02/04/2024
La nostra storia comincia nel 2006 in Svezia, quando il mercato della musica era in piena crisi a causa del fatto che sempre meno persone acquistavano dischi e album, preferendo scaricare illegalmente e gratuitamente le canzoni da The Pirate Bay.
In ogni caso comunque, per scaricare un file da Pirate Bay spesso ci voleva un'intera giornata, e a volte capitava anche di incappare in qualche virus!
Il problema andava risolto e Daniel Ek ebbe il merito di capirlo prima di tutti.
L’obiettivo della sua start-up Spotify era quello di creare una piattaforma legale e all'avanguardia che potesse offrire musica gratuitamente a chiunque.
Allo stesso tempo però, al contrario di Pirate Bay, si voleva salvare il mercato discografico, coinvolgendo le major, e dando modo a tutti gli artisti di farsi sentire su Spotify, senza filtri e senza spese.
Come è ovvio, inizialmente il progetto non venne capito, soprattutto a causa delle gravi conseguenze che Pirate Bay aveva causato all’industria musicale, ma nel momento in cui Spotify riuscì a stringere la prima collaborazione con una casa discografica, tutti si resero conto del potenziale e iniziò una nuova era per l'industria musicale.
La piattaforma iniziò ad espandersi rapidamente in tutto il mondo e a diventare sempre più popolare.
Oggi Spotify conta oltre 356 milioni di utenti attivi mensili in tutto il mondo, di cui 158 milioni di abbonati a pagamento.
In termini di quota di mercato, il colosso svedese controlla 1/3 del mercato musicale a livello globale. I suoi due principali concorrenti, Apple Music e Amazon Music, sommati non fanno i numeri di Spotify.
La piattaforma è disponibile in più di 178 paesi in tutto il mondo e offre un vastissimo catalogo di oltre 70 milioni di brani musicali, oltre a podcast e audiolibri.
The Pirate Bay invece, tra processi e casi di cronaca, continua ad affondare ogni giorno sempre di più, a dimostrazione che la pirateria non paga mai.