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People Casa editrice fondata da Giuseppe Civati, Stefano Catone e Francesco Foti
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Dal libro dedicato alla propaganda a tavola del fascismo, al racconto del giornalista palestinese Alhassan Selmi; dai li...
10/03/2025

Dal libro dedicato alla propaganda a tavola del fascismo, al racconto del giornalista palestinese Alhassan Selmi; dai libri sulla montagna a quelli sui lupi; dall'incredibile storia del maestro della propaganda Edward Bernays a quella di Simohamed Kaabour e delle nuove generazioni di italiane e italiani, le nostre novità.

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La prima presentazione di Miracoli sarà a Milano, sabato 22 marzo, insieme alla super  😬❤️
10/03/2025

La prima presentazione di Miracoli sarà a Milano, sabato 22 marzo, insieme alla super 😬❤️

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10/03/2025

Nuova settimana, nuova promozione sul nostro sito! Fino a domenica 16 marzo se acquisti almeno due libri su www.peoplepub.it hai in omaggio i tre taccuini in foto.

Non dovrete fare altro che acquistare due libri dal nostro shop e, senza bisogno di aggiungere altro o scriverci nulla, riceverete anche il taccuino col fiore di Biani, quello dedicato alla nostra causa editrice, e il nuovo "Sei bella come l'antifascismo".

Non fate così, Sdraiati per Civati ❤️Ultime ore di promozione su peoplepub.it!Fino alle 23:59 se fai un ordine di almeno...
09/03/2025

Non fate così, Sdraiati per Civati ❤️

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09/03/2025

I nostri iPhone contengono cobalto estratto da bambini in Congo? La domanda di Dua Lipa a Tim Cook e un libro che bisogna leggere per approfondire una questione che ci riguarda tutte e tutti.

è in libreria e su www.peoplepub.it/pagina-prodotto/rosso-cobalto

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09/03/2025

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Funziona così! Per acquistare con carta docente è necessario emettere un buono su www.cartadeldocente.istruzione.it che ...
09/03/2025

Funziona così! Per acquistare con carta docente è necessario emettere un buono su www.cartadeldocente.istruzione.it che abbia valore pari all’importo dei libri (o della rivista) che intendi acquistare.

Successivamente, comunica il codice del buono scrivendo a [email protected], indicando inoltre gli articoli da te scelti e un indirizzo di spedizione comprensivo di numero di telefono per il corriere.

Ti risponderemo via mail confermandoti l’acquisto e al resto penseremo noi!

Volano gli stracci alla Casa Bianca. Come rivelato dal New York Times, durante la riunione dell’amministrazione Trump di...
09/03/2025

Volano gli stracci alla Casa Bianca. Come rivelato dal New York Times, durante la riunione dell’amministrazione Trump di giovedì 6 marzo, il Segretario di Stato Marco Rubio e Elon Musk sarebbero stati i protagonisti di un furibondo litigio che ha portato il consiglio dei ministri repubblicani a dividersi su una questione esiziale: bisturi o motosega? Qual è lo strumento migliore per licenziare i dipendenti pubblici e tagliare i servizi essenziali degli americani?

Quella che a leggere alcuni resoconti potrebbe sembrare la prima chiara linea di frattura politica all’interno dei vertici trumpisti, a ben guardarla risulta piuttosto una lotta di potere e una disquisizione di stile tra persone che sono fondamentalmente d’accordo su (quasi) tutto.

La materia del contendere è, ancora una volta, l’operato del Department of Government Efficiency, l’adesione mostrata verso i proclami di Musk e l’accoglienza riservata ai suoi emissari da parte dei vari ministeri. L’uomo più ricco del mondo ha infatti aperto il vertice accusando duramente Rubio di “non aver ancora licenziato nessuno” e di aver cacciato uno dei bro che il DOGE aveva inviato a implementare i “necessari” tagli al suo dicastero.

Rubio, dal canto suo, sarebbe furioso con Musk per l’eliminazione dell’agenzia per la cooperazione internazionale USAID, che sarebbe invece dovuta andare sotto il diretto controllo del Dipartimento di Stato. Non perché fosse contrario al licenziamento dei pericolosi “attivisti di sinistra” che in quell’organismo lavoravano secondo la propaganda repubblicana, né perché fosse in disaccordo con le fake news diffuse sui fantomatici miliardi dei contribuenti americani spesi in progetti farlocchi a sostegno di stati canaglia e ONG marxiste. Semplicemente, Musk ha privato Rubio di un giocattolo su cui aveva messo prima gli occhi lui.

Continua sul blog ossigeno.net (link in bio)

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In piazza, così :) La shopper "Sta rottura de cojoni dei fascisti" si può acquistare su www.peoplepub.it/gadget. Se il t...
09/03/2025

In piazza, così :) La shopper "Sta rottura de cojoni dei fascisti" si può acquistare su www.peoplepub.it/gadget. Se il tuo ordine è di almeno 30 euro, ricevi automaticamente in omaggio la tazza "Sei bella come l'antifascismo".

Ultimo giorno di promozione sul nostro sito! Oggi 9 marzo se fai un ordine di almeno 30 euro sul nostro sito ricevi in o...
09/03/2025

Ultimo giorno di promozione sul nostro sito! Oggi 9 marzo se fai un ordine di almeno 30 euro sul nostro sito ricevi in omaggio la tazza "Sei bella come l'antifascismo". Solo su www.peoplepub.it!

Se è vero che il discorso politico è sempre più polarizzato e che gli uomini, soprattutto quelli giovani, sono sempre pi...
08/03/2025

Se è vero che il discorso politico è sempre più polarizzato e che gli uomini, soprattutto quelli giovani, sono sempre più conservatori, è altrettanto vero che il voto femminile si sta spostando sempre più verso posizioni liberali e progressiste. E non è un caso.

Le donne subiscono in prima linea l’offensiva di una destra radicale e reazionaria che vuole smantellare diritti acquisiti e bloccare ogni progresso che metta in discussione vecchi privilegi e strutture di potere, una destra che le vuole relegate al ruolo subalterno di mogli e madri, che vuole esercitare il controllo sui loro corpi e sulle loro scelte riproduttive. Le donne sono più esposte alla precarietà economica, alla disparità salariale, al lavoro di cura non retribuito (e nemmeno riconosciuto), sono le prime a subire le conseguenze di un sistema che penalizza chi deve conciliare carriera e famiglia. Il rischio non è soltanto di non progredire, il rischio è di tornare indietro.

Non si tratta però solo di una reazione a questa avanzata conservatrice e reazionaria, ostile alla libertà femminile (e non solo): è anche una questione di cultura, di emancipazione, di decenni di lotte transfemministe, di consapevolezza di essere parte di un dibattito intersezionale che coinvolge tutte le sfere della loro esistenza.

Abbiamo assistito a questa tendenza nelle recenti elezioni in Germania, dove il partito neo-nazista Alternative für Deutschland ha ottenuto il 24% dei voti maschili, contro il 17% di quelli femminili. Divario che diviene ancora più netto fra le persone giovani: nella fascia 18-24 anni, il 25% degli uomini ha scelto AfD, mentre solo il 14% delle giovani donne ha fatto lo stesso. Nello stesso range di età, la sinistra di Die Linke ha conquistato il 35% dei voti femminili, ma solo il 15% di quelli maschili.
Lo abbiamo visto anche negli Stati Uniti, dove il 55% degli uomini ha votato per Donald Trump, contro il 45% delle donne – percentuale che scende al 40% fra le giovani.

Se le donne si devono occupare di politica (e lo stanno facendo – sempre di più e a voce sempre più alta), la politica si deve occupare delle donne. La linea del menopeggismo a cui stiamo assistendo quasi ovunque è perdente sul lungo termine (e anche sul breve): la sinistra deve smettere di stare sulla difensiva e abbracciare quella radicalità che un’attualità sempre più estrema rende necessaria. Non basta proteggere i diritti già acquisiti, occorre estenderli, spingere per nuove politiche che favoriscano l’occupazione femminile, il welfare, la parità salariale e la conciliazione tra vita privata e professionale. Serve un piano articolato e intersezionale, che non si limiti a incentivi temporanei, ma investa nelle infrastrutture sociali, combatta la violenza di genere, garantisca il diritto alla salute per tutte, promuova la condivisione del lavoro di cura e l’educazione sessuo-affettiva e alle differenze nelle scuole, non escluda alcuna soggettività.

La sinistra riparta dalle donne. Anzi le donne ripartano dalla propria rabbia, dalla propria lotta quotidiana e ne facciano resistenza collettiva, forza trasformatrice. E così rivoluzionino la sinistra. E il mondo.

- Silvia Cavanna per Ossigeno

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I capelli delle persone nere non saranno mai “solo capelli”. E questo libro spiega perché siano così importanti e come p...
08/03/2025

I capelli delle persone nere non saranno mai “solo capelli”. E questo libro spiega perché siano così importanti e come possano incarnare un’allegoria dell’oppressione e, soprattutto, della liberazione.

Emma Dabiri, "Non mi toccare i capelli". Puoi acquistarlo anche nel pacchetto dedicato all' con quattro libri in offerta speciale su www.peoplepub.it/pagina-prodott/pacchetto-8-marzo-25.

Anche quest’anno vi proponiamo un pacchetto speciale dedicato all’8 marzo, con quattro titoli che rappresentano perfetta...
08/03/2025

Anche quest’anno vi proponiamo un pacchetto speciale dedicato all’8 marzo, con quattro titoli che rappresentano perfettamente la nostra causa editrice, dal meglio della saggistica estera dedicata alle libertà civili a libri che utilizzano il mezzo grafico per regalarci un prezioso connubio tra arte e militanza, da romanzi che fondono storie intime per affrontare temi universali a libri che raccontano momenti cruciali della nostra storia dando voce alle protagoniste che hanno contribuito a realizzarli:

Non mi toccare i capelli
Mia madre mi fa impazzire
Disobbedite con generosità
Partigiane

In un’unica soluzione a un prezzo speciale, per un periodo limitato. Puoi acquistarlo su www.peoplepub.it/pagina-prodotto/pacchetto-8-marzo-25

Un gruppo di donne in strada, di notte, con secchi di colla, manifesti e scope: questa cosa può sembrare innocua, ce ne ...
08/03/2025

Un gruppo di donne in strada, di notte, con secchi di colla, manifesti e scope: questa cosa può sembrare innocua, ce ne rendiamo conto.

Ma un gruppo di donne, in strada, di notte, intente a cambiare i connotati della città, è uno dei gesti più eversivi di cui abbiamo esperienza.

E questa eversione dell’ordine simbolico non è passata inosservata a chi, di quello stesso ordine, è guardiano.

Dall'ultimo libro di CHEAP, "Disobbedite con generosità". Fino al 9 marzo puoi acquistarlo nel pacchetto dedicato alla Giornata Internazionale per i diritti delle donne, su www.peoplepub.it/pagina-prodotto/pacchetto-8-marzo-25.

Poster | Joanna Gniady - progetto | la lotta è F**A - ideato e curato da CHEAP - Bologna, Giugno 2020 - PH Michele Lapini

È il 25 giugno 1946, tra poco entreremo a Montecitorio e inizieranno i lavori dell’Assemblea costituente. Sono felice, ...
08/03/2025

È il 25 giugno 1946, tra poco entreremo a Montecitorio e inizieranno i lavori dell’Assemblea costituente. Sono felice, emozionata; mille pensieri, tanti progetti. C’è tanto da fare. Finalmente la pace, la libertà, la democrazia. Ma quanto è costato arrivare fin qui? Ci ho pensato molto in questi giorni. Forse mai come in questi giorni.

Quando è iniziato tutto? Sono nata nel febbraio del 1921, si può dire che ho iniziato a camminare mentre i fascisti marciavano su Roma. Sono cresciuta in una famiglia profondamente antifascista. Mio padre ci raccontava sempre di un acceso diverbio che aveva avuto con Benito Mussolini quando lavorava a Milano per la Società telefonica elettrica ligure-lombarda.

Mussolini, all’epoca direttore del Popolo d’Italia, pretendeva una corsia preferenziale per l’allaccio del telefono, gli era necessaria per avere contatti costanti con Roma. Dopo svariati solleciti si era recato di persona nella sede della società alzando la voce, ma mio padre per tutta risposta lo aveva fatto scappare minacciando di spaccargli la testa con un frammento di granata che teneva sulla scrivania.

Mio padre ha sempre sostenuto che fosse un gran vigliacco e che sarebbero bastate mille persone in Italia realmente decise a cacciarlo che Mussolini non sarebbe rimasto così a lungo.

Quell’episodio, raccontato più e più volte, fu la base dell’antifascismo di noi piccoli. Così come quel pezzo di granata, una sorta di testimonianza della necessità del pacifismo a cui mio padre ci educò. Quel pezzo di ferro mio padre lo conservava per non dimenticare gli orrori della Prima guerra mondiale: era partito come volontario, ma quella terribile esperienza lo aveva trasformato in un convinto pacifista. Per nulla al mondo, ci diceva sempre, avrebbe più partecipato a una guerra.

Un giorno papà mi disse che dovevo recarmi a Nizza per consegnare dei soldi e una lettera a Carlo e Nello Rossell. Non mi sorpresi più di tanto, ed ero orgogliosa della missione che mi era stata affidata. Ero una ragazzina di 16 anni, ufficialmente andavo a perfezionare il mio francese, era la primavera del 1937. Il viaggio di andata fu relativamente tranquillo, quello di ritorno meno. Mi arrestarono.

Quando nell’autunno del 1938 furono emanate le cosiddette leggi razziali, non potetti restare in silenzio. Le conseguenze furono immediate, fui espulsa da tutte le scuole del Regno. Mio padre non si p***e d’animo e mi portò da Piero Calamandrei che mi disse che avrei potuto, nonostante l’espulsione, sostenere gli esami di maturità da privatista.

Alla caduta del fascismo, cominciarono i mesi della lotta di Liberazione, durissima e spietata. Noi Mattei cercammo rifugio, soprattutto per i miei genitori, a Roma. Mio fratello Giancarlo una volta mi disse che uno di noi due non sarebbe sopravvissuto. Aveva ragione.

Io continuai a fare la staffetta. Una volta fui fermata dai tedeschi che si convinsero subito che dovessi essere una partigiana. Fu una notte orribile. Mi picchiarono duramente e in cinque mi violentarono. Quella notte la violenza dei tedeschi l’ho pagata sulla mia pelle di donna. La mattina dopo avrebbero dovuto fucilarmi, ma un repubblichino si impietosì e mi lasciò fuggire.

Ad agosto partecipai alla battaglia per la liberazione di Firenze. Furono momenti di grande gioia. Cominciai a dedicarmi all’impegno politico per la ricostruzione democratica del nostro Paese e neanche dopo il 25 aprile del 1945 mi sono mai fermata. Ho viaggiato tanto e ho lavorato soprattutto per le donne.

I dirigenti del PCI mi hanno voluta a Roma, lo scorso 8 marzo ho fatto adottare la mimosa come simbolo della Giornata dedicata alle donne. E ora eccomi qui. Abbiamo ottenuto che le donne possano votare ed essere elette, non era scontato. Io sono una delle 21 donne elette alla Costituente, la più giovane. Certo siamo ancora poche, ma è un buon inizio.

Penso che mio padre e Gianfranco sarebbero felici di vedermi qui oggi. Mi mancano tantissimo, i loro sogni però saranno con me in questo bellissimo viaggio che stiamo affrontando per un’Italia libera, democratica, in cui non ci dovranno essere più distinzioni di nessun tipo e in cui dovremo lavorare per la pace.

Nell' , la straordinaria storia di Teresa Mattei, raccontata in uno dei cinque libri del pacchetto dedicato all'8 marzo, "Partigiane". Se lo acquisti a soli 35 euro su www.peoplepub.it/pagina-prodotto/pacchetto-8-marzo-25 ricevi automaticamente la tazza "Sei bella come l'antifascismo".

La nostra giornata internazionale dei diritti delle donne, con Anarkikka. Perché ogni vignetta di Anarkikka è una ragion...
08/03/2025

La nostra giornata internazionale dei diritti delle donne, con Anarkikka.

Perché ogni vignetta di Anarkikka è una ragione per l' : quelle furiose per la narrazione tossica e patetica sugli "omicidi per troppo amore", sui "raptus di gelosia", sui femminicidi annunciati. Quelle con le catene da spezzare e le gabbie da spalancare. Quelle sulle vittime di tratta, come un pugno nello stomaco di filo spinato e ferite che sanguinano. Quelle coloratissime e traboccanti di amore delle coppie di mamme innamorate e felici, che ci ricordano che la lotta ha un fine, ed è il diritto di esistere, di contare, di amare, di essere.
Felici, anche.
Soprattutto.
Come se fosse una festa.

"Non chiamatelo raptus" è il suo ultimo libro. Puoi acquistarlo su www.peoplepub.it/pagina-prodotto/non-chiamatelo-raptus

Che l'Unione europea sarebbe stata trascinata in un nuovo conflitto di dimensioni globali sembrava, fino a una manciata ...
07/03/2025

Che l'Unione europea sarebbe stata trascinata in un nuovo conflitto di dimensioni globali sembrava, fino a una manciata di mesi fa, un'ipotesi del tutto assurda, non appartenente allo spettro del reale. Oggi non è così. Se guardiamo al discorso pubblico, alle nuove parole d'ordine, ai posizionamenti, tutto sembra tendere e spingerci con forza in direzione della guerra, quasi fossimo intrappolati in un tunnel e potessimo solo camminare in avanti, sempre più velocemente, per reagire alla follia degli illiberali oligarchi e dei criminali che guidano alcune tra le più grandi potenze mondiali. Scriveva Alex Langer nell'aprile del 1989 - il muro di Berlino era ancora in piedi - che «Fa una gran differenza essere circondati da un clima di esaltazione "eroica" della guerra (come avveniva sotto i regimi fascisti tra le due guerre mondiali in Europa) o da quel "ripudio" della guerra che la Costituzione della Repubblica italiana esprime e che le iniziative pacifiste cercano, da sempre, di incoraggiare e rendere vivo». Fa una grande differenza e fa allo stesso tempo una grande paura la sensazione di sentirsi stretti in quel tunnel, in cui risuonano gli echi di parole che pensavamo
- perlomeno da noi, in Europa - di aver dimenticato. Di questo non smetteremo mai di ringraziare abbastanza Putin (e Trump).

In un editoriale di alcuni giorni fa, pubblicato su Repubblica, Antonio Scurati si chiede che fine abbiano fatto i guerrieri europei: «l'imminente ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, acquisito una volta e per tutte il ripudio di ogni guerra aggressiva, nazionalista, imperialista, - ha scritto Scurati - dovrebbe essere un passaggio cruciale affinché l'Europa ritrovi lo spirito combattivo e, con esso, il senso della lotta. Fummo allora, noi europei d'occidente, per l'ultima volta guerrieri. La Resistenza antifascista ci ricorda perché ripudiammo la guerra ma ci insegna anche le ragioni per prepararci, se necessario, a combatterla». La guerra è inevitabile, è letteralmente dietro l'angolo, sembra volerci dire Scurati, e quindi formiamo nuovi coraggiosi guerrieri da mandare al fronte.

Eppure, se c’è una cosa che ci ricorda la Resistenza antifascista – oltre che il sacrosanto tentativo di cancellare la guerra dalla Storia – è proprio che la guerra dei campi di battaglia e degli scontri frontali tra eserciti non esiste più da un pezzo, soppiantata dal dominio dell’aria e dal terrore, che si traducono nel coinvolgimento di massa dei civili attraverso il bombardamento delle città. Non basteranno i guerrieri coraggiosi.

Negli stessi giorni veniva annunciato un massiccio piano di riarmo dei singoli stati europei, che dovrebbe arrivare a cubare 800 miliardi di euro nell’arco di quattro anni. Se ci rifacciamo ai conti dell’Istituto internazionale per gli studi strategici – corretti dall’Osservatorio pubblico dei conti italiani di Cottarelli – scopriamo che i paesi Ue spendono circa il 18% in più in difesa della Russia. Nel 2024, la spesa dei 27 Paesi dell’Unione per il settore della difesa è stata stimata in 326 miliardi (1,9% del PIL), valore che fino a metà degli anni ’10 di questo secolo si attestava attorno ai 150 miliardi l’anno. Negli ultimi dieci anni la crescita è della spesa dei paesi europei nella difesa è stata esponenziale, ma comunque imparagonabile all’accelerazione che darebbe questo nuovo piano di investimenti. Un piano che – è necessario sottolinearlo – riguarda in larghissima parte i sistemi di difesa dei singoli stati. Siamo sicuri che, in un continente in cui l’estrema destra più nazionalista degli ultimi ottant’anni sta crescendo a dismisura, riarmare i singoli stati sia la scelta migliore? Se ci rifacciamo all’ultima tornata elettorale, non si può non ricordare che Alternative für Deutschland ha ottenuto il 20% dei consensi, diventando il secondo partito più votato in Germania. Se fosse il partito più votato tra cinque anni, al termine del piano di riarmo, ci sentiremmo davvero così sicuri in Europa? E se lo fosse il Front National in Francia, il partito più votato, giusto per rimanere nel cuore dell’Europa?

Il destino beffardo ha voluto che la proposta di riarmo coincidesse con il lancio di una mobilitazione di piazza “per l’Europa”, nata in risposta all’indecente trattamento riservato da Trump e Vance a Zelensky. La rivendicazione è più che giusta, se si tratta di avere un’Unione europea più forte, più autonoma, capace di garantire pace e diritti – sociali e civili -, di superare gli opposti nazionalismi. L’Europa di Ventotene, dicono taluni. Se si tratta di sostenere un piano di grandi e piccoli riarmi nazionali permetteteci, invece, di dissentire. E di dissentire rispetto all’equazione che vede crescere la credibilità europea al crescere degli armamenti dei paesi che la compongono. Un’equazione sbagliata e pericolosa, capace di innescare dilemmi della sicurezza “multipli”, interni ed esterni all’Unione. L’Unione sarebbe più credibile – e più utile a tutte e tutti noi – riarmando i propri (relativamente) piccoli eserciti nazionali o trovando una reale unità nell’esprimere la propria politica estera e di difesa?

Nuto Revelli, nel suo “La guerra dei poveri”, scriveva che «”Fare politica” vuol dire combattere su un piano di rigorismo morale, di volontario sacrificio, guardando al domani senza guerre: vuol dire fare la guerra ai tedeschi e ai fascisti per un mondo nuovo, il mondo di questa gente, contadini, operai, montanari». Se fascisti e nazisti non ce li siamo sicuramente tolti di mezzo, il tentativo di guardare al “domani senza guerre” non è ancora fallito.

- Stefano Catone per Ossigeno

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