Federazione Montanari

Federazione Montanari La Fiamma dell'Alpinista non si spegne a pochi tiri dalla Cima, anche se il tempo peggiora.

Vita invernale in Comelico.Il trasporto del fieno dei prati alti stipato nei BARKI ad Agosto, e della legna da ardere de...
21/12/2024

Vita invernale in Comelico.
Il trasporto del fieno dei prati alti stipato nei BARKI ad Agosto, e della legna da ardere dei KULNES, accatastata in TASOÑ, era favorito dalla neve.

Marcia Sci/Alpinistica con zaino afferdellato.Anni '30
20/12/2024

Marcia Sci/Alpinistica con zaino afferdellato.
Anni '30

Le guide Stalland e Carrel con la famiglia Bonini a Entrelor, settembre 1899.Cominciata la stagione della caccia, i fuci...
19/12/2024

Le guide Stalland e Carrel con la famiglia Bonini a Entrelor, settembre 1899.
Cominciata la stagione della caccia, i fucili hanno sostituito corde, ramponi e piccozze.

Dal Libro "Bambole giocattoli e sogni Alpini"

"Compagnoni è un gesuita, Lacedelli è un semplice, Desio non sa riconoscere di aver sbagliato".[Gianni Brera]da i suoi "...
19/12/2024

"Compagnoni è un gesuita, Lacedelli è un semplice, Desio non sa riconoscere di aver sbagliato".
[Gianni Brera]
da i suoi "Taccuini" su l'intrigo del K2.

Il 19 dicembre 1992, ci lasciava il numero 10 del giornalismo sportivo: Gianni Brera il "Principe della Zolla".

L'alpinismo lassù è tuttavia aspro e severo. I due soli rifugi, il Tiziano e il Carducci, racchiuso il primo nell'alto g...
18/12/2024

L'alpinismo lassù è tuttavia aspro e severo. I due soli rifugi, il Tiziano e il Carducci, racchiuso il primo nell'alto grembo delle Marmarole e l'altro nella chiostra paurosa della Croda dei Toni, non hanno custode, ospite è il vento che spesso accompagna l'uomo che cerca e ama le vaste solitudini.

Noi, alpinisti del vecchio stampo, che partimmo le più volte dal fondovalle per salire alle cime, da un angolino piuttosto indolente dell'anima, amiamo i rifugi... ma da un altro non li vorremmo vedere: uno strano desiderio che mi richiama le parole di Berti nella sua Guida:
« Valga l'augurio che una Sezione del C.A.I. costruisca un rifugio sotto la bronzea muraglia nord del Pupera Valgrande, nell'alpe sperduta di Federa Mauria, ad agevolare l'accesso a queste crode, che conservano ancora appena intaccato il fascino della verginità primitiva. E se tarderà, poco importa... chè le crode tanto più ci SODDISFANO quanto più l'ambiente dal quale esse dal quale esse sorgono è orrido e misterioso ».
[Severino Casara]
da "Arrampicate libere sulle Dolomiti".
(1944)

In fotografia cartolina del Rifugio Carducci
La costruzione in muratura del rifugio risale al 1908, quando la Sezione Cadorina del CAI decise di trasformare il vecchio ricovero dei pastori in un piccolo rifugio di montagna.

Fu dedicato al poeta Giosuè Carducci non per le sue doti alpinistiche ma perché ne sollecitò la costruzione .

In MONTAGNA, ben quindici giorni prima del NATALE tutte le sere noi ragazzi si andava nelle strade del paese a cantare "...
17/12/2024

In MONTAGNA, ben quindici giorni prima del NATALE tutte le sere noi ragazzi si andava nelle strade del paese a cantare "la Stella".
Poi andavamo nel BOSCO a raccogliere il muschio per fare il PRESEPE. Era un modesto presepe perché c’erano poche statuine che erano per i ricchi.
Con il MUSCHIO, con le PIETRE, o piccole ROCCE, e delle FELCI riuscivamo a creare un paesaggio che imitava alla perfezione quello delle lontane terre dov’è nato GESÙ.
Per noi il piccolo spazio del presepe era davvero la TERRA del Signore, e le SUGGESTIONI che ne traevamo ci ripagavano di tutte le rinunce che la situazione delle nostre FAMIGLIE imponeva».

"A quei TEMPI da noi non c’era la MESSA di mezzanotte, ma la messa dell’ALBA. Era celebrata in una PICCOLA chiesa intima e piena di POESIA. La gente arrivava cantando dalle CONTRADE attorno al paese, la neve CROCCHIAVA sotto le scarpe e una volta in chiesa si riprendeva a CANTARE.

OGGI invece nulla è più come una VOLTA. Anche il suono delle CAMPANE sembra diverso: si confonde, scompare quasi in un mondo dove i frastuoni sono troppi, c’è troppo rumore".

Perché nei NATALI dei nostri tempi la poesia sembra latitante?
Cosa bisognerebbe fare per recuperare la sua vera atmosfera spirituale?

«Bisognerebbe SPEGNERE le luci delle vetrine e delle illuminazioni pubbliche e di NOTTE guardare la luna e le stelle in silenzio. Abbiamo necessità di riflettere, di fare un po’ il bilancio di questa nostra CIVILTÀ che ha perso molta della sua UMANITÀ e della capacità di solidarietà fra le persone a causa dell’egoismo e della mancanza di COMUNICAZIONE».

Natale nei ricordi di MARIO RIGONI STERN.

Tratto da una intervista a MARIO RIGONI STERN del Messaggero Veneto del 24 dicembre 2005 .

Foto Gianfranco Bini.

Il tuo occhio sia vigile e pronto. I tuoi muscoli siano temprati e saldi come portanti di una teleferica che funzioni. [...
16/12/2024

Il tuo occhio sia vigile e pronto. I tuoi muscoli siano temprati e saldi come portanti di una teleferica che funzioni.
[Angelo Manaresi]
Decalogo del "vecio can", 1917.

In foto "Volo di Alpino" in teleferica.

L' istante più epico e romanzesco nella storia del traforo del Monte Bianco, i cui cantieri sono iniziati nel gennaio 19...
15/12/2024

L' istante più epico e romanzesco nella storia del traforo del Monte Bianco, i cui cantieri sono iniziati nel gennaio 1959, deve essere stato il momento in cui, dopo tre anni e sette mesi di duro lavoro, gli opera Italiani e francesi si sono incontrati e abbracciati nelle viscere del Monte Bianco, sotto 3500 metri di montagna, abbattendo, con un'ultima "volata" di mine, il residuo diaframma di due metri e mezzo di roccia. Abbracci, sorrisi, strette di mano, scambi di bandierine, in mezzo al brecciame e ai detriti dell'ultima esplosione.

Il disallineamento fra i due tunnel è di appena 5 centimetri. Non si poteva fare di meglio. Qualche giorno dopo, una Citroën due cavalli con a bordo un gruppo di tecnici francesi, armati di picconi e badili, attraversa per la prima volta il traforo, impiegando un'ora e 55 minuti'.

All' epoca quello del Monte Bianco era il più lungo tunnel autostradale al mondo, scavato sotto la più alta montagna d'Europa.
Piccoli barlumi di un Europa Unita.

TROPPI prati abbandonati, sempre più assediati dai boschi che provvedono a nascondere pietosamente la FINE di innumerevo...
15/12/2024

TROPPI prati abbandonati, sempre più assediati dai boschi che provvedono a nascondere pietosamente la FINE di innumerevoli baite e fienili CENTENARI.

IMMAGINIAMO il brontolare forte e risentito dei nostri AVI in un dialetto ancora comprensibile: era un LINGUAGGIO immerso nella TERRA faticosamente coltivata dalla quale si spremeva a FATICA quanto spesso NON bastava a garantire l'indispensabile per una VITA dignitosa, ma che è stata anche GREMBO fecondo del patto SOLIDALE su cui si è costruita la splendida avventura COMUNITARIA.

📜1907: la donna appare nel fregio ornamentale dell'Alpine Club, ma non accettata come membro dello stesso.Sempre nel 190...
14/12/2024

📜1907: la donna appare nel fregio ornamentale dell'Alpine Club, ma non accettata come membro dello stesso.

Sempre nel 1907 Elizabeth Hawkins-Whits, una grande alpinista che si sposò ben tre volte, con Fred Burnaby, John Main e Francis Aubrey Le Blond; con i soldi dei suoi mariti fondò il Ladies' Alpine Club. E questo solo perché l'Alpine Club di Londra l'associazione alpinistica più antica al mondo si rifiutava di ammettere le donne.

Solo il 31 marzo 1975 finalmente si giunse a una fusione, motivata dal fatto che :
« di fronte alla montagna si è tutti uguali ».

Altrove le questioni si protrassero po' di più: ad esempio in Svizzera, oppure in un paio di sezioni del Deutscher Alpenverein, il Club alpino tedesco, da un lato strizzano l'occhio al pensiero illuminato, allo stesso tempo però si mettono in mostra con dichiarazioni antifemminili ed esempi di emarginazione:
Secondo Karl Greitbauer non sarebbe l'aspirazione a conformarsi ai risultati maschili a spingere le donne verso l'alpinismo estremo, bensì il desiderio di vivere la vita degli uomini.

Tenace e ostinata come solo una DONNA sa essere, soffocò ogni sofferenza e sudò le sue sette camicie nella salita.[Paul ...
14/12/2024

Tenace e ostinata come solo una DONNA sa essere, soffocò ogni sofferenza e sudò le sue sette camicie nella salita.
[Paul Preuss].

In fotografia Paul Preuss insieme alla sorella Minna sul Campanile Basso, Guglia di Brenta.

La Valanga:Rotola e romba immane la VALANGA, grida, ulula, rugge, s'accavalla, precipita furiosa; non rimanga STERPO, nè...
14/12/2024

La Valanga:
Rotola e romba immane la VALANGA,
grida, ulula, rugge, s'accavalla,
precipita furiosa; non rimanga STERPO,
nè sasso al suo passaggio ; avvalla e

rovinosa, prepotente infuria
ravvoltolata in una nube bianca.
Tetro fantasma di violenza in furia
giunge alla valle per fermarsi stanca.

Tratto da "LA VALANGA"
di Luigi Soregaroli

In fotografia "Valanga cadente" a Chabon sulla strada della Valle di Rhémes.1890.
Dal libro"Bambole giocattoli e sogni Alpini".

⏳13 dicembre 1943...Questi *sci furono lasciati da Primo Levi ad Amay, in Valle d'Aosta, dove fu arrestato il 13 dicembr...
13/12/2024

⏳13 dicembre 1943...
Questi *sci furono lasciati da Primo Levi ad Amay, in Valle d'Aosta, dove fu arrestato il 13 dicembre 1943 insieme con altri partigiani della piccola banda di Giustizia e Libertà.

Furono poi utilizzati dal partigiano Yves Francisco per fuggire in Svizzera, li aveva trovati. Ritornato dopo la guerra, Francisco li lasciò là dove li aveva trovati.
[Lisa e Renzo Levi].

Gli *sci in legno sono della La Ditta Fratelli Vianzone di Torino era specializzata, fin dal 1911, in produzione di cerchioni di legno per biciclette. In seguito, come riporta la rivista del Cai "Lo Scarpone" nel 1937, «si è pure data alla produzione di qualsiasi tipo di sci, in legni nazionali ed esteri, stagionatissimi, i quali, per la «estrema leggerezza, abbinata alla forte economia» possono «competere con le più rinomate produzioni nordiche».

La foto è stata scattata presso il Museo Nazionale della Montagna mostra su Primo Levi.

“Nessuno li scorge, gli arrampicatori, quando sono sospesi sopra gli abissi, nello smisurato silenzio, impegnati in una ...
12/12/2024

“Nessuno li scorge, gli arrampicatori, quando sono sospesi sopra gli abissi, nello smisurato silenzio, impegnati in una lotta temeraria; quando, sorpresi dalla notte, si accovacciano intirizziti su un esile terrazzino, per aspettare che il sole ritorni e la lotta possa ricominciare.”
[Dino Buzzati]

In fotografia:
Royal Robbins e Yvon Chouinard , bivacco nella Black Cave durante la prima salita della North America Wall, El Capitan, Yosemite, California. 1964.
Foto: ©Chuck Pratt

Sollevando turbini di neve, facendoli volteggiare sulla colonna, il vento rendeva quasi nulla la visuale e isolava i cam...
12/12/2024

Sollevando turbini di neve, facendoli volteggiare sulla colonna, il vento rendeva quasi nulla la visuale e isolava i camminatori nella vastità, lasciandoli soli con il gelo e la stanchezza. L'impressione di essere dispersi nel vuoto era paralizzante, pareva mozzare le gambe e il respiro.
[Giulio Bedeschi],
"Centomila gavette di ghiaccio", 1963.

In fotografia: Ritirata di Russia: il comandante della Tridentina esce da Skororib verso Postojali, 20 gennaio 1943.
Sei giorni dopo gli Alpini del generale Reverberi giunsero a Nikolajewka e la espugnarono a colpi di fucile e bombe mano.
La vittoria permise la fuga della grande sacca del Don.

Foto del Tenente Lamberto Golfari 28esima batteria del gruppo Valcamonica divisione Tridentina.

Quando la MONTAGNA diventa rifugio dell'anima:Nel lager di Auschwitz Primo Levi viene marchiato sul braccio il numero 17...
11/12/2024

Quando la MONTAGNA diventa rifugio dell'anima:

Nel lager di Auschwitz Primo Levi viene marchiato sul braccio il numero 174157. Trascorrerà un anno e mezzo in quel luogo pieno di freddo, fame, dolore e umiliazioni. Il mondo degli affetti, della cultura e dei MONTI diviene un rifugio dell’anima: un giorno prova a tradurre in francese la Divina Commedia al suo compagno di prigionia Pikolo e lo coglie un forte moto di commossa nostalgia:
"E le montagne, quando si vedono di lontano … le montagne … oh Pikolo, Pikolo, dì qualcosa, parla, non lasciarmi pensare alle mie montagne, che comparivano nel buio della sera…”
[Primo Levi]
da "Se questo è un uomo".

In foto Primo Levi in Valle d'Aosta.
Foto: Mostra Museo della Montagna di Torino.

"Un giorno arrivo a scuola il piccolo Pierre mi chiede timido: Signor maestro, ieri ho sentito dire a casa che nel villa...
09/12/2024

"Un giorno arrivo a scuola il piccolo Pierre mi chiede timido: Signor maestro, ieri ho sentito dire a casa che nel villaggio si farà il pane, dall'Immacolata fino a Natale.

Ci lascerà vacanza quando sarà il nostro turno?
Sì - rispondo - ognuno di voi avrà vacanza!!!

Perché se volete domani mangiare del pane buono dovete imparare a farlo fin d'ora!
Siete voi gli uomini di domani!"
(Capitolo del pane)

Tratto dal capolavoro:
"Lassù gli Ultimi: la vie des montagnards"
testo di Sandrino Bechaz
foto Gianfranco Bini.

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