Si... esatto... siamo noi gli originali, Fausto Lupetti Editore è un progetto nato per dare risposte alle grandi trasformazioni di pensiero e di cultura nella comunicazione.
Il futuro poggia solidamente su una esperienza editoriale che iniziò nel 1984 quando la Fausto Lupetti Editore per prima in Italia ha affrontato i temi della comunicazione come cultura e non solo come espressione professionale. Oggi siamo a Bologna e Milano e Mantova coinvolti nel nuovo inevitabile approdo dell’editoria nell'era digitale.
La casa editrice compie 36 anni da quando iniziò la sua avventura. Se pensiamo alla risposta più chiara che si possa dare alla domanda complicata: “chi è un editore?” Rispondiamo “un editore è i libri che ha pubblicato” loro dicono tutto di lui. Non servono altre spiegazioni.
Roberto Calasso aggiunge ne “L’impronta dell’editore” che ogni editore costruisce, titolo dopo titolo, un unico libro della sua vita senza aver mai scritto.
Erich Lindner, il più grande agente letterario europeo, con una metafora dice che ogni libro pubblicato per un editore è come se piantasse un albero, poi con il tempo, guardando dall’alto, si accorge di aver dato forma ad una foresta.
Abbiamo pubblicato più di 1000 titoli e realizzato per voi la “foresta” mentre continuiamo a parlare la lingua originaria dell’indipendenza, della scoperta e della curiosità intellettuale, della qualità del libro.
L’inizio è con i piedi: dopo aver giocato a calcio nelle file dei giovani del Venezia, sono apprendista scenografo al Piccolo Teatro, sono gli anni in cui va in scena Bertold Brecht . Il '68 mi coinvolge: scrivo sulla Rivista "Città Futura" e ne fondo un’altra sostenuta da Giangiacomo Feltrinelli. Mio il saggio nella rivista “Che fare” sulla polemica fra Vittorini e Togliatti sul rapporto politica-cultura nel Politecnico e sulla "Svolta di Salerno" in collaborazione con lo storico Nino Recupero docente di Storia moderna prima a Catania e Milano. Successivamente sono all'Ansa, divento giornalista pubblicista, collaboro con Biagio Longo e Bruna Miorelli agli esordi di Radio Popolare e poi direttore delle riviste "Pubblicità Domani" e "Strategia" le più importanti nell’area professionale della pubblicità italiana. Fondo la Rivista “Comunicare”; divento Tecnico Pubblicitario Professionista. Non abbandono gli studi, scrivo sulle Riviste "Alfabeta" e "La Gola" edite da Gianni Sassi e tra le più importanti nel panorama culturale italiano. Sono chiamato a conferenze sui temi della comunicazione: alla Casa della Cultura di Milano e nelle Università. Antonio Porta uno dei maggiori poeti italiani, direttore editoriale della Mondadori e della Bompiani mi insegna la professione dell'editore.
Il “battesimo editoriale” avviene nel 1984 l’idea della casa editrice Fausto Lupetti è nata a Venezia quando incontrai e conobbi Jacques Séguéla in occasione di una festa della sua agenzia la Roux Séguéla Cayzac Goudard (RSCG). Dissi a Sèguèla che volevo pubblicare il suo libro in Italia, lui mi fece avere i diritti e le librerie Feltrinelli hanno messo “Hollywood lava più bianco” sul banco della cassa.
Nessun editore in Italia pubblicava libri nell’area culturale e professionale della comunicazione mentre in Francia un pubblicitario come Séguéla, autore della campagna "La force tranquille” che portò all’Eliseo Mitterrand, aveva appena pubblicato con successo “Hollywood lava più bianco” con Flammarion.
Perché in altri paesi si pubblicavano dei libri e da noi solo riviste di settore? La mia risposta fu che la comunicazione in Italia era erroneamente considerata una forma di sottocultura perché forte era il travisamento sulla società dominata dalla mercificazione e serialità voluta dall’industria culturale. Mi convinse il concetto, dimostratosi vero, che paragonava il ruolo e la centralità della comunicazione a quello dell’ industria pesante nell’economia e nella società nel XIX secolo. Ero inoltre convinto che la comunicazione fosse un grande strumento di socialità, di generalizzazione delle esperienze. Decisi di esordire con Séguéla ma anche con Han Magnus Enzensberger “ Per non morire di televisione” e poi Mattelart “Storia delle teorie della comunicazione” ma anche “Il Futurismo e la pubblicità “ di Claudia Salaris curato da Antonio Porta un libro che al di là del suo valore intrinseco gettava per la prima volta lo sguardo sull’importanza che hanno avuto nell’ arte italiana “i pittori delle merci” da Depero fino al genio creativo di Armando Testa.
Come casa editrice siamo arrivati all’appuntamento con la fase in cui il vecchio marketing si è dissolto nella comunicazione. Gli anni ‘80 sono stati gli anni “del sogno delle merci” la Fausto Lupetti Editore ha interpretato questa fase ed è diventato un brand con una identità forte. Ho sempre lavorato nella convinzione che la passione, le idee, le intuizioni dell’editore dovessero trasformarsi in reputazione, in un patto con le persone per dare più garanzie ai lettori e anche agli autori perché le loro idee possano diffondersi. Per questo ho sempre considerato che il cinquanta per cento del mestiere dell’editore fosse occuparsi della distribuzione e debbo dire che l’approdo iniziale con Messaggerie fin dai tempi del grande Luciano Mauri in fondo ci ha aiutato.
Per il futuro penso che il design in tutte le sue molteplici declinazioni possa svolgere lo stesso ruolo che ha avuto la pubblicità negli anni ’80. La mia idea è lavorare su questo. Il design avvolge le merci, i prodotti, le cose nuove, con un pensiero necessariamente globale, culturale e al tempo stesso fisico, materiale, comunicativo e il suo linguaggio è universale.
Penso che il cambiamento portato dall’era digitale sia epocale, oggi ogni trasformazione sociale è impossibile senza una conoscenza del modo in cui si utilizzano e funzionano i media digitali. Il digitale è un ambiente che ha conseguenze personali, politiche, economiche, estetiche, etiche e sociali, vuol dire che le cose possibili da fare non sono nell’esperienza del passato, quindi i giovani che vogliono occuparsi di editoria debbono reinventarsi una nuova editoria dove l’innovazione è rielaborazione di contenuti e valori. A mio parere il clima in cui faranno nuova editoria è questo: la sintesi tra i sogni più utopici, libertari, egualitari e ultrademocratici della rete e l’economia, come si volesse conciliare la più grande libertà con i sistemi cinici dei mercati. Si tratta di un paradigma che merita di essere osservato da vicino per le sue ricadute sul futuro dell‘editoria.
Ho seguito la direzione editoriale di titoli e di autori come: Jean Baudrillard, H.M. Enzensberger, Eleonora Fiorani, Alberto Abruzzese, Antonio Porta, Vanni Codeluppi, Laura Minestroni, Ugo Volli, Andrea Semprini, Roberto Grandi, Omar Calabrese, Oreste del Buono, Claudia Salaris, Armand Mattelart, Enzo Lo Giudice, Arnaldo Pomodoro, Renato Barilli.
Nel campo della pubblicità: David Ogilvy, Bill Bernbach, Rosser Reeves, Barry Day, Jerry della Femina, Emanuele Pirella, Fritz Tschirren, Pasquale Barella, Lorenzo Marini, Armando Testa, Maurizo Fusi, Silvio Dolci, Salvo Scibilia, Ambrogio Borsani, Attilio Consonni, Gianni Cottardo e ora con molti nuovi protagonisti italiani.
Nel campo del design: Gillo Dorfles, Andrea Rauch, Marcello Minale, Antonio Romano, Fulvio Caldarelli, Pier Paolo Pitacco, Elio Carmi, Gaetano Grizzanti, Carlo Branzaglia, Pino Grimaldi, e molti altri autori fra i maggiori specialisti della comunicazione italiana e internazionale.
Nel campo della narrativa: Raffele Mangano, Lorenzo Marini, Diego Cugia di Sant’Orsola, Pasquale Barbella, Alessandra Appiano, Marco Vajani, Roberto Marchesini, Fausto Pasotti, Andrea Ballarini, Gilberto Filippetti, Lele Panzeri, Roberto Spingardi, Laura Minestroni, Claudio Merini e in collaborazione con l’Editore e amico Piero Manni una una collana con testi di: Franco Fortini, Paolo Volponi, Tommaso Ottonieri , Italo Svevo, Romano Bilenchi , Silvio Guarneri.