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Puglia Rurale Pagina dedicata a una terrAutentica: madre protettrice di grandi tradizioni

L’allarme e l’appello lanciati dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) e dall'Ordine dei Geologi di Puglia...
02/01/2025

L’allarme e l’appello lanciati dalla Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) e dall'Ordine dei Geologi di Puglia per la salvaguardia del Gurgo di Andria
“Sembra che ci sia una dissociazione di sensibilità sul valore del patrimonio geologico, paesaggistico, culturale e territoriale degli elementi, che costituiscono l’ossatura del territorio e dello sviluppo culturale e socio economico che su di esso si è sviluppato nei secoli, tanto da scambiare una dolina da crollo in una vasca di laminazione. Il caso è quello della dolina nota come il “Gurgo di Andria” che un progetto del Commissario per il Dissesto idrogeologico della Regione Puglia, tra due alternative, ha ritenuto di dover utilizzare come una vasca di laminazione per mettere in sicurezza l’abitato. Cosa che, chiariamo subito, riteniamo necessaria e forse anche tardiva. Non siamo contrari alla realizzazione di una vasca di laminazione ma non comprendiamo la scelta utilizzare il Gurgo di Andria che ha grande valore geologico. Questa scelta è ancora più incomprensibile visto che il territorio del Comune di Andria insieme ad altri 14 comuni murgiani e pre-murgiani, al Parco Nazionale dell’Alta Murgia e alla stessa Regione Puglia sta aspettando l’ufficializzazione del riconoscimento da parte dell’UNESCO come territorio meritevole di essere inserito nel network dei GeoParchi mondiali”. Lo afferma Antonello Fiore, geologo, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA) che aggiunge “Una scelta progettuale ncomprensibile quella di utilizzare il “Gurgo di Andria”, geosito inserito nel censimento regionale realizzato ai sensi della LR 33/2009 e riconosciuto come “altri contesti” dal Piano Paesaggistico Territoriale regionale (PPTR) della Regione Puglia, come recapito di un’opera di sistemazione idraulica. Si ricorda che nel PPTR della Regione Puglia sono stati individuati e perimetrati ulteriori contesti paesaggistici meritevoli di tutela (art. 143 lett. e D. Lgs. 42/2004), tra questi gli elementi appartenenti alla “Struttura idro-geo-morfologica” quali: le Doline, gli Inghiottitoi, le Grotte e i Geositi. Per essi è l’Art. 56 del PPTR che indica le misure di salvaguardia e di utilizzazione.
Il Gurgo è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia, si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria di Trimoggia, nelle immediate vicinanza del Santuario del Santissimo Salvatore. La dolina si apre su una superficie sub-pianeggiante e presenta una forma ellittica con asse maggiore lungo circa 260 metri; il suo perimetro eccede di poco gli 800 metri e la sua profondità è di 38 metri nel suo punto più basso. Le pareti della depressione mostrano pendenze generalmente elevate. La successione stratigrafica delle rocce che affiora sui fianchi del Gurgo è costituita quasi interamente da calcari del Cretaceo inferiore. Lungo il perimetro della dolina sono state riconosciute 9 piccole cavità carsiche formatesi lungo le principali discontinuità del substrato roccioso. La dolina oltre a essere un geosito – ha concluso Fiore - ha un valore archeologico, infatti nella Relazione Archeologica (ED09) del Progetto di fattibilità tecnico economico dell’intervento si legge: “L’area del Gurgo è nota sin da epoca altomedievale per la presenza del casale di Trimoggia: si tratta di uno dei primi luoghi dell'aggregazione urbana disposti a corona intorno ad Andria e caratterizzato dallo schema del casale bizantino ricavato all'interno di una depressione carsica naturale che era dotato anche di una chiesa. Le testimonianze della prima frequentazione dell’area risalgono almeno alla prima metà del IX secolo d.C. (trimodie in un documento dell’843 d.C.). Successivamente, con lo spostamento della popolazione verso il centro urbano di Andria, l’area venne abbandonata, ma continuò ad essere frequentata la ca****la di Santa Maria, edificata in superficie, durante l’XI secolo d.C.”

Anche l’Ordine dei Geologi della Puglia interviene sul futuro del Gurgo di Andria. Giovanna Amedei (Presidente Ordine Geologi della Puglia) sottolinea: “ Il Gurgo di Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria e lo si vuole trasformare in vasca di laminazione! Oltre al valore paesaggistico e culturale del Gurgo, sul quale è intervenuta anche la SIGEA, occorre considerare due importanti aspetti tecnici: la contaminazione della falda; gli effetti idrosismici”.

“Ma il patrimonio geologico in Puglia che valore ha? Parto da questa domanda per fare una serie di considerazioni dopo aver visto gli elaborati del 'Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico” ex DPCM 14/07/2016 – IV Stralcio. Intervento di sistemazione idraulica del Lotto n.4 – Comune di Andria – codice ReNDIS 16IR738/G1 Mitigazione del rischio idraulico canale Ciappetta-Camaggio – int 2 – Lama Lagnone che interessa il Gurgo di Andria. Per i 'non addetti ai lavori' il Gurgo di Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria”. Lo ha affermato Giovanna Amedei, Presidente dell’Ordine dei Geologi della Puglia.

“Lo stesso rappresenta un geosito inserito nel censimento regionale realizzato ai sensi della LR 33/2009 e riconosciuto come “altri contesti” dal PPTR della Regione Puglia e quindi soggetto all’Art. 56 delle relative NTA che indica le misure di salvaguardia e di utilizzazione della “Struttura idro-geo-morfologica. Orbene nell'ambito del progetto innanzi indicato il Gurgo diventerebbe il recapito di un’opera di sistemazione idraulica – ha concluso l’Amedei - in sintesi una vasca di laminazione per mettere in sicurezza l’abitato. Facciamo una premessa: la messa in sicurezza dell'abitato non è assolutamente in discussione e così come gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ma il problema è la scelta del Gurgo che, forse, gli studi di supporto al progetto non hanno adeguatamente considerato.

Andria è una delle cinque doline più grandi e spettacolari della Puglia che si trova a poco più di un chilometro a sud-ovest della Città di Andria, in contrada Santa Maria. Oltre al valore paesaggistico e culturale del Gurgo, sul quale è intervenuta anche la Società Italiana di Geologia Ambientale, occorre considerare due importanti aspetti tecnici: la contaminazione della falda; gli effetti idrosismici. Studi rivelano che già oggi nella zona dell'alta Murgia sotto l’effetto di precipitazioni importanti vi è un trasferimento degli inquinanti attraverso le discontinuità maggiori e le forme carsiche endoreiche. Esse, quindi, rappresentano un inevitabile mezzo di comunicazione diretto con la falda di quanto accade in superficie; sottoponendo il Gurgo ad un' ulteriore pressione come luogo di immagazzinamento non si farebbero altro che trasferire, in maniera concentrata e più efficiente, inquinanti direttamente in falda, già sotto stress per emungimenti e crisi idrica.

E tale rischio è anche più reale se si considera che ad oggi non risultano eseguite indagini sul fondo del Gurgo. Quindi quali effetti avrebbe sul fondo e su tutto il sistema carsico un deflusso concentrato come quello previsto in progetto? Secondo punto: l’acqua che si infiltrerebbe nel fondo della dolina potrebbe stravolgere la circolazione carsica ipogea, con il rischio, come dimostrato da recenti studi, di innescare possibili terremoti, come si è avuto modo di constatare a Bagni di Tivoli, a Fossa (AQ) e in altre zone dell’Abruzzo dell’Appennino in genere”.

In evidenza una foto del Gurgo di Andria di Domenico Belfiore.

Su impulso del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, passa da 30 a 60 giorni il tempo a...
31/12/2024

Su impulso del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, passa da 30 a 60 giorni il tempo a disposizione dei comuni interessati per inviare osservazioni sulla Carta Nazionale delle Aree Idonee a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi incluso in un parco tecnologico, oggetto di Valutazione Ambientale Strategica.

Il termine sarebbe scaduto il 26 dicembre e verrà dunque posticipato di trenta giorni, per favorire la piena partecipazione delle amministrazioni alla procedura.

Con questo atto, il ministro Pichetto ha inteso dare seguito all’ordine del giorno approvato in sede di conversione del Dl Ambiente n°153 del 2024, a prima firma Federico Fornaro, nel quale si chiede questa estensione “al fine di consentire un coinvolgimento, un dialogo e una valutazione migliori da parte delle autonomie locali”.

Legambiente presenta il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima 2024 anno difficile per l’Italia sotto scacc...
30/12/2024

Legambiente presenta il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima 2024 anno difficile per l’Italia sotto scacco della crisi climatica con 351 eventi meteo estremi (+485% rispetto al 2015)

Per il terzo anno consecutivo oltre 300 eventi estremi:
a pesare l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+24%) e allagamenti (+12%)

Legambiente: “Italia impreparata nell’affrontare la crisi climatica. Il Governo Meloni non ha messo in campo strategie di prevenzione, né reso operativo il PNACC. Tre le priorità per il 2025: stanziare le risorse economiche per attuare le azioni prioritarie del PNACC; approvare una legge contro il consumo di suolo; varare il DPR sul riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura”

L’Italia è sempre più sotto scacco della crisi climatica. Nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Pen*sola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: nel 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A fare la parte da leone in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua.

A scattare questa fotografia di fine anno è l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024, sottolineando come la Pen*sola ancora una volta si sia fatta trovare impreparata anche in questi ultimi giorni di fine anno contrassegnati da piogge, mareggiate e venti forti. Male il Governo Meloni per l’inerzia dimostrata. In particolare, l’Esecutivo non ha messo in campo strategie di prevenzione e non ha stanziato le risorse economiche necessarie per attuare le azioni prioritarie del PNACC, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che ad oggi risulta essere una scatola purtroppo vuota. Inoltre, non è stato ancora emanato il decreto per l’insediamento dell’Osservatorio Nazionale per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici.

I DATI - Il 2024 è stato segnato da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud 92 e dal Centro 61.

“Nel 2024 l’Italia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il Governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del PNACC, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’Esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col DL Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il DPR per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”.

“Quest'anno in Puglia, nel mese di ottobre, abbiamo registrato il -72% di disponibilità di acqua – dichiara Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia - Questo significa che la siccità sta causando ingenti danni al comparto agricolo e non solo. Verso la fine di quest'anno la situazione è leggermente migliorata, ma ci deve essere l'impegno da parte di tutti per raggiungere risultati più importanti. Ad oggi, infatti, solo una esigua percentuale delle acque reflue viene recuperato dai depuratori. Dunque, è necessario lavorare diversamente per il futuro”.

Classifica regioni più colpite da siccità, esondazioni e allagamenti: per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).

2024, anno dei record: Spicca poi l’ennesimo record di temperature globali registrato dal programma europeo Copernicus che indica il 2024 come l’anno più caldo da inizio registrazioni con, per la prima volta, il superamento della soglia di 1,5 °C sopra i livelli pre-industriali. Il mese di novembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo il novembre 2023, con una temperatura media dell’aria superficiale di 14,1°C, +0,7°C al di sopra della media di quel mese del periodo compreso tra il 1991 e il 2020. Il novembre 2024 è stato di 1,6°C al di sopra del livello pre-industriale ed è stato il 16° mese in un periodo di 17 mesi in cui la temperatura superficiale media globale dell’aria ha superato di 1,5°C i livelli pre-industriali. Anche la temperatura superficiale media marina per il mese di novembre 2024 ha registrato livelli record, con 20,6°C, il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0,13°C al di sotto del novembre 2023.

L’albero d’ulivo, simbolo per eccellenza della Puglia, è il custode di un patrimonio culturale, ambientale ed economico ...
30/12/2024

L’albero d’ulivo, simbolo per eccellenza della Puglia, è il custode di un patrimonio culturale, ambientale ed economico che affonda le radici nel cuore della regione. Per Confagricoltura Bari-Bat diventa simbolo di resistenza e di resilienza alla Xylella che minaccia pericolosamente il paesaggio, le tradizioni e la redditività delle due province con la produzione olivicola a maggior reddito in Italia, Bari e Bat.

“Per questo abbiamo donato simbolicamente il nostro Ulivo di Natale alla comunità di Bari lo scorso 13 dicembre – dichiara Massimiliano Del Core, presidente di Confagricoltura Bari-Bat – perché vogliamo fortemente che la sensibilità verso il fenomeno rimanga sempre alta”.

In questo tempo di bilanci, Confagricoltura Bari-Bat è pronta ad affrontare il nuovo anno partendo da quello che il 2024 sta lasciando. L'Organizzazione di categoria lavora in prima linea al fianco dei suoi soci per garantire prima di tutto tutela sindacale, protezione delle colture, sostegno alla competitività delle aziende agricole e promozione di pratiche agricole sempre più sostenibili.

La lotta contro la Xylella fastidiosa, che da anni affligge le coltivazioni di olivo in Puglia e adesso è anche in provincia di Bari, rimane una delle priorità per l'associazione. “Confagricoltura Bari Bat – spiega Del Core - ha proseguito l'impegno per informare e supportare gli agricoltori colpiti, attraverso il rispetto assoluto dei disciplinari regionali, la diffusione di buone pratiche agronomiche e la collaborazione con le istituzioni per garantire azioni di contenimento efficaci. Siamo al fianco degli agricoltori pugliesi nella lotta contro la Xylella, consapevoli dell'impatto devastante che questa malattia ha avuto e può avere su diverse ed importanti colture - olivo, ma anche vite e mandorlo, condizionando l'economia locale", ha sottolineato il presidente.

Confagricoltura Bari- Bat ha continuato anche a promuovere la sostenibilità ambientale come principio guida nelle pratiche agricole. Nel 2024, sono stati avviati progetti per l'adozione di tecniche agricole che riducono l'uso di pesticidi, educano al recupero e riciclo della plastica, valorizzano i materiali organici di risulta dell’attività agricola, favoriscono la gestione responsabile delle risorse idriche e migliorano la biodiversità.

“La sostenibilità non è solo una scelta, ma una necessità per garantire la salute del nostro territorio il futuro delle prossime generazioni di agricoltori, generando reddito integrativo per gli imprenditori agricoli attraverso carbon farming e altre azioni climatico-ambientali che saranno sempre più incentivate e premiate economicamente dalla politica agricola regionale, nazionale e comunitaria, come è giusto che sia” ha dichiarato il presidente. “Apprezziamo lo sforzo strategico ed economico messo in atto ad opera dell’assessore Donato Pentassuglia per far assegnare all’agricoltura oltre 20 mln di euro della programmazione dei fondi FSC, dopo il patto siglato ultimamente tra Regione e Governo, risorse da destinare, come ci ha confermato il Presidente Francesco Paolicelli, al tentativo di trovare una risoluzione strutturale dell’emergenza idrica regionale, a favore di comunità e zone agricole e rurali”.

Fondamentali per il rilancio del settore in Puglia anche i fondi previsti per il 2025, dopo l'approvazione del bilancio: oltre 90mln destinati al Consorzio di Bonifica per rifunzionalizzazione reti irrigue nelle province di Bari e Bat; circa 50 mln destinati ad Acquedotto Pugliese per opere di interconnessione strutturate relative alla rete idrica riveniente da Fortore, Locone e Ofanto.

Guardando al futuro, Confagricoltura Bari-Bat si prepara a nuove iniziative volte a sostenere l’innovazione, la formazione e il benessere degli agricoltori. In particolare, saranno intensificati gli sforzi per supportare la transizione ecologica delle aziende agricole attraverso piattaforme digitali per attuare agricoltura di previsione nelle aziende. “Continueremo a lavorare per supportare le aziende agricole nell’accesso a fondi europei per progetti di sviluppo sostenibile. In occasione della pubblicazione dei nuovi bandi regionali a favore delle filiere agricole più rilevanti per la nostra provincia, continueremo a promuovere un’agricoltura che metta al sicuro la produzione ed il reddito da essa derivante, che sia sostenibile e in grado di rispondere alle sfide del cambiamento climatico e della concorrenza globale: abbiamo fortemente caldeggiato, attraverso la nostra struttura regionale, l’ opportunità per le aziende di ottenere incentivi per innovazione, crescita, sviluppo, aggregazione e protezione attiva degli impianti produttivi”.

Sarà sempre più necessario facilitare l’incontro tra domanda e offerta di manodopera, sempre più difficile da reperire, soprattutto per alcuni settori ed alcune fasi colturali. “Ci applicheremo su questo obiettivo tramite la nostra piattaforma telematica che si avvale delle banche dati dei principali network delle agenzie di lavoro a livello nazionale. La sicurezza sul lavoro, infine, rimane una delle priorità per noi – sottolinea il Presidente Del Core – le attività di sensibilizzazione e formazione, insieme agli aggiornamenti normativi, hanno permesso di ridurre i rischi di incidenti legati alle pratiche agricole. Abbiamo organizzato numerosi corsi di aggiornamento sulla sicurezza in campo, promuovendo l'adozione di tecniche di lavoro sicure e l'uso di dispositivi di protezione individuale. La tutela della salute dei lavoratori è un impegno fondamentale in un settore cruciale per l'economia, che però presenta rischi operativi che vanno considerati e su cui è importante fare prevenzione”.

Un impegno quindi per promuovere un’agricoltura sicura, sostenibile e in grado di rispondere alle sfide del cambiamento climatico e della concorrenza globale, con particolare attenzione alla protezione degli oliveti pugliesi e alla promozione di pratiche agricole che salvaguardino l'ambiente.

DIECI MESI DI RESTAURO: RINASCE IL MUSEO DI BIOLOGIA MARINA DI UNISALENTO Riapre i battenti a Porto Cesareo il Museo di ...
28/12/2024

DIECI MESI DI RESTAURO: RINASCE IL MUSEO DI BIOLOGIA MARINA DI UNISALENTO

Riapre i battenti a Porto Cesareo il Museo di Biologia Marina "Pietro Parenzan" dell'Università del Salento. La cerimonia di inaugurazione si è svolta ieri pomeriggio, con la partecipazione del professor Stefano Piraino, direttore del museo e di numerosi docenti e ricercatori dell'ateneo.

La struttura, che rientra nel Sistema Museale di Ateneo - UniSalento si presenta oggi con un allestimento moderno e interattivo, progettato per offrire un’esperienza immersiva e accessibile a tutti, grandi e piccoli. L’obiettivo principale dei lavori è stato quello di eliminare le barriere fisiche e cognitive per migliorare la fruizione delle collezioni e sensibilizzare il pubblico sull’importanza della biodiversità marina mediterranea.

Il museo vi aspetta in questi giorni di festa per trascorrere una mattinata alternativa in famiglia o con gli amici, ma sempre all'insegna della conoscenza e dell'amore per la natura.
E' aperto tutti i giorni dalle 9 alle 13, eccetto il lunedì, il 25 dicembre e l'1 gennaio.

“Il sito di discarica per rifiuti urbani in contrada Autigno nel Comune Brindisi è da anni sotto una vigile attenzione d...
24/12/2024

“Il sito di discarica per rifiuti urbani in contrada Autigno nel Comune Brindisi è da anni sotto una vigile attenzione della Regione e degli uffici regionali competenti, non solo con una interlocuzione costante con il territorio ma anche con importanti risorse stanziate per la sua messa in sicurezza e la sua riqualificazione”. Così l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani, commentando le dichiarazioni del consigliere Caroli che “pur riconoscendo l’imminente nostro sopralluogo sul sito in questione, come programmato nei primi giorni del 2025, ingiustamente attacca nonostante quanto fatto e investito fino ad oggi per risarcire territori attraverso miglioramenti d’impianti di discariche e, lì dove necessario, anche con sostegno finanziario alla chiusura di siti pericolosi per la salute e l’ambiente”.



“Per quanto riguarda la discarica di Autigno il consigliere Caroli sa bene che ad oggi numerosi sono stati i supporti finanziari, e non solo, che la Regione ha concesso al Comune di Brindisi, proprietario del sito, in sostituzione al gestore inadempiente alla gestione operativa della discarica, per attuare misure di prevenzione ed emergenza a tutela dei cittadini e del territorio. Parliamo – prosegue l’assessora - di oltre 1,7 milioni di euro, a valere sul nostro bilancio autonomo, già destinati al sito per interve**re e superare le eccezioni che portarono al sequestro.

Oltre 2,4 milioni di euro a valere sul FESR 14-20 sono stati altresì destinati al Comune di Brindisi per attuare misure di emergenza più organiche sui lotti di più recente gestione di smaltimento rifiuti. Lo stato in cui versa il sito è ben noto alle Strutture tecniche regionali, che hanno effettuato numerosi sopralluoghi, anche con l’ausilio dei tecnici dell’Arpa Puglia (l’ultimo solo in data 13.11.2024) per coadiuvare e supportare il Comune nelle scelte progettuali di ulteriori misure di emergenza, in continuità con le precedenti.

Altro intervento rilevante, che ho proposto personalmente, è stato volto a destinare ulteriori risorse all’amministrazione brindisina per interve**re sul sito (DGR 8 aprile 2024, n. 414 sul Programma Complementare FESR 2014-2020) ammontanti a circa tre milioni di euro, proprio per attuare e garantire, come si legge anche nella delibera, 'in modo rapido e nelle more della progettazione e dell’attuazione di un intervento organico e definitivamente risolutorio, anche in continuità agli interventi già attuati, l’esecuzione di ulteriori misure di prevenzione e messa in sicurezza di emergenza del corpo rifiuti e delle sue emissioni, qualificati come sorgenti primarie di contaminazione delle matrici ambientali interessate, nella Discarica RSU Nubile S.r.l. in contrada Autigno nel Comune di Brindisi (…) '.

A tal proposito, proprio stamane, la Struttura tecnica regionale competente, nell’ambito della procedura negoziale per la definizione delle più efficaci alternative progettuali, in relazione alle somme disponibili e allo stato in cui versa il sito, in contradditorio con il Comune di Brindisi, ha analizzato il progetto proposto dall’amministrazione comunale e, in un’ottica di leale collaborazione, ha fornito i più opportuni suggerimenti e le necessarie prescrizioni per rendere il più efficace possibile l’utilizzo dei circa 3 milioni di euro destinati.

Tutto ciò per dimostrare – conclude l’assessora Triggiani - la nostra massima attenzione concreta e fattiva, oltre che per rassicurare specialmente i cittadini che l’azione regionale ha l’unico fine di difendere il paesaggio, di salvaguardare la salute umana e la produttività di un territorio. Continueremo a vigilare e a supportare il Comune di Brindisi perché venga attuata, con le risorse a disposizione, ogni misura opportuna sul sito”.

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La Puglia sceglie la soluzione in house con i Comuni: l’acqua e la sua gestione restano pubbliche. Per Emiliano, Matarre...
24/12/2024

La Puglia sceglie la soluzione in house con i Comuni: l’acqua e la sua gestione restano pubbliche. Per Emiliano, Matarrelli e Laforgia lo schema Regione-AIP-AQP conferma di funzionare benissimo

L’Autorità idrica Pugliese (AIP) ha deliberato a favore dell’affidamento diretto, ad una realtà interamente pubblica e partecipata dagli enti locali, della gestione del servizio idrico integrato dal 2026. L’in house ha prevalso, rispondendo meglio di altre soluzioni agli indicatori di convenienza, efficacia, efficienza e sostenibilità economico-finanziaria: è in grado di garantire – secondo le risultanze tecniche poste alla base della decisione – soluzioni soddisfacenti in termini di qualità ed universalità del servizio, rispetto ad altre forme di gestione miste o aperte al mercato.

“Abbiamo ascoltato le comunità e, guardando al loro benessere e dopo un’attenta analisi – spiega il Presidente dell’Autorità idrica Pugliese, Toni Matarrelli – abbiamo deciso che l’affidamento in house offrisse maggiori benefici non solo dal punto di vista economico, ma anche rispetto alla qualità del servizio, all’efficienza e all’impiego ottimale delle risorse pubbliche, nella gestione di uno dei più complessi ed estesi ambiti territoriali ottimali in Italia, con oltre 4 milioni di cittadini serviti. Con questa scelta, garantiremo anche la piena partecipazione dei cittadini pugliesi – attraverso l’elezione dei propri rappresentanti - ai processi decisionali e di controllo del soggetto che gestirà il bene più prezioso in dono all’umanità. Ora possiamo individuare il gestore e, previa verifica della sussistenza dei requisiti previsti dalla normativa, disporre entro giugno del prossimo anno l’affidamento del servizio idrico integrato”.

Un iter che per completarsi richiede la cessione ai Comuni di una parte (il 20%) delle azioni di Acquedotto Pugliese (AQP), attualmente detenute (al 100%) dalla Regione Puglia, per rispettare i presupposti della gestione in house e preservare la totale natura pubblica dell’azienda, che è stata intanto dichiarata - con legge dello Stato – società di rilevanza strategica per l’interesse nazionale, l’unico acquedotto in Italia, prevedendo che uno dei componenti dell'organo di amministrazione ed uno dell'organo di controllo siano designati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

“Sono qui per rivendicare il risultato politico forse più importante di questi ultimi anni: cioè aver messo definitivamente in sicurezza l'acqua pubblica, non più – sottolinea il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – solo come principio, ma anche come organizzazione strategica. Ci siamo riusciti anche grazie all’accordo raggiunto con il Governo: sia la presidente del Consiglio Meloni che il ministro Fitto si sono convinti che la nostra opinione era corretta e hanno sostenuto la nostra scelta. Non ci sarei riuscito se non avessi potuto contare sul più grande ed efficiente acquedotto d'Europa e non avessi avuto l'organizzazione dei comuni per la gestione strategica dell'acqua. Oggi Aqp è un'azienda strategica italiana che continua a garantire una gestione pubblica del servizio idrico. Questi sono gli auguri di Natale più importanti che posso rivolgere a tutti i pugliesi: avere dimostrato, in un'epoca non facile, che tutto ciò che tanti anni fa fu condensato nel referendum sull'acqua pubblica, la Regione Puglia lo ha realizzato sul serio. É una cosa della quale sono molto orgoglioso”.

“La soluzione in house era e si è rivelata – conclude il Presidente di Acquedotto Pugliese, Domenico Laforgia – la scelta migliore per il territorio e le comunità. Il riconoscimento del Governo, che ringrazio, sull’importanza strategica nazionale di AQP come azienda e non solo come infrastruttura, valorizza inoltre la buona gestione dell’acqua in Puglia da parte del pubblico, sfatando il mito secondo cui un privato è a prescindere più efficiente. Lo schema Regione-AIP-AQP funziona”.

Un viaggio emozionante attraverso i “Paesaggi di luce” del Geoparco Mondiale UNESCO. In chiusura di un 2024 scandito da ...
21/12/2024

Un viaggio emozionante attraverso i “Paesaggi di luce” del Geoparco Mondiale UNESCO. In chiusura di un 2024 scandito da eventi memorabili, il Parco Nazionale dell'Alta Murgia ha presentato il calendario 2025: dodici scatti che catturano l’essenza del territorio, attraverso giochi di luce e colori che ne esaltano il fascino senza tempo. Dalle rovine del Garagnone sotto l’abbraccio della Via Lattea (Abbraccio cosmico) al tramonto che avvolge Castel del Monte nel suo splendore dorato (Sovrano della luce), ogni immagine racconta il profondo legame tra natura, storia e geodiversità. La magia del lino delle fate accarezzato dagli ultimi raggi di sole (Scintille di luce), la maestosità di un cerro solitario che sfida il freddo del nevischio (Solitudine maestosa) e la Murgia Franchini, plasmata dalla forza del temporale (Murgia in tempesta). Un calendario che non è solo un omaggio al paesaggio, ma anche un invito a guardare con occhi nuovi alla ricchezza e alle sfide di MurGEopark.

Il calendario “Paesaggi di luce” è stato presentato durante la conferenza stampa di fine anno, tenutasi presso il Palazzo della Regione Puglia di via Gentile a Bari. All’evento sono intervenuti Serena Triggiani, assessora regionale all’Ambiente e Aree Protette, Francesco Tarantini, commissario straordinario del Parco, Giovanna Bruno, vicepresidente della Comunità del Parco, insieme ai sindaci dei comuni del Geoparco. Un’occasione per celebrare i successi del 2024 e delineare le sfide e le opportunità che attendono il territorio nell’anno a ve**re.

“Oggi si chiude per il Parco dell’Alta Murgia un anno straordinario – ha dichiarato l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani – che ha sancito il riconoscimento, da parte dell’Unesco, come primo Geoparco in Puglia. E’ stato un anno emozionante che ha dato forma a un traguardo ambizioso ma del tutto meritato per il futuro del Parco dell’alta Murgia e per i territori dei comuni interessati. Ringrazio vivamente il commissario del Parco, in primis, con tutto il suo staff e i volontari, per la tenacia con cui lavorano ogni giorno. E ringrazio i sindaci dei comuni, la cittadinanza attiva per aver contribuito, insieme a Regione Puglia, a traghettare questo territorio straordinario verso scenari internazionali. Siamo chiamati pertanto tutti a fare sempre più e meglio, mettendo a punto attente politiche di tutela e di valorizzazione della geodiversità e del patrimonio geologico dell’Alta murgia. E impegnandoci, soprattutto, a difendere un territorio unico che non può in alcun modo essere annoverato e considerato area idonea al deposito di rifiuti nucleari, come indicato dal Governo nazionale. E questa è una delle sfide che ci attende nel brevissimo futuro: rivendicare con forza il nostro diritto alla bellezza, alla cura e preservazione della geo-biodiversità della nostra terra”.

«Il 2024 è stato un anno memorabile – dichiara il commissario straordinario Francesco Tarantini – con numerosi risultati concreti per la valorizzazione del nostro territorio. Tuttavia, questo riconoscimento non rappresenta un traguardo definitivo, ma l’inizio di un percorso impegnativo che richiede dedizione e collaborazione. Il 2025 sarà un anno cruciale per consolidare l’identità di MurGEopark, attraverso nuove progettualità e il lavoro sinergico tra Ente Parco, Regione Puglia, comuni, associazioni e tutti i soggetti che hanno contribuito a questo risultato. Solo uniti possiamo continuare a garantire la conservazione e lo sviluppo del nostro Geoparco, dando lustro a un patrimonio inestimabile».

Il 2024, anno in cui il Parco dell’Alta Murgia ha celebrato il ventennale dalla sua istituzione, è stato segnato da traguardi importanti. Tra i principali successi spicca la proclamazione del territorio a Geoparco Mondiale UNESCO, avvenuta lo scorso 9 settembre, che sarà sancita ufficialmente dalla Commissione UNESCO ad aprile 2025. Un anno arricchito anche dalla prima edizione di “Biodiversa - L’Italia dei Parchi si racconta”, una rassegna che ha coinvolto aree protette da tutto il Paese presso l’area fiere di Gravina in Puglia, come momento di confronto e per festeggiare il ventennale. Nel 2025, Biodiversa si trasformerà nel Festival della Geodiversità, ospitando i Geoparchi italiani in un evento dedicato allo scambio di esperienze, alla tutela ambientale e alla valorizzazione dei territori.

L’anno in corso ha segnato la riapertura delle Miniere di Bauxite, dopo un importante progetto di riqualificazione che ha consentito il recupero degli habitat e delle specie faunistiche presenti. Gli interventi hanno reso possibile la messa in sicurezza del sito e l’avvio di un accesso regolamentato con visite su prenotazione, trasformando le miniere in un esempio virtuoso di conservazione e fruizione sostenibile.

Il 2024 ha visto la conclusione dei lavori di messa in sicurezza del bosco di Castel del Monte, interessato da interventi selvicolturali per aumentarne la resilienza agli incendi boschivi, nell’ambito del programma “Parchi per il clima”. Proseguono invece i lavori di recupero del bosco di Acquatetta, avviati a febbraio, per recuperare l’area dopo i danni causati dagli incendi degli anni passati. Fondi ulteriori di “Parchi per il clima” sono stati investiti nella progettazione della messa in sicurezza del bosco di Povera Vita, in parallelo all’acquisto di nuovi moduli antincendio e soffiatori – grazie a un contributo di Regione Puglia – da destinare ai comuni con maggiori criticità legate al rischio incendi, potenziando l’attività di contrasto del fuoco. Tra le attività che hanno scandito quest’anno, l’avviso pubblico “Parco Innova”, promosso dall’Ente Parco in sinergia con ARTI Puglia. Un bando che ha raccolto 28 proposte negli ambiti di monitoraggio e tutela della biodiversità, promozione del turismo e dell’enogastronomia locale ed economia circolare. Due i progetti vincitori: “Parchigiani: la resistenza della biodiversità” dell'azienda Fattoria delle Api, che integra ricerca scientifica ed educazione ecologica per la tutela degli insetti impollinatori, e “Hygrolana Altamurana – Pellet a misura di natura” dell’azienda Pecore Attive, che trasforma la lana di pecora sucida in pellet organico per sostenere gli allevatori e promuovere la sostenibilità agricola.

Nel 2024 si è intensificato l’impegno per contrastare i cambiamenti climatici attraverso il progetto europeo MONALISA (Monitoring Natural Capital and Ecosystem Services in Arid and Semi-Arid Areas), coordinato dall’Università di Sassari. Il Parco dell’Alta Murgia è una delle sei aree pilota del Mediterraneo coinvolte, analizzate dalle attività progettuali con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative per contrastare la desertificazione del suolo e migliorare la gestione sostenibile del territorio.

In tema di tutela, l’Ente Parco, nell’ambito della consultazione sul rapporto preliminare della procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ribadisce con fermezza la propria opposizione al deposito nazionale di rifiuti radioattivi. Le osservazioni già presentate in passato e che saranno riproposte sottolineano l’incompatibilità del territorio con la realizzazione di un simile impianto, confermata dal recente riconoscimento come Geoparco UNESCO. Guardando al 2025, il Parco si prepara a rafforzare l'identità di MurGEopark attraverso nuove iniziative di valorizzazione, volte a consolidare e mantenere il riconoscimento UNESCO. Tra le priorità vi è la creazione di prodotti turistici legati al brand MurGEopark, per promuovere una fruizione sostenibile e identitaria del territorio. Un’azione imminente sarà la riapertura, prevista a gennaio, del centro visite Torre dei Guardiani nel quale è stato allestito un erbario per l’educazione ambientale, cui seguirà il nuovo centro visite presso l'area del Cavone, entrambi fondamentali per migliorare l’accoglienza e offrire ai visitatori punti di riferimento dedicati alla scoperta del Geoparco.

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Bari
70122

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