra non può essere altro che il paradiso, il nirvana o come lo si voglia chiamare, e non si può trovare in nessun altro luogo se non dentro di noi, anzi è il centro, nel fondo del cuore. Se si trova lì, allora è riconosciuto ovunque. Cos’altro dovrebbe essere la Nuova Terra se non quella dietro la terra, illuminata dal sole nascosto.
La rinascita eterna e senza tempo, la rinascita in un qui e ora ardente, addirittura fiammeggiante, non è forse il nostro vero obiettivo, il motivo per cui siamo stati inviati su questo pianeta, per rinnovare tutto attraverso la luce misteriosa, e per far sorgere una Nuova Terra?

Che cosa fare? Come farlo?

Entra nell’interno della terra e purificandoti troverai la pietra filosofale, in realtà la pietra nascosta.

"Vuoi vedere il volto della bontà? Guarda il mondo intero pieno di luce solare! Guarda la luce nella materia del mondo, come è piena di tutte le forme di tutte le cose e come è mobile;
togli la materia e lascia che il resto esista.
Allora avrai l’anima come luce incorporea, onniforme e immutabile.
Questa luce risplende all’infinito, perché brilla per la sua stessa natura e non è limitata dalla commistione con altre cose.
Si estende attraverso tutte le cose perché non è in nessuna di esse, in modo da poter risplendere ugualmente attraverso tutte.
Vive da sé e dà vita a ogni essere, mentre la sua ombra, cioè questa luce solare, dà vita anche alla corporeità"
(Marsilio Ficino)

L'articolo è a disposizione integralmente al link:
https://logon.media/it/logon_article/una-bussola-la-trasformazione-e-la-nuova-terra/

Proponiamo la lettura:
LE NOZZE ALCHEMICHE DI CRISTIANO ROSACROCE
vol.1 e vol.2
http://www.edizionirosacroce.it/

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L'ALTRA SPONDAL’illuminazione, l’altra sponda, non può essere espressa a parole, è descritta in paradossi, come ad esemp...
22/11/2024

L'ALTRA SPONDA

L’illuminazione, l’altra sponda, non può essere espressa a parole, è descritta in paradossi, come ad esempio:
"…Applicate all’essenza spirituale, le parole non hanno alcun significato, perché nell’essenza spirituale non c’è nulla che possa essere afferrato. Ma noi usiamo le parole per liberarci dalle parole fino a raggiungere la pura essenza senza parole".
Questo traguardo è il passaggio all’altra sponda descritto in molti miti dell’umanità. È la meta dell’esistenza umana. Con questo non si intende la fine dell’esistenza fisica dell’uomo, la cosiddetta morte, ma il superamento degli opposti di questo mondo, l’ingresso nel Nirvana, il vuoto in cui ogni cosa sperimenta la sua origine e il suo compimento, a cui il saggio rinuncia per il bene dell’umanità e dell’universo, perché un pio discepolo dovrebbe avere un solo pensiero, cioè:
"…Quando avrò raggiunto questa conoscenza suprema, condurrò tutti gli esseri viventi alla pace eterna del Nirvana. Se questo voto è sincero, allora tutti gli esseri viventi sono già liberati".
Gesù, il Cristo, non lo ha forse indicato con semplici parole:
"Il mio regno non è di questo mondo!"
Non è forse questo l’altro – l’altra sponda – che non può essere descritto a parole, ma può essere còlto e assorbito intuitivamente? Questo esempio mostra chiaramente come l’Insegnamento Universale rivolga lo stesso messaggio attraverso il tempo e le regioni. Il mondo degli opposti, delle esperienze positive e negative, della vita e della morte, fanno parte di questo mondo, sono fenomeni del nostro attaccamento agli organi di senso e del nostro pensiero speculativo. Finché viviamo in questo mondo, cioè nel mondo materiale che ci circonda, così come nel mondo della cultura e del pensiero, nel mondo dell’umanesimo e del tentativo di essere “buoni”, si applicano a noi le parole del Buddha:
"Chi mi cerca nella forma,
Chi mi cerca nel suono,
si è perso per strada,
perché non può riconoscere il Tathagata".
Come si può raggiungere la conoscenza? Come realizzare il processo intuitivo, spontaneo e naturale?
Tutti gli insegnamenti del passato e del presente puntano al silenzio, alla quiete dentro di noi, nei nostri pensieri e sentimenti, nei nostri desideri e nelle nostre brame, in modo da poter ascoltare la voce del silenzio dentro di noi, di cui parla HP Blavatski:
"Prima che l’anima possa vedere, deve raggiungere l’armonia interiore…
Prima che l’anima possa udire, l’immagine (l’essere umano) deve diventare sorda ai rumori come ai sussurri, al selvaggio barrito degli elefanti come all’argentino ronzare della lucciola d’oro…
Prima che l’anima possa comprendere e ricordare, deve essere unita a Colui che parla in Silenzio… Solo allora l’anima ascolterà e ricorderà. E allora all’orecchio interno parlerà:
LA VOCE DEL SILENZIO.
Allora abbiamo attraversato,
siamo passati all’altra sponda.

L'articolo è a disposizione sulla nostra RIVISTA LOGON:
https://logon.media/it/logon_article/laltra-sponda/

Consigliamo la lettura del testo:
IL MISTERO DELLA VITA E DELLA MORTE
http://www.edizionirosacroce.it/

IMMAGINE: morning by Miki on Pixabay CCO

IL FUOCO MUOVE LA TERRA - IL FUOCO MUOVE LE PERSONE"Lasciami disperare, Dio, di me stesso,ma non di te!Lasciami assapora...
08/11/2024

IL FUOCO MUOVE LA TERRA - IL FUOCO MUOVE LE PERSONE

"Lasciami disperare, Dio, di me stesso,
ma non di te!
Lasciami assaporare tutta la miseria dell’errore,
lasciami lambire tutte le fiamme del dolore,
lasciami soffrire ogni vergogna,
aiutami a non preservarmi,
aiutami a non svilupparmi!
Ma quando tutto ciò che sono si sarà spezzato,
allora mostrami
che eri tu.
Hai sopportato le fiamme e il dolore,
perché volentieri perirò,
morirò volentieri,
ma posso morire solo in te.
(Hermann Hesse)

Per diventare un'”anima vivente”, come la descrivono Henk e Mia Leene, abbiamo bisogno di energia cosmica. Nel suo substrato eterico, l’anima che è in noi è un “atomo” originario di un cosmo divino-spirituale in cui acqua e fuoco si combinano armoniosamente e beneficamente. Un campo elettromagnetico spirituale deve avere uno stato vibrazionale così elevato da toccare questo atomo dell’anima, in modo che noi come personalità possiamo sperimentare il forte impulso alla trasformazione.
Gli impulsi dell’anima, i lampi elettromagnetici che toccano l’atomo dell’anima, sono indispensabili per lo sviluppo dell’anima. (…) In realtà, si può dire che una stanza in cui si svolge il lavoro spirituale è un luogo in cui devono essere costantemente presenti “tuoni e fulmini”. Scariche spirituali che accendono e trasmettono un potente impulso di fuoco.
Attraverso questi impulsi di fuoco provenienti dal campo di forza di un gruppo spiritualmente impegnato, siamo in grado di comprendere la luce che scopriamo nel nostro intimo come “scintilla dell’anima del mondo”. La Terra ha bisogno di questa luce e noi possiamo liberarla dentro di noi, sulla e nella Terra. Ciò che accade dentro di noi si irradia nell’intero organismo. Possiamo dare alla Terra qualcosa della nostra essenza interiore, il fuoco del nostro cuore. I mistici di tutti i tempi hanno testimoniato come il cuore ardente di un essere umano risvegliato possa essere diretto verso la struttura energetica della Terra. Dal cuore umano, un’energia di guarigione ardente può fluire nei mondi interiori contaminati dal materialismo. È un’energia d’amore in cui tutti gli opposti sono collegati nell’unità.
Quando tutti i cuori umani sperimenteranno lo spirito del Cristo in senso autentico, il potere che ne scaturirà sarà così forte da placare il fuoco e l’acqua. (Rudolf Steiner)
Questo potere infuocato dell’amore ci trasforma. E trasforma anche il mondo.

L'articolo è a disposizione integralmente sulla nostra RIVISTA LOGON:
https://logon.media/it/logon_article/il-fuoco-muove-la-terra-il-fuoco-muove-le-persone/

Per approfondire, consigliamo la lettura del testo:
LA LUCE DEL MONDO
http://www.edizionirosacroce.it/

SPECCHIO DEL CIELOAnish Kapoor, nato a Bombay, in India, dove ha studiato alla Doon School di Dehra Dun e, successivamen...
25/10/2024

SPECCHIO DEL CIELO

Anish Kapoor, nato a Bombay, in India, dove ha studiato alla Doon School di Dehra Dun e, successivamente, emigrato in Inghilterra dove ha studiato all’Hornsey College of Art e alla Chelsea School of Art and Design, è oggi uno degli artisti più ricercati a livello internazionale. Ha ottenuto fama mondiale durante la Biennale di Venezia nel 1990 e nel 1991 è stato insignito del Turner Prize, intitolato in onore al pittore William Turner, è un riconoscimento di prestigio riservato a talenti inglesi di arte contemporanea.
Le opere di Kapoor si trovano nei musei di tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art di New York, la Tate Modern di Londra, nella collezione della Fondazione Prada di Milano, la Art Gallery of New South Wales di Sydney, il Guggenheim Museum di Bilbao, il Moderna Museet di Stoccolma, il 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa in Giappone, il Israel Museum a Gerusalemme e il Museum de Pont a Tilburg, Olanda.
Nel museo de Pont, un ex filatoio di lana, si trovano diverse opere d'arte del famoso artista. Il suo lavoro sembra voler dire: non credere sempre ai tuoi occhi. Ciò che il tuo cervello pensa è solo una parte della realtà. L'artista ti accompagna in un'avventura che influenza l'osservazione. Ma guardare non è marginale. Ha un effetto su di te, mette in moto i tuoi pensieri. Il suo lavoro può evocare in te esperienze che trascendono quelle puramente sensoriali.
In due spazi adiacenti del museo si vede, come dice lo stesso Kapoor, il vuoto in due forme diverse. Nel primo spazio è presente una forma rotonda e piatta sul pavimento. È un cerchio di circa 60 cm di diametro. Tuttavia, è davvero una superficie piana? Da vicino ti rendi conto che quella che sembra essere sul pavimento è in realtà una cavità oscura, che prende il suo colore dallo spazio sferico sotto il pavimento, così scuro che non se ne percepisce la profondità.
I tuoi occhi scendono nell’abisso delle tenebre. ‘Descent into Limbo’, discesa nel Limbo, come dice il titolo dell'opera. Un buco nero come simbolo di un futuro sconosciuto? O come un vuoto silenzioso che contiene ancora tante opportunità? Quando ci si avvicina all’opera d’arte si è avvertiti di non avvicinarsi troppo e di non calpestarla. Potresti caderci dentro. Questa incertezza penetra anche lo spazio adiacente. Pensi di essere davanti a una porta nera chiusa a chiave, ma quando i tuoi occhi si abituano all’oscurità, scopri uno spazio buio e vuoto “dietro la porta”. Kapoor ha trattato quello spazio con un pigmento blu scuro. Mentre continui a guardare e ti abitui alla luce fioca, una sfera blu fluttuante si profila lentamente e, sebbene visibile, sembra tuttavia immateriale. L’oscurità sembra non essere solo oscurità. Il vuoto mostra una pienezza inaspettata.
In questo stesso museo possiamo ammirare un'altra opera: "Vertigo" enorme specchio concavo-convesso autoportante, in cui vedi te stesso e l’ambiente circostante capovolti e distorti. Come spettatore sei inghiottito da uno spazio che ha perso la sua stabilità.
La tua immagine nello specchio è riflessa a grandezza naturale, le pareti si piegano e si inclinano. Non è solo l’occhio, ma tutto il tuo corpo ad essere coinvolto nell’opera d’arte.
L’opera ‘Sky Mirror’ alta 6,5 metri, si trova sul piazzale del museo di Tilburg, è Inclinata all’indietro e si curva dal basso verso l’alto in modo che la parte superiore sia ruotata di 30 gradi rispetto alla base. La parte anteriore è specchiante, la parte posteriore è ruvida. Il vento influenza la scultura, si muove leggermente. In questo specchio del cielo vediamo passare nuvole fluttuanti.
Gli “Sky Mirrors” di Kapoor si trovano in diversi luoghi del mondo. Sono enormi superfici curve riflettenti in acciaio inossidabile, tutte di forma diversa.
‘Turning the World Upside Down’, a Gerusalemme, è alto 5 metri e ha la forma di una clessidra.
‘The Cloud Gate’, l’attrazione nel Millennium Park di Chicago, è alto 13 metri e ha la forma di un fagiolo. Ecco perché è anche chiamato “The Bean”. La superficie specchiante, come uno spettacolo di mercurio liquido, mostra lo skyline di Chicago in un’immagine distorta e contorta e sopra di essa le nuvole in continuo cambiamento. Ma quando si cammina sotto l’arco di “The Bean”, si riconosce il proprio riflesso ovunque. Essere coinvolti nell’opera d’arte è un’esperienza molto intensa. Partecipi a ciò che sta mostrando il cielo specchiante.
Lo “Sky Mirror” di Tilburg è tradizionalmente olandese per la sua forma rettangolare, che ricorda la vela di un mulino a vento e per i suoi mutevoli cieli nuvolosi.
Con i suoi specchi nel cielo, Kapoor porta il paradiso in terra e la terra in paradiso. Queste superfici lucide in acciaio inossidabile riflettono il mio mondo e, grazie alla riflessione, imparo a conoscere me stesso. L’altro è uno specchio per me, mi specchio negli altri e il mondo mostra le scelte che sono state fatte.
Vedo le sofferenze e i danni che l’uomo infligge a se stesso, agli animali e alla natura, e il risveglio di nuove possibilità che testimoniano una coscienza focalizzata sul vivere in armonia con tutto ciò che è. Come persona che cerca, mi rispecchio nelle parole di saggezza: “’Nato da Dio”. Porto in me un universo divino che può dispiegarsi.
La consapevolezza e il riconoscimento di essere un intero piccolo universo in sé, un microcosmo, come afferma la saggezza universale, mi fa guardare me stesso e gli altri in modo diverso. La vita in basso potrebbe essere una somiglianza, un riflesso di ciò che è in alto.
In quanti specchi mi rifletto giornalmente?
Appaiono sempre al momento giusto.
Mi tornano alla mente le parole dello scrittore libanese Mickail Naimy da "Il libro di Mirdad":
"Pensate come se ogni vostro pensiero fosse impresso in lettere di fuoco nel cielo perché tutti e tutto possano vederlo. Poiché così in verità accade.
Parlate come se il mondo intero non fosse altro che un singolo orecchio intento ad ascoltare ciò che dite. Poiché così in verità è.
Agite come se ogni vostra azione dovesse ricadere sulle vostre teste. Poiché così in realtà succede"
Tutto ciò che noi esseri umani pensiamo, sentiamo e facciamo, è catturato in un ampio campo di forze riflessivo. Formiamo nuvole di pensieri e sentimenti, di vario genere, di amore e amicizia, di rabbia e avidità, di paura, vendetta, gelosia, bellezza, compassione.
Pensieri dello stesso tipo si uniscono e diventano così più potenti. Queste immagini pensiero vogliono continuare ad esistere. Riflettono non solo ciò che viene da me, ma contengono anche e restituiscono tutto ciò che è stato raccolto come potere.
In questo modo, senza che lo vogliamo e lo capiamo, un pensiero può dominarci e
questo fa sì che le persone facciano le cose più orribili. Tuttavia, come scrive Kahlil Gibran nel suo libro,"Il Profeta":
"Proprio come una singola foglia non ingiallisce senza la silenziosa conoscenza dell’intero albero, così anche il malfattore non può fare del male senza la volontà nascosta di tutti voi. Come in una processione, marciate insieme verso l’io divino".
Partecipo alla malvagità del mondo. Ogni pensiero in me può molestare qualcun altro. Come un boomerang, lo specchio del cielo riflette le conseguenze dei nostri pensieri. Ma non per ostacolarci. Abbiamo bisogno di specchi! Non ci portano la comprensione necessaria delle forze che noi stessi scateniamo? Per poter eventualmente agire diversamente?
Questo campo complicato di forze attive invisibili è anche chiamato “sfera riflettrice”. La metà invisibile di questo mondo. Solitamente questa sfera riflettrice è associata all’area in cui si recano i defunti, come dominio temporaneo in cui avviene il processo di morte e reincarnazione.
Quando vedo gli specchi di Kapoor, penso che la sfera riflettrice è molto più ampia di quanto spesso mi renda conto: è il riflesso di epoche passate e di tutto ciò che ora pensiamo, viviamo e siamo.
Quindi può essere coercitivo fare cose di cui poi mi pentirò. Mi dicono: stai fermo, guarda cosa succede, stai vicino a chi sei veramente nel tuo essere interiore.

L'articolo è a disposizione sulla nostra RIVISTA LOGON al link:
https://logon.media/it/logon_article/specchio-del-cielo/

Per quanti vogliono approfondire l'argomento, consigliamo la lettura del testo:
LE NOZZE ALCHEMICHE DI CRISTIANO ROSACROCE vol.1
http://www.edizionirosacroce.it/

COMENIUS E I ROSACROCEL'articolo che vi proponiamo oggi è stato scritto da Peter Huijs, storico dell'arte e scrittore ol...
11/10/2024

COMENIUS E I ROSACROCE

L'articolo che vi proponiamo oggi è stato scritto da Peter Huijs, storico dell'arte e scrittore olandese le cui tematiche storiche e spirituali sono state ispirazione di numerosi saggi tra cui vogliamo citare: "CHIAMATI DAL CUORE DEL MONDO" editato da Rozenkruis Pers, Haarlem, Olanda e presente nelle nostre edizioni per quanti vorranno approfondire la conoscenza di quest'autore e dell'associazione Rosacrociana dalla sua fondazione fino ai nostri giorni.

In questo articolo P. Huijs tenta di fare luce sia sulle nette distinzioni tra Johan Amos Comenius e Johan Valentin Andreae sia sulle sorprendenti somiglianze che esistono: erano due spiriti affini.
Comenius e Andreae erano due grandi nello spirito, due Giovanni, due amati discepoli fedeli a Cristo.
La saga rosacrociana del diciassettesimo secolo iniziò con Johann Valentin Andreae, allora presunto autore degli scritti rosacrociani classici. Andreae studiò presso la prima università laica d’Europa a Tübingen (Baden Württemberg). Lì fece amicizia con una cerchia di studiosi interessati alla Teosofia, gli avvocati Tobias Hess, Christoph Besold e Lazarus Zetzner, che in seguito divenne il suo editore a Strasburgo. Da questo circolo nacque il movimento di riforma mistico-spirituale dei Rosacroce. Il giovane Andreae contribuì a questo movimento con uno degli scritti fondamentali, il romanzo di iniziazione pubblicato in forma anonima nel 1459: "Le Nozze Alchemiche di Cristiano Rosacroce".
Andreae (1586-1654) e Comenius (1592-1670) erano, come detto, anime affini, in abstracto e certamente anche in Cristo.
In spirito, si può sentire una certa parentela tra i due, anche se potrebbero essersi visti solo una volta. Comenius aveva sei anni meno di Andreae e lo ammirava, ma non lo seguì!
Cominciamo dalle loro vicissitudini.
Entrambi furono cacciati da casa. Nel 1620, dopo la battaglia della Montagna Bianca, i Protestanti persero tutti i loro diritti. Furono oppressi, costretti a diventare Cattolici o ad emigrare. A partire dal 1620, Comenius fu costretto a spostarsi da un luogo all’altro; sua moglie e due figli morirono di peste. All’indomani della Guerra dei Trent’anni, Andreae salvò ciò che restava della popolazione della città di Calw, in gran parte devastata, rifugiandosi nei pendii boscosi che circondavano la città.
Nel tumulto della Guerra dei Trent’anni, i beni di entrambi – e le loro grandi biblioteche – furono distrutti due volte in grandi incendi. Ma anche se tutto ciò che era loro caro fu distrutto, il fuoco spirituale per il loro ideale interiore non si spense mai.
Secondo lo studio di Richard van Dülmen sui due uomini, però, anche le somiglianze sono molte. Prendiamo, ad esempio, la loro reciproca avversione per i metodi di insegnamento del tempo e le loro idee per migliorarli. Grande fu l’influenza del vulcanico innovatore educativo Wolfgang Ratichius su entrambi. Ratichius, alias Wolfgang Ratke (1571-1653), nacque a Rostock.
Ratichius era un genio dell’educazione. Durante il suo soggiorno in Olanda (1603-1611) escogitò un nuovo metodo per insegnare le lingue più velocemente. Si basava sulla filosofia di Francis Bacon. Il punto di partenza era che si può passare dalle cose ai nomi, dal particolare al generale, e poi dalla lingua madre alle lingue straniere. Ratichius credeva che esistesse una sequenza naturale lungo la quale la mente si muove nell’acquisizione della conoscenza, cioè dal particolare al generale. Sostenne l’uso del volgare come mezzo appropriato per avvicinarsi a tutte le materie e chiese l’istituzione di scuole vernacolari basate sulla scuola latina esistente. Già nel 1612 sostenne un sistema scolastico con insegnamento nella lingua madre, una punta di diamante per Andreae, senza dubbio, e soprattutto per Comenius.
Le sue idee erano progressiste per l’epoca, ma mancava di capacità esecutive.
Con riferimento all’istruzione, sia Andreae che Comenius ritenevano che il compito più importante dell’insegnante fosse preparare gli studenti, non per una posizione nella società, ma per la vita eterna. Entrambi volevano dedicare le loro conoscenze e la loro influenza all’educazione dei giovani a diventare “cittadini del cielo”.
Comenius elenca tre passaggi per raggiungere questo obiettivo:
istruzione di saggezza,
coltivare la virtù attraverso l’onestà morale, cioè le motivazioni,
coltivare la religione o la vera pietà.
Andreae, invece, educa prima gli educatori. Li esorta affinché:
"Un vero educatore dovrebbe essere equilibrato ed eccellere in quattro virtù: dignità, sincerità, diligenza e magnanimità"[...]
"Chiunque può incoraggiare le persone a lavorare, a seguire le regole, i regolamenti, i dettati ecc. Ma indicare l’essenziale, sostenere gli sforzi, suscitare diligenza e insegnare l’uso corretto degli ausili, e alla fine riferire tutto a Cristo, ciò manca. Questa è l’opera cristiana che nessun tesoro della terra può pagare".
Né Andreae né Comenius erano guidati dai dogmi. Entrambi erano spiriti eruditi che si dedicavano ai più giovani dall’intima nobiltà della loro mente. Non vedevano Cristo come un Dio a forma di uomo, piuttosto come un compendio, un punto focale concentrato nel vero cristiano in cui sono concentrate tutte le qualità di cui sopra.
Andreae prosegue dicendo che se le condizioni di cui sopra sono soddisfatte, con i bambini puoi:
"sviluppare un concetto di Dio puro e pio, al quale possono sempre rivolgersi;
insegna loro a coltivare l’atteggiamento migliore e più casto verso la vita,
insegna loro ad esercitare la mente il più possibile".
Comenius e Andreae si occuparono entrambi della formazione della pietà, ma prima vollero coltivare un interesse naturale per ciò che Cristo ha fatto per l’umanità e insegnarlo. Andreae voleva soprattutto educare l’alta borghesia. Inoltre considerava le ragazze altrettanto adatte all’educazione dei ragazzi, cosa molto speciale all’epoca e stimolata anche dall’ardente Ratichius.
Comenius voleva anche questo, ma i suoi sforzi erano concentrati sull’istruzione per tutte le persone.
Senza voler privare Ratichius del suo posto d’onore, perché, dopo tutto, aveva propagato la stess idea trentacinque anni prima, possiamo ben vedere Comenius come la base di tutta l’educazione successiva. È stato il primo pensatore moderno che ha preso come punto di partenza lo spirito leggero, ricettivo e anche giocoso dei giovani. Ha cercato di gettare le basi con cui coloro che vennero dopo di lui poterono creare e organizzare un mondo migliore. Fece notare che fino a quel momento l’educazione era stata incentrata su ciò che gli altri dicevano delle cose, e non sul percepire e studiare le cose stesse.
Andreae aveva un obiettivo diverso. Il suo scopo, i suoi sforzi e tutte le sue successive sofferenze erano per una Chiesa migliore, più umana e soprattutto moralmente eccellente.
Dopo le battaglie della Guerra dei Trent’anni, solo un terzo dei pastori era ancora in vita e i teologi non erano più formati. Andreae restaurò la formazione teologica allo Stift di Tübingen e ricostruì anche il sistema scolastico. E proprio come Tübingen fu il primo posto in Europa a fondare un’università laica alla fine del XV secolo, Andreae emanò un’ordinanza nel 1645 per l’istruzione generale obbligatoria in tutto il Württemberg, primo paese in Europa a farlo. Ordinò anche l’istituzione di consigli parrocchiali per coinvolgere i fedeli nella pratica della Chiesa.
Andreae credeva che fosse essenziale partire dall’alto – con l’idea di una confraternita composta da un’élite di personaggi di spicco – per poi scendere.
Comenius parte dal basso, con una Didacta Omnia, e va verso l’alto, verso un ideale di pace; non solo con l’insegnamento di tutto, ma anche per tutti. Si adopera verso l’alto, verso un ideale di pace, uno Stato pacifico per l’Europa. Nel 1667, tre anni prima della sua morte, lanciò un’iniziativa di pace con il suo scritto “L’Angelo della Pace”, ma vide il suo ideale crollare quando il re francese Luigi XIV varcò i confini dei Paesi Bassi. E non fu la sua proposta morale e filosofica, ma la paura e la coercizione delle armi a costringere alla pace.
Andreae iniziò la sua carriera di scrittore con un romanzo, visto come un’esperienza immaginaria e trascendentale di un uomo molto devoto, Cristiano Rosacroce. Scrisse Le Nozze Alchemiche negli anni 1604 e 1605. È un romanzo su un matrimonio spirituale, un processo alchemico, un’immagine ideale sulla percezione da parte di un mortale di uno sviluppo divino/alchemico, in cui alla fine si scopre essere parte della trasformazione, per così dire, in un campo di coscienza esistenzialmente diverso.
Le Nozze Alchemiche non erano la sua prima pubblicazione. Il primo testo pubblicato da Andreae (nel 1614, e non lo fece lui stesso) è stato la Fama, un appello a tutti gli studiosi e ai capi di Stato. In questo appello, la fratellanza è un ideale, una matrice in cui la società potrebbe trasformarsi al meglio. Si aggiunse un anno dopo la Confessio, e sempre un anno dopo Le Nozze Alchemiche apparve in stampa a Strasburgo.
Nel 1619 è la volta di un altro capolavoro, Cristianopolis. Quando quel libro fu pubblicato, il clamore sui Rosacroce era cessato, ma la sua Descrizione della Repubblica di Cristianopolis, “La città-stato dei cristiani” fece altrettanto clamore. Qui il protagonista è un giovane che si è allontanato dalla società e dai conflitti della comunità accademica. Del tutto in linea con l’ideale dei primi tre scritti, che scaturiscono da una confraternita esaltata, naviga attraverso il mare accademico, ma naufraga. E quando si lava in un’oasi di pace, Caphar Salama, un’altra confraternita utopica lo aspetta, nella forma di una polis ideale, di una città-stato; completamente allontanato dal mondo, vivendo secondo un disumanamente puro standard!
Andreae parte dall’alto – con l’idea di una fratellanza spiritualmente elevata e dell’uomo perfetto – e poi vede nella sua vita la realizzazione di quell’ideale sgretolarsi.
Le quattro opere di Johann Valentin Andreae costituiscono un punto di partenza spirituale sbalorditivo e unico. Le quattro pubblicazioni hanno quattro punti di partenza. Sono una valutazione critica della società in cui si trovava, nell’ambiente intellettualmente vivace dell’Università di Tübingen, dove visse Keplero e Michael Mästlin insegnò in modo provocatorio. Tobias Hess e Christoph Besold formavano la sua cerchia di amici e il suo ambiente colto.
Il giovane Andreae prese i suoi punti di partenza: un ideale sintetico, platonico, ed insieme aristotelico per il metodo empirico.
Andreae presenta l’uomo come un microcosmo, un riflesso dell’universo, a immagine di un universo, e così è, o dovrebbe essere, l’essere umano. Quell’immagine è trascendentale, divina da percepire, ma deve essere propagata nella pratica. Così dovrebbe essere l’essere umano: una persona, un’anima con una propria coscienza, uno spirito che soffia attraverso tutto, come principio fondamentale.
In quegli anni compaiono accanto a Cristianopolis, Menippus, Teophilus e Turbo, e sono scritti tutti con lo stesso fervore e slancio giovanile.
Turbo, la mente inquieta, spinta dalla curiosità, attraversa tutte le discipline scientifiche e le sfere culturali dell’Europa tardo-umanista, cercando invano un luogo dove si possa trovare la verità e forse il “castello della saggezza”. Infine, Turbo lo trova nel suo stesso cuore in Cristo, proprio come diceva Lutero…
"Il cuore del cristiano si eleva alle rose, quando è nel mezzo della croce".
È esattamente lo stesso ideale raccontato in Cristianopolis, e nello spirito solo leggermente diverso dai manifesti rosacrociani.
Nell’ulteriore incedere della sua vita, vediamo come Andreae si sia sempre più conformato all’ideale luterano. Ancora e ancora ha dovuto rispondere delle sue opinioni libere e devianti. Probabilmente sviluppò un cancro all’esofago a causa della meschinità e della pressione coercitiva della coscienza che i suoi colleghi esercitarono su di lui per tutta la vita, ma non volle lasciare il corpo della chiesa.
Nel 1646, con il nome spirituale ”De Milde”, fu ammesso nell’illustre club “Die Fruchtbringende Gesellschaft” e, fino alla fine della sua vita, continuò a lottare per un’élite, una Societas Christianae, di eminenti scienziati e teologi e una società moralmente dignitosa. Si vide raccolto sotto le ali del partito di Cristo, che gli diede forza.
Comenius parte da valori molto diversi. Anche in lui brucia un’immagine ideale, per la quale farà di tutto. È un costruttore; vuole plasmare il mondo in modo tale che possano esistere pace e convivenza armoniosa. Scrisse duecentocinquanta opere, e i sette volumi delle sue Meditazioni per il miglioramento delle condizioni umane non sono stati completati; ciò fu dovuto al fatto che fu costretto a pubblicare prima altre quattro opere.
Per Comenius, la risposta alla domanda su cosa sia un uomo è nella metamorfosi dell’uomo in un tempio di Dio.
Lì, in quella comprensione, Comenius è più vicino ad Andreae di molti suoi seguaci. Lì si incontrano.

Dalla nostra RIVISTA LOGON:
https://logon.media/it/logon_article/comenius-e-i-rosacroce/

Per coloro che hanno piacere di approfondire la lettura dei testi citati nell'articolo, facciamo presente che EDIZIONI ROSACROCE ha pubblicato: su Johan Amosz Comenius:
1) UNUM NECESSARIUM.

Su Johan Valentine Andreae:
1) L'APPELLO DELLA FRATERNITÀ DELLA ROSACROCE (FAMA FRATERNITATIS R.C.)
2) LA TESTIMONIANZA DELLA FRATERNITÀ DELLA ROSACROCE (CONFESSIO FRATERNITATIS)
3) CHRISTIANOPOLIS
4) LE NOZZE ALCHEMICHE DI CRISTIANO ROSACROCE, vol.1 e vol.2
EDIZIONI ROSACROCE : https://www.edizionirosacroce.it/

IMMAGINE: hand-Tibor Janosi Mozes auf Pixabay CCO

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Chi siamo?

Dal 1985 ci occupiamo della pubblicazione e diffusione di testi riguardanti l'insegnamento gnostico moderno della Scuola Internazionale della Rosacroce d'Oro. Molti di questi Libri, editi come Casa Editrice Indipendente, sono frutto del lavoro volontario di traduttori ed autori per la maggior parte di madre lingua italiana. Altri titoli integrano la produzione autonoma e fanno parte di una serie di testi inerenti le tematiche che ci stanno a cuore e ci proponiamo di diffondere. Per qualsiasi proposta, progetto o suggerimento non esitate a contattarci.