Cheapo.it

Cheapo.it Le Storie Brevi dai Concerti e dai Music Festivals

Cheapo.it - Eco di Un'avventura Texana. Cheapo.it nasce tra il New Mexico e San Antonio, USA.

Durante un viaggio musicale nella vita di Doug Sahm. Nel Mezzo, una sosta forzata a Marfa, Tx. Un cambio di ruota in una strada deserta. Le spalle all'El Cheapo Liquor Store.

Granada (Spagna)BOOGIE BEASTSSala Planta Baja, 25 Febbraio 2024 Il blues si ascolta e si capisce a cosa serve, come ci s...
29/02/2024

Granada (Spagna)
BOOGIE BEASTS
Sala Planta Baja, 25 Febbraio 2024

Il blues si ascolta e si capisce a cosa serve, come ci si muove in esso, lo sanno i Boogie Beasts.
Ci parlano e se ne intuisce anche il perché, è un mondo articolato, complicato e tutt’altro che a noi estraneo e stimola il viaggio a Granada.
La band di Jan Jaspers (voce e chitarra) apre un percorso attraverso le varie articolazioni di un blues in parte chiuso e in parte “poroso”, specie verso gli strati più torbidi tracciati dall'armonica di Fabian Bennardo.
Trasuda tutta la musica che hanno visto, assimilato e amato, scegliendo di puntare su Love Me Some del 2021 (tanta roba con Get Away, A Girl like You e Like a Snake), si fa notare la voce e soprattutto la chitarra di Patrick Louis.
Lo fanno come gesto d’amore purissimo, presenza costante e invisibile, un’ombra che sembra fare capolino continuamente a ogni angolo, a ogni nota nella bella versione di Grinnin' in Your Face, anche Boogie Chillun, dall'ultimo disco, Blues from Jupiter.
Qualche anticipo dal nuovo lavoro in uscita, con il passato lontano dell'album Deep, guardarlo dall’alto verso il basso, aprirlo e squarciarlo a metà per portare alla luce il cuore che pulsa all’interno di Night Time Hero e soprattutto in Mad.
Ed è un cuore che vive e che batte in un luogo di Musica, la deliziosa Planta Baja, ricoperto dalla patina del tempo e dell’abitudine, e ancora non mi ha lasciato.
Un’immagine ribelle, non ammansibile, quella dei Boogie Beasts, percorsa da istinti vitali. Chissà che non duri ancora.

Voto 8

Bozen (Bolzano-Italia)ISRAEL NASH GRIPKATeatro Comunale di Gries, 16 Febbraio 2024 Il paesaggio montuoso che scorre atto...
18/02/2024

Bozen (Bolzano-Italia)
ISRAEL NASH GRIPKA
Teatro Comunale di Gries, 16 Febbraio 2024

Il paesaggio montuoso che scorre attorno, è quello di Bozen, luogo/non luogo italico in cui trovo un Israel Nash che va oltre il concetto di 'rock', perchè al Teatro Comunale di Gries ci si espone.
Il mio desiderio di movimento nasconde un segreto desiderio di inerzia, il desiderio di veder giungere ciò che permane, ovvero quel rock assediato e spronato sin da Can't Stop, altro che fuggevole ramoscello.
Ozarker (ultimo lavoro) è un concentrato di melodie e chitarre, inizia a disegnare la propria sagoma sull’asfalto 'austriaco' con Pieces, Firedance e la splendida Shadowland.
Fissare in qualche modo la propria identità, che possa resistere per un po’ al flusso della vita, all’inevitabile, inesorabile “ritorno all’ordine”.
Le storie che Gripka racconta analizzano le scosse dell’animo umano, Il rock inizia a farsi verbo, a trasferirsi nella finitudine estranea di parole in cui coagulano i significati più liquidi, creando uno spessore e una pressione da cui si vede bene come il rock s’innervi di tutto ciò, mentre aspetto Lousiana...
e invece arriva una folgorante versione di Baltimore, sempre da quel gioiellino di Barn Doors and Concrete Floors del 2011.
Nell'unico spazio quasi in solitaria, chitarra elettrica, una gran voce e un rilievo dinamico di corpi esposti drammaticamente nella guerra del Vietnam, un gioco di relazioni mancate e disfunzioni, di azioni e reazioni, che interroga attraverso la storia di uno dei suoi reduci, un suo omonimo e amico, raccontata in una sontuosa versione di Lost in America, e in fin dei conti, Israel Nash si esalta proprio nella nettezza di quei contorni,
Mi sembra di scorgere Canyonheart da Topaz, il piacere continua e distrae di continuo, cresce tra Woman at the Well, Mansions da Rain Plans (title track compresa), non dimenticando di pescare la sempre bella Rexanimarum.
Penso al Texas, a come sia stato per Me, per decenni, un sistema eterno, inalterabile, fondato sul Sole immutabile della Musica, a cui contrappongo, oggi, la mutevolezza delle nuvole del quotidiano.

Voto 9

Barcellona (Spagna)STEEPWATER BAND + Screamin’ Cheetah WheeliesSala Apolo, 29 Novembre 2023 Serata Speciale in assoluto ...
03/12/2023

Barcellona (Spagna)
STEEPWATER BAND + Screamin’ Cheetah Wheelies
Sala Apolo, 29 Novembre 2023

Serata Speciale in assoluto apparente clima natalizio, con un soffio di rock che non è mai fisso.
Spifferi dal passato (nell’ugola impetuosa di Mike Farris coi Screamin’ Cheetah Wheelies, band anni ’90 per un 'long goodbye') e si apre decisamente al presente con la Steepwater Band.
A contare è l’idea di movimento, lo spazio percorso nel perimetro circoscritto della Sala Apolo, seppur diverso.
Entrambe le band deliberano sull’identità del rock a partire dal suo esaurirsi (la Steepwater Band in pochi minuti, accende e dilata la sua attrattiva tra Please the Believer, Turn of the Wheel, Shake Your Faith alle celebri High and Humble e Come On Down) Voto 8.
Poi riconoscerne coi Screamin’ Cheetah Wheelies, temporanee verità (nell’armonica di Mike Farris che solca Magnolia), il momento di equilibrio fra il dare e l’esporre il rock (Standing in the Sun e la tosta More Than I Can Take).
Spinte contrarie, ma dipendenti una dall’altra, procurano qualcosa che somiglia all’estasi, ma solo tra le più gettonate, e le ricordo bene, Gypsy Lullaby ad esempio, quella gran versione di Let the Child Ride e l’ultimo squillo di Hello From Venus Voto 7-
Bello avere il cuore che batte per qualcosa, senza pensare ai se, ai ma e alle conseguenze.
A volte non è neppure una ‘Lista’ di brani. Ma solo una 'Lista'.
È il bello del vivere la vita.

Utrecht (Olanda)SHEEPDOGS + LARKIN POETivoliVredenburg, 24 Ottobre 2023 Il classic rock per provare a mettere (dis)ordin...
26/10/2023

Utrecht (Olanda)
SHEEPDOGS + LARKIN POE
TivoliVredenburg, 24 Ottobre 2023

Il classic rock per provare a mettere (dis)ordine, a (dis)orientare, pronto a tramutarsi, svelarsi con la vera e propria magia che è nascosta nella band canadese degli SHEEPDOGS.
Altro che gruppo di supporto, l’oretta smuove le coordinate della Grote Zaal (sold-out) e inizia con How Late, How Long dal disco omonimo.
Trova la dimensione corretta col passato, splendida l’accoppiata di Bad Lieutenant (da Future Nostalgia) e I've Got a Hole Where My Heart Should Be da Changing Colours (e qui ripescano anche i due tempi di Cool Down / Kiss the Brass Ring e Nobody).
La tradizione, memoria del rock, tiene il presente per le redini, senza tante vie d’uscita tra le 3 chitarre, e fanno faville anche in Find the Truth, arrivano sorprese, perimetri concentrici sempre più stretti tra Southern Dreaming e I Don't Know da Learn and Burn e dal recente disco, Scarborough Street Fight.
L’anima di chi sa valorizzare il rock, passa e non si ferma mai
Voto 8+

Ma la serata è quella delle sorelle Rebecca e Megan Lovell.
Il senso si trova tra le chitarre, le sanno suonare, nelle distrazioni tra i sentieri rock&blues (il completo bianco, qualcosa in più, erano incantevoli).
Spazi assai luminosi in Blood Harmony (Strike Gold alle toste Summertime Sunset, Bolt Cutters & The Family Name e Bad Spell), vibrazioni dagli esordi con Wanted Woman - AC/DC e da She's a Self Made Man dal disco omonimo.
Tutto il mio affetto alla cover Preachin' Blues (della leggenda Eddie James "Son" House, Jr.) e per come si sono calate nel paesaggio acustico, chitarra lap steel e voce (una perla Might as Well Be Me) da un passato a cantare country che sa dare ottimi frutti.
Hanno talento ormai lo sanno anche le pietre.
Un concerto dal piacere tattile e un godimento puro, inaspettato.

Voto 7½

Porto (Portogallo)CALEXICOCasa da Musica, 12 Ottobre 2023 Quella per i Calexico è un’energia raffreddata dal tempo ma tu...
16/10/2023

Porto (Portogallo)
CALEXICO
Casa da Musica, 12 Ottobre 2023

Quella per i Calexico è un’energia raffreddata dal tempo ma tutta presente alla Casa da Musica, il futuristico complesso della bella Porto.
Nel trentennale dell’esordio di Feast of Wire si (ri)scoprono improvvisamente ispirati, necessari, giustamente impegnati, hanno i piedi per terra, ma la testa fra le nuvole messicane (Sunken Waltz e soprattutto la sempre bella Across the Wire), e sanno parlare in note con una leggerezza miracolosa (Woven Birds) e tra le nutrite strumentali da film Western inizia a configurarsi un rapporto, una relazione.
Si inizia con Feast of Wire, poi lo si abbandona e restano i Calexico che aprono un Finale coi fiocchi…
Tirano dentro la festa l’album The Black Light, esplode la carica Tex-Mex tra Victor Jara's Hands e una gran versione di Inspiracion (pregevole solo alla tromba) da Carried to Dust, a quella perla da The Thread That Keeps Us ovvero Flores y Tamales, con una chicca finale a me molto cara, Corona, da una costola di Feast of Wire.
Sì, perché quell’album, annate 2004/2005, lo ascoltavo nelle prime avventure lungo le strade del West Texas.
Il tempo del viaggio e la voglia di renderlo sempre più libero.
Bei ricordi.

Voto 7+

Stoccolma (Svezia)The RATTLESNAKE MILKMelodyBox, 2 Ottobre 2023 TorinoDATURA4Blah Blah, 4 Ottobre 2023 Una stradina dell...
06/10/2023

Stoccolma (Svezia)
The RATTLESNAKE MILK
MelodyBox, 2 Ottobre 2023
Torino
DATURA4
Blah Blah, 4 Ottobre 2023

Una stradina della periferia di Stoccolma.
Lì c’è il MelodyBox, ad un’incrocio che sembra adiacente a una di quelle highway solitaria e sconfinata del West Texas.
I RATTESNAKE MILK poi fanno di tutto per ricordare la loro terra, prendendone a prestito alcuni elementi.
Alt.country, chitarre ipnotiche a sottoporre a torsioni un genere musicale avvolgente, fino a portare altrove la riflessione, fino a dar vita a una situazione sospesa, in cui ciò che ha a che fare tra rock e malinconia agreste viene posto in una luce del tutto diversa.
E via tra ballate elettriche dall’ultimo pregevole disco Chicken Fried Snake (On the Road alla splendida .38 Special, a Die Young e Midnight Train e Holy Ghost), in un concerto in cui non c’è una nota, un gesto, un dettaglio, una strofa che non sia dove dovrebbe essere.
Con alcune chicche come Highway Blues, Lovers e Lonesome dal disco omonimo del 2020, e tra accelerate (Coyote) e quella perla finale di una decina minuti di Only a Child, tanto da perdere il filo che tesse il quotidiano.
Proprio come accade nella vita vera, in cui talvolta dimentichiamo distrattamente le chiavi di casa infilate nella toppa a dondolare dolcemente.
E dondolare nella notte fresca svedese era davvero necessario.
Voto 8½

Volo verso casa. Giammai, una fermata in quel di Torino.
Don Mariani e i DATURA4 tenendoli forte per mano, portano un centinaia di persone dove non credevano di andare.
Me compreso.
Sanno come scarnificare un chitarristico blues/rock, scoprendone i nervi tra Looper e la title track (da Blessed is the Boogie), lo agitano, c’è movimento, insistono con Bad Times, Digging My Own Grave e Worried Man’s Boogie (da Nearderthal Jam).
Scatti e accelerazioni, gran versione di Black Dog Keep Running sempre da Blessed is the Boogie.
La doppia chitarra acceca e risana You Aint No Friend of Mine e la title track, da Demon Blues, non ultima una spiritata Get Out da West Coast Highway Cosmic e ci aggiungono anche Hairy Mountain.
Come gettarsi in una sorta di ‘buco nero’, che tutto trattiene e nulla fa scappare.
Che spettacolo!
Voto 8+

Orihuela (Alicante) - SpagnaJANE LEE HO**ERLa Gramola, 5 Luglio 2023 Altro che strade metropolitane, quelle su cui mi in...
08/07/2023

Orihuela (Alicante) - Spagna
JANE LEE HO**ER
La Gramola, 5 Luglio 2023

Altro che strade metropolitane, quelle su cui mi inerpico, in un afoso pomeriggio spagnolo, conducono al Seminario Diocesano San Miguel.
Sembra uno spazio libero, ma è un campo concentrico, definito, che aumenta d’intensità verso l’alto, verso un punto centrale.
Sono come quelle vie di paese percorse da rari passanti, in angoli che possono sembrare sempre uguali, ma sono dei quadri così carichi di immaginario che al ritorno vien da pensare: «E ora che succede?».
Ci sono le ragazze di New York, la Jane Lee Ho**er, a raccontare storie diverse filmando lo spazio tra il blues/rock.
La voce di Dana ‘Danger’ Athens è impetuosa, lo dimostra scegliendo di aprire lo spettacolo con quella perla di How Ya Doin'? (e sempre dall’album Spiritus, si apprezzano Later On e Ends Meet), la sua è una macchia rossa che compare in mezzo al nero di disegni di vita che tappezzano il piccolo, ma delizioso, La Gramola.
Tra le chitarre di Tracy ‘Hightop’ e Tina ‘T Bone’ Gorin davvero in palla (come la batteria di Ron Salvo), lasci perdere tutti i pensieri e ti accontenti di afferrarne uno, e a quel punto anche il cervello si calma e riduce il numero dei ragionamenti, o meglio impara a stenderli sul palmo della mano e a separarli come sementi, le buone dalle cattive, e arrivano dal folgorante esordio di NoB! (Mean Town Blues, la cover Wade in the Water) fino all’ultimo disco con Jericho, Runaway Train e la ballata Drive.
La lingua che parla la Jane Lee Ho**er è una specie di bisbiglio trascurabile, mentre le f***e reclamano grida importanti.
Allora queste parole Le mando in giro come fossero volantini di stampa clandestini e chissà che qualche goccia possa arrivare a bagnare l’animo di chi si ritroverà ad ascoltarle.

VOTO 8

Cagliari EL PERROCorto Maltese, 29 Giugno 2023 Spiaggia del Poetto, lungomare Cagliari. Matita, pastelli a olio, grafite...
02/07/2023

Cagliari
EL PERRO
Corto Maltese, 29 Giugno 2023

Spiaggia del Poetto, lungomare Cagliari.
Matita, pastelli a olio, grafite, gessetti, carboncini colorati. Non ho niente di ciò, ma per Disegnare ricordi c’è la musica di Parker Griggs dei Radio Moscow col progetto El Perro.
Scene d’estate, il palco sulla spiaggia lo osservo dal primo pomeriggio mentre mi tuffo in mare, giornata calda, mettendo in relazione figure e spazi, musica e asperità delle superfici (troppe pietre per i miei gusti), si fa tarda sera quando le mani sulle chitarre iniziano a lavorare sul rock, la jam e psichedelia nell’avventura di Black Days.
Di pensieri che diventano cose che poi si trasformano in paesaggi musicali che in realtà sono tappe della vita graffiati con strumenti di incisione ne è pieno Hair Of, il disco del recente anno, un’illuminazione improvvisa, dell’attimo che si dilata fino a contenere ieri e oggi del rock, altro che sogno e realtà espressa in The Mould e No Harm, una visione che pulsa insieme alle linee e le ombre in movimento di Breaking Free e O’Grace.
È il loro modo di essere che ti si cuce addosso e non si stacca più e ti ritrovi a camminare nella notte cagliaritana con un respiro che sembra affannoso, come dopo una corsa o un risveglio concitato, ma è solo il risultato che si potrebbe calcolare con un’equazione molto semplice.
Puro «fottuto» Piacere.

VOTO 7½

MilanoROSE CITY BAND Circolo Arci Bellezza, 9 Giugno 2023 MALMO (Svezia)SCOTT H. BIRAM & GA-20Folk å Rock, 12/13 Giugno ...
16/06/2023

Milano
ROSE CITY BAND
Circolo Arci Bellezza, 9 Giugno 2023
MALMO (Svezia)
SCOTT H. BIRAM & GA-20
Folk å Rock, 12/13 Giugno 2023

Elaborare un’avventura di viaggio in grado di restituire una libertà incondizionata di sguardo, di novità sul rock, accade al Circolo Bellezza (davvero carino), con la ROSE CITY BAND del chitarrista Ripley Johnson (nota di merito all’opener ROSALI, Voto 7).
Si snoda dall’idea dell’ultimo disco Garden Party (da Slow Burn entra in gioco la pedal steel del bravo Barry Walker), non casuale, in cerca di tracce di un passato all’occorrenza remoto o prossimo, purché in grado ora qui, ora là, di restituire materia di riflessione al presente.
E i brani sono uno più bello dell’altro.. dal disco Summerlong, Morning Light e Wildflowers, all’ipnotico incedere di Reno Shuffle, le splendide ballate In The Rain e Rabbit da Earth Trip, alla torbida bellezza di Me and Willie dal disco omonimo. Voto 8½

Dal grigiore lombardo, al sole della Scandinavia.
Malmo la giri in una giornata, accogliente come il Folk å Rock che solca le onde del blues, osserva, intercetta voci e suoni in ogni dove, specialmente dagli Stati Uniti. Dal Texas del ‘one man band’ SCOTT H. BIRAM, un nuovo disco in mente e nel frattempo fluttua sul suo mare prescelto, Mississippi delta/swamp blues, si fa portavoce e contenitore di domande (ad un recente spettacolo in terra Inglese, a un ascoltatore che non capiva la negatività scurrile dei sui testi), si lascia andare a risposte e risoluzioni a portata di mano (“It’s the Blues, Moth** Fuc***!”) e giù risate.
Si fa portare, non si fa portatore di alcun messaggio o proclama.
Segue il suo itinerario, apparentemente neutrale, che è quello di un viaggio per terre bruciate (virili ‘truck songs’, vortici chitarristici, Jack of Diamonds e TrainWrecker, splendide ballate, Wildside, Slow Easy, Still Around a Swift Driftin’, brani celebri della tradizione blues) Voto 8

La serata successiva, stessa città, stesso caffetteria, è con la band di Boston dei GA-20.
Comanda la voce e chitarra di Pat Faherty, da solo, la bella cover di Come On In di R.L. Burnside, col gruppo, tra i brani da Crackdown, alla tosta She’s Gone e It’s Hurts Me Too da Try It...You Might Like It, disco che apre una serie di tributi a Hound Dog Taylor da cui i GA-20 assorbono al loro interno di tutto, raccolgono senza dar troppo l’impressione di selezionare, affidandosi a un tracciato che passa dal rock ‘n roll al blues.
Accumulando tappe, attivando ogni volta un discorso in continuo divenire che promette bene per il futuro, incline allo sconfinamento diuturno nel lungo solo chitarristico conclusivo, ideale in una città come Malmo, dove il buio, sembra non arrivare mai. Voto 7

Madrid (Spagna)BOB WAYNE & The Outlaw CarniesSala Clamores, 31 Maggio 2023 JASON RINGENBERGFun House, 31 Maggio 2023Semb...
02/06/2023

Madrid (Spagna)
BOB WAYNE & The Outlaw Carnies
Sala Clamores, 31 Maggio 2023
JASON RINGENBERG
Fun House, 31 Maggio 2023

Sembra di essere passato nel circo di un West defunto, raccolto lungo la Calle Alburquerque di Madrid.
Solcato a bordo di un treno, quel ‘ciuf ciuf’ davvero sinistro sparso di continuo nella serata, divertente, BOB WAYNE insieme agli Outlaw Carnies aggiunge almeno una pietruzza, come si fa sulle tombe nei cimiteri ebraici e un linguaggio Rozzo, vietato ai minori, ma schietto ed efficace, è poi il maggiore complimento cui Bob Wayne e le sue ‘Truck driving songs’, possono aspirare, a sentire la serie monocorde di un ficcante e danzerino Hillbilly Country music.
Personaggio amabile su di un palco, una visione sul mondo Country che si interseca senza incontrarsi, agguanta l’attenzione con Hell Yeah, dal più recente Bad Hombre a brani del nuovo cd in uscita con la partecipazione di Shooter Jennings.
Nel rimpasto altamente effervescente da segnalare l’essenza poetica di Spread My Ashes on the Highway e F**k the Law da Till The Wheels Fall Off, con l’indubbia arte narrativa che apre Everything’s Legal in Alabama da Outlaw Carnies e soprattutto La Diabla da Blood to Dust e quel gioiello di Workin Man da Driven by Demons. VOTO 7½

Un leggero ‘Déjà vu da Austin, Texas’ mi assale quando l’incrocio con la Calle de Palafox di Madrid permette, attraversando la strada, di continuare la serata al Fun House per lo show acustico di JASON RINGENBERG.
Parole, racconti, una gran bella voce, un sound energico e via con estratti dall’ultimo disco Rhinestoned, pensa a Nashville a come sia lontana dai suoi esordi, piena di industrie e social Media cantata in Nashville Without Rhinestones, fa bene a ricordare Hank Williams, per come la tradizione di Lost Highway viene capovolta con gli Scorchers, la sua band, ma anche la versione in solitaria è notevole.
C’è anche il Bob Dylan di Absolutely Sweet Marie, quei brani del progetto Farmer Jason, e soprattutto Harvest Moon e Blanket Of Sorrow sempre con gli Scorchers, alla sempre bella Bible and a Gun da All Over Creation.
A chiudere la storia di God Bless the Ramones, di un ragazzo e un tour con i Ramones da completi sconosciuti, pochi soldi, tanto da dover fare ipoteche per seguirli in quel celebre tour texano e la sorpresa, che dopo tutto non erano così cattivi come li dipingevano, i Ramones.
Gli aprirono il backstage per rifocillarsi, loro che non facevano un pasto decente da mesi.. VOTO 7

Vienna (Austria)LAYLA ZOE BANDReigen Live, 21 Aprile 2023 Edwin Mani di Forbice, fulcro di un vecchio film Tim Burton, s...
24/04/2023

Vienna (Austria)
LAYLA ZOE BAND
Reigen Live, 21 Aprile 2023

Edwin Mani di Forbice, fulcro di un vecchio film Tim Burton, si palesa mentre mi aggiro tra i disegni geometrici scolpiti nelle siepi dell’immenso parco di Schönbrunn. Mi piace intervenire da passante amichevole e non molesto.
Basta poco per stare bene, concetto ribadito al Reigen Live dalla canadese Layla Zoe che apre la serata con i Beatles.
Il senso ne rafforza le scelte, solo la voce, e che voce.. non ha limiti da mostrare, Krissy Matthews alla chitarra quando decide di agire al suo fianco, in quello stato perennemente febbricitante, sa rendere florido un coriaceo mix di blues e rock.
Dall’ultimo disco The World Could Change incasellano Dark Heart e The Man Behind the Curtain, dalla Title track a Watch What You're Doing, si notano cambi di velocità, dettagli alla chitarra, quel continuo spronare il piacere che si concentra anche su un altro album, Gemini, dove spiccano la tosta Weakness e Ghost Train.
C’è movimento anche nella serie di Ballate (splendide Brother e una cover di Freddie King, con solo di Krissy Matthews da incorniciare) con una interessante pausa allargata agli altri musicisti per una jam della band (Paul Jobson al basso, in alcuni brani anche alle tastiere, e Felix Dehmel alla batteria).
Non resta che la Notte, il tempo, Me e Vienna.
Che passi più o meno velocemente, non conta, a distrarmi ci pensa il ricordo di Layla Zoe.

VOTO 7½

Barcellona (Spagna)MOJOTHUNDERLa Textil Collective, 2 Aprile 2023 Lo sciopero dei voli e il suo ‘cupio dissolvisi’, una ...
04/04/2023

Barcellona (Spagna)
MOJOTHUNDER
La Textil Collective, 2 Aprile 2023

Lo sciopero dei voli e il suo ‘cupio dissolvisi’, una frontiera definita geograficamente e sostituita con un’impresa più alta e temeraria, alla conquista del dovere, il lavoro (seppur ascoltando musica.. e che musica quella dei Mojothunder!)
Lo show della band del Kentucky è compatto, possente, massiccio rock sudista e la chitarra di un bravissimo Bryson Willoughby, imponente, tanto forte ma mai prevaricante la voce di Sean Sullivan, entrambi capaci di assorbire le fortissime spinte che vengono raccontate dal loro pregevole esordio, Hymns from the Electric Church.
Ecco in sequenza Bulleit, Rising Sun e Babylon, in una libera ricerca della jam chitarristica, perfetta come quella di un congegno meccanico di un macchinario industriale, con la sua “poesia” di leve, pistoni, cilindri, denti, ingranaggi in pulsante estasi motoria.
A ti**re il fiato quella gran ballata di Soul, un pieno di energia volante che sale piano ma capace di emigrare dappertutto, ci si muove ancora e ancora, difficile smetterla anche quando si riprende a correre con Fill Me Up a Rising Sun, ci sono nuovi brani e covers (Cortez The Killer, un piccolo gioiello di Neil Young) con la menzione speciale alla splendida e lunghissima versione di Fine (Ever Since the Day You Left) dal loro Ep del 2019 Loose Lips.
A quell’amore che finisce dove restano solo animali che si contendono, con le zanne e le unghie, il necessario per sopravvivere, a me restano ricordi di rock e momenti del passato che si moltiplicano, si diffondono, si allargano in modo embricato e sovrapposto, più che semplicemente alternato, parallelo o simmetrico allo show dei Mojothunder.
Portare il rock a temperatura, lo espandono o comprimono a piacimento chiudendo il cerchio con le toste 69 e Jack Axe.
Che serata!!

VOTO: 8+

Magazine di Recensioni, Articoli in PDF e foto dai Festival Musicali tra Italia, Olanda e Stati Uniti (Texas) e note sulle serate Live&concerti, sulla pagina di Facebook. Recensioni Americana, Folk/Rock, Alternative Country, Classic Rock, Blues/Rock e Mississippi Delta Blues. Foto Gallery e Album su...

Tilburg/Amsterdam (Olanda)MARCUS KING / SAMANTHA FISH + JESSE DAYTONPoppodium 013, 14 Marzo 2023 Melkweg, 15 Marzo 20232...
16/03/2023

Tilburg/Amsterdam (Olanda)
MARCUS KING / SAMANTHA FISH + JESSE DAYTON
Poppodium 013, 14 Marzo 2023
Melkweg, 15 Marzo 2023

2 città, 2 concerti, 2 blues-rockers, altre 2 coppie di chitarre, accoppiate in terra olandese per combattere il ricordo del vento gelido di metà marzo dei Paesi Bassi.
Si parte da Tilburg, c’è il ragazzo della South Carolina, quel Marcus King che ha ritrovato la strada maestra, alle spalle i periodi negativi, ne ha riempito lo splendido Young Blood, il disco della svolta, col blues/rock per continuare a vivere.
Fedele spalla il chitarrista Drew Smithers, la serata si focalizza sull’impatto roccioso di Young Blood, impazza fiero nei lunghi spazi, apparentemente senza fine, di Pain, It’s Too Late, Blood and Tracks, non li sublimano, con Marcus King si buttano su Whisper, Hard Working Man con tutto il peso del rock e del blues anche in Rescue Me e Aim High, splendida Good and Gone.
Il Poppodium è gremito, una fortuna esserci.
2 ore abbondanti, tra le covers, mi sa Waylon Jennings (ma non ne sono certo), il passato serve ad alimentare il fascino immutabile di The Well e Say You Will riprese da El Dorado, dà senso e sviluppo al periodo di quel Carolina Confessions con macchie soul e grandi lavori alla melodia nelle perle di Where I’m Headed e Welcome ‘Round Here.
Come dimenticare Confessions, la scelta della ballata nel finale, Goodbye Carolina.
Densità materiale del blues/rock, come un fiume che scorre ora delicato, ora impetuoso, facilmente malleabile al talento di Marcus King VOTO 8½
. il gelo morde ancora, nella lunga coda per Samantha Fish e Jesse Dayton, che scelgono Amsterdam per presentare il nuovo disco in uscita a Maggio.
Death Wish singolo scelto che trovate sul Web, spiega le panoramiche elettriche del duo per Death Wish Blues, di nuovi brani ne conto 8-9 a cui si aggiungono i 3 del dell’EP (The Stardust Sessions), con le avvisaglie texane portate dal cantautore Jesse Dayton che ha presenza scenica, voce, e una chitarra talmente fluida da creare una geografia tutta personale, uno spazio nel quale, Samantha Fish si trova davvero bene.
Quasi come se lo conoscesse mentre alla chitarra segue tracciati del suo passato (Bullet Proof e Shake 'Em On Down, toste davvero), ai gusti (la cover degli AC/DC, Whole Lotta Rosie) alla cigar box, una chitarra speciale per rendere magica ‎I Put a Spell on You di Jay Hawkins.
Jesse Dayton non è solo una signor spalla alla chitarra, ci infila voce e qualche pezzo dei suoi (Hurtin' Behind the Pine Curtain, una gran bella canzone da The Outsider), e quando si ritrova a duettare con la Fish nello spazio elettro-acustico di metà show, sa dare volume alle ballate, come in I’ll Be Here in The Morning.
A furia di ricordare la consistenza di questo Duo, del flusso sonoro nel blues, delle strisce elettriche texane, non posso che consigliare la prossima data Italiana.
Sacrilegio perdersela! VOTO 8

Magazine di Recensioni, Articoli in PDF e foto dai Festival Musicali tra Italia, Olanda e Stati Uniti (Texas) e note sulle serate Live&concerti, sulla pagina di Facebook. Recensioni Americana, Folk/Rock, Alternative Country, Classic Rock, Blues/Rock e Mississippi Delta Blues. Foto Gallery e Album su...

Roma/MadridDIRTY HONEY / US RAILSMonk, 15 Febbraio 2023 Sala Clamores, 16 Febbraio 2023Notte fonda, io, l’asfalto, Roma,...
18/02/2023

Roma/Madrid
DIRTY HONEY / US RAILS
Monk, 15 Febbraio 2023
Sala Clamores, 16 Febbraio 2023

Notte fonda, io, l’asfalto, Roma, direzione Capodichino per imbarcarmi, all’alba, per Madrid.
A tenermi compagnia tracce in bianco e nero del concerto dei Dirty Honey, bravi a svuotare, riempire, prendere il rock, i suoi segni, il suo linguaggio, la sua superficie, il suo spessore, la sua memoria.
Il rock non ha nuove strade davanti a sé?
Allora restano sempre buone quelle vecchie dove poter fare a meno di tutti i confini, i Dirty Honey lo sottopongono a un processo che, alternativamente, va ora nella direzione delle arroventate esaltazioni elettriche che John Notto, fondatore e chitarra della band, rilascia lentamente con i suoi segreti.
Ora nella direzione del cantante Marc Labelle, ha la voce adatta a dargli testa.
Non nego che le note positive arrivano tutte dal fortunato Ep del 2019, parlo di brani come Break You, Scars e le super gettonate Heartbreaker e Down the Road, nell’esordio omonimo del 2021 non tutto quadra, ma in quel tocco fisico e originale di The Wire a No Warning, fino alla ballata di Another Last, si palpava il rock nelle sue forme e mutazioni migliori.
Qualche covers, la migliore Last Child degli Aerosmith e nuovi brani a rimbalzarmi nella pupilla dove oltre alla strada immersa in banchi di nebbia, riuscivano a danzare riflessi memorabili.
(VOTO 7)

Nella bella Madrid salgo sul treno degli US RAILS, band di Americana pura, e non conta riuscire a scorgere il paesaggio esterno, accade tutto nel viaggio nella loro carriera e anche quando si rallenta, si resta concentrati sui 4 songwriters (Ben Arnold, Scott Bricklin, Tom Gillam e Matt Muir).
Splendida la ballata scelta in avvio, Eagle & Crow da un Heartbreak Superstar dove per fortuna pescano anche Drag Me Down, una lunga serie di armonie corali talmente contagiose da saper schiudere e allontanare gli abissi di malessere che li ha bloccati all’avvio del tour per il precedente album Mile by Mile, da cui si ascoltano Take you Home e appunto Mile by Mile.
Si arriva poi, al nuovo e interessante disco, Live for Another Day.
Si balla al ritmo sfrenato di Too Much is Never Enough, c’è la gran ballata What Did I Do e vien voglia di viverci dentro, si instaura un contatto epidermico con gli US Rails che ripescando brani dai primi dischi, rendono partecipe il folto pubblico (specie in Old Song On the Radio).
Bucano il tempo, e rendono convergenti emozioni e musica.
(VOTO 7½)

Magazine di Recensioni, Articoli in PDF e foto dai Festival Musicali tra Italia, Olanda e Stati Uniti (Texas) e note sulle serate Live&concerti, sulla pagina di Facebook. Recensioni Americana, Folk/Rock, Alternative Country, Classic Rock, Blues/Rock e Mississippi Delta Blues. Foto Gallery e Album su...

RomaSTEVE WYNNTeatroBasilica, 18 Gennaio 2023Volte in mattoni e mura antiche, lo scheletro di una Basilica mai finita ne...
20/01/2023

Roma
STEVE WYNN
TeatroBasilica, 18 Gennaio 2023

Volte in mattoni e mura antiche, lo scheletro di una Basilica mai finita nello stesso complesso della Scala Santa, suggestioni portate all'amplificazione dai movimenti ‘corporei e acustici’ della musica di Steve Wynn, resa paesaggio nella storia.
Tra le Magie romane Steve Wynn è bravo a ritagliarsi spazi poco abituali al rock, seppur solo chitarra e voce non interrompe i movimenti col suo di passato, semplicemente cambiandone le direzioni a vantaggio di un'assoluta fluidità nel recuperare per lo più brani fine anni ‘80/90’: ben 5 da Kerosene Man e quello del periodo coi The Dream Syndicate, ed è un gran bel sentire : My Old Haunts a Loving The Sinner, Hating The Sin, a Burn, Glyde e Boston, nel totale 8 canzoni.
Steve Wynn esprime tutta la nitidezza di un ricordo portato compiutamente alla luce, e di forte impatto, restituisce l’uso della ‘parola’ colta nei nodi dei sentimenti di un qualcosa che sembra, ma non lo è, il senso stesso di un titolo di un brano che restituisce l’esatto opposto.
Piace l’idea di recuperare da Crossing Dragon Bridge (2008) Wait Until You Get to Know Me e Manhattan Fault Line, il pubblico lo segue anche nell’altra perla The Way You Punish Me da Melting in the Dark (1996) e lungo il periodo con la band, i The Miracle 3, con The Deep End e A Fond Farewell e infarcisce il tutto con racconti del Tour Italiano, dell’armonia trovata anche seduto intorno a una Tavola, di fans rispettosi che dopo una lunga attesa lo sorprendono con acute domande (‘cosa ne pensi dei Guns N’ Roses..?).
Sorrisi e coinvolgenti battimani nella chiusura con un paio di chicche, la cover del bluesman Blind Lemon Jefferson (See That My Grave Is Kept Clean) e la splendida versione di There Will Come a Day da Here Come the Miracles (2001), cantata col pubblico, dove spunta un’armonica e l’amplificazione della chitarra volontariamente sparisce.
Il piacere di ascoltare Steve Wynn non cambia mai.

VOTO: 8

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