Astigiani

Astigiani Astigiani è un'associazione culturale per la promozione di Asti e del suo territorio. Editiamo la r

Editiamo la rivista Astigiani - Storia e storie, in edicola ogni tre mesi. Ci trovi in corso Alfieri, angolo via San Martino, davanti a Palazzo Mazzetti

Presentati online i tanti locali del  , sembrerebbe finito e invece il gioco inizia ora, nell'obiettivo di  riempirli di...
02/11/2024

Presentati online i tanti locali del , sembrerebbe finito e invece il gioco inizia ora, nell'obiettivo di riempirli di bagnacaudisti.

Proprio perché sul   c'è scritto Esageruma nen, non esageriamo a sottolineare quanto stiano crescendo entusiasmo, presen...
28/10/2024

Proprio perché sul c'è scritto Esageruma nen, non esageriamo a sottolineare quanto stiano crescendo entusiasmo, presenze e prenotazioni.

Storia, cultura, bellezza, gusto e tradizioni, tutto concentrato nel nostro Bagna Cauda Day, evento imperdibile, ancor p...
27/10/2024

Storia, cultura, bellezza, gusto e tradizioni, tutto concentrato nel nostro Bagna Cauda Day, evento imperdibile, ancor più nell'invito alla gita.

Il nostro Bagna Cauda Day è in dirittura d'arrivo e, visto l'entusiasmo fuori misura che sta girando attorno al  , ogni ...
27/10/2024

Il nostro Bagna Cauda Day è in dirittura d'arrivo e, visto l'entusiasmo fuori misura che sta girando attorno al , ogni occasione è buona per parlarne.

Parlarne, ricordando l’ultimo della dinastia degli acciugai di Asti, Mario Delpuy, mancato nel 2019. Aveva iniziato negli Anni Trenta, aiutando il nonno Giovanni Battista, conosciuto come “l’acciugaio di Costigliole”, discendente di una famiglia originaria di Paglieres, in Val Maira.

Nel 2017 gli avevamo assegnato il Premio Testa d’Aj, riconoscimento attribuito, durante i giorni del Bagna Cauda Day, a coloro che hanno dimostrato di saper andare contro corrente, e ne avevamo raccontato la storia sul numero 27 della rivista. Storia dell'ultimo testimone di un profumato angolo di Asti, la scalinata che scende da piazza Roma verso via Ottolenghi. Storia che potete rileggere dal nostro archivio online: https://archivio.astigiani.it/lacciugaio-che-lascio-il-diploma-nel-cassetto

Scoprire la varia bellezza del Piemonte, accompagnati dai profumi di Bagna è indubbiamente una combo vincente.
24/10/2024

Scoprire la varia bellezza del Piemonte, accompagnati dai profumi di Bagna è indubbiamente una combo vincente.

Già pronti i primi cento locali a soddisfare l'entusiasmo fuori misura e la voglia dei bagnacaudisti di scegliere e pren...
23/10/2024

Già pronti i primi cento locali a soddisfare l'entusiasmo fuori misura e la voglia dei bagnacaudisti di scegliere e prenotare.

LA VITA DI UN PADRE RITROVATA TRA COLORATI COLLAGES Mercoledì 6 novembre inaugura ad Asti una mostra a cui teniamo molto...
21/10/2024

LA VITA DI UN PADRE RITROVATA TRA COLORATI COLLAGES

Mercoledì 6 novembre inaugura ad Asti una mostra a cui teniamo molto. Ve lo diciamo un po' in anticipo così da essere certi trovi spazio in molte agende. Inaugura alle 18 nello Spazio Cabiria di Sala Pastrone.

Mostra dei collages di Giuseppe Leccioli. organizzata dal figlio Carlo per ricordarne opera e personalità, nel centenario della nascita. Mostra, non a caso, titolata "ERA MIO PADRE".

Stesso Carlo e stessi collages paterni a cui abbiamo con piacere dedicato spazio di racconto nell'ultimo numero di Astigiani, quello in edicola da poche settimane.

Dietro ad ogni bavagliolone trovate un po' di Astigiani.
21/10/2024

Dietro ad ogni bavagliolone trovate un po' di Astigiani.

Il nostro Bagna Cauda Day è invito a dare sempre più valore ad un grande piatto della tradizione, a ritrovare la bella c...
20/10/2024

Il nostro Bagna Cauda Day è invito a dare sempre più valore ad un grande piatto della tradizione, a ritrovare la bella convivialità dell'evento più profumato d'autunno, a contribuire agli obiettivi di solidarietà che caratterizzano l'immersione nella Bagna, ma è anche invito a scoprire la bellezza del Piemonte.

Teo, Gianni, Osvaldo, Mario, Emma, Graziella e Luigi, nomi di sette platani con dignità ritrovata. Entità con tanto di n...
19/10/2024

Teo, Gianni, Osvaldo, Mario, Emma, Graziella e Luigi, nomi di sette platani con dignità ritrovata. Entità con tanto di nome proprio che non possono di certo morire per un metro di spazio commerciale in più. Ce lo ricordano Davide Palazzetti e La voce di Asti che ringraziamo nuovamente per il sostegno.

Puntata sulla bellissima iniziativa di Astigiani che ha dato un nome proprio ai sette grandi platani di corso Savona a questo punto di certo non più sacrificabili

Crescono gli astigiani che, come noi, si preoccupano non poco per i sette platani di corso Savona.   e   trovano ogni gi...
18/10/2024

Crescono gli astigiani che, come noi, si preoccupano non poco per i sette platani di corso Savona. e trovano ogni giorno tanti nuovi amici a commentare l'infelice ipotesi d'abbattimento. Oggi proponiamo l'intervento di Alessandro Mortarino, pubblicato giusto ieri su Altritasti, periodico online per un altro mondo possibile. Secondo suo atto di sensibilizzazione, dopo il commento pubblicato sull'ultimo numero di Astigiani e riproposto sui nostri social ai primi di ottobre.

I PLATANI NON HANNO SANGUE

Lo hai sentito anche tu? Un rumore sordo, uno schianto. Netto, preciso, senza preavvisi né echi ritardati. Secco. Un attimo prima eccolo eretto e maestoso, poi un lampo e già lo vedi - o lo immagini - a terra, proteso verso il grande fiume e con le radici ben solide conficcate nel "suo" terreno. Non è un uomo. Ma un suo simile. Un platano. Sì, un platano. Proprio lui, proprio quell'esemplare che si dice sia stato capace di nascondere nel suo tronco cavo il serpente dell’Eden e fu per questo dagli Dei punito: la sua corteccia divenne altro, assunse l'aspetto della pelle maculata di quel serpente, ogni anno in metamorfosi. Il serpente. Che, in fondo, sappiamo rappresenti l’illusione di poter giudicare le azioni di Dio e sostituirlo alla guida dell’umanità. Un platano, dunque, custode - così mi piace pensarlo - del bene e del male, vigile discreto della cacciata dal Paradiso. Sotto le sue chiome le tracce indissolubili di molteplici incontri amorosi che, per Socrate, diventarono rinfrescante sede estiva per discettare di vita. E di amore. E che dire di Plinio il Vecchio e di Ovidio, che raccontarono quanto il platano fosse tenuto in considerazione dai loro contemporanei, tanto da annaffiarlo con il vino, ritenuto alimento prezioso per lo sviluppo delle sue radici. Plinio scrisse "abbiamo insegnato a bere anche agli alberi", con ironia e malcelate dubbiosità. Oggi noi non diamo da bere il vino al nostro platano. Non la barbera astigiana, non il moscato. E neppure l'acqua. Noi il platano lo vogliamo abbattere. Perché crea qualche fastidio a un nuovo cantiere che non ha tempo da perdere in "rammendi gentili": avanti rapidi e lineari, senza tentennamenti né palpiti. E in più ora si sa che il cantiere prevede il passaggio di una pista ciclabile proprio dove ora sta lui, il platano con le sue radici. Abbattere. Per amore, si intende: se vai in bicicletta non inquini e ti senti bene. Ti senti meglio. Ti senti. E se il platano va kaput, tu pedala più veloce. Fino a perdere l'orientamento e non capire più se stai davvero bene o meglio o benissimo. O...Ma poi frena, di colpo. Lo hai sentito anche tu? Un rumore sordo, uno schianto. Netto, preciso, senza preavvisi né echi ritardati. Secco. Un attimo prima eccolo eretto e maestoso, poi un lampo e già lo vedi - o lo immagini - a terra, proteso verso il grande fiume e con le radici ben solide conficcate nel "suo" terreno. Non è un uomo. Ma un suo simile. Un platano. No, non un platano. Sette platani. Come un castello di carte, cade il primo platano e cade il secondo, che cade sul terzo, che cade sul quarto, che cade sul quinto, che cade sul sesto, che cade sul settimo. I platani non hanno sangue. Ma le ruote delle biciclette lasciano una scia rossa che compone una scritta: "davvero ci rendiamo conto?". Sul primo platano, a terra, i resti di un uomo - o forse una donna - con una sega fumante in mano. Non si taglia il ramo su cui si sta seduti. Grazie, non ce n'eravamo accorti. Già...

Il   è proprio d'impatto, motivo in più per prenotare quanto prima. Da poco online i primi 20.000 posti.
18/10/2024

Il è proprio d'impatto, motivo in più per prenotare quanto prima. Da poco online i primi 20.000 posti.

Abbiamo fatto un po' di corse e il primo blocco di locali del nostro  Bagna Cauda Day è già online.
16/10/2024

Abbiamo fatto un po' di corse e il primo blocco di locali del nostro Bagna Cauda Day è già online.

TEO, GIANNI, OSVALDO, MARIO, EMMA, GRAZIELLA E LUIGIIeri, grazie al contributo a difesa dei platani di corso Savona scri...
16/10/2024

TEO, GIANNI, OSVALDO, MARIO, EMMA, GRAZIELLA E LUIGI

Ieri, grazie al contributo a difesa dei platani di corso Savona scritto da Antonio Catalano, "Io sono albero", abbiamo scoperto i nomi di tutti e sette gli antichi platani da salvare: Teo, Gianni, Osvaldo, Mario, Emma, Graziella e Luigi.

Nomi che rafforzano non poco il dover considerare quegli alberi esseri viventi. Esseri da non uccidere, esseri da non abbattere. Esseri bellissimi, da ammirare nelle immagini di Giulio Morra, prima di fermarsi a rimirarli dal vivo, chiamandoli per nome.


Abbiamo chiesto ad Antonio Catalano un racconto dedicato ai sette platani  “condannati a morte” dal  progetto che dopo l...
15/10/2024

Abbiamo chiesto ad Antonio Catalano un racconto dedicato ai sette platani “condannati a morte” dal progetto che dopo la demolizione dell’ex mulino Valente di corso Savona, prevede la nascita di un nuovo supermercato e la realizzazione di una pista ciclabile. Eccolo. Vi invitiamo a condividerlo e diffonderlo. Pubblicheremo anche altri racconti o poesie sul tema. Parole scritte contro il potere delle ruspe e delle motoseghe.

IO SONO ALBERO

Io sono un albero. Ho tutto quello che ha un albero: il tronco, i rami, le foglie, le radici. Sono nato da un seme e sono cresciuto grande e maestoso come sono adesso. Ma quando si è piccoli non si capisce di essere un albero e che da una piantina diventerai un monumento enorme. Sono così, dopo tanti anni, cresciuto su una strada dove passavano i carri trainati dai cavalli. Ora passano solo autovetture e camion. Molti anni fa, la gente mi passava davanti e mi salutava. I bambini mi toccavano urlando: “Mamma guarda, è così grande questo albero che non riesco ad abbracciarlo” e a volte prendevano le mie foglie cadute per mostrarle agli amici come piccoli tesori. Non sono solo, ci sono altri sei platani come me, allineati a bordo della strada. Ci teniamo compagnia. Non è vero che noi alberi non parliamo, falso! Non parliamo la lingua degli umani, ma la nostra lingua vegetale. Quando si alza il vento, facciamo delle chiacchierate che non vi dico fino a notte fonda, ci prendiamo la pioggia e il sole; ora, con il traffico, un po’ di smog, ma, insomma, è così la vita, siamo pur sempre alberi da città, il nostro bel destino silenzioso è quello di fare ombra e rinfrescare il mondo che di caldo, negli ultimi tempi, ne ha a sufficienza. Dall’alto delle nostre chiome vediamo scorrere il fiume, quel Tanaro che sa essere placido o tumultuoso. Trent’anni fa (sappiamo contare gli anelli dei nostri tronchi) ci ha avvolto con le sue acque di fango. Non ce li dimentichiamo quei giorni, abbiamo avuto a lungo quel segno sulla corteccia. Ma abbiamo resistito. Una volta un bambino, forse poeta, ha dato i nomi a tutti noi sette: Teo sarei io, poi Gianni, Osvaldo, Mario, Emma, Graziella e Luigi... che poi erano anche i nomi di alcuni ​compagni della sua classe. Ogni mattina quel bambino ci salutava: “Ciao Gianni, come stai? Ciao Emma, ciao Mario” e noi rispondevamo con un fremito di rami e un leggero movimento di foglie. I bambini, capaci di grazia divina, ci regalano sempre meravigliosi e meravigliati sguardi innocenti. Noi, con quei nomi, esistevamo non solo come alberi, ma anche come creature e sapevamo, così, o almeno ci illudevamo, che non potevamo più essere abbattuti, perché eravamo parte insostituibile di un luogo e della sua memoria. Come non si strappa una foto di un’antica vacanza al mare, così non si tagliano i nostri tronchi con le motoseghe. Accanto a noi sette alberi in fila ci sta, o, meglio, ci stava, un grande mulino e noi sentivamo l’odore di quella farina che sarebbe diventata pane. Il mulino era grande come una cattedrale e ogni chicco di grano era una preghiera alla terra. A noi sette alberi sarebbe piaciuto un giorno essere infarinati e diventare bianchi, così per gioco, o forse per amore. Ma non sarà più così. Il mulino tace da tempo e i suoi muri sono stati abbattuti, hanno demolito anche quella bella casetta d’angolo e noi forse seguiremo il loro destino, per “far passare una pista ciclabile”, dicono. Ma come? Volete andare in bici per non inquinare e intanto buttate giù noi che respiriamo e vi restituiamo aria pulita? Non vi capiamo. Quel bambino che ci ha dato i nomi forse non c’è più e noi siamo diventati alberi ingombranti da abbattere. Vi prego guardateci ancora come ha fatto lui che ci ha dato i sette nomi. Guardate le nostre foglie i i nostri rami, stupitevi della bellezza del vento e ascoltate la nostra voce silenziosa.


Il recente "Tavolontariato", incontro informale tra tante associazioni di volontariato, si era chiuso con la bella confe...
14/10/2024

Il recente "Tavolontariato", incontro informale tra tante associazioni di volontariato, si era chiuso con la bella conferma del suo obiettivo originario: lavorare insieme per incontrarsi e condividere dati e progetti.

In questa logica non possiamo che essere vicini a Monica Pais, chirurgo veterinario, e al suo prendersi cura di animali selvatici e randagi, gli «ultimi» del mondo animale. Nel 2016 Monica ha creato la Effetto Palla Onlus, organizzazione che oggi è diventata una f***a rete di strutture veterinarie e di volontari che opera in Italia e all’estero occupandosi di animali in difficoltà, cercando adozioni, affidi e promuovendo progetti di sensibilizzazione.

Effetto Palla in onore della cagnolina "Palla", la prima restituita alla vita da Monica, soggetto del suo ultimo libro "Palla, storia del cane che mi ha cambiato la vita". Libro edito da Longanesi, in presentazione ad Asti giovedì prossimo, 17 ottobre, alle 20.30, presso l'Istituto di musica Verdi di via Natta, in collaborazione con la libreria Il Punto. Presentazione da non mancare.

NON PERDETEVI LA DANZA DI GUGLIELMINETTIIeri la Fondazione Eugenio Guglielminetti ha inaugurato una nuova mostra presso ...
13/10/2024

NON PERDETEVI LA DANZA DI GUGLIELMINETTI

Ieri la Fondazione Eugenio Guglielminetti ha inaugurato una nuova mostra presso la sua sede in Palazzo Alfieri. Interessante e artisticamente rilevante esposizione di una serie di bozzetti di costumi per diversi importanti spettacoli di balletto classico. Bozzetti che sono vere opere d'arte, espressioni della sontuosa verve creativa del celebre scenografo astigiano.

Nel suggerirne caldamente la visita, riportiamo al nostro archivio online per un articolo pubblicato sul numero 4 di Astigiani, nel maggio 2013. Articolo sulle avanguardie culturali astigiane con Guglielminetti in testa, a firma di Marida Faussone, saggista e studiosa di arte moderna e contemporanea, schedatrice dell’opera di Guglielminetti e presidente della Fondazione a lui dedicata.
https://archivio.astigiani.it/sulla-giostra-sali-lavanguardia-culturale-astigiana

L'uomo che ha fatto ridere gli astigiani domani torna ad Asti. Uomo vissuto nei movimentati anni tra XV e XVI secolo, au...
10/10/2024

L'uomo che ha fatto ridere gli astigiani domani torna ad Asti. Uomo vissuto nei movimentati anni tra XV e XVI secolo, autore teatrale, esponente di quella che viene definita “letteratura maccheronica”, capace di portare il teatro verso forme più popolari: Giovan Giorgio Alione.

Torna con il libro di Lorenzo Ferrarotti: "Asti 1521, una terra da solacz L'Opera Jocunda di Giovan Giorgio Alione". Nuova edizione delle opere in astigiano dell'Allione, corredate da traduzione e note, in presentazione domani, venerdì 11 ottobre, nel Salone di Palazzo Alfieri, dalle 17.

Voleste arrivare un minimo preparati potete rileggere dal nostro archivio online quanto pubblicato sul numero 23 di Astigiani del marzo 2018: https://archivio.astigiani.it/alione-ha-fatto-ridere-gli-astigiani

Non siamo i soli a preoccuparci per i sette platani di corso Savona e    trova ogni giorno nuovi amici che commentato ab...
09/10/2024

Non siamo i soli a preoccuparci per i sette platani di corso Savona e trova ogni giorno nuovi amici che commentato abbattimento e abbattimenti. Oggi proponiamo l'intervento di Catterina Simonelli, pubblicato un paio di giorni fa su Altritasti, periodico online per un altro mondo possibile. Intervento che merita di essere ripreso, ricordando che Guido Ceronetti, citato nel commento di Catterina, è stato la nostra prima Testa d'aj, nel 2016. Testa fina.

ALBERI SENZA DEI

Vada il vecchio mulino che pure era bello, testimonianza di un'architettura dalle forme ancora gradevoli; era così difficile riadattarlo a centro commerciale? Avremmo avuto un bel recupero di un edificio storico. Andato via con le ruspe, ora tocca ai platani. Io non ho pensieri, né parole degne per la sorte dei sette platani.
Ho trovato alcune riflessioni di Ceronetti, dal suo "Alberi senza Dei" a ricordo delle tante, innumerevoli perdite di vite vegetali, spesso più vitali, intelligenti e necessarie di quelle umane...

Le ho estratte dal testo completo che consiglio di leggere. Aggiungo qualche notizia che chiunque può trovare su internet.

Il Platano veniva considerato un albero sacro nell'Asia minore, nella provincia della Lidia, simbolo di dio e pertanto piantato vicino ai templi e alle fonti; Platano e acqua sono spesso rammentati assieme nei testi storici a sottolinearne la sacralità. A Creta era venerato come appartenente alla grande dea, la Madre terra. In molte culture la foglia del platano viene associata, per la sua forma, alla mano umana.

E ora le parole di Ceronetti che dedico a chi ha nelle mani il destino dei sette platani di corso Savona, anche se nutro seri dubbi che le leggano.

"Un albero senza Dei, senza fate, senza significati trascendenti è già un albero morto. Contro la passione distruttiva dell'uomo dissacrato non ha difesa. L'uomo tolto alle manette del sacro può fare solo quello che sta facendo, non chiedetegli di rispettare quello che non si presenta come una realtà oscura, funesta e imprevedibile. L'opinione di Haudricort e Hedin che tutte le piante attualmente coltivate sono state in origine sacre e solo per questo sono sopravvissute, è da ritenere. Al culmine della secolarizzazione, c'è soltanto la distruzione. E la ragione può così poco, nei fatti umani, che la distruzione procede anche se la ragione, uscita dal suo sonno, si è messa a gridare che bisogna impedirla. Il razionalismo ecologico sostiene che bisogna salvare il verde (che cos'è il verde?) perché altrimenti l'aria diventa irrespirabile, e il suo stupore è grande vedendo che un consiglio per sopravvivere non ha nessun effetto. La sopravvivenza non interessa concretamente l'anima umana; la risposta del cuore è glaciale. Quel che cerchiamo non è la sopravvivenza della specie (che cos'è la specie?) è un senso alla vita. Gli alberi non sono il verde, sono i "nostri grandi fratelli immobili"; una gente pelosa, umida e cornuta la cui unica caratteristica, inconcepibile per l'uomo, è una bontà infinita. Gli è impossibile vivere senza devozione disinteressata, li abbiamo lordati di sufficienza e di terrori. E l'ecologia fallirà, perché il suo orizzonte mentale non è diverso, nel profondo, da quello del distruttore. Una calvizie inesorabile, per la quale non ci saranno parrucche, va denudando dappertutto il cranio del pianeta. La civiltà uccide l'albero col fiato. Sotto il miasma l'uomo (forse perché miasma lui stesso) resiste meglio; vive e delira anche dove la pianta orfana di umidità sacrale, muore. L'uomo può scendere nel sottosuolo, la pianta può solo salire. Nelle campagne meridionali uno dei più orrendi e sfrontati delitti di mafia è la distruzione di uliveti; li segano di notte per rappresaglia per avvertimento. E' un delitto che se si avesse un'idea giusta del rapporto uomo-terra-ulivo-cielo, dovrebbe essere spietatamente punito con la morte. Sappi, uomo vile, che per un ulivo tagliato cadrà la tua testa. Divina legge la legge che parlasse questo linguaggio forte. Nell'Attica l'ulivo era sacro a Atena, era Atena. Niente di più degno, nel momento in cui gli alberi prendono congedo dalla terra, di quel coro dell'Edipo a Colono, congedo del vecchio Sofocle dalla vecchiaia e dall'Attica, dove si canta la vegetazione che fiorisce alle porte di Atene. Custodi dell'ulivo dice Sofocle, sono Zeus e Atena, i cui sguardi mai l'abbandonano. Da molto tempo lo hanno abbandonato. L'ulivo finchè vivrà, nutrirà, ma senza interdetto sacro, senza quegli occhi nascosti, è nelle mani del distruttore".

Aggiungo solo che anche i sette Platani di corso Savona sono nelle mani del distruttore. "Sappi, uomo vile, che per i sette platani non cadrà la tua testa perché l'hai già persa, da un pezzo".

Passo avanti nel percorso che vedrà nascere il Bosco degli Astigiani. Oggi si è riunita la commissione per la valutazion...
08/10/2024

Passo avanti nel percorso che vedrà nascere il Bosco degli Astigiani. Oggi si è riunita la commissione per la valutazione dei progetti che hanno partecipato al concorso di idee. La commissione composta dal dirigente comunale Angelo Demarchis, dall' ing. Alberto Vercesi per la Banca d'Asti, dal prof. Marco De Vecchi, dalla professoressa Gianna Reggio dell'istituto Agrario Penna e da Sergio Miravalle per l associazione Astigiani ha esaminato i 12 progetti inviati e li ha valutati secondo i criteri previsti dal bando comunale.
Sono risultati tutti molto interessanti e con numerosi spunti inediti e curiosi.
La valutazione dei commissari andrà a formare la classifica per l assegnazione dei premi da 8 Mila, 4 Mila e duemila euro previsti dal Comune.
L' associazione Astigiani prosegue nella raccolta di adesioni all' idea di azionariato verde lanciata dalla nostra rivista nel 2020 per trasformare 52 Mila metri quadri sulle colline di Viatosto nel più grande parco pubblico astigiano.

L'8 ottobre del 1803, all'età di 54 anni, si spegneva per crisi respiratoria e arresto cardiaco Vittorio Alfieri. Domani...
07/10/2024

L'8 ottobre del 1803, all'età di 54 anni, si spegneva per crisi respiratoria e arresto cardiaco Vittorio Alfieri. Domani Asti lo ricorda con un incontro di letture e musica, alle 21, nella chiesa di San Martino.

Evento da non perdere, anche se non ci vergogniamo nel preferire la celebrazione di nascita. Tant'è che ne abbiamo scritto. Scritto su quelle dedicate al bicentenario. 1949. Celebrazioni organizzate veramente in grande: arrivarono il Presidente della Repubblica Einaudi, ministri, intellettuali, poeti, grandi nomi della cultura e del teatro del tempo, si allestirono mostre d’arte e di scenografia, aperte ai principali artisti italiani e, naturalmente, vennero rappresentate tragedie, coinvolgendo un folto pubblico non solo di addetti ai lavori. Il confronto con l’oggi dovrebbe far riflettere.

Comunque, in attesa di rivedere il nome Alfieri su pletore di locandine, potreste leggervi dal nostro archivio online il racconto di come Asti celebrò i 200 anni della sua nascita.
https://archivio.astigiani.it/ecco-come-asti-celebro-i-200-anni-della-nascita-di-alfieri

Il bavagliolone è veramente la divisa dei bagnacaudisti, avvicina e comunica. Ogni anno non è facile sceglierne tema, mo...
06/10/2024

Il bavagliolone è veramente la divisa dei bagnacaudisti, avvicina e comunica. Ogni anno non è facile sceglierne tema, motto, autore, soggetto e grafica, ma alla fine...arriva e quello dal Bagna Cauda Day 2024 è arrivato proprio bene.

OGGI LA MERENDA SI FA IN PIAZZA ROMANon scordate che oggi il mondo bello del volontariato, mondo di cui ci onoriamo far ...
06/10/2024

OGGI LA MERENDA SI FA IN PIAZZA ROMA

Non scordate che oggi il mondo bello del volontariato, mondo di cui ci onoriamo far parte, si incontra e incontra in piazza Roma ad Asti. Incontro per una grande merenda sinoira, messa in tavola da una trentina di associazioni, tra cui anche Astigiani.

“Lavorare insieme per incontrarsi e condividere dati e progetti” lo diceva Mariangela Cotto al lancio del primo "Tavolontariato". Mariangela ci ha lasciati, ma la sua visione e il suo lavoro restano e continuano a dare ricchi frutti. Frutti da toccare, e assaggiare, dalle 17 alle 19.30.

Indirizzo

Asti

Orario di apertura

Martedì 16:30 - 18:30
Giovedì 16:30 - 18:30
Sabato 16:30 - 18:30

Telefono

+393245654070

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