30/08/2024
UN ATTO DI ASCOLTO VERO
Finalmente qualcuno l’ha detto. Come coda secondaria di un discorso su tutt’altro argomento, ma l’ha detto. Maurizio De Giovanni, interpellato in quanto giallista sulla misteriosa morte della ragazza accoltellata nel bergamasco, osserva che i delitti che riscuotono molta attenzione sono quelli che riguardano persone “belle”, come quelle del naufragio dello yacht Bayesian così tanto più presente sui giornali e in tivù rispetto ai molti morti nel Mediterraneo.
Viene in mente – come fa a non ve**re in mente? – il confronto tra naufraghi tanto lontani eppure tutti, lì, nello stesso mare; ma dirlo diventa difficile, bisogna trovare le parole del rispetto perché non è morta meno tragicamente o solo un po’ morta la figlia di appena 18 anni del proprietario ricco, bello, forse fin lì perfino fortunato.
Poi, qualcuno l’ha detto, finalmente, nel contesto di un discorso puramente analitico, senza secondi intenti. Allora possiamo dirlo anche noi in un discorso invece pieno di intenti ma senza alcuno sciacallaggio rivendicativo.
Non è lo sfruttamento scandalistico che serve, ma un atto di vero ascolto. Ascoltare la pena che hanno espresso coloro che hanno recuperato il corpo della diciottenne Hanna «che doveva vivere ancora tutta la sua vita», e poi ascoltare anche l’atto del pensiero, la rappresentazione mentale che deve per forza seguire, che non può essere scansata.
Qui usano un robot che va in profondità a cercarli. Degli “altri” non sappiamo non solo il nome, ma nemmeno i numeri. Quanti sono i diciottenni, i sedicenni, i bambini, i ragazzi, le donne incinta che nessuno cerca? Che nessuno più chiama per nome?
Qui temono che la grande quantità di carburante possa inquinare il mare. Per gli “altri” no. Ne hanno così poco di carburante che a volte restano addirittura in mezzo al mare perché è esaurito. Non per questo inquineranno il mare. Non riescono a inquinare nemmeno i nostri pensieri, i pensieri di tanti.