La Nuova Gazzetta Molisana

02/09/2024

Aule vuote, che restano senza alunni così l’inesorabile calo demografico sta cambiando anche il volto della scuola molisana. All’appello, rispetto allo scorso anno, mancheranno altri 709 alunni. Ma in 20 anni ne sono stati persi 16mila. Meno nascite e giovani coppie che vanno via. Un compito in classe su questi dati ai politici nostrani andrebbe proprio assegnato.

31/08/2024

A Campobasso, finalmente, l’attenzione si è concentrata sul centro storico, sull’importanza di conservare la memoria e i suoi segnali fondamentali e renderli fruibili. A parte le più svariate e, spesso, fantasiose proposte bisogna puntare ad un vero piano di recupero. Uno strumento fondamentale per la salvaguardia e la valorizzazione dell'area con un’attenta analisi e valutazione del patrimonio esistente, superando la visione di interventi su singole emergenze per allargare l’attenzione all’intera struttura e ai suoi collegamenti con l’esterno. Sarà, davvero, possibile?

31/08/2024

Devo ripetermi. I piccoli paesi ridotti a luoghi di rappresentazione hanno invece bisogno di essere luoghi di creazione. E allora? Che i paesi siano luoghi di Arte e Cultura, anziché di poesie alla brace e di leggende in tempura. La cultura può contribuire a frenare o rallentare lo spopolamento più di quanto possano fare le chiacchiere sulla fuga dei cervelli.

30/08/2024

Trasporto su gomma in Molise: 30 milioni di euro il costo annuo. 29 i concessionari, 12 milioni i chilometri percorsi. Da anni se ne chiede una riorganizzazione vera per un servizio efficiente soprattutto a sostegno di chi vive nei centri più interni. Ora, ci si avvede anche che le fermate sulla Bifernina (solo quelle?) sono fuori dal codice della strada e insicure. Mai fatti interventi per renderle civili e sicure e non in mezzo alla strada con i rischi che se ne corre. L’uomo fra poco sbarcherà su Marte, ma le linee del pubblico trasporto persistono nella loro immutabilità.

29/08/2024

Torno sulla questione dell'unico dibattito – quello sull'autonomia differenziata - che sta alimentando la politica. E ha dimenticato, così, il confronto sull’industria, la logistica (leggasi Interporto), le infrastrutture reali ma anche l’attrazione di investimenti tecnologici, grazie alla presenza dell'Università. Invece, ci si scanna sull'autonomia differenziata (ribadisco il mio no a scanso di equivoci); di chi ha rubato cosa; di chi ha sbagliato “più forte” senza offrire uno straccio di soluzione. Così, non si riesce a capire che idea si ha del Molise e del Sud tra dieci anni. Del resto, la politica ha perso quella passione ideale e civile, è senz'anima, senza motivazione. Scivolata negli interessi personali.

28/08/2024

Unico problema che impazza: l'autonomia differenziata. Premetto che ne sono contro. Al contempo, però, dico che nessuno parla mai di prospettive per il Molise e il sud per capire quale strada si deve intraprendere per evitare il declino definitivo, la morte sociale. Solo contrapposizione ideologica, un nuovo distrattore per non discutere dei problemi reali. Toccherebbe alla politica regionale dire ai propri cittadini cosa sta facendo per il futuro; quale impegno si pensa di mettere a terra per evitare che i giovani scappino; quale la direzione per potere crescere; quale idea per i prossimi dieci anni. Così, è deprimente vedere la mancanza di proposte. Ed è imbarazzante il fatto che nessuno si interroghi come mai siamo arrivati a questo punto.

27/08/2024

Fare e costruire strade ma non per farci passare i magri avanzi della nostra economia. Lo scriveva ad inizio del Secolo scorso, Michele Romano e, mi sembra, che queste parole riecheggino attuali ancora oggi. Purtroppo, realistiche. Senza strade e ferrovie adeguate e con un'economia che stenta. Ecco perchè la politica deve uscire dalla teatrocrazia e tornare ad intrecciarsi direttamente con gli interessi reali, i bisogni avvertiti, le necessità.

27/08/2024

In porto, ancora a metà, la gara del trasporto urbano a Campobasso in attesa della definizione al Tar. In ogni caso, nella speranza che il 2 settembre riparta il servizio invernale, sarebbe il caso di rimettere il numero sui pullman elettrici e la possibilità di acquistare biglietti sui mezzi. Senza la possibilità di leggere 1 nero e 1 rosso si può essere indotti nell'errore a prendere il relativo mezzo. Al pari del biglietto, per emergenza, sul pullman. Due accortezze in attesa che possa, finalmente, partire un servizio all'altezza di una città capoluogo.

27/08/2024

Resta una partita aperta quella degli Istituti case popolari di Campobasso e Isernia in attesa che la riforma approvata dal consiglio regionale dieci anni fa riesca ad entrare in vigore. E' l'assurdo di una regione che non riesce a ridefinire gli ambiti e i ruoli degli ex istituti case popolari che sarebbero dovuti essere soppiantati dall'Ente di edilizia sociale, così come da legge approvata in consiglio rgeionale nel 2014, ma che non è mai entrata in vigore. E, così, ci si trascina con la nomina dei commissari liquidatori dei vecchi Istituti come da delibera di Giunta regionale numero 403. Tutto questo, mentre montano le proteste degli inquilini delle case popolari per diverse ragioni. Intanto, sono 5.500 le abitazioni popolari delle quali 4,000 in provincia di Campobasso e 1.500 in quella di Isernia. Proprio per le situazioni pregresse diventa difficile programmare, all'interno degli Iacp, gli interventi ordinari di manutenzione. Ma c'è anche chi attende piano di alienazione per potere riscattare l'alloggio dopo anni di fitti. Situazioni che richiederebbero, da parte degli enti tra l'altro svuotati di personale, particolari attenzioni e misure tecniche che continuano ad essere assenti. Al pari di possibili investimenti per nuove abitazioni soprattutto in un momento di contrazione dell'edilizia abitativa. La prosecuzione della gestione liquidatoria dei due Istituti case popolari e l'impossibilità di fare partire la legge con l'istituzione degli Eres, ente regionali di edilizia sociale, dovrebbe portare il consiglio regionale ad una riflessione, attenta, sull'efficacia di quella legge promulgata e, nel caso, correggerla.

Nell'ambito del progetto europeo Interreg tra la Regione Molise e l'Albania, il presidente della Giunta regionale del Mo...
27/08/2024

Nell'ambito del progetto europeo Interreg tra la Regione Molise e l'Albania, il presidente della Giunta regionale del Molise, Francesco Roberti è stato ricevuto dal presidente della Repubblica d’Albania, l’onorevole Bajram Begaj.
“Si è trattato di un momento importante per tutto il Molise – è stata la dichiarazione del presidente, Roberti – Abbiamo ribadito quanto sia importante la cooperazione dei diversi territori. Il Presidente Bajram Begaj ha ribadito quanto sia fondamentale, considerando i rapporti storici, culturali ed economici, rafforzare le relazioni bilaterali per consolidare prospettive, anche innovative, nell’economia, nella cultura, nel settore turistico. Ci siamo confrontati – ha sottolineato ancora Roberti - sull’importanza di rafforzare gli scambi economici e della rilevanza delle imprese italiane che, già da tempo, investono e lavorano in Albania. “Il Molise, da par sua, ha mostrato grande attenzione a consolidare la cooperazione con l’Albania, attraverso la collaborazione reciproca e una programmazione, che possa portare benefici a entrambi i territori sotto diversi profili e settori”.
“Il ringraziamento va al sindaco di Montecilfone, Giorgio Manes, e a tutti coloro che mantengono stabili relazioni con la comunità arbereshe, - ha concluso il presidente Roberti - con cui è di strategica importanza continuare a organizzare scambi culturali, che rappresentano momenti di crescita, sviluppo e consolidamento delle proprie radici e tradizioni”,

26/08/2024

In Regione il quaderno dei problemi non sembra trovare indicazioni di percorso, di soluzioni. Un perenne limbo. Credo, ormai, che si stia perdendo di vista l’essenziale, a favore delle procedure, degli alibi, dei surrogati, delle deviazioni di percorso. E si finisce con il perdere l'orientamento.

25/08/2024

Non resto stupito ma mi fa male. Una giovane mi scrive: della mia classe anagrafica a Campobasso non è rimasto praticamente nessuno. Un dato , purtroppo, non nuovo e proprio per questo dannatamente irritante. Pensiamo a cosa rimarrà del nostro paese senza ragazzi;? Possiamo accettare tutto questo con fatalismo, il fatalismo dell'abbandono? Qualcuno, prova a passarsi una mano sulla coscienza?

24/08/2024

Il film su Dante non e' stato un granché ma ha richiamato l' attenzione sulla sua figura. Perché Dante è il Padre dell’Italia, come realtà spirituale e culturale, prima che storica e politica; colui che ha affermato la necessità di riunire le sparse e riottose membra d’Italia e far risorgere la civiltà italiana, figlia della romanità e della cristianità, erede della civilitas romana e del pensiero greco ripensato alla luce del pensiero arabo e cristiano; figlia dell’Imperium, del diritto romano e della chiesa cattolica apostolica romana

24/08/2024

Il caso Stellantis, di sicuro fuori dalla portata regionale, induce però una riflessione sulle politiche industriali. Che riguardano quel poco di tessuto produttivo rimasto. L’inattività programmatica, l’assenza di pianificazione, l’immobilismo istituzionale, il rigidismo burocratico hanno fiaccato l'economia regionale. Per potere ripartire, occorre salvare, almeno, quanto è rimasto in piedi. Allora, da parte va messa la visione contingente dei problemi e, soprattutto, in campo mettere le prospettive.

24/08/2024

COMUNITA' MONTANA FORTORE, PERRELLA: DA FANELLI UN ASTIO INCOMPRENSIBILE

"Non ho mai replicato alle riflessioni, colme di odio personale, sulla gestione commissariale delle Comunità Montane Matese, Fortore e Centro Pentria, che di sovente tornano da parte della consigliera regionale Micaela Fanelli. A scriverlo è Carlo Perrella. "Preciso che tutto quanto concerne la gestione commissariale, è stato oggetto di audizioni nelle competenti Commissioni Consiliari Permanenti a Palazzo D'Aimmo, la Regione Molise ha agli atti tutte le relazioni sulle attività svolte e i documenti sono pubblicati sui siti delle rispettive Comunità Montane.
Inoltre, prima del commissariamento iniziato nel 2018, la gestione è stata tutt'altro che liquidatoria col mantenimento di determinate situazioni, su cui l'attuale gestione liquidatoria è intervenuta per la loro risoluzione.
Nel corso della gestione commissariale, nell'ottica della liquidazione, abbiamo lavorato all'alienazione dei beni, soprattutto di quelli della Comunità Montana Fortore.
Abbiamo risanato il 90% dei debiti della Comunità Montana Fortore, prendendo di petto situazioni relative a mutui accesi da anni con la Cassa Depositi e Prestiti e regolarmente pagati per lungo tempo senza la realizzazione delle opere per le quali erano stati contratti.
Opere che oggi vedono la luce, come avverrà per la Discarica di Pietracatella, per la quale la Comunità Montana Fortore sta pagando il mutuo dal 1995.
Preciso come il sindaco Nardacchione non si sia proprio insediato e con cui abbiamo avuto soltanto un confronto sulla situazione in cui versano le tre Comunità Montane da liquidare, in vista della nuova legge di riordino del comparto.
Mi preme sottolineare come, per trasparenza e imparzialità, avevo chiesto io il turn-over per sopraggiunti impegni, garantendo il necessario supporto per la continuità amministrativa e liquidatoria, al fine di condurre le Comunità Montane alla loro liquidazione.
Per senso di responsabilità, avendo Nardacchione rinunciato all'incarico, ho dato il mio assenso a completare il lavoro iniziato sei anni fa e in dirittura d'arrivo.
Inoltro, ricordo alla consigliera regionale Micaela Fanelli, che chiama sempre in causa il Presidente della Giunta Regionale del Molise, come le responsabilità della gestione commissariale è in capo al Commissario, che firma gli atti e rispetto ai quali c'è sempre stato il rispetto della legge e delle normative in vigore.
Non comprendo un'acredine così forte e violenta (anche nel corso di un comizio elettorale), che va oltre i fatti politici e amministrativi, andando sul personale, nei confronti della mia persona, nonostante il rapporto con la mia famiglia, a cui Micaela Fanelli dovrebbe dire grazie per l'inizio della sua carriera politica.
Micaela Fanelli, infatti, deve ringraziare l'allora assessore e consigliera regionale di centrodestra, Angiolina Fusco Perrella, grazie alla quale è stata eletta per la prima volta sindaco di Riccia, è stata nominata al vertice del Piano Sociale di Zona Riccia-Bojano nel periodo in cui il sottoscritto era assessore comunale al Sociale al Comune di Bojano, senza mai entrare nel merito delle sue scelte, cercando sempre di collaborare per il bene della collettività e delle fasce più deboli della popolazione, e ha anche avuto l'opportunità di lavorare alla Regione Molise durante la legislatura dell'allora Presidente Michele Iorio.
Infine, rispetto ad alcuni passaggi della nota della consigliera regionale Micaela Fanelli, lesivi della mia immagine e reputazione, valuterò con i miei legali l'opportunità di adire le vie legali.

24/08/2024

COMUNITA' MONTANA FORTORE MATESE, FANELLI: PERRELLA NON PUO' ESSERE IL COMMISSARIO

"Una sola cosa mi era sembrata degna di nota positiva nell'operato di Francesco Roberti: aver finalmente rimosso Carlo Perrella dal commissariamento della Comunità Montana Fortore Matese". A scriverlo è la consigliera regionale del Pd, Micaela Fanelli.
Nemmeno questa ciambella, però, è riuscita con il buco! Il sindaco Nardacchione, infatti, non ha accettato l'incarico di sostituire Perrella nella chiusura della gestione dell’ente, e i motivi di questa scelta sono facilmente intuibili. La gestione in questione è stata, ed è tuttora, oscura, inadeguata e caratterizzata, sotto molti aspetti, da atti illegittimi e costi ingiustificati.

Ho più volte manifestato pubblicamente l'esigenza di ristabilire le condizioni minime per un esercizio istituzionale conforme alle norme, soprattutto a quelle contabili e riguardanti la funzione liquidatoria, che richiede esclusivamente l'adozione di atti finalizzati alla dismissione e chiusura della gestione della Comunità Montana. Tuttavia, ciò non è avvenuto. Gli abusi della gestione Perrella sono evidenti a tutti, e non si può più far finta di non vederli.
Soprattutto dopo la rinuncia di Nardacchione, il cui motivo appare evidente: chi vorrebbe mettere mano in un ginepraio di problemi?

L'eredità di Perrella è ingestibile per chiunque non intenda avallare atti e comportamenti dubbi. Non lo ha fatto il sindaco di Cercepiccola, e non lo farebbe nessuna persona sana di mente e desiderosa di rispettare la legge.

Roberti deve fermarsi e tornare sui suoi passi. Altrimenti, l'incarico nuovamente conferito a Perrella sarà la prova definitiva della sua corresponsabilità in quella gestione. Dopo la rinuncia di Nardacchione e dopo tutte le volte in cui noi consiglieri, non solo di minoranza, nella scorsa e nell'attuale legislatura, abbiamo palesato la gravità della situazione, il governatore non può più fingere di non sapere. È lui che delega Perrella all'esercizio liquidatorio. La responsabilità per gli atti del delegato ricade interamente su di lui, il delegante. Ora più che mai, visto che anche l'unica cosa buona che aveva fatto (rimuovere Perrella) non gli è riuscita, deve fermarsi. Deve affrontare la situazione di petto e affidare l'incarico a una persona che indaghi a fondo su quanto accaduto durante la gestione Perrella. Solo così potrà sottrarsi a eventuali responsabilità per omissione di controllo.

La rinuncia di Nardacchione, sebbene silenziosa, fa un rumore assordante. Se si fa finta di non sentirlo, si diventa corresponsabili!

23/08/2024

Sicuramente romanzata ma la visione in TV del film su Dante di Pupi Avati ha riaperto uno squarcio sulla nostra storia. La lezione di Dante ai potenti, ai dotti e ai sacerdoti si estende per gradi a tutta la società e a tutti i tempi. Una lezione di dignità tramite la bellezza dei versi, la profezia delle visioni, l’ordine simbolico nelle sue figurazioni.Dante è il poeta della Luce. Tutto il suo cammino nella scrittura e nell’aldilà è un itinerario della mente verso la luce. Dal nostro tempo dista anni luce.

23/08/2024

Sono sicura che i miei figli più che a Milano torneranno sicuramente in Molise. Lo ha dichiarato a Sette l' attrice, Giovanna Mezzogiorno che ha anche ricordato di avere sepolto i suoi genitori a Civitanova del Sannio. Dove, dice, si sente a casa al pari dei suoi 2 figli adolescenti. Un bel quadro di questa terra. Che emerge per la sua semplicità, per una vergine bellezza e che potrebbe avere altra prospettiva ma che, al contrario, la si sta facendo morire di inedia.

22/08/2024

Un’altra aggressione al ‘Cardarelli’, ASReM: “condanniamo l’episodio”

Ancora una aggressione al personale sanitario del Presidio Ospedaliero ‘Cardarelli’ di Campobasso ed ancora un fatto increscioso da condannare. L’ASReM, infatti, al fine di tutelare il proprio personale, vittima di tali episodi, denuncerà attraverso il proprio ufficio legale il responsabile dell’accaduto. La vicenda risale alla notte tra il 20 ed il 21 agosto scorsi, quando alle 2.40, l’equipe in servizio presso la Radiologia del nosocomio del capoluogo molisano, ha subito le ‘escandescenze’ dell’accompagnatore di una paziente, proveniente dal Pronto Soccorso. Momenti di tensione che seppur non sono sfociati in uno scontro fisico, hanno spaventato il personale di turno costretto a contattare il 113 con il conseguente arrivo della Polizia di Stato che ha identificato l’aggressore.
“Siamo vicini ai nostri operatori – ha rimarcato il direttore generale dell’ASReM, Giovanni Di Santo – e condanniamo ogni episodio di violenza, sia essa verbale, fisica, o a cose. Il nostro personale sanitario è al servizio dei cittadini, spesso con grande sacrificio, e merita rispetto. Lo stesso rispetto dovuto ai pazienti che si affidano alle nostre strutture che hanno il dovere di garantire certezza e sicurezza delle cure”.
Inoltre, con la nuova gara per l’affidamento del portierato, l’ASReM ha previsto la presenza fissa di una guardia anche nei pronto soccorso dei presidi ospedalieri di Campobasso, Termoli ed Isernia, affinchè ci sia un ulteriore supporto, ai fini della sicurezza, al personale in servizio.

21/08/2024

Ancora una rissa in pieno centro a Campobasso in via Nobile intorno alle ore 20. Una zuffa tra extracomunitari. Ma per potere intervenire Polizia e Carabinieri hanno dovuto fare il giro di via Pietrunto e non passare per il primo tratto del Corso per le fioriere. Possibile che debbano esserci ancora intralci di questo genere? Un ritardo può essere fatale. E, poi, resta il problema di quanti bivaccano e mettono a repentaglio la sicurezza di tutti. C'è un limite a tutto.

21/08/2024

E' vero che restano incomplete strade che per pochi chilometri non vedono la fine dei lavori. La Castellelce, la Fresilia, la Cervaro, il tratto di Bonefro per Santa Croce ed altre strade che avrebbero potuto segnare un destino diverso per le aree attraversate. Ma registrare che il ponte dello sceriffo a Larino, di pochi metri, da sei anni è ancora interdetto ai pullman di linea è, per davvero, troppo. Assurdo. Illogico.

La foto è stata scattata da una signora all'interno del cimitero di Campobasso nei pressi della lapide che ricorda il ma...
20/08/2024

La foto è stata scattata da una signora all'interno del cimitero di Campobasso nei pressi della lapide che ricorda il marito. Un profilattico usato. La denuncia da parte della signora riapre la questione dell'area cimiteriale e dei mancati controlli e di un senso di abbandono che si registra da anni. Un maggiore decoro sarebbe auspicabile per il rispetto che si deve ai defunti.

20/08/2024

COMMISSARIO STRAORDINARIO AL RILANCIO DEL TURISMO DELLA PROVINCIA DI ISERNIA

di Emilio Izzo

Gentili rappresentanti delle istituzioni regionali e provinciale,
come ben sapete e come ormai noto a tutti, la Provincia di Isernia a seguito del declassamento deciso con legge, della chiusura di numerose attività produttive e, non meno importante, delle delocalizzazioni di diversi servizi, sta subendo una caduta verticale che non conosce freni. Se a tutto ciò si aggiunge un profondo malessere per le condizioni della sanità e dei nosocomi pentri, forse si percepisce meglio come questa realtà soffra sotto ogni punto di vista. Ma senza voler tediare oltre, riconoscendomi delle qualità di percorso sotto l’aspetto della cultura e del turismo, credo, senza presunzione e senza pretendere il mondo, di poter sottoporvi questa mia candidatura quale “Commissario Straordinario al Rilancio del Turismo della Provincia di Isernia”, totalmente senza alcun emolumento e a costo praticamente zero. L’amore per questa terra resta per me l’essenza senza la quale morirebbe ogni altro interesse e vederla morire così inesorabilmente e velocemente, mi provoca uno stato di prostrazione che non ritengo giusto a fronte di piccole ma significative rivendicazioni. La cancellazione poi degli Enti Provinciali per il Turismo di Isernia e Campobasso, lasciando inspiegabilmente (anche se meritoriamente) in piedi solo l’Azienda per il Turismo di Termoli, ha privato buona parte del territorio molisano di quelle forme di promozione e valorizzazione che, nei tempi attuali, sono elemento necessario per sopravvivere alle logiche di un mercato sempre più vorace e troppo grande rispetto alla nostra piccola realtà. E se Campobasso, capoluogo di regione, riesce a sbarcare il lunario grazie proprio al suo status, oltre che alla presenza dell’Università del Molise (anch’essa sparita dal capoluogo provinciale!), resta proprio la “capitale pentra” nella solitudine più totale. Bene, queste e tante altre considerazioni potranno essere sciorinate ma, a fronte di tale squallore, resta valido l’invito a considerare tale personale candidatura a costo zero, per tentare un rilancio di competenze ed amore verso quello che, personalmente credo, uno dei territori più belli in assoluto nel panorama nazionale e non solo! Logisticamente e sempre senza spese, potrebbero utilizzarsi i locali, o parte di essi, al piano terra del palazzo della provincia, ex Presidio Turistico, per le attività di promozione e valorizzazione del caso e poter contare di volontari di diverse associazioni presenti in provincia, non ultimo proprio il Cartello Cultura Preistoris del quale mi onoro di esserne il creatore e presidente, per soddisfare tutto quanto necessita ad un buon lavoro di squadra per le sorti della provincia.
Altro non aggiungo se non pregarvi di ragionare serenamente su questa mia proposta e, parimenti, invitare chi legge questa nota a voler, altrettanto serenamente e senza pregiudizi, a far conoscere al sottoscritto e ai destinatari di questa nota, eventuali pareri.

19/08/2024

Sospesa è la fase della politica regionale in questo mese. Certo, non si è distinta per capacità pratica nemmeno nei mesi passati. Ma c'è un tarlo che ci corrode: l’assenza di aspettative. E, così, si legge una demotivazione che finisce con il coinvolgere tutti. Domanda spontanea: quale dovrà essere il punto di ripartenza? E, soprattutto, ci sarà?

19/08/2024

Scendere dal treno alle ore 22,27 alla stazione di Isernia e non trovare il mezzo sostitutivo per Campobasso. E' stato l'incubo vissuto da alcuni passeggeri in viaggio sul treno di ritorno da Roma e fermatosi alla stazione di Isernia. Non trovando in piena notte – però - il pullman sostitutivo quanti diretti a Campobasso hanno dovuto chiamare un mezzo privato e raggiungere il capoluogo di regione. Sta di fatto che, a seguito della denuncia pubblica dei pendolari, la Regione Molise si è dichiarata parte lesa provvedendo a segnalare a Trenitalia il disservizio relativo alla mancata erogazione del servizio sostitutivo sulla tratta Isernia – Campobasso delle ore 22:27, imputando le penalità previste dal contratto di servizio e chiedendo alla stessa azienda il rimborso in favore dei passeggeri costretti a raggiungere Campobasso con mezzi privati.
Trenitalia, ora, ha confermato la disponibilità a rimborsare quanto dovuto “ai clienti che ne faranno richiesta, in possesso di biglietto valido per il servizio mancato che non hanno potuto usufruire della prosecuzione del viaggio” emettendo contro Busitalia contestazione con applicazione della relativa penalità, come prevista dall’Accordo Quadro che regolamenta i servizi autobus in emergenza programmabile.
Inoltre, a seguito dell’evento registrato, l’azienda “sta organizzando dei presenziamenti, compatibilmente con le ferie estive del personale già programmate, al fine di monitorare costantemente il servizio”.

19/08/2024

Perché l’autonomia differenziata è una grande ennesima presa in giro per distrarre i cittadini dai reali problemi economici che affliggono l’Italia.
di Giovanni Fratangelo

È inutile prendere sul serio il dibattito in corso sull’autonomia differenziata. Ciò, perché nessuno dei contendenti dice la verità. Non la dice il Governo, diviso radicalmente al suo interno: FdI e FI semplicemente non vogliono l’autonomia differenziata. Non la dice Roberto Calderoli: se l’autonomia è legata alla definizione dei LEP, di cui si discute fin dal 1992, campa cavallo vista l’omessa definizione e finanziamenti degli stessi. Non la dicono le forze dell’opposizione che omettono, dolosamente, che l’attuale autonomia differenziata è conseguenza del Titolo V del 2001, che la sinistra ha voluto ardentemente con soli cinque voti di maggioranza dopo il decennio delle diverse riforme introdotte all’interno della pubblica amministrazione dall’ex Ministro Bassanini del PD, così come un corollario che discende dal teorema. L’attuale appello referendario alla salvezza dell’Italia risulta del tutto patetico e in profonda malafede.
Viceversa è più seria, a mio modesto avviso la seguente domanda: l’attuale assetto istituzionale dello Stato favorisce lo sviluppo della Nazione? La risposta non può che essere NO.
Pertanto, progettarne un nuovo modello è il compito essenziale di una politica, degna del proprio nome di cui non vedo all’orizzonte nomi e/o Partiti e Movimenti che possono cavalcare l’idea riformatore di una Stato Moderno efficiente ed efficace.

Saltiamo qui a piè pari la lunga storia del regionalismo e partiamo dal Titolo V della Costituzione del 1948. Oggetto di prima modifica nel 2003.
Le regioni previste nella Costituzione nascono come Istituzioni nel 1948 dal compromesso di due opposti progetti politici, piegati, purtroppo come spesso accede, ciascuno dalla guerra fredda che di li a poco sarebbe nata.
Prima del ’48 i democristiani-sturziani vogliono le Regioni, le sinistre no.
Le motivazioni dell’epoca per la sinistra era che si deve conquistare il potere e lo Stato, per cui è meglio trovarlo tutto concentrato in un solo punto, non disperso in tante Regioni. La sinistra non perde il suo vizio originale tipico dei sistemi autoritari.
Dopo il ’48 gli obiettivi si invertono: la DC vittoriosa diventa centralista per evitare la costituzione di Repubbliche rosse nel Centro-Nord, il PCI diventa regionalista per la ragione diametralmente opposta.
Questa è la motivazione storica del ritardo ventennale dell’attuazione del Titolo V.
Quando le Regioni si installarono nel giugno del 1970, le formule del centrismo Statale e del centro-sinistra si erano già consumate e logorate, mentre il Pci stava diventando un convitato di pietra sempre più ingombrante. Come ricorda un antico liberale P. Muccio che citando Francesco Cossiga riferì che le Regioni, «furono dunque varate per motivi eminentemente di equilibrio politico, non perché le si ritenesse necessarie per una migliore organizzazione dello Stato. Insomma, bisognava dare un po’ di potere ai comunisti lì ove erano più forti: in Toscana, in Emilia Romagna, in Umbria».
Così le Regioni sono diventate luoghi di riproduzione di un nuovo strato del ceto politico-partitico e, en passant, di un nuovo cespite di finanziamento indiretto dei partiti.
Possiamo ora analizzare i concetti sottostanti al regionalismo ordinario ed al regionalismo differenziato.
Nel corso degli anni ’90, con la crisi del sistema politico, si tentò di ripensarle.
Accadde nella Bicamerale istituita con Legge costituzionale 1/1997 del 24 gennaio, con il compito di elaborare progetti «in materia di forma di Stato, forma di governo e bicameralismo, sistema delle garanzie».
Ma già nella seduta dell’11 dicembre 1997 l’assessore agli Affari istituzionali dell’Emilia-Romagna Luigi Mariucci denunciava la contraddizione tra un messaggio di federalismo virtuale e un messaggio autonomistico estremo: «Ne è derivato un disegno che per molti aspetti assomiglia più che altro ad un quadro di Arcimboldo», nel quale si mescolano patate e melanzane.
Quadro di Arcimboldo che ritroviamo nella continua delegificazione tipico di uno Stato schizofrenico con buona pace per i nostri Costituenti.
Fallita ufficialmente la Bicamerale nel Giugno del 1998, non cessava però la pressione devoluzionista, ai limiti del secessionismo, della Lega Nord.
E così nel 2001 il centro-sinistra approvò il nuovo Titolo V, con l’idea di agganciare al proprio carro la Lega di Bossi e vincere le elezioni del 2001.
Nacque così il «regionalismo differenziato», che nei suoi primi tentativi di esercizio delle competenze condivise con lo Stato scatenò più di mille cause di fronte alla Corte costituzionale intensificando le pulsioni politico-referendarie verso ulteriori autonomie regionali.
Da ultimo, 23 gennaio scorso 2024 il Senato ha approvato il disegno di legge n. 615, presentato dal ministro Roberto Calderoli e intitolato «Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione».
E' indubbio alla fine della favola, in assenza di criteri oggettivi per la contrattazione tra Stato e Regioni, ciò che resta decisivo è la contrattazione tutta politica, basata su criteri di consenso elettorale e su mutevoli rapporti di forza.
Il federalismo necessario della sussidiarietà
Se usciamo dal retrobottega della politica per aprire gli occhi sul Paese reale, il Paese è questo:
= il Nord è diventato parte integrante di un’area produttiva che si estende ai due lati delle Alpi;
= la fascia adriatica, il Sud e le Isole dispongono di potenzialità di autosviluppo agro-industriale e di connessioni commerciali con le sponde opposte del Mediterraneo, dai Balcani all’Africa.
Questo assetto condiziona le dinamiche industriali, i trasporti, l’urbanistica, le migrazioni in entrata e in uscita, le demografia, la posa delle Reti.
Il «glocalismo dello sviluppo» è diventato la cifra di molte aree «interne» del Paese: abitare in una Valle bergamasca o nel Salento e lavorare per Pasadena o per Francoforte; dimenticando però che le merci non viaggiano sulle reti informatiche ma occorrono strade ed infrastrutture che al Sud sono ferme agli anni venti. tranne qualche eccezione come la nostra metropolitana leggere.
Esistono «naturali» differenze socio-economiche e culturali tra Nord-Sud, città-campagna, pianure e aree interne montane. Dalla storia del Paese arrivano fratture antropologiche più lunghe e più profonde, che le classi dirigenti non sono state capaci di sanare e che, forse, non sono sanabili, se non nella lunga durata, che, va detto, è già durata piuttosto a lungo.

Rispetto a questo Paese reale, toccherebbe alle classi dirigenti, innanzitutto politiche, disegnare la trama istituzionale e amministrativa che ne favorisca lo sviluppo e la civilizzazione. Ma la filosofia centralista che muove il ceto politico nazionale è un ostacolo ad un progetto istituzionale di sviluppo.
Così il centralismo statalistico al Nord agisce da freno, al Sud copre assistenzialmente la pigrizia del sottosviluppo. Si tratta di un centralismo tutto partitico-politico, la cui realizzazione effettuale, a geometria variabile, è decisa dalla contrattazione politica, sia interna alla maggioranza di governo sia tra maggioranza e opposizione.
A norma dello stesso ddl Calderoli, i finanziamenti delle autonomie sono stabiliti «di anno in anno», a contratto. Si tratta di un centralismo arbitrario, scellerato che originerà solo contestazioni.
L’attuale assetto istituzionale costituisce un blocco dello sviluppo del Paese e perciò è causa del suo stesso declino.
Se ne deve concludere che l’attuale assetto istituzionale – governo debole, bicameralismo perfetto, regionalismo ordinario e rafforzato, magistratura esondante – costituisce un blocco dello sviluppo del Paese e perciò è causa del suo irreversibile declino.
Le Istituzioni attuali congiurano contro il futuro del Paese.
Serve, a mio modesto parere un assetto federale, fondato sulla sussidiarietà verticale e orizzontale.
Il federalismo ha due caratteristiche essenziali, una istituzionale e una etica.
Quella istituzionale:
= l’autonomia di ogni singolo livello – comunale, provinciale, regionale, nazionale – è fondata sulla responsabilità politica di prelievo fiscale e di spesa e di controlli efficienti ed effiacaci (oggi del tutto assenti);
= La sussidiarietà verticale è il quadro migliore per lo sviluppo della sussidiarietà orizzontale, nella quale la società civile può fiorire.
La base etica del federalismo è il principio di responsabilità, del merito, delle opere e controlli tempestivi.
Sono le diseguaglianze che naturalmente producono il sottosviluppo.
Nessuno deve essere lasciato indietro, a condizione che cammini con le sue gambe. Nessun altro può camminare al tuo posto. Questa è l’etica della responsabilità che non si intravede nell’attuale classe dirigente che occupa le Istituzioni.
facendo tale cronistoria mi imbatto nella notizia che i Consiglieri Regionali Stefania Passarelli e Armandino D'Egidio presentano una proposta di legge regionale per l'istituzione dell'Agenzia Regionale per la Montagna al fine di dettare disposizioni per lo sviluppo delle zone montane nelle more della liquidazione delle Comunità Montane i cui Commissari sono stati recentemente prorogati a dicembre 2025?
CHE TRISTEZZA

Indirizzo

Via Cardarelli
Campobasso
86100

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando La Nuova Gazzetta Molisana pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a La Nuova Gazzetta Molisana:

Video

Condividi

Digitare

Società Di Media nelle vicinanze

  • TLT

    TLT

    Via Giuseppe Pianese

Altro Giornali Campobasso

Vedi Tutte

Potrebbe piacerti anche