09/09/2013
Presentazione del ibro IL MESTIERE DEL PARTO. Le ostetriche dell’Umbria si raccontano (Blu Edizioni) di Patrizia Mari
Chianciano Terme, 10 settembre 2013 - ore 17.00
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Il Museo d'Arte di Chianciano Terme è lieto di invitare la S.V. alla presentazione del libro IL MESTIERE DEL PARTO. Le ostetriche dell’Umbria si raccontano di Patrizia Mari
Martedì 10 settembre 2013 – ore 17,00
Chianciano Terme, Museo d'Arte Contemporanea, Viale della Libertà, 280, all'interno della BIENNALE INTERNAZIONALE D'ARTE DI CHIANCIANO. Sarà presente l’autrice
Tra le iniziative collaterali all'interno della “Biennale d'Arte di
Chianciano”, che si svolge presso il Museo d'Arte di Chianciano (Viale della Libertà, 280) fino a sabato 14 settembre, martedì 10 settembre alle ore 17,00 verrà presentato il libro “Il mestiere del
parto” di Patrizia Mari (Blu edizioni, 2006, pp. 432). “Il mestiere del parto”, pubblicato con il patrocinio del Ministero del Lavoro e della Regione dell’Umbria, ed ispirato da Marina Toschi, Consigliera di parità della Regione Umbria, è il resoconto medico antropologico della raccolta di oltre sessanta incontri con ostetriche di ieri e di oggi, che hanno prestato servizio prevalentemente in Umbria - sebbene molte di queste si sono formate ed hanno operato in varie regioni italiane ed in diversi paesi europei - in “Condotta” prima e all’interno di “Strutture sanitarie” poi. Attraverso le testimonianze dirette delle professioniste, dense di particolari, curiosità e aneddoti, viene ricostruita la storia della professione, dal Secondo Dopoguerra ad oggi. Il libro, partendo da uno sguardo regionale della professione dell’ostetrica, acquista nel suo svolgersi una visione squisitamente italiana della trasformazione del parto e della professione che lo accompagna, arricchendo indubbiamente la storia e la
cultura della nascita. Il libro a cui hanno collaborato per alcune interviste Elena Teatini e Luigina Miccio (giornaliste), oltre alle tante presentazioni fatte in Italia coordinate da professionisti e docenti universitari - tra i quali il professoresse ordinario Cristina Papa, direttore del Dipartimento Uomo e Territorio dell'Università di Perugia - è stato presentato anche alla Fiera internazionale del libro a Francoforte.
Il libro:
Ogni racconto è il tassello di un percorso lungo 60 anni, che ha visto le ostetriche passare dal servizio a domicilio, a quello ospedaliero e consultoriale; le ha poste di fronte alla drammatica scelta della obiezione o non obiezione in occasione dell’ingresso della Legge 194 sull’aborto; le ha viste, a fianco delle donne,
combattere per l’affermazione della pari dignità dei sessi e delle specificità della maternità. Ma la raccolta delle testimonianze, affrontata da Patrizia Mari, non vuole essere uno sterile contenitore di storie già vissute, ma uno strumento di stimolo e sollecitazione sempre attuale che ogni lettore può interpretare e leggere con spirito e intenzioni del tutto personali.
Il libro “Il mestiere del parto”, ricerca unica nel suo genere in Italia, si conferma strumento utile non solo per ripercorrere l’evoluzione di questa figura professionale, ma per rivivere
contemporaneamente il percorso che la donna ha compiuto dalla seconda metà del Novecento, alla ricerca dell’emancipazione, del riconoscimento sociale, dell’affermazione della specificità femminile che nel parto conosce la sua più grande espressione, sino ad individuare le problematiche odierne sul
tema delle nascite oggi.
Il metodo adottato per la ricerca è quello dell’indagine basata prioritariamente sull’approccio autobiografico delle fonti orali. La narrazione è suddivisa in modo da consentire diversi percorsi di lettura alternativi: quello cronologico, per facilitare attraverso ciascuna esperienza personale la lettura del cambiamento socio-culturale di una professione e della società in cui ha operato e vissuto; quello informativo libero, che permette una lettura a sezioni dislocate qua e là nel testo. Attraverso il racconto di
sé emergono aspetti legati agli affetti personali, il modo di vita e i cambiamenti nel tempo della società e della professione. Una ricerca pensata per raccogliere un frammento di storia che può essere uno stimolo per ulteriori sviluppi, ma che rappresenta anche un utile strumento di conoscenza della maternità.
La prefazione del volume è stata curata da Lidia Menapace (Fondatrice del «Manifesto» e Docente universitaria, una delle voci più importanti del femminismo italiano). Tra gli altri, il volume contiene un contributo di Maria Antonietta Bianco (Presidente Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, Ostetrica Dirigente Azienda Ospedaliera S. Maria di Terni) e Anna Maria Di Paolo (Presidente del Collegio delle Ostetriche di Perugia, Coordinatrice degli segnamenti tecnico-pratici e di tirocinio del Corso di Laurea in Ostetricia dell’Università degli Studi di Perugia). Le conclusioni del volume sono state curate da Michela Castagneri e Maita Sartori della Società Scientifica Andria (Società che da tempo lavora per favorire la collaborazione tra medici ed ostretriche a
livello nazionale, nonché alla diffusione della EBO - Evidence-Based Obstetric) di Torino (in carica al momento della stesura).
L'autrice:
Patrizia Mari (Milano), giornalista. Si è trasferita prima in Toscana poi in Umbria, dove oggi vive. Laureata in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Siena in Storia del giornalismo (Le radio private nel sistema radiotelevisivo internazionale 1966-1990. Il caso italiano di radio Umbria) si è specializzata all'Università di Perugia in Beni Demoetnoantropologici). Ha collaborato, tra le altre, alle seguenti pubblicazioni: Giornalisti in facoltà 2000-2001, (a cura di) Donatella Cherubini, Collana di “Studi e ricerche” Dipartimento di scienze storiche giuridiche politiche sociali Di Gips, 2002. Provincia di Perugia, Perugia, 2004. Ha curato alcune voci del lemmario del volume di Peppino Ortoleva e Barbara Scaramucci (a cura di) Enciclopedia della Radio Garzanti, Milano, Garzanti Editore, 2003. È autrice, delle seguenti pubblicazioni: La Forza tranquilla. Racconti e immagini di Chianciano Terme attraverso le sue donne, Le Balze, 2003; La quiete sul lago. Racconti e immagini di donne a Panicale nel Novecento, Le Balze, 2004; Il Mestiere del parto. Le ostetriche dell'Umbria si raccontano, Blu Edizioni, 2006; Naufragio al Lago. Da una cronaca del 1991, di Patrizia Mari e Santi Parlagreco, Sarapar Editore, 2012.
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La promotrice:
Marina Toschi (Roma 1955). Vive e si forma culturalmente nella città natale e frequenta l’Università, per prepararsi alla professione di Ginecologa; è attiva partecipante nei movimenti degli studenti e delle donne. Inizia la sua attività medica presso l’Ospedale di Orvieto; esercita poi in vari Consultori dell’Umbria ma visita e lavora presso molti ospedali esteri. Si attiva nel promuovere progetti e programmi europei in Sanità. Partecipa a numerose Associazioni delle donne, sia regionali che nazionali, diviene membro del Centro Pari Opportunità della Regione Umbria fino all’anno 2000, successivamente è nominata Consigliera di Parità per la Regione Umbria. Ha scritto un libro dal titolo Donne immigrate e servizi socio-sanitari in Umbria: Italia e Francia due legislazioni a confronto, Perugia, ed. Era Nuova, 1996.
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Intervista all'ideatrice del libro Marina Toschi
Il parto: un evento sociale
Credo sia ormai un dato acquisito il fatto che il parto oltre che una dimensione sanitaria abbia una connotazione sociale e culturale, come bene ci raccontano le ostetriche del libro. Per questo rimane così diverso il panorama italiano, rispetto a quello europeo o dei paesi in via di sviluppo, sebbene si tratti di un evento che dal punto di vista strettamente biologico è assolutamente comparabile pur nella sua variabilità. Di conseguenza è molto importante che vi sia spazio per associazioni e figure che facilitino la massima
socializzazione dell’evento, riducendo al minimo la componente sanitaria e facendo, quando necessario, da tramite tra le figure sanitarie e le famiglie, tra l’istituzione Ospedale, servizio sociosanitario e il domicilio. Tutti i modelli di intervento complesso fanno riferimento a modelli organizzativi di questo tipo.
In questa direzione vanno le indicazioni OMS sulla massima domiciliazione del percorso nascita e quindi sulle modalità e gli strumenti per mantenere a “bassa soglia” gli interventi e facilitare la fisiologia. È sempre in questa logica che la Regione Umbria con il suo Assessorato alla Sanità ha promosso nel 2000
l’elaborazione di un progetto pilota Europeo Leonardo da Vinci denominato H.O.M.E. (Home Obstetrical Mothercare Experience) che proponeva la progettazione di due modelli formativi per figure
professionali che facilitassero le cure domiciliari del percorso nascita: l’ostetrica ed la assistente alla madre o Mother Assistent (M.A.). La Commissione Europea ha accettato e valorizzato il lavoro dei quattro paesi europei coinvolti (Gran Bretagna, Grecia, Romania ed Italia) e successivamente si è svolto un corso
di formazione per la figura innovativa della M.A. (2003-04) adatta ad un sostegno sociale della maternità, con i contributi dei Fondi Sociali Europei gestiti dalla Provincia di Perugia.
Questa figura, di cui nel libro si parla in più modi, sia da parte delle ostetriche “domiciliari”, sia da parte delle nuove protagoniste, vuole proprio portare nelle famiglie quel supporto che prima era garantito dalla famiglia allargata e che ora molto spesso viene a mancare. “Un buon sostegno pratico ed emotivo,
insieme alle cure e al lavoro specifico dell’ostetrica specie nel periodo del puerperio in cui maggiori sono i bisogni e le difficoltà della madre, del padre e del neonato può risolvere problemi che diverrebbero molto più complessi successivamente”. La formazione per le M.A. dovrà ovviamente essere coerente con il
percorso formativo stabilito dalle normative in vigore sia a livello nazionale che regionale.
Alcune Regioni che stanno lavorando alla domiciliazione delle cure attorno alla nascita e all’apertura di “Case di Maternità”, hanno preso in considerazione l’ipotesi di una applicazione, nella formazione postuniversitaria, delle proposte del modello formativo H.O.M.E. per le ostetriche, in modo da dare loro più strumenti per affrontare la gestione domiciliare, così diversa da ciò che si apprende nell’approfondito Corso di Laurea Universitario che si svolge attualmente sempre all’interno degli Ospedali o dei Servizi
Consultoriali. In altri Paesi europei questa attenzione ai nuovi bisogni formativi è notevole e sono tante le ostetriche italiane che si spostano in Paesi come l’Inghilterra o l’Olanda per apprendere la gestione domiciliare del parto. Sarebbe opportuno pensare a modalità che permettano anche in Italia questo approccio. È per questo che si sono riportate alcune esperienze formative italiane che aprono alle idee di gestione domestica del percorso dalla gravidanza all’accoglienza del neonato.