13/08/2024
Venerdì 30 agosto serata imperdibile al Parchetto di Villa...e per tornare a respirare l'aria di allora, riposto queste due righe sulle vasche sul Corso.
Ci vediamo la' 💃🍹💖
Le Vasche Sul Corso
Negli anni '80 non c'erano ancora centri commerciali e "spaccaprezzi": oltre alla Coop in stazione ed alla "Coop nuova" di via Cassino, c'era solo l' Extramarket, al Nosere, dove già lavorava la mamma di Big: lo shopping, quindi, si faceva tutto nelle vie di Domo, i cui marciapiedi erano popolatissimi, al punto che bastava un manifesto alla fermata dei pullman davanti al comune per far sapere a tutti gli eventi del Troca.
Il Corso era il punto di ritrovo per tutti. Specialmente per i giovani. Sul Corso siamo cresciuti. Uscivo da scuola alle 13, condividevo la strada per casa con Bolo, Pavia, la Martedi e la Bionda- e gli argomenti di discussione erano perlopiù Platini, Rummenigge, il Milan degli olandesi e le malefatte durante le lezioni-, arrivavo a casa, pranzavo, guardavo Deejay Television, davo un'occhiata veloce veloce ai compiti per l'indomani, e poi uscivo. Alle 15.00 cominciava già a vedersi qualcuno. Si chiamavano "vasche" perché si faceva avanti ed indietro. Per ore. Dalla stazione alla Max Moda e ritorno...rare le puntate in via Marconi per poi tornare sul Corso passando per Via Briona e piazza Mercato, che allora era un posteggio con una sala da the- il Bertani- e l'Istriano con un piccolo dehor contro il quale ogni tanto si schiantava qualche neopatentata sul pavé bagnato alla prima pioggia.
I momenti sul Corso erano due: quello del "passeggio" e quello dello "stazionamento": il primo era fino a verso le 17.00: lo facevo principalmente con Ambreuse e Bolo, interessati alle tipe già in tenera età, mentre gli altri della compagnia giocavano a pallone...addocchiavi la ragazza che ti piaceva, che si era telefonata con la sua amica per decidere come vestirsi e come truccarsi per mettersi in mostra- ma parliamo di poncho, scaldamuscoli e paraorecchie, mica di minigonne, tacchi a spillo e top mozzafiato- e la incrociavi 6, 7 o 8 volte...e ad ogni incrocio cercavi un modo per farti notare: avete presente quando Benigni ed il suo socio corrono intorno all'isolato e, stremati, ricompaiono di fronte alla "principessa" che si mette a ridere? ecco...cose del genere...Ambreuse aveva una tecnica: "Tanza, scommetti che quella al "tre" si gira?"
"...uno...due...TREEEEEEEEEE!!!" come Celentano in "Innamorato pazzo" ed il "CIIIIIIP!!!" dell'uccello di 30 kg su in ramo...
verso le 17.00 iniziava per la maggior parte, lo "stazionamento": le immense compagnie di cui parla Max Pezzali si "accasavano", ognuna al suo posto: gli amici di mio fratello, Ialeggio, Lolli, Prelli, Bolamperti, Milo, ecc di fronte a Tuttosport; la compagnia della cugina di Pavia, Tartaglione ecc davanti alla banca di Novara; Possa, Balzani, Curcio, Corrado di fronte alla Jeans West, odierna Benetton Bimbi e poi al Torototela; la Milly, Valerio, Adragna, Fabio DP, ecc sulla pensilina davanti al comune; Marcello Bologna, Davide Bonacci, Corrado Ardizio, Ube e Mauro Valentini al Bar Milano; Valentina Sartore, suo fratello, i Vitti, Daniela ed i loro amici al Bar Negri; i gemelli Pitzalis davanti all'allora "hotel Spinoglio" con il Maggiolone cabrio di Stefano Tani e Beppe Balestra, Pino Rabbini, Orazio, Sandro, che poi si spostarono al Corvi; la Gianfranca Azzoni con la Francesca Marconi, Chicco, Andrea e la Morgana al bar Laura; Mengolli al Nuovo Mercato; Franchini, Mozz, Cannale e Bona all'Astromagic; Tato, Cuba, i Brindisi, Fabio Condemi, Rota, Mellerio ed altri al Bistrot; poi le mega compagnie del Tricheco e dell'Alice, e potrei andare avanti ancora...(mi perdonino chi non ho nominato)... con i miei amici più stretti ci fermavamo davanti a Gentinetta- odierno Sorbino-. Lo chiamavamo l' "Angolo". Eravamo una marea. Lì si trovavano tre o quattro compagnie. In quegli anni molti avevano la moto: dall'odierna edicola al "vini Ganora" passando per l'attuale dehor del bar del Corso era un'esibizione di decine di moto: Arizona, Elephant, Af1, vespe Piaggio, Fifty, Touareg, Aletta Rossa, Ciao, ecc ecc... io non avevo la moto per il veto-paura dei miei, ma di nascosto giravo con il Ciao della Monica Angius- allora in trio con Maria Elena Gandolfi e Roberta Ardizio e la sua 50 special blu- e con il Bravo della mamma di Ambreuse che sottraevamo dalla casa di via Baracca.
La mia compagnia più stretta era di soli maschi, con due eccezioni negli anni: la Claudia Bossone e la Stefania Ferrari, che trascorrevano con noi molto tempo. Alla Claudia, per un periodo fidanzata con Ambreuse, sequestravo sistematicamente la bicicletta bianca con cestello per fare su e giù per ore, alla ricerca di chi mi piaceva: Francesca, Erica, Carla, Barbara, Monica...ma le guardavo e basta. Non ho mai combinato una mazza...per fortuna che mi rifacevo poi in estate a Bognanco...Passavo molto tempo nella sala d'aspetto del dentista, sopra al bar Suisse, e non staccavo un attimo il naso dalla finestra: da lì le vedevo passare tutte.
Ambreuse parcheggiava il Touareg rosso e bianco, scendeva, e non si toglieva il casco rosso e grigio, ma ne apriva solo la mentoniera: riempiva l' "angolo" con il suo entusiasmo e contagiava tutti...finché non passava la Daniela...quando la vedeva, in un secondo, cambiava stato d'animo e si incupiva...era ancora innamorato di lei e quando ci congedavamo, sapevo che faceva il "giro Daniela" passando per Via Marzabotto. Verso le 18.30 il Corso iniziava a spopolarsi, e noi approfittavamo per andare a giocare a biliardo.
Erano gli anni dei paninari, di Best Company, Moncler, El Charro, Naj Oleari, Timberland, oppure la impresentabili calze fluorescenti verdi o fucsia, gli anni dell'idrante davanti al comune ad innaffiare i tifosi della vincitrice del campionato, gli anni delle telefonate dalle cabine, di Gigio Guglielmini e dei festeggiamenti per il Domo in C2, della fiumana di ragazzi che alla domenica alle 18 usciva dal Troca...
Nei mesi più freddi, specialmente in settimana, quasi nessuno si faceva vedere: Bolo ed io non siamo mai mancati: vasca, scaldatina alla Upim; vasca, partitina al giochino al Buffet; vasca, partitina a calcio balilla al Visitors: quando pioveva, ci fermavamo alla destra dell'ingresso dell'Upim: una volta non si accorse che stavano tirando giù la serranda di ferro, e solo grazie al suo cappellino in lana con pon pon della Moncler non si fece troppo male alla testa. C'erano altri due che non mollavano mai: Carone con il suo cagnolino, e Chinaglia, con la stampella ed il suo boxer: un giorno gli dissi" buonasera Chinaglia..." e lui "signor Chinaglia"..."ok, scusi...buonasera signor Chinaglia" e lui :" lasci stare i convenevoli..."
Ci fermavamo nel chiosco davanti al Cinema Corso a prendere quelle che chiamavamo "le porcherie": sacchetti bianchi pieni di liquerizie di svariati colori a strati, similfragole con interno bianco-panna, banane giallo vivo, caramelle gommose alla coca cola.
Per merenda era obbligatoria la pizzetta del Capriccio che ancora oggi mantiene il suo sapore e la temperatura ustionante della mozzarella...Lì incrociavi sempre Beppe Giorla detto "Jo" e Push...con quest'ultimo, alle 18 del sabato sera, nel momento in cui il corso era più affollato, andava in onda il "lancio del Tanza": sei o sette energumeni mi lanciavano in aria. Ma veramente in alto: il primo lancio era normale, poi sempre più difficile: con il battimani, con la giravolta, con gli occhi chiusi, con il battimani, la giravolta e gli occhi chiusi tutto insieme...ero davvero felice di essere l'oggetto del lancio: non ho mai avuto paura di farmi male...avvertivo tantissimo l'affetto che i ragazzi emanavano...ed è stato fantastico il giorno del mio matrimonio, dopo che Ale Marino ci ha rapiti per un saluto commosso ad Ambreuse, ritrovarmi ancora lì, e volare ancora più in alto, con i miei Amici di allora, fino quasi a sfiorarlo...