17/09/2024
**Una caldaia, una newsletter e una crisi adolescenziale**
La caldaia consigliano di cambiarla ogni dieci/quindici anni. Così come il frigorifero, la lavastoviglie, la lavatrice... Dieci/quindici anni, quando va bene, è in effetti l’aspettativa vita di gran parte degli elettrodomestici odierni, per quella storia della “obsolescenza programmata” di cui ci lamentiamo — attraversando rapidamente le cinque fasi del lutto — quando i nostri apparecchi, a un certo punto, smettono di funzionare. Frizzifrizzi quella soglia l’ha superata già da un po’: siamo quasi al diciottesimo anno. Quindi, idealmente, a un passo dalla maturità.
Sarà la crisi esistenziale dell’adolescenza (e quella di Frizzifrizzi, curiosamente, sembra ricalcare le orme della biografia di chi vi scrive: alla medesima età ho avuto la prima delle molte che mi sono trovato ad affrontare); sarà il sotterraneo terrore per quella “obsolescenza” che, prima o poi, seppur con qualche eccezione, trascina i progetti di lungo corso nella palude dell’abitudine e dell’irrilevanza; sarà la ormai disumana rapidità con cui sta cambiando il panorama della produzione e del consumo di contenuti. Fatto sta che, con la maturità che già bussa alla porta, e al netto dei cambiamenti che Frizzifrizzi ha attraversato negli anni, si è improvvisamente affacciata una prospettiva nuova — un pensiero; un’idea che il me stesso diciassettenne avrebbe sicuramente approvato: cambiare le carte in tavola; alleggerirsi; buttare alle ortiche le abitudini; non badare alle aspettative.
Sophie Taeuber-Arp, “Circular Image in Motion”, 1933 (fonte: artvee.com)
Da quando abbiamo lanciato la nostra newsletter settimanale, qualche anno fa, le modalità di fruizione di Frizzifrizzi hanno iniziato a mutare radicalmente. Oggi gran parte del nostro traffico proviene da lì, dalla “lettera del sabato” che raccoglie quanto pubblicato sul sito in settimana. E nel formato newsletter — che, in generale, sta vivendo un periodo d’oro e di grande fermento nel mondo della comunicazione — abbiamo ritrovato qualche eco dello spirito degli inizi, dei blog, della modalità un po’ più “a tu per tu” che, nel tempo, sul sito si è andata perdendo, virando verso una patina di istituzionalità che non sentiamo del tutto affine.
Abbiamo quindi deciso di ripartire da lì, dalla newsletter, lasciando (temporaneamente, poi staremo a vedere) da parte il sito, che rimarrà come archivio.
Non ci sarà più soltanto l’uscita settimanale: pubblicheremo più spesso, alternando post che raccoglieranno diverse segnalazioni (mostre, libri, archivi, ecc.) a post più lunghi con approfondimenti o interviste. Questi ultimi — ve lo diciamo chiaramente fin da ora — diventeranno probabilmente “contenuti premium” ai quali accedere su abbonamento: ciò ci darebbe modo di investire con più agilità e tranquillità su ulteriori contenuti.
C’è anche qualche altra idea in cantiere, ma di questo parleremo a tempo debito. Per ora, comunque, tutto gratis, come al solito.
Con un gran batticuore — frutto di tanta eccitazione e un pizzico di agitazione — vi saluto e vi ringrazio tutte e tutti per averci seguiti fin qui, e per accompagnarci (spero!) in questa nuova, più leggera e tutt’altro che matura reincarnazione.
Simone Sbarbati
Direttore
[Nell'immagine: Sophie Taeuber-Arp, “Circular Image in Motion”, 1933 (fonte: artvee.com)]