Mosaico di Pace

Mosaico di Pace Rivista mensile promossa da Pax Christi e fondata da don Tonino Bello. Direttore: ALEX ZANOTELLI
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Mosaico dei giorniLe vittime dei silenzi27 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioDi fronte al genocidio che ricordiamo oggi, le ...
27/01/2025

Mosaico dei giorni
Le vittime dei silenzi
27 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Di fronte al genocidio che ricordiamo oggi, le colpe non furono tutte ed esclusivamente delle persecuzioni antisemite (e non solo) ordinate da Hi**er e dalle leggi razziali fasciste. Ci furono coscienze plagiate dalla propaganda e altre che preferirono chiudere gli occhi, tacere, voltarsi dall'altra parte. La storia oggi ci riporta a galla i gesti eroici di chi, anche a costo della propria vita, accolse, alzò la voce, dissentì, disobbedì. Ma non dimentichiamo i racconti dei sopravvissuti che riferiscono dolorosamente di quante porte si sono chiuse in faccia. Per non parlare di chi ha scelto deliberatamente di fare la spia per ottenere qualche piccolo privilegio o uno scatto di carriera o semplicemente per ingraziarsi il capo. Qualsiasi regime, qualsiasi tragedia, qualsiasi ingiustizia non può fare a meno del consenso dei più. Quando diciamo che la celebrazione della Giornata della memoria serve a sottrarre la possibilità di riscrivere pagine tragiche come quelle della Shoah, intendiamo riferirci a questa f***a rete di collaborazioni silenziose che uniscono collaborazioni codarde a silenzi impauriti e complicità bianche. È questa folla senza nomi e senza storia che consente le stragi e i genocidi.

Di fronte al genocidio che ricordiamo oggi, le colpe non furono tutte ed esclusivamente delle persecuzioni antisemite (e non solo) ordinate da Hi**er e dalle leggi razziali fasciste.

Mosaico dei giorniSu quale Bibbia ha giurato Trump?24 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioLe cronache ci hanno riferito che pe...
24/01/2025

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Su quale Bibbia ha giurato Trump?
24 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Le cronache ci hanno riferito che per l'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America non è bastata una Bibbia per il giuramento, ce ne sono volute ben due! La prima è quella usata da Abraham Lincoln nel 1861 e la seconda quella che sua madre gli aveva regalato nel 1955. Ora siamo autorizzati a chiederci quale dei primi provvedimenti adottati dal presidente è ispirato alla Bibbia su cui ha giurato? La Bibbia che conosciamo parla di inclusività e universalismo e si spinge fino all'amore del nemico. La Bibbia pratica l'accoglienza dello straniero e la solidarietà definendola ca**tà. La Bibbia chiede di costruire la pace. Mi sorge il sospetto che non è la Bibbia che cambia ma il modo di interpretarla, ovvero l'uso strumentale cui viene sottoposto Dio per ridurlo a sgabello o a zeppa dei propri disegni e dei propri interessi. È la tentazione di volere Dio dalla propria parte che è stata ricorrente e nefasta nella storia dai crociati ai nazisti fino a Netanyahu e Ben-Gvir, a Putin e Kirill, Modi in India, Hamas, Hezbollah e gli ayatollah iraniani. "Tutti si sentono autorizzati ad avere Dio dalla propria parte" – dice Vito Mancuso. Tutti si sentono "unti" del Signore e questo è un pericolo grande che le chiese e le fedi sono chiamate a delegittimare con tutta la voce che hanno in gola.

Le cronache ci hanno riferito che per l'insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America non è bastata una Bibbia per il giuramento, ce ne sono volute ben due!

Mosaico dei giorniSolo un sogno23 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioCedo volentieri la parola a don Mattia Ferrari sottoscri...
23/01/2025

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Solo un sogno
23 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Cedo volentieri la parola a don Mattia Ferrari sottoscrivendo la sua considerazione sull'abolizione dello ius soli negli Usa come ha scritto in un articolo apparso ieri 22 gennaio 2025 su La Stampa.

Del tanto detto e fatto da Donald Trump nel giorno dell'insediamento, nulla mi ha colpito più della firma apposta al decreto di abolizione dello ius soli, la legge che consegna la cittadinanza americana a chi nasca sul suolo d'America. Nulla, del tanto detto e fatto da Donald Trump, introduce la nuova America quanto quella firma, perché è un tratto di penna che cancella il senso profondo dell'amore mio e di tanti per un paese a cui si poteva e si doveva rimproverare molto – le bombe atomiche, lo schiavismo, lo sterminio dei nativi – ma restava pur sempre l'unica nazione al mondo nata non in nome di una razza, non in nome del sangue, non in nome del potere, non in nome di una religione, ma in nome di un'idea, mille volte tradita, sempre inseguita: l'accoglienza di chiunque fosse in fuga da una persecuzione per questioni di razza, di sangue, di potere, di religione, chiunque fuggisse dalla guerra, chiunque fuggisse dalla fame. Chiunque poteva arrivare in America, vivere liberamente, inseguire il suo sogno.

Cedo volentieri la parola a don Mattia Ferrari sottoscrivendo la sua considerazione sull'abolizione dello ius soli negli Usa come ha scritto in un articolo apparso ieri 22 gennaio 2025 su La Stampa.

Mosaico dei giorniLa detenzione amministrativa in Israele22 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioMentre gioiamo per la liberazi...
22/01/2025

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La detenzione amministrativa in Israele
22 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Mentre gioiamo per la liberazione dei primi ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023, dovremmo esprimere la stessa soddisfazione per i detenuti palestinesi liberati. Non è vero – come dicono le fakenews – che tra questi vi siano dei pericolosi terroristi. Si tratta soprattutto di "detenuti e detenute amministrativi". Non tutti sanno che in Israele vige la norma secondo la quale una persona può essere arrestata in assenza di un mandato motivato, non solo in fragranza di un reato ma anche a seguito di forti sospetti sulla sua condotta o di essersi resi colpevoli di fatti vincolati da segreto. La detenzione non può durare più di sei mesi ma può essere rinnovata a tempo indefinito. Durante questo tipo di detenzione può accadere che non siano permesse le comunicazioni né con i legali, né con i familiari. Si calcola che siano almeno 10.000 le persone che attualmente vivano questa condizione e, tra le 69 donne e i 21 minori palestinesi liberati in questi giorni ce ne sono diversi. C'è ad esempio Khalid Jarrar, deputata del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP), ed esponente del movimento femminista palestinese che per molto tempo è stata attiva anche in ambito di diritto internazionale. Non si è mai macchiata di crimini ma è stata arrestata molte volte con l'accusa di terrorismo.

Mentre gioiamo per la liberazione dei primi ostaggi israeliani rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023, dovremmo esprimere la stessa soddisfazione per i detenuti palestinesi liberati.

Mosaico dei giorniTrump la speranza che si converta21 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioL'augurio di Papa Francesco a Trump ...
21/01/2025

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Trump la speranza che si converta
21 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

L'augurio di Papa Francesco a Trump nel giorno del suo insediamento come presidente Usa non è un retorico esercizio di diplomazia edulcorata quanto la franchezza con cui ci si deve parlare da uomo a uomo. "Ispirato dagli ideali della Nazione, terra di opportunità e di accoglienza per tutti, – scrive Bergoglio – spero che sotto la Sua guida il popolo americano prosperi e si impegni sempre nella costruzione di una società più giusta, in cui non ci sia spazio per l'odio, la discriminazione o l'esclusione". È interessante che il Papa non fondi questo auspicio nel Vangelo cui un presidente non sarebbe tenuto a ispirarsi ma sugli "ideali della Nazione", ovvero sulla sua tradizione anche al di là delle appartenenze dei presidenti a una delle due famiglie politiche. E rispetto alla guerra e alla pace scrive: "chiedo a Dio di guidare i Suoi sforzi nella promozione della pace e della riconciliazione tra i popoli". Finora sembrerebbe che l'azione politica di Donald Trump si indirizzi in tutt'altra direzione ma noi, "pellegrini di speranza" insieme al Papa, non smettiamo di sperare in una conversione. Tutta la terra ne ha sete.

L'augurio di Papa Francesco a Trump nel giorno del suo insediamento come presidente Usa non è un retorico esercizio di diplomazia edulcorata quanto la franchezza con cui ci si deve parlare da uomo a uomo.

20/01/2025

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La pace è meglio
20 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

È vero che il Likud ribadisce che non si tratta della fine delle operazioni di guerra e che l'accordo firmato non è la pace, ma l'esultanza degli abitanti della Striscia nelle strade, la consegna delle tre donne-ostaggio alle rispettive famiglie, la fila dei camion al varco di Rafah, la liberazione dei prigionieri palestinesi… danno corpo alla speranza. Anche gli abitanti di Israele comprendono che in pace si vive meglio che in guerra. È del tutto evidente. La scommessa è che i fanatici di entrambi i fronti si persuadano che le loro rispettive cause si possono (e si devono) raggiungere con la forza del dialogo e non con quella della violenza. Ciascuno comprende che la sofferenza inflitta non ha risolto nulla ma solo reso tutto molto più complicato e doloroso. Quelli del 7 ottobre sono consapevoli d'aver acceso una miccia esplosiva e aver generato solo dolore e quelli che negli ultimi 480 giorni si sono adoperati a pianificare e realizzare solo distruzione e morte, ora sanno che i combattenti di Hamas sono ancora in forze e che questo tempo è servito solo a piantare tanti semi di vendette e violenza per il futuro. Per queste ragioni il varco di rispetto aperto ieri è una scialuppa di umanità. Nello stesso cantiere navale ora bisogna ultimare la costruzione del piroscafo della pace.

https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/mosaico-dei-giorni/4863-la-pace-e-meglio

17/01/2025

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La sproporzione di Di Segni
17 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Oggi nelle chiese d'Italia si celebra la Giornata del dialogo ebraico-cristiano che ieri è stato in qualche modo anticipato da un importante incontro organizzato dalla Diocesi di Roma. A segnare il dibattito è stato l'intervento di Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. "Sembra che la Chiesa, o almeno una sua parte, stia cedendo di nuovo alla tentazione di tagliare i ponti con l'ebraismo. Con l'appoggio di una sua parte, peraltro autorevole, Israele è tornato sul banco degli imputati", ha affermato Di Segni nel suo intervento. E poi ha proseguito rincarando la dose su Papa Francesco: "A proposito del conflitto israeliano-palestinese si è espresso parlando di 'sproporzione' riferendosi alla reazione israeliana. La vera sproporzione è un'altra. A confronto con altri eventi ben più tragici, l'attenzione mediatica si è concentrata su quei fatti". Papa Francesco non ha bisogno di avvocati difensori che spieghino le sue prese di posizione ma lasciate che dica che non solo credo nella sproporzione dell'intervento ma che l'attenzione mediatica non ha potuto far conto di inviati e corrispondenti dalla Striscia di Gaza ai quali è stato impedito di documentare al meglio quanto successo negli ultimi 468 giorni. Altro che "sproporzione mediatica"! In ogni caso questa distanza di valutazione sulle più di 46.000 vittime in quell'angolo di mondo e per le condizioni estreme in cui versa la popolazione che la abita, non deve far ve**re meno il desiderio del confronto e del dialogo.

https://www.mosaicodipace.it/index.php/rubriche-e-iniziative/rubriche/mosaico-dei-giorni/4862-la-sproporzione-di-di-segni

Mosaico dei giorniSiamo tutti ostaggi16 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioUn'etimologia germanica e longobarda dice che la p...
16/01/2025

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Siamo tutti ostaggi
16 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Un'etimologia germanica e longobarda dice che la parola tregua indica un patto che dà origine a una sospensione dei combattimenti. Che la tregua riguardi sempre e soltanto i due belligeranti non è affatto vero. Credo che non v'è persona al mondo che non veda l'ora di ti**re il più classico dei sospiri di sollievo insieme alle centinaia di migliaia di persone che nella Striscia di Gaza hanno vissuto 476 giorni sotto la minaccia quotidiana di essere bombardati, di morire per una malattia non curabile o per fame o per inedia. Per non parlare di prigionieri e ostaggi da una parte e dall'altra. Sì, a guardar bene, siamo stati tutte e tutti in guerra perché tutte e tutti minacciati da una cultura di ritorno dell'odio e della violenza con tanto di ceralacca della legittimazione. Siamo tutti ostaggi di chi dice che questo era il prezzo da pagare per rendere il mondo più sicuro e più giusto. E oggi, noi ostaggi, in attesa d'essere riconsegnati alla vita, vittime e carnefici, se un barlume di onestà ancora ci resta, siamo costretti ad ammettere che il mondo è oggi più insicuro di ieri e che in questi 476 giorni un futuro incerto e violento ha affondato di più le sue radici. Tutto questo serve a comprendere l'ubriacatura della tregua ma anche a promettersi gli uni gli altri di lavorare s**o per tentare di sradicare le radici del male da quella Terra santa.

Tregua nella Striscia di Gaza

Mosaico dei giorniNoi non archiviamo14 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioSull'esempio di Mario, nemmeno noi dobbiamo arrende...
14/01/2025

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Noi non archiviamo
14 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Sull'esempio di Mario, nemmeno noi dobbiamo arrenderci. Se qualcuno spera il contrario, sappia che noi non possiamo arrenderci e non archiviamo. Ricordate Mario Paciolla, il cooperante italiano che lavorava con le Nazioni Unite in Colombia e "fu suicidato" perché sapeva troppo e voleva anche fare verità su corruzione, violenze e soprusi di istituzioni importanti sulla pelle della povera gente? Ebbene oggi era fissata l'udienza per decidere sull'archiviazione della sua vicenda e il Tribunale ha deciso di rinviare. E noi speriamo che il rinvio proceda verso la volontà di approfondire indagini e segmenti di fatti e non verso un rassegnato abbandono di quei faldoni alla polvere degli archivi giudiziari. Se chiediamo di proseguire nelle indagini non è per aiutare l'elaborazione del lutto di due genitori indomiti e di un'intera famiglia, quanto per ridare speranza alla giustizia e al processo di pace di quel Paese lontano e poter continuare a dire che un altro mondo è possibile, anzi necessario. Non lo facciamo nemmeno per onorare semplicemente la memoria di un giovane che abbiamo imparato ad amare ma per consegnare ai più giovani un mondo più pulito. Ovvero più giusto.

Ricordate Mario Paciolla, il cooperante italiano che lavorava con le Nazioni Unite in Colombia e "fu suicidato" perché sapeva troppo e voleva anche fare verità su corruzione, violenze e soprusi di istituzioni importanti sulla pelle della povera gente?

Mosaico dei giorniFarzaneh13 gennaio 2025 - Tonio Dell'OlioDice Cecilia Sala che è stata dura vivere l'abbraccio di addi...
13/01/2025

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Farzaneh
13 gennaio 2025 - Tonio Dell'Olio

Dice Cecilia Sala che è stata dura vivere l'abbraccio di addio con Farzaneh, la sua compagna di cella iraniana che era stata rinchiusa in quello stesso buco nero della prigione di Evin. Lei libera e l'altra, le altre, ancora in galera e chissà per quanto tempo. Se è inevitabile che la giornalista italiana senta il peso di un senso di colpa enorme nei confronti di colei con cui ha condiviso la sorte pesante in quei giorni, anche ciascuna/o di noi dovrebbe avere il pensiero in quella stanza misera, degradante, buia e senza letti. A tutte le altre che ingiustamente soffrono le catene della solitudine e sono calpestate nella dignità. Donne, vita e libertà, Farzaneh non è rinchiusa in quella prigione con l'accusa d'aver commesso un grave crimine ma semplicemente per aver gridato ad alta voce la sete di libertà di un'intera generazione che vuole vedersi riconosciuti i diritti sanciti dalla comunità internazionale. Anche da noi. Per questo non possiamo abbandonarla.

Dice Cecilia Sala che è stata dura vivere l'abbraccio di addio con Farzaneh, la sua compagna di cella iraniana che era stata rinchiusa in quello stesso buco nero della prigione di Evin.

Mosaico di pace - Gennaio 2025 E'  disponibile, nel sito di Mosaico di pace, il numero di gennaio 2025, interamente dedi...
23/12/2024

Mosaico di pace - Gennaio 2025
E' disponibile, nel sito di Mosaico di pace, il numero di gennaio 2025, interamente dedicato al tema della Giornata mondiale della Pace: “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”.
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Mosaico dei giorniLo spot della Nato21 dicembre 2024 - Tonio Dell'OlioGeneralmente si fa circolare un messaggio pubblici...
21/12/2024

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Lo spot della Nato
21 dicembre 2024 - Tonio Dell'Olio
Generalmente si fa circolare un messaggio pubblicitario, uno spot, per incentivare le vendite, per promuovere un prodotto, far conoscere un bene di consumo. In questi giorni circola uno spot della Nato in cui un padre regala un modellino di aereo da combattimento a sua figlia la quale da grande diventa pilota di aerei da guerra per l’orgoglio del padre.
Il claim tradotto in italiano recita: “Ti difendiamo ogni giorno da 75 anni. Auguri di buone feste da tutti noi della Nato”. Segue l’immagine conclusiva col logo dell’organizzazione decorato con p***e da albero di Natale. Mi chiedo perché la Nato ha bisogno di produrre e diffondere uno spot dal momento che i suoi “prodotti” non si comprano al supermercato? Forse ha necessità di rafforzare l’opinione in suo favore? Ha bisogno di promuovere e diffondere un’immagine positiva di sé? Dal momento che si chiede di superare il 2% del Pil (il f***e degli Usa parla di 5%!) per la spesa in difesa e armamenti, ha bisogno di raccogliere consenso? Se la Nato sente il bisogno di promuoversi con uno spot forse è perché avverte che è calato il consenso tra le cittadine e i cittadini degli Stati membri o vuole in ogni caso aumentarlo. Naturalmente gli aerei di guerra del siparietto pubblicitario si limitano a sorvolare una zona. Metti che poi la bambina comprenda che il modellino regalatole serve a infliggere morte e distruzione? Ma soprattutto che ci azzecca con la festa che celebra la nascita di Gesù Cristo?

Lo spot pubblicitario della Nato: quale educazione alla pace?

Mosaico dei giorniGesù di Nazareth secondo Maggiani20 dicembre 2024 - Tonio Dell'OlioIn questo tempo avaro di umanità no...
20/12/2024

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Gesù di Nazareth secondo Maggiani
20 dicembre 2024 - Tonio Dell'Olio

In questo tempo avaro di umanità non c'è modo migliore di seminare un futuro migliore che fare spazio alla parola della poesia che per me è espressione dello Spirito. E c'è una poesia che si nasconde, senza versi, anche nella prosa. È così che mi ha folgorato l'articolo di Maurizio Maggiani pubblicato ieri su La Stampa col titolo: Trai potenti e lo sfarzo di Notre Dame l'Europa ha scordato la lezione di Cristo. In quelle riflessioni così parla di Gesù di Nazareth:

"Il pericolo pubblico numero uno, attentatore al potere dell'impero e del sottopotere dei suoi asserviti, l'uomo che ha annunciato l'avve**re di un regno dove regnanti sarebbero stati i semplici, i miti e gli afflitti, i perseguitati a causa di giustizia, gli operatori di pace e i portatori di misericordia; nella liturgia della chiesa ortodossa le Beatitudini non si leggono, ma si cantano, così che i cuori non ne siano mai sazi. Quell'uomo che non ha mai diviso, ma solo moltiplicato, e non ha spezzato il suo pane e il suo pesce perché gli affamati ne prendessero un infimo boccone per conservarsi nella fame, ma li ha moltiplicati perché tutti ne fossero sazi. E parlo di un uomo perché rivendico il mio essere cristiano nonostante non abbia avuto il regalo della fede, la pazienza e il coraggio di Maddalena che l'ha portata al suo sepolcro per constatare che il suo amico e maestro era incommensurabilmente di più; sì, sono cristiano anche se ho conosciuto il figlio senza riconoscerne il padre".

Maurizio Maggiani: sono cristiano anche se ho conosciuto il figlio senza riconoscerne il padre

Mosaico dei giorniTra il silenzio e la parola19 dicembre 2024 - Tonio Dell'OlioDon Angelo Casati: La parola della poesia...
19/12/2024

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Tra il silenzio e la parola
19 dicembre 2024 - Tonio Dell'Olio

Don Angelo Casati: La parola della poesia venera e custodisce la distanza, il suo posto è sulla soglia. Non voglio togliere valore alla prosa. Ma alla prosa per disavventura può accadere la pretesa di definire aggiungendo parole a parole, la poesia rarefacendole. Lontana da ogni arroganza. La poesia allude. Non dice: "è", invoca immagini. Come faceva Gesù. Che non diceva: "il regno di Dio è", ma amava dire: "il regno di Dio è come…". La poesia sa di fessura. È come risposta all'invito a togliere i calzari in prossimità del roveto che arde e non si consuma: "Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro (Es 3, 5)".
Adriana Zarri: Il poeta è ponte tra l'Assoluto e il tempo: non può tradire Iddio parlando, non può tradire l'uomo tacendo; il risultato è un'espressione tutta particolare che non è più discorso umano e non è ancora Verbo assoluto e silenzioso.

Don Angelo Casati: La parola della poesia venera e custodisce la distanza, il suo posto è sulla soglia.

Mosaico dei giorniQuegli auguri in silenzio18 dicembre 2024 - Tonio Dell'OlioIl Natale dovrebbe arrivare con un passo di...
18/12/2024

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Quegli auguri in silenzio
18 dicembre 2024 - Tonio Dell'Olio

Il Natale dovrebbe arrivare con un passo discreto e accorto come quando cammini in punta di piedi e stai attento a non provocare anche il più impercettibile rumore in casa perché il bambino finalmente si è addormentato. E invece no! Abbiamo creato natali fragorosi con rombi di guerra e grida lontane che si fanno vicine. Con silenzi notturni di naufragi che sembrano metafora perfetta del mondo stesso e che come sempre colpiscono i disperati. E intanto siamo accerchiati da luci invasive che sembrano spiarti dalle finestre e ti entrano in casa dalla strada. Si gareggia a chi la pensa più fragorosa per ridire al mondo la povertà di quel bimbo di Betlemme. Ma il pensiero più ingombrante è per chi nel corso di quest'anno ha perduto una persona cara. Se prima c'era un vuoto, a Natale diventa una voragine. "È il primo Natale senza di lui o senza di lei" è un pensiero uncinante che graffia le tempie e lo senti nello stomaco. Non è più la stessa cosa. Tutto quel frastuono, apparentemente suadente come il suono di una zampogna, sembra una burla e una provocazione. Maurizio, Nicole, Franco, Renzo… e tutte le altre e gli altri (sono tanti, sono troppi). Specie voi che non avete avuto nemmeno il tempo di prepararvi perché tutto è avvenuto in un lampo improvviso, non riesco a dirvi Buon Natale con la voce. L'augurio me lo tengo dentro, per pudore o per vigliaccheria non so, perché tutto il resto lo dice la vita. E l'amicizia.

Il Natale dovrebbe arrivare con un passo discreto e accorto come quando cammini in punta di piedi e stai attento a non provocare anche il più impercettibile rumore in casa perché il bambino finalmente si è addormentato.

Mosaico dei giorniL'intelligenza artificiale delle mafie17 dicembre 2024 - Tonio Dell'OlioLe mafie italiane sono diventa...
17/12/2024

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L'intelligenza artificiale delle mafie
17 dicembre 2024 - Tonio Dell'Olio

Le mafie italiane sono diventate esperte di Intelligenza artificiale. Ormai da tempo, anticipando altre realtà, e soprattutto la polizia, usano criptovalute per saldare gli acquisti di importanti quantità di droga, si servono degli algoritmi delle machine learning, gestiscono flussi di informazioni che non sono conosciuti dalle autorità giudiziarie. Inoltre adottano i criptofonini, il mondo dello shadow-web e di shadow-data e prediligono Telegram. Di tutto questo e di molto altro si è discusso ieri a Palazzo San Mancuto, sede della Commissione antimafia in un convegno dal titolo: "Algoritmi criminali: Ia, mafie, web". Insomma, a dispetto dell'immagine naif e ruspante che circola nell'immaginario collettivo, le mafie sono sempre un passo avanti. Fiutano l'aria, si avvalgono di esperti preparatissimi e consolidano la propria forza economica con strumenti e competenze che non hanno pari in nessun altro settore. Tutto questo richiede una risposta adeguata in termini di capacità comprovate e di investimenti economici da parte dello Stato. Quindi se cambia pelle la mafia, deve mutare anche la lotta alle mafie di cui si dovrebbe trovare traccia in una finanziaria in grado di comprendere la sfida. Ma nello strumento essenziale che sarà varato dal Parlamento nei prossimi giorni, questa voce non risulta pervenuta.

Le mafie italiane sono diventate esperte di Intelligenza artificiale.

Indirizzo

Via Petronelli, 6
Bisceglie
76011

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
Martedì 09:00 - 13:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
Giovedì 09:00 - 13:00
Venerdì 09:00 - 12:00

Telefono

080-3953507

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