02/01/2025
L’allarme e l’appello lanciati dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) e dall'Ordine dei Geologi di Puglia per la salvaguardia del Gurgo di Andria
“Sembra che ci sia una dissociazione di sensibilità sul valore del patrimonio geologico, paesaggistico, culturale e territoriale degli elementi, che costituiscono l’ossatura del territorio e dello sviluppo culturale e socio economico che su di esso si è sviluppato nei secoli, tanto da scambiare una dolina da crollo in una vasca di laminazione. Il caso è quello della dolina nota come il “Gurgo di Andria” che un progetto del Commissario per il Dissesto idrogeologico della Regione Puglia, tra due alternative, ha ritenuto di dover utilizzare come una vasca di laminazione per mettere in sicurezza l’abitato. Cosa che, chiariamo subito, riteniamo necessaria e forse anche tardiva. Non siamo contrari alla realizzazione di una vasca di laminazione ma non comprendiamo la scelta utilizzare il Gurgo di Andria che ha grande valore geologico. Questa scelta è ancora più incomprensibile visto che il territorio del Comune di Andria insieme ad altri 14 comuni murgiani e pre-murgiani, al Parco Nazionale dell’Alta Murgia e alla stessa Regione Puglia sta aspettando l’ufficializzazione del riconoscimento da parte dell’UNESCO come territorio meritevole di essere inserito nel network dei GeoParchi mondiali”. Lo afferma Antonello Fiore, geologo, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) che aggiunge “Una scelta progettuale ncomprensibile quella di utilizzare il “Gurgo di Andria”, geosito inserito nel censimento regionale realizzato ai sensi della LR 33/2009 e riconosciuto come “altri contesti” dal Piano Paesaggistico Territoriale regionale (PPTR) della Regione Puglia, come recapito di un’opera di sistemazione idraulica. Si ricorda che nel PPTR della Regione Puglia sono stati individuati e perimetrati ulteriori contesti paesaggistici meritevoli di tutela (art. 143 lett. e D. Lgs. 42/2004), tra questi gli elementi appartenenti alla “Struttura idro-geo-morfologica” quali: le Doline, gli Inghiottitoi, le Grotte e i Geositi. Per essi è l’Art. 56 del PPTR che indica le misure di salvaguardia e di utilizzazione.
Il Gurgo è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia, si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria di Trimoggia, nelle immediate vicinanza del Santuario del Santissimo Salvatore. La dolina si apre su una superficie sub-pianeggiante e presenta una forma ellittica con asse maggiore lungo circa 260 metri; il suo perimetro eccede di poco gli 800 metri e la sua profondità è di 38 metri nel suo punto più basso. Le pareti della depressione mostrano pendenze generalmente elevate. La successione stratigrafica delle rocce che affiora sui fianchi del Gurgo è costituita quasi interamente da calcari del Cretaceo inferiore. Lungo il perimetro della dolina sono state riconosciute 9 piccole cavità carsiche formatesi lungo le principali discontinuità del substrato roccioso. La dolina oltre a essere un geosito – ha concluso Fiore - ha un valore archeologico, infatti nella Relazione Archeologica (ED09) del Progetto di fattibilità tecnico economico dell’intervento si legge: “L’area del Gurgo è nota sin da epoca altomedievale per la presenza del casale di Trimoggia: si tratta di uno dei primi luoghi dell'aggregazione urbana disposti a corona intorno ad Andria e caratterizzato dallo schema del casale bizantino ricavato all'interno di una depressione carsica naturale che era dotato anche di una chiesa. Le testimonianze della prima frequentazione dell’area risalgono almeno alla prima metà del IX secolo d.C. (trimodie in un documento dell’843 d.C.). Successivamente, con lo spostamento della popolazione verso il centro urbano di Andria, l’area venne abbandonata, ma continuò ad essere frequentata la ca****la di Santa Maria, edificata in superficie, durante l’XI secolo d.C.”
Anche l’Ordine dei Geologi della Puglia interviene sul futuro del Gurgo di Andria. Giovanna Amedei (Presidente Ordine Geologi della Puglia) sottolinea: “ Il Gurgo di Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria e lo si vuole trasformare in vasca di laminazione! Oltre al valore paesaggistico e culturale del Gurgo, sul quale è intervenuta anche la SIGEA, occorre considerare due importanti aspetti tecnici: la contaminazione della falda; gli effetti idrosismici”.
“Ma il patrimonio geologico in Puglia che valore ha? Parto da questa domanda per fare una serie di considerazioni dopo aver visto gli elaborati del 'Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico” ex DPCM 14/07/2016 – IV Stralcio. Intervento di sistemazione idraulica del Lotto n.4 – Comune di Andria – codice ReNDIS 16IR738/G1 Mitigazione del rischio idraulico canale Ciappetta-Camaggio – int 2 – Lama Lagnone che interessa il Gurgo di Andria. Per i 'non addetti ai lavori' il Gurgo di Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria”. Lo ha affermato Giovanna Amedei, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Puglia.
“Lo stesso rappresenta un geosito inserito nel censimento regionale realizzato ai sensi della LR 33/2009 e riconosciuto come “altri contesti” dal PPTR della Regione Puglia e quindi soggetto all’Art. 56 delle relative NTA che indica le misure di salvaguardia e di utilizzazione della “Struttura idro-geo-morfologica. Orbene nell'ambito del progetto innanzi indicato il Gurgo diventerebbe il recapito di un’opera di sistemazione idraulica – ha concluso l’Amedei - in sintesi una vasca di laminazione per mettere in sicurezza l’abitato. Facciamo una premessa: la messa in sicurezza dell'abitato non è assolutamente in discussione e così come gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ma il problema è la scelta del Gurgo che, forse, gli studi di supporto al progetto non hanno adeguatamente considerato.
Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria. Oltre al valore paesaggistico e culturale del Gurgo, sul quale è intervenuta anche la Società Italiana di Geologia Ambientale, occorre considerare due importanti aspetti tecnici: la contaminazione della falda; gli effetti idrosismici. Studi rivelano che già oggi nella zona dell'alta Murgia sotto l’effetto di precipitazioni importanti vi è un trasferimento degli inquinanti attraverso le discontinuità maggiori e le forme carsiche endoreiche. Esse, quindi, rappresentano un inevitabile mezzo di comunicazione diretto con la falda di quanto accade in superficie; sottoponendo il Gurgo ad un' ulteriore pressione come luogo di immagazzinamento non si farebbero altro che trasferire, in maniera concentrata e più efficiente, inquinanti direttamente in falda, già sotto stress per emungimenti e crisi idrica.
E tale rischio è anche più reale se si considera che ad oggi non risultano eseguite indagini sul fondo del Gurgo. Quindi quali effetti avrebbe sul fondo e su tutto il sistema carsico un deflusso concentrato come quello previsto in progetto? Secondo punto: l’acqua che si infiltrerebbe nel fondo della dolina potrebbe stravolgere la circolazione carsica ipogea, con il rischio, come dimostrato da recenti studi, di innescare possibili terremoti, come si è avuto modo di constatare a Bagni di Tivoli, a Fossa (AQ) e in altre zone dell’Abruzzo dell’Appennino in genere”.
In evidenza una foto del Gurgo di Andria di Domenico Belfiore.