26/02/2025
IL CALDERONE DEI SOCIAL
Nel 2008-2009, mentre i social erano visti come un passatempo, io li consideravo già il futuro della vendita. Essendo DJ e promoter, li integravo nei miei pacchetti: gestione social, grafica, DJ set, impianti… tutto incluso.
Un’idea che allora sembrava strana, ma che per me aveva un senso perfetto. Poi, con il mio gruppo, abbiamo avuto un’intuizione incredibile: trasmettere DJ set live sui social. Li caricavamo su un sito (di cui ormai ho perso il nome) e condividevamo il link su Facebook.
La gente ne era affascinata, ma sembrava una trovata da fantascienza, troppo avanti per quel momento. Nessuno ci ha creduto davvero. Poi è arrivata Boiler Room. Loro ci hanno investito, l’hanno fatto crescere e boom! Un fenomeno globale. Noi? Rimasti a guardare, con quel classico pensiero: “Ma lo avevamo pensato noi!.
Nonostante tutto, non ho mollato. Anzi, mi sono appassionato ancora di più al mondo dei social. Mi chiamavano “il martellatore di Facebook” perché, quando avevo un flyer di un evento, non lasciavo in pace nessuno. C’era chi si lamentava, chi si arrabbiava, ma io sapevo che i social avevano un potenziale enorme.
E ora, dopo tanti anni, sono ancora qui. Studio, mi formo, cerco ogni giorno di capire meglio come far funzionare i social per i brand. Ho seguito piattaforme come Learnn (Luca Mastella), mi sono appassionato di fotografia con i corsi di Simone Poletti su fotografiaprofessionale.it. Ho scoperto Marco Onorato e il team di Marketing Espresso, seguo i loro corsi e presto mi iscriverò alla loro piattaforma. Veronica Gentili? Solo workshop, per ora, ma che professionista. Photoshop? Ne ho fatti talmente tanti che ho perso il conto.
Eppure, c’è una cosa che nessun corso ti insegna: come venderti sui social. O ce l’hai dentro, oppure niente. Puoi studiare quanto vuoi, ma se non sai proporti e distinguerti, rischi solo di essere uno dei tanti.
Oggi i social sono diventati un enorme calderone, quasi un imbuto di funnel, dove ognuno si colloca a un livello: In fondo al calderone:
gli improvvisati. Quelli che si lanciano con prezzi ridicoli sperando di fare numeri. A metà strada: quelli un po’ più bravi, che criticano gli improvvisati ma alla fine guadagnano poco di più.
A bordo calderone: quelli che lavorano bene, guadagnano, ma senza distinguersi davvero. Raccontano le stesse cose, ripetono gli stessi concetti.
E poi ci sono i veri professionisti. Quelli seri, preparati, che sanno cosa fanno. Li ho visti, li ho studiati nei corsi… e sono bravi, davvero bravi.
Ed ecco la domanda da un milione di dollari: conviene ancora stare sui social nel modo in cui ci stanno tutti? O rischiamo solo di finire nel calderone? Non lo dico per criticare, ma perché questa è la realtà: tutti copiano tutti. Oggi mi trovo a un bivio e voglio essere chiaro: non sono migliore di nessuno. Ma ha senso buttarsi nella mischia e fare la fine di tutti gli altri? Non lo so.
Molti leggeranno questo post con un sorrisetto, alcuni criticheranno. Ma io, piuttosto che perdere la mia identità e i sacrifici che sto facendo, preferisco avere meno clienti, ma seguirli davvero bene.
Ah, dimenticavo: inutile controllare, ve lo dico io. Il testo è scritto con ChatGPT.