10/01/2025
Se si leggono i discorsi pubblici e le memorie di Hi**er - così come di Mussolini, d’altra parte, e dei vari intellettuali fascisti del tempo - si nota come era molto chiaro che il nazi-fascismo era concepito quale alternativa al comunismo e all’ampliamento del principio democratico nella società politica (dal parlamento al sistema economico, il che avrebbe messo in discussione il principio fondamentale del capitalismo, la proprietà privata e l’esclusività privata della decisione sull’allocazione delle risorse). I leader dei regimi nazi-fascisti avevano ben chiara la funzione politica del nazi-fascismo: salvare la società capitalistica, in un’epoca di crollo del sistema di mercato internazionale e di crisi del paradigma liberale, dall’incombente minaccia del socialismo e del comunismo, che potevano contare su uno Stato in ascesa - l’Urss - e su movimenti e partiti diffusi e radicati nelle società europee. Non a caso, perseguitati dai regimi nazi-fascisti furono proprio i militanti socialisti e comunisti, insieme a quella minoranza di liberali che decisero di non aderire alle dittature.
D’altra parte, le parole di Weidel trovano ampia condivisione nel pensiero neoliberale, che fin dagli anni ‘40 del secolo scorso (basti pensare agli scritti di Ludwig Von Mises, poi a quelli di Hayek, e poi agli epigoni vari) equipara socialismo, comunismo, fascismo e nazismo quali “regimi collettivistici” che sono semplici varianti di uno stesso modello fondamentale. Una delle operazioni di mistificazione storica, intellettuale e politica più grandi di tutti i tempi, che è divenuta senso comune nel pensiero liberale contemporaneo (basti pensare al pronunciamento del parlamento europeo che ha messo sullo stesso piano nazismo e comunismo).
Weidel mente sapendo di mentire: sapendo bene che le radici di questa menzogna sono state da lungo tempo piantate nel terreno politico-culturale delle società europee, e sapendo altrettanto bene che oggi queste menzogna può tornare a fiorire in un’epoca di nuova convergenza di interessi tra liberali e reazionari di estrema destra.