L'ECOlline

L'ECOlline ... il bimestrale di Collesalvetti & dintorni

19/05/2013
04/04/2013

... domani c'è l'inaugurazione della Mostra di opere contemporanee di Beatrice De Laurentiis (quella che disegna ir Favati di Crespina) - Palazzo Gambacorti a Pisa (Sede Comunale) ore 17 - Sei invitato !!!

28/02/2013

Nuova Edizione

28/02/2013

NUOVO LOGO

07/07/2012

Passaggio di consegne fra Fabio Bacci e Andrea Cardini.

Ieri sera nella sede di Hademy a Mortaiolo, Collesalvetti (LI), si è tenuto l'incontro tra i collaboratori del giornalino L'Ecolline, durante la serata oltre che a informare tutti delle nuove iniziative e dei nouvi progetti per il giornalino, si è comunicato chi sarà il nuovo direttore del giornalino, ossia Andrea Cardini con la collaborazione di Beatrice De Laurentiis. Si è tenuto così tra applausi e speranze il passaggio dello "scettro" da fabio Bacci ad Andrea Cardini immortalati dalle foto!!.....
Hdemy ringrazia per la serata e fa un calorosissimo augurio ai nuovi comandanti!!!!

25/03/2012
21/01/2012

L'ECOlline n. 5 - Dicembre 2011

25/12/2011

LA RICETTA DER FAVATI ... IR PANFORTE
Il Panforte è uno dei tipici dolci della tradizione natalizia toscana la cui ricetta viene dall'antichità ed attribuita originariamente a diverse leggende, ma son tutte bischerate. Nelle nostre campagne veniva fatto un tipo di panforte che ottimizzava la disponibilità degli ingredienti ed in particolare dei fi'i secchi e delle noci mentre, in tempi di maggiore prosperità, veniva arricchito anche con la frutta candita, che andava comprata quando questa non veniva prodotta direttamente dalle massaie, e con le mandorle se non cortivate ner podere.
La ricetta è semplice e come ingredienti ci vogliono: 400 gr di canditi misti (cedro, arancia, ecc.), 200 gr di fi'i secchi (fichi secchi), 200 gr mandorle sgusciate, 300 gr noci (anche 'ueste senza 'r guscio sennò son parecchio dure) , 200 gr miele, 150 gr zucchero, 100 gr zucchero al velo, 75 gr farina bianca, 50 gr cacao, 30 gr di cannella in polvere, 1 bustina di vanillina, ostie.

Prendete le mandorle e le noci e mettetile in una teglia ner forno caldo per farle tostare un briciolìno. In un tegamino mettete lo zucchero semolato, il miele e, mescolando, fate cuocere a fuoco moderato, fino a che fa un po' di schiuma. A questo punto aggiungete un po' di zucchero a velo (50 gr), togliete guasi subito ir tegame dar fo'o e buttate dentro un po' alla vorta, rumi'àndo bene (mescolando) le mandorle, le noci, i fi'i secchi e la frutta 'andita a filetti o a pezzetti, la farina, il cacao, la vanillina e 20 gr di cannella che prima avevate già mescolato tutti insieme in un ciottolo a parte. Lavorate bene, poi foderate una teglia con le ostie e versateci il tutto. Pareggiatelo bene (spessore di un paio di cm) e infornate a forno cardo a 120° per mezz'oretta. Il dorce non dovrà colorire troppo e quando l'avete levato dar forno, lasciatelo ghiacciare, risvortolatelo su un piatto e sporveratelo con lo zucchero al velo e la 'annella avanzata. Mi rammenterete !!!

25/12/2011

AUGURI DAR FAVATI DI CRESPINA

Tanti auguri bella gente
di un Natale bello e sereno
fra gli addobbi e le stelline
pensiamo anche a chi non ha niente.
Coi regali impacchettati
e il bicchiere bello pieno
per chi legge L'ECOlline
un grande abbraccio dar Favati.

24/12/2011

IR FAVATI DI CRESPINA ... E IR CEPPO DI NATALE

Oggi siamo 'onfusi da tutte le feste che ci sono durante tutto l'anno. Ne hanno inventate di 'otte e di crude. Quella degli innamorati, delle mamme, dei nonni, degli zii, dei triscugini ... Tutto per consumà sempre di più e ora che ci ri è anche un po' di miseria, pur di 'omprà quarcosa si và a prende anche que' troiai che arrivan dalla cina. E' l'ora di falla finita !
Ora che siamo vicini ar Natale bisognerebbe rimette apposto le rotelle del cervello e riscoprì quali sono le vere feste. Se per un bimbo è festa tutti i giorni questo bimbo non avrà più feste e sarà sempre triste. Invece per noi che non si 'onosceva feste e regali, quando s'arrivava sotto Natale la gioia ci riempiva i cuori anche se, tutto sommato, c'era po'o da stà contenti. Eh sì perché un c'era ne arbero di natale, ne babbo natale che veniva a portà i regali, ne aifòn, aipàd, aipòd, aifùn, icsbocs, pleistèscion e compagnia briscola. Per i più piccini c'era un regalino, che era sempre quarcosa di fatto in casa, si diceva che l'aveva portato "ir ciu'ìno" o, direttamente, "Gesu bambino". Trottole, bamboline di stoffa riempite colla paglia, strombole*, berrettini, fucilini a gommini, passatìne co' fiori, carrettini colle ròte di legno ... bastava veramente po'o per strappare un sorriso sincero a bimbo.
Sinceri erano anche gli auguri che si davano agli altri, non era quarcosa di dovuto, ma era fatto davvero col cuore, e tutti, anche chi un ci credeva, la vigilia di Natale, sentiva ir bisogno d'andà alla messa per incontrare le persone per scambiare un saluto, un gesto, una stretta di mano. Era bello vedere questo momento di vera festa e, spesso, anche di riconciliazione, dove le relazioni avevano un valore profondo senza opportunismo ed ipocrisia. Come ar solito, poi, fòri della chiesa c'era sempre ir Favati di Crespina che, cor cappotto bono addosso, animava la serata passando dal discorzo serio alla battuta, dal saluto ai notabili der paese a quello fatto a quarche bimbotta per rimedià anche quarche bacio, all'occhiate date alle sposotte vispe, mentre a tutti diceva: "hai visto ??? ... anche 'uest'anno è nato un maschio !!!"
In quella notte i vecchi e i bimbi rimanevano a casa, tutti riuniti intorno al fo'olare, che era l'unica sorgente di luce e di calore, mentre le massaie preparavano il desinare per il giorno dopo. Il piatto forte era ir brodo di 'appone*, arricchito dar collo ripieno di macinato e ova lesse, che andava fatto bollì per tante ore e che ci faceva gustare dei sapori ormai scomparsi.
Ar camino tutti stavano coll'orecchi ritti perché quando si sarebbe sentito ir doppio delle campane della lontanissima chiesa, che indicava che era più o meno mezzanotte, ir ceppo di natale andava buttato sur fo'o. Ir ceppo era un pezzo di legno bello grosso, spesso una radice vera e propria, che veniva inciso con dei disegni, con i cuoricini degli innamorati, con i simboli di auspicio e di speranza per il prossimo anno, adornato dai fiocchini di cencio e di foglio e di disegnini dei bimbi, e che serviva a mantenere calda la notte di natale, dare alla casa un'aggiunta di calore non consueta e un momento di colore e di luce alla festa ... l'arbero di natale colle lucìne a intermittenza non esisteva ancora.
Sempre a mezzanotte con uno stoppìno si prendeva ir fo'o dar ceppo, si accendeva il lumino della 'apannuccia* e si metteva ir personaggio principale nella mangiatoia. Le statuine venivano fatte dai bimbi colla midolla der pane, farina e acqua, e per falle durà fino a befana, quando arrivavano i remmàgi, bisognava mette intorno ar presepe le trappoline per i topi, altrimenti un arrivavano nemmeno a santostefano; la borraccìna*, che sembrava velluto, veniva presa nelle fosse, con i legni si faceva le montagne e la grotta e tutto era fatto a mano compreso i fogli con le stelline per il cielo.
La mattina di Natale, approfittando del calore der ceppo, i bimbi venivano lavati in cucina con l'acqua carda der paiolo, venivano ri'ambiati* e preparati per la festa. Le massaie finivano di fa dammangià e l'òmini si ri'ambiavano dopo aver fatto tutti i lavori quotidiani e avé governato le bestie ... eh si, perché la 'ampagna un conosce Natale !!!
E un si onosceva nemmeno lo sciampagne, ma c'era il vino dorce e ir vino santo der nostro, un c'erano ne i panettoni e ne i pandori industriali, ma i dorci fatti in casa dalle massaie e, quando c'era quarche sòrdo in più per comprà i 'anditi e la frutta secca, facevano i 'avallucci e ir panforte, sennò: ... dimorti fi'i secchi e noci !!!
Ora, anch'io voglio fare a tutti un augurio sincero di serenità e di pace vera, non solo per il giorno di Natale, con la speranza che ognuno di noi possa mettere, in questo mondo, il proprio tassello, per quanto piccolo esso sia, al posto giusto e vi saluto senza fare nessuna battuta perché, mi sembra ammé, di 'uesti tempi, ... ci sia po'o da ride !!! ... Auguri, gente !!!

29/10/2011

L'ECOlline n. 4 - Ottobre 2011

24/07/2011

L'ECOlline - n. 3 Luglio 2011 - per leggere gli articoli aprire la foto

24/07/2011

Ecco la copertina del nuovo numero !!!

03/06/2011

L'ECOlline - n. 2 Maggio 2011 - per leggere gli articoli aprire la foto

03/06/2011

La prima pagina .....

03/06/2011

Ecco il nuovo numero di L'ECOlline !!! - sono in pubblicazione, su Facebook, tutte le pagine del bimestrale !!!

23/04/2011

Tra pochi giorni uscirà il nuovo numero.
Cliccate su Mi Piace della pagina di L'ECOlline, il giornalino di Collesalvetti e delle Colline Pisane.

16/04/2011

IN QUESTI GIORNI MARTINO MANCINI, PRESIDENTE DEL FOTOCLUB DI COLLESALVETTI, CELEBRA IL 30° ANNIVERSARIO DELL'ATTIVITA' DI FOTOGRAFO ED ESPONE LE SUE OPERE PRESSO IL LABORATORIO D'ARTE KERAMIKE' DI BEATRICE DE LAURENTIIS (VIA ROMA - COLLESALVETTI)

15/04/2011

L'ECOlline - n. 1 Febbraio 2011 - per leggere gli articoli aprire la foto

13/04/2011

Laura Louder Bertolini

Articolo di Laura Bertolini - Vita, passioni, scrittura.

13/04/2011

La vignetta di Beatrice De Laurentiis - LA RICETTA DER FAVATI. IR PANE CASALINGO

12/04/2011

Articolo "Ir Favati di Crespina ... e la tribbia"

12/04/2011

La vignetta di Beatrice De Laurentiis - IR FAVATI DI CRESPINA E LA TRIBBIA

12/04/2011

Articolo di Laura Bertolini - Vita, passioni, scrittura.

12/04/2011

La testata del n. 1 del 2011 - XIV anno

12/04/2011

12 aprile 2011 L'ECOlline è su Facebook

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57014

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