11/06/2024
sarà uno spazio culturale multifunzionale, un luogo in cui persone e organizzazioni potranno progettare e realizzare iniziative e azioni mirate al benessere: immaginiamo infatti che il Bene potrà diventare non solo una sala di spettacolo, ma un luogo aperto ai cittadini come luogo culturale, ricreativo e di incontro. Una scommessa per il futuro ed un percorso da intraprendere insieme alla comunità”.
PER SAPERNE DI PIU’
La storia della chiesa
L’edificio, costruito nel XVIII secolo, è uno dei monumenti barocchi più significativi di Cuneo. Sia la precedente chiesa che l’annesso convento delle Clarisse sono già menzionati nei carteggi del 1298. L’attuale costruzione, attribuita con qualche incertezza a Francesco Gallo, fu costruita a partire dal 1712 portando, secondo gli scritti, ad una forte alterazione del vecchio quartiere di San Dalmazzo.
Il convento era molto fiorente ed accoglieva le figlie delle maggiori famiglie cuneesi. Per via delle leggi riguardanti l'incameramento dei beni ecclesiastici nel 1855, le clarisse dovettero cedere il convento al Comune, dando vita ad un episodio piuttosto singolare: le suore si opposero a lungo fino a quando vennero obbligate con la forza a lasciare l’edificio nella notte del 3 agosto 1857.
Successivamente, la chiesa venne riaperta sotto la gestione della Congregazione dei Salesiani, arrivati a Cuneo intorno agli anni ‘20 del Novecento. Qui ci rimasero fino al 1982 conducendo il Convitto Civico in via Cacciatori delle Alpi, aperto a tutti i giovani che studiavano a Cuneo ma abitavano lontani. Negli anni Novanta, la chiesa è stata sconsacrata e destinata a concerti in collaborazione con le principali orchestre e accademie cittadine, mostre ed eventi espositivi anche di grande riscontro di pubblico come le tradizionali rassegne di presepi, che erano occasioni di valorizzazione calendarizzate e avevano luogo all’interno dell’immobile fino alla chiusura per motivi di sicurezza.
La struttura
La chiesa è costruita con una pianta a croce greca. Nell'incrocio delle due navate s'innalza un tamburo. Un cornicione fortemente pronunciato, sorretto da doppie lesene corinzie, rafforzate da otto colonne al termine dei bracci, corre su tutta la chiesa e s'ammorbidisce nell'ellisse dell'abside.
Sulle pareti sono presenti decorazioni in stucco e dipinti che incorniciano gli affreschi raffiguranti santi, putti angeli e, nella cupola, Santa Chiara insieme a San Francesco di fronte alla volta celeste. La decorazione risale al 1719 con documentate riprese nel 1828 ed è attribuita a Domenico Beltramelli, mentre gli affreschi nei riquadri figurati a Gian Carlo Aliberti e le decorazioni murali al luganese Pietro Antonio Pozzi.
Gli interventi già realizzati
I lavori appena conclusi sono in continuità con una serie di interventi portati a termine negli anni passati. Nel 1998 fu infatti soggetta a: revisione del tetto, installazione di servizi igienici a norma, sostituzione pavimento e sistemazione delle pareti del grande vano laterale, controllo del portone di ingresso con predisposizione per uscita di sicurezza, realizzazione dell’impianto elettrico e impianto termico generale con sistema controllo temperatura e umidità, installazione di 150 sedute e realizzazione dell’impianto di amplificazione.
Nel 2011 venne sostituito l’interno manto di copertura e si restaurò il portone. Nel 2012 vennero sostituite nuovamente le luci d’emergenza e venne messa in sicurezza la chiesa con un intervento di controllo su tutti gli stucchi e le pareti.
Nel 2015 è stato restaurato il pavimento lapideo della navata centrale e i confessionali lignei sono stati riportati nella loro sede originaria e sottoposti a manutenzione.
Nel 2016 si sono evidenziate cadute di stucchi anche di grande pezzatura e si è quindi provveduto alla chiusura dell’intero complesso.