20/11/2024
PFAS, NUOVI DATI POCO RASSICURANTI SVELATI
DAL COMITATO L'ACQUA SICURA:
VALORI ELEVATI A VILLAR DORA
E CASELETTE, INQUINAMENTO
ANCHE A OULX E MATTIE
Ci sono nuovi dati, per nulla rassicuranti, sulla presenza di Pfas nelle acque valsusine. Lo annuncia il comitato “L’ Acqua SiCura”, che da alcuni mesi si batte per l'individuazione della o delle fonti di inquinamento. «Abbiamo preso visione delle più recenti analisi ufficiali fornite alla Ato di Torino (Ente di governo per la programmazione, organizzazione e controllo del servizio idrico integrato), relativamente alla presenza di Pfas nelle acque potabili del torinese - si legge in una nota diffusa poco fa - Queste analisi a quanto ci risulta non sono state ad oggi ancora rese pubbliche alla cittadinanza e dimostrano ancora una volta che l’inquinamento da Pfas nelle acque dei comuni valsusini è tuttora presente in maniera diffusa e persistente, sia in alta che bassa valle. Non solo i comuni della valle sono nuovamente coinvolti da questo pericoloso inquinamento, come già evidenziato dalle analisi della prima parte del 2023 portate all’attenzione dell’opinione pubblica da un report di Greenpeace, ma le concentrazioni di questi composti toccano nuovamente i livelli record assoluti di tutta l’area della Città Metropolitana di Torino, sia per seconda parte del 2023 che per la prima metà del 2024". Il comitato rivela come si riscontrino ad esempio valori anche di 60 e 90 ng/litro, rispettivamente nei comuni di Villardora (2023) e di Caselette (2024). "Quest’ultimo è un valore tra i più elevati di tutto il Piemonte e ad un passo dall’imminente entrata in vigore dei limiti per queste sostanze (100 ng/L), un valore riscontrato in passato solo a Gravere e Chiomonte - rivela L"Acqua SiCura - Altrettanto grave è l’ampio numero di comuni con valori inferiori ma comunque significativi, presenti in più analisi e punti di prelievo all’interno del comune stesso, come a Oulx e a Mattie. Ritrovare questo inquinamento in alta e bassa valle costituisce un segnale davvero grave e preoccupante. Un inquinamento del tutto anomalo in una valle alpina, per quanto sede di infrastrutture come autostrade, tunnel ferroviari e cantieri Tav, che insieme al possibile smaltimento illecito di rifiuti, costituiscono sicuramente gli ambiti da indagare attentamente, area per area, comune per comune. Una ulteriore anomalia che andrà indagata riguarda il fatto che analisi di poche settimane successive a quelle con valori elevati, per gli stessi punti di prelievo o per gli stessi comuni danno come risultato una assenza totale di queste sostanze. Solo una indagine urgente e approfondita potrà chiarire tutti questi punti oscuri».
Nel corso di queste settimane si è aperto un tavolo di confronto con le Unioni montane allo scopo di procedere a queste indagini. Allo scopo è stato coinvolto il più importante ricercatore italiano
sull’inquinamento da Pfas delle acque, Stefano Polesello del Cnr-Irsa, che ha già preso visione dei dati in questi mesi e ha ritenuto di collaborare allo studio del caso. Il prossimo 10 dicembre
Polesello visiterà alcuni siti in valle e avrà un primo incontro con l’Unione montana, allo scopo di avviare le indagini e il piano di monitoraggio delle acque della valle. Allo stesso tempo, il comitato ha deciso di inviare a tutti i sindaci della valle una Pec li invita a monitorare e indagare la situazione nei loro comuni, dato il loro ruolo di responsabili della salute pubblica. "Sarà inoltre avviata una raccolta firme in tutti i comuni della valle per dare forza a queste iniziative e dimostrare che gli abitanti della valsusa non accettano che il caso passi sotto silenzio o che questa situazione di grave inquinamento diffuso venga ritenuta accettabile - osservano dal comitato - I Pfas sono composti poli e perfluoroalchilici, detti “inquinanti eterni” e in alcuni casi definiti “sicuramente cancerogeni” dall’Oms. Proprio in merito alla tipologia di Pfas, va sottolineato che nelle ultime analisi a disposizione dell'Ato, non figurano più i singoli Pfas ma un dato generale espresso come “somma di Pfas”, rendendo di fatto impossibile conoscere quali specifici composti siano stati ritrovati, cosa che nelle analisi precedenti era espressa con trasparenza e che ha permesso di determinare ad esempio come in Valsusa le più alte concentrazioni della prima parte del 2023 riguardassero nello specifico il Pfoa, ovvero il composto dichiarato “sicuro cancerogeno” dall’Oms e la cui produzione e utilizzo non sono
ammessi da tempo. Chiediamo quindi che questo dato, a tutela della salute dei cittadini e a beneficio delle indagini, venga comunicato al più presto.
L’ obiettivo del comitato “L’acqua SiCura” è che Smat, Asl, Arpa e sindaci dei comuni valsusini, aumentino numero e frequenza delle analisi, individuino ed eliminino le fonti inquinanti che si trovano alla base di questo specifico inquinamento, che per i valori riscontrati non può essere casuale, tantomeno in un territorio montano dove non sono presenti siti produttivi di queste sostanze. Il Comitato chiede la salvaguardia assoluta della salute dei cittadini e del territorio valsusino, passando attraverso la pretesa imprescindibile del livello zero di Pfas nelle acque. Chiediamo quindi nuovamente di procedere nel modo più serio possibile all’individuazione delle cause dell’inquinamento da Pfas e alle conseguenti azioni per rimuoverle, pretendiamo analisi pubbliche e monitoraggio mensile della presenza di Pfas in tutti i comuni e nelle aree a rischio della valle, in particolare quelle a carattere industriale e interessate da cantieri»".