SardegnaBLOGGER

SardegnaBLOGGER tutti gli articoli li trovi archiviati sul nostro sito www.sardegnablogger.it
(6)

SARDEGNAblogger è il luogo di raccolta di idee, iniziative e opinioni prodotte quotidianamente da chi, in Sardegna, ha qualcosa da dire al mondo e usa la rete per far sentire la propria voce. SARDEGNAblogger è una pagina Facebook alimentata dai post pubblicati nei blog dei fondatori e da altri contenuti che, di volta in volta, saranno ritenuti contributi utili al dibattito sui temi di maggiore int

eresse dell'attualità, sarda e non. SARDEGNAblogger non ha una linea politica, se non quella individuale di ciascun componente, non ha padroni o finanziatori e si propone di essere un canale di informazione diffusa al servizio di libertà, verità e democrazia.

Cecè, l'anima multipla di Pirandello (di Cosimo Filigheddu)Pirandello per i giovani attori è come l’esame di Anatomia a ...
29/10/2023

Cecè, l'anima multipla di Pirandello (di Cosimo Filigheddu)

Pirandello per i giovani attori è come l’esame di Anatomia a Medicina: se lo passi al primo tentativo sei già medico. In questo “Cecè” dell’Astra allestito dalla Compagnia Teatro Sassari con la perfetta regia di Mario Lubino, l’unica ansia poteva essere per la riuscita di Bianca Maria Lay, Nada, e Aldo Milia, nel ruolo eponimo, entrambi alla prima prova nella resa di un autore che, oltre che tecnica e studio, richiede la comprensione intima della sua malinconica e spietata concezione dell’uomo, una immedesimazione, più che nel singolo personaggio, nel suo creatore: ciò che soltanto attori rifiniti possono fare.
Prova riuscita per entrambi, direi. Bianca Maria Lay ha mantenuto per tutto l’atto quel fondo di afflizione pirandelliano, pur negli impeccabili passaggi dall’ingenuo gioco della giovane signora dell’alta società alle cadute nella sguaiataggine indotta dall’incalzare degli eventi che gli vanno contro, cioè la vera anima della giovane donna figlia della decadenza romana post unitaria, un po’ ingenua e un po’ ragazza allegra. Una padronanza psicologica del personaggio sorretta da una perfetta conoscenza e occupazione degli spazi del palcoscenico, oltre a una sicurezza ed eleganza di movimenti che rivela una pratica della danza.
Aldo Milia ha dal canto suo mostrato di capire che certi monologhi di Cecè non sono altro che un allenamento di Pirandello prima della grande prova di “Uno, nessuno e centomila”. Milia non sfugge al comico amaro e talvolta volgare insito in questa commedia inconsueta nello stile e nella tematica dell’autore, ma acchiappa solidamente l’anima di Pirandello ogni volta che compare nel testo, soprattutto nella riflessione apparentemente cinica dei mille modi di essere e di mostrarsi, dove abbandona il tono giocoso come in quel “Non è uno strazio pensare che tu vivi sparpagliato in centomila che ti conoscono e che tu non conosci?”.
Scontata invece la perfetta resa del commendator Squatriglia nella bella interpretazione di Alfredo Ruscitto, autore collaudato e coinvolgente, capace di correre dal comico al tragico, dal macchiettistico all’intimo con tutta la professionalità e la passione che lo contraddistingue.
Mario Lubino con la sua regia ha reso con agile coerenza lo spirito multiplo di questo atto unico, dove traspare il disprezzo per il mondo corrotto e affaristico romano, cioè una critica sociale non comune in Pirandello, il quale di solito preferisce riflettere sul rapporto del singolo con la società malata, ciò che però compare anche qui. E per rendere tutto occorre il ritmo di scansione ma nello stesso tempo compatto che Lubino ha impresso al suo allestimento.

Raffinati giochi teatrali (di Cosimo Filigheddu)Alla fine ti dici: bello, ma in fondo non è successo niente. Ecco, per q...
22/10/2023

Raffinati giochi teatrali (di Cosimo Filigheddu)

Alla fine ti dici: bello, ma in fondo non è successo niente. Ecco, per questo deliziosamente leggero atto unico di Georges Feydeau messo in scena all’Astra dalla Compagnia Teatro Sassari, fermati al primo giudizio: bello, come una miniatura per medaglione da signora di un grande artista il quale riserverà la complessità della sua tematica a opere più grandi e visibili. Così è stato per “Dalla finestra”, che Alessandra Spiga e Mario Lubino hanno portato per la prima volta in scena (con la regia di Lubino) insieme a un altro atto unico di Feydeau già noto, discusso e senz’altro più composito: “La notti chi a mamma è mostha”, tratto da “La mamma buonanima della signora”, di cui si è già parlato nei mesi scorsi.
“Dalla finestra” è una storiella borghese ottocentesca, un raffinato gioco teatrale che pone fisicamente la finestra aperta come strumento di un maneggio a sfondo coniugale. Sembra scritta unicamente per fare ridere e per mettere alla prova le capacità attoriali degli interpreti, come certi sovracuti per soprano che Bellini o Verdi mettevano in spartito per testare la bravura della cantante, più che per dare ciccia alla musica. E in effetti il riferimento al soprano piuttosto che al tenore non è casuale, ché il ritmo da capogiro di questa rapida pièce coinvolge più la signora che l’avvocato, ridotto a un apparente ruolo da comprimario, ma in realtà pari all’altra nel gestire una corsa a ostacoli senza un attimo di tregua drammaturgica.
Tutti e due bravissimi, ma Alessandra Spiga brilla nel ruolo di conduttrice del duetto, con una naturalezza espressiva che nasconde la rigida geometria dell’operina, dove una sola esitazione di un attimo rischierebbe di provocare il crollo dell’intera miniatura.
Una prova d’autore, insomma, dove la Compagnia ha ancora una volta dimostrato la propria sicura professionalità.

“La brea” di Giovanni Enna è stata rappresentata in questi giorni con grande successo al Teatro Astra come emblematica i...
02/10/2023

“La brea” di Giovanni Enna è stata rappresentata in questi giorni con grande successo al Teatro Astra come emblematica inaugurazione del ###III Festival di Etnia e Teatralità.

Io penso che questa incursione senile di Giovanni Enna nel dramma psicologico di stampo francese abbia corso grossi rischi nell’uscire dal cassetto degli inediti per diventare un postumo di razza. Mi

“La brea” (“Il bisticcio”) una commedia inedita di Giovanni Enna sarà venerdì 29 al Teatro Astra di Sassari la significa...
28/09/2023

“La brea” (“Il bisticcio”) una commedia inedita di Giovanni Enna sarà venerdì 29 al Teatro Astra di Sassari la significativa apertura del ###III Festival di Etnia e Teatralità allestito dalla storica Compagnia Teatro Sassari.

“La brea” (“Il bisticcio”) una commedia inedita di Giovanni Enna sarà venerdì 29 al Teatro Astra di Sassari la significativa apertura del ###III Festival di Etnia e Teatralità allestito dalla storica

La morte del mafioso mi ha fatto pensare a un fatto personale di alcuni anni fa.Ero a San Sebastiano, allora in disarmo ...
26/09/2023

La morte del mafioso mi ha fatto pensare a un fatto personale di alcuni anni fa.
Ero a San Sebastiano, allora in disarmo soltanto da pochi mesi, per un sopralluogo in vista di un evento culturale. Il carcere era ancora frequentato da detenuti per reati leggeri, provenienti dal nuovo carcere di Bancali, che si occupavano di manutenzioni e pulizie, e da altri particolarmente pericolosi che sostavano tra le mura di via Roma quando avevano processi nel contiguo palazzo di giustizia, per tenerli in maggiore sicurezza in attesa dell’udienza.
Tra i detenuti che spazzavano per terra, riconobbi un giovane al quale ero affezionato: chiedeva l’elemosina sotto casa mia, lo faceva con ingenua cortesia, raccontando b***e infantili per giustificare l'”improvviso” bisogno di soldi, cercava di sdebitarsi con piccoli favori o regalando oggetti da niente che qualcun altro gli aveva regalato per disfarsene.

La morte del mafioso mi ha fatto pensare a un fatto personale di alcuni anni fa. Ero a San Sebastiano, allora in disarmo soltanto da pochi mesi, per un sopralluogo in vista di un evento culturale. Il

Recensione del romanzo La Notte in Fondo al Mare di Fiorenzo Caterini,  tratta dal blog di cultura, natura ed escursioni...
10/09/2023

Recensione del romanzo La Notte in Fondo al Mare di Fiorenzo Caterini, tratta dal blog di cultura, natura ed escursioni in Sardegna Nalife.

"E, infatti, La Notte in Fondo al Mare, avvincente e coinvolgente fin dalle prime pagine, va ben oltre le vicende vissute dai vari personaggi e, soprattutto, non relega il lettore a mero spettatore, ma lo guida in un viaggio alla scoperta della psiche umana...
Pagina dopo pagina totalmente immersi nella narrazione vivace, scorrevole e mai scontata, ci si ritrova fianco a fianco con Grazia, una persona sensibile ed empatica, che cerca di reagire alla depressione con una originale mania che denota il suo amore per la Cultura e per la Conoscenza, e la voglia di mantenerle vive trasmettendole attraverso la terra e gli alberi, quali capisaldi del benessere del nostro pianeta e di tutti gli esseri viventi."

La notte in fondo al mare – Fiorenzo Caterini Scritto il 08/09/202309/09/2023 Condividi su: Qualche mese fa, a Serramanna, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, al termine di una serata durante la quale è stato presentato il suo Colpi di scure e sensi di colpa. Storia del disboscament...

La moda di quest’anno è postare gli scontrini nei social, condividere con la comunità quei prezzi esagerati e scelte bis...
25/08/2023

La moda di quest’anno è postare gli scontrini nei social, condividere con la comunità quei prezzi esagerati e scelte bislacche come, per esempio, far pagare due euro il taglio di un tramezzino. E’ tutto un evidenziare di lamentele, di prese di posizione nette contro i commercianti e contro un turismo cafone, avido e poco rispettoso delle persone.
In questo campo le verità sono tante e al di la della boutade folcloristica dello sb****re lo scontrino nella bacheca per sb****re la propria indignazione all’universo mondo, c’è anche la (...)
https://www.sardegnablogger.it/il-prezzo-dellestate-di-giampaolo-cassitta/

Il libro di Jeff è unico, da questo punto di vista. È un capolavoro: nel senso di opera che, secondo me, conclude defini...
19/08/2023

Il libro di Jeff è unico, da questo punto di vista. È un capolavoro: nel senso di opera che, secondo me, conclude definitivamente l'epoca di uno sguardo esclusivamente esterno e ne inizia un'altra, uno sguardo che, non potendo essere del tutto interno è, però, oltre che scevro da pregiudizi, “impegnato” fino allo stremo delle forze spirituali. Jeff ha compiuto uno sforzo enorme di farsi capolavoro in prima persona, di rendersi sardo, di impregnarsi di sardità...

In Sardinia, an unexpected journey in Italy, è un originale e straordinario viaggio studio dello scrittore americano Jeff Biggers, alla ricerca di una terra ancora oggi poco conosciuta.

Napoli e il suo hinterland sono controllati da 180 – diconsi centottanta – clan camorristici diversi. Non lo dico io, ma...
16/08/2023

Napoli e il suo hinterland sono controllati da 180 – diconsi centottanta – clan camorristici diversi. Non lo dico io, ma il sociologo ed editorialista di Repubblica Isaia Sales, cresciuto in provincia di Salerno e vissuto a Napoli.

Clan che si sono divisi il territorio delle estorsioni e dello spaccio e che ormai sparano solo per sgarbi o sconfinamenti, ma clan tra cui vige una sostanziale concordia.

In una conferenza pubblica di qualche mese fa, visibile su Youtube, Sales ha anche messo in discussione l’origine dei termini pizzo e omertà: non siciliani, secondo Sales, ma campani.

Gli ultimi rapporti delle Direzioni antimafia, diffusi pochi mesi fa, dicono che la camorra è diventata sistema al nord, dunque non ha senso ridimensionare il problema rimpicciolendolo a infiltrazioni.

Napoli e il suo hinterland sono controllati da 180 – diconsi centottanta – clan camorristici diversi. Non lo dico io, ma il sociologo ed editorialista di Repubblica Isaia Sales, cresciuto

Non so, davvero, come sia possibile conciliare l’amore per il rosario, per la Madonna e i vari messaggi cattolici e cris...
15/08/2023

Non so, davvero, come sia possibile conciliare l’amore per il rosario, per la Madonna e i vari messaggi cattolici e cristiani, con la cattiveria, l’indifferenza, l’odio rancoroso nei confronti di persone considerate “disabili” per i quali se ne chiede la separazione nelle scuole al grido di “basta questa ideologia inclusiva”. Accade nel 2023, in (...)

https://www.sardegnablogger.it/disabili-in-fondo-a-destra-di-giampaolo-cassitta/

Non era semplice dialogare con Michela. Non lo era perché lei non sapeva mediare e, forse, non voleva farlo. C’era un as...
11/08/2023

Non era semplice dialogare con Michela. Non lo era perché lei non sapeva mediare e, forse, non voleva farlo. C’era un aspetto visionario nell’analizzare le cose che a volte spiazzava, a volte, invece, costringeva l’interlocutore a lasciar perdere, a non continuare su una strada irta di incroci pericolosissimi. Nel corso della sua – purtroppo – breve vita terrena è passata da (...)
https://www.sardegnablogger.it/con-me-o-contro-di-me-di-giampaolo-cassitta/

Forse tutti noi ci saremmo impressionati, se avessimo visto ricoperto con un cerotto luccicante un pezzo dell’aereo su c...
03/08/2023

Forse tutti noi ci saremmo impressionati, se avessimo visto ricoperto con un cerotto luccicante un pezzo dell’aereo su cui stavamo per decollare.
Siccome però viviamo da tre decenni nell’era di internet e trovare informazioni è molto semplice, sarebbero bastati cinque minuti di ricerca su Google per capire quanto diffuso sia in aeronautica l’uso dello scotch aeronautico o dei pannelli d’alluminio per le provvisorie riparazioni di piccoli danni.

Quando ho letto lo strillo sulla home page di Videolina, non essendo io esperto di aerei, mi sono messo a cercare precedenti e siti specializzati che dessero spiegazioni più convincenti del “ci trattano come una colonia”.
Perché attorno al ci trattano come una colonia gravita tutta la questione.

L’informazione è un bene prezioso che va maneggiato con cura. Quando l’ossessione dello scoop va palesemente oltre la ricerca della verità, è un dovere segnalarlo. E lo stesso vale quando opinioni e f

Non conosco Incoronata Boccia da Abbasanta, nota Cora, da oggi vicedirettrice del Tg1.Non posso dunque permettermi di gi...
27/07/2023

Non conosco Incoronata Boccia da Abbasanta, nota Cora, da oggi vicedirettrice del Tg1.
Non posso dunque permettermi di giudicarne la statura professionale, ma non ho dubbi sulle sue capacità di giornalista oggi unanimemente esaltate.

E quindi, da giornalista, Cora sa bene che gli operatori dell’informazione hanno il dovere di radiografare figure che assumono posizioni pubbliche così importanti, come quella che da oggi è toccata a lei

Non conosco Incoronata Boccia da Abbasanta, nota Cora, da oggi vicedirettrice del Tg1.Non posso dunque permettermi di giudicarne la statura professionale, ma non ho dubbi sulle sue capacità di giornal

Sono finora 73.414 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono ...
25/07/2023

Sono finora 73.414 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 31.333 mentre nel 2021 furono 24.502. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Questo è un lancio d’agenzia del 12 luglio. C’è poco da girarci attorno, perché si tratta di dati governativi e, come è ben noto, i numeri non li puoi ti**re per la giacchetta.

Quei numeri dicono che il governo di Giorgia Meloni, su un tema cardine come l’immigrazione, è stato sinora un disastro, essendo gli sbarchi raddoppiati rispetto allo scorso anno e addirittura triplicati rispetto a due anni fa.

Sono finora 73.414 le persone migranti sbarcate sulle coste da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 31.333 mentre nel 2021 furono 24.502. Il dato è stato diffuso dal ministero degl

Voglio parlarti delle strade della Sardegna, perché adesso l’assessore ai Trasporti sei tu e le risposte, noi sardi, le ...
19/07/2023

Voglio parlarti delle strade della Sardegna, perché adesso l’assessore ai Trasporti sei tu e le risposte, noi sardi, le aspettiamo da te. Così come tu le esigevi da altri, quando stavi in panchina ad aspettare il tuo turno.

Da sei mesi sto girando la Sardegna in lungo e in largo per presentare un libro. E a furia di avventurarmi in questi percorsi ad ostacoli disseminati di cantieri – altrove le chiamano strade – mi è salita un’indignazione che con qualcuno dovrò pur sfogare. E siccome l’assessore sei tu, avrei una proposta da farti.

Ciao, Antonio Moro! Adesso sei assessore regionale ai Trasporti e forse potrai dire di non ricordarti di me, con tutte le persone che incontri e hai incontrato in vita tua. Ma io sono invece sicuro ch

LA CANTIELLO E L'ASINARA. ( di Giampaolo Cassitta) La motonave Cantiello non c’è più. Se l’è nascosta il mare, l’ha adag...
16/07/2023

LA CANTIELLO E L'ASINARA. ( di Giampaolo Cassitta)
La motonave Cantiello non c’è più. Se l’è nascosta il mare, l’ha adagiata in un molo anonimo di Cagliari dove era stata abbandonata, come una vecchia balena spiaggiata perché nessuno aveva voglia di tenerla in vita. Era diventata negli anni un fenomeno da baraccone: una pizzeria galleggiante di una tristezza infinita. Quando ci andai, negli anni duemila, mi resi conto che tutti i ricordi e tutto il mare macinato non meritavano quella fine. Forse, paradossalmente, è più gloriosa questa: il mare la conserverà meglio di alcuni uomini che non sanno cosa sia il ricordo. E’ stata un’icona del viaggio. Di chi doveva giungere all’Asinara e di chi doveva partire. Viaggio felice per il detenuto che riacquistava la libertà, viaggio terribile per chi, invece, era costretto a farlo in stiva e ammanettato. Ho visto lacrime e sorrisi, urla e musiche diverse su quella piccola poppa e sul salone di sedie arancioni. Ho salutato comandanti, motoristi, alcuni di loro non ci sono più e si sono risparmiati questo strano e indegno funerale.
La Cantiello è un ammasso di ferro e ricordi che ci accompagneranno per sempre. Risuoneranno, negli anni, questi tre fischi della sirena che determinavano la fine dei colloqui con i familiari e i detenuti. Un pezzo di storia che finisce in mare. Ma il mare non è come gli uomini e sa restituire. Ecco: in questo suo ultimo viaggio quella nave ci ricorda anche il sacrificio di un eroe moderno: Gennaro Cantiello. Un uomo morto perché credeva nello Stato. Anche questo ci accompagnerà nella strada dove ci saranno altre navi e altri porti ma lei, la Cantiello, ce la porteremo sempre nel cuore. Con i suoi sguardi e i suoi silenzi.

https://www.sardegnablogger.it/la-dittatura-di-barbara-durso-di-francesco-giorgioni/Domenica 9 luglio, nell’edizione del...
10/07/2023

https://www.sardegnablogger.it/la-dittatura-di-barbara-durso-di-francesco-giorgioni/

Domenica 9 luglio, nell’edizione delle 13.30, il Tg1 ha scelto come primo titolo della sua scaletta un videomessaggio filmato con uno smartphone in modalità selfie dal presentatore Amadeus, il quale messaggio conteneva una serie di anticipazioni sul Festival di Sanremo riguardanti (credo, non me ne importa molto) regolamento e ospiti della rassegna musicale.
Il secondo titolo, dunque ritenuto meno importante, era lo scontro sulla riforma della giustizia.
Il terzo titolo, dunque ritenuto meno importante, era la tragedia della casa di riposo di Milano e dei vecchi morti soffocati.
Il quarto titolo, dunque ritenuto meno importante, erano gli sviluppi della guerra sul fronte ucraino e le ormai sempre più insistenti minacce di ricorso alle armi nucleari da parte dei russi.
Scusate se ripeto che il Festival si celebrerà a febbraio del 2024.
E anche se il circo sanremese aprisse domani sarebbe comunque un sovvertimento persino sfacciato delle più elementari regole del giornalismo in ordine alla gerarchia delle notizie.
Guardate che non si tratta di puro formalismo, si tratta di rispetto per le notizie e per gli effetti sul mondo che esse producono.
Si tratta di pura decenza.

Ci sono notizie che notizie non sembrano, perché chi fa informazione non le ritiene tali: è difficile che i mezzi di comunicazione facciano autoanalisi e siano in grado di guardarsi allo specchio. Ma

Faresti davvero a cazzotti?«Mamma mia quante volte l’ho fatto».L’ultima volta?«È stata per strada, qualche giorno fa. Un...
08/07/2023

Faresti davvero a cazzotti?
«Mamma mia quante volte l’ho fatto».
L’ultima volta?
«È stata per strada, qualche giorno fa. Uno mi ha fatto un brutto gesto dall’automobile, allora come un buzzurro qualsiasi l’ho superato, l’ho chiuso, sono sceso e ho fatto quello che lui non si aspettava che facessi. L’ho picchiato e poi sono andato via».

Questa parole sono state pronunciate da Filippo Facci durante un’intervista rilasciata poco più di un anno fa alla rivista Men on Wheels.

Filippo Facci sarà uno dei prossimi conduttori di un programma Rai e, a quanto si è capito dalla presentazione dei palinsesti, non gli sarà certo affidato un innocuo quiz o qualche inutile ruolo da opinionista in un talk. Avrà piuttosto una di quelle trasmissioni che tracciano la linea editoriale di un organo di stampa.
Interpretando, edulcorando o esasperando la realtà a seconda delle circostanze e delle convenienze.

L’intervista è stata anche filmata, casomai a qualcuno venisse il dubbio che l’estensore abbia esagerato o si sia inventato qualcosa. Trovate tutto a questo link: https://mowmag.com/cover-story/filippo-facci-ho-picchiato-uomini-e-pure-donne-ho-ucciso-mio-padre-ho-assunto-cocaina-sono-ebbro-di-me-stesso

E quindi sentirete anche Facci ammettere una lunga dipendenza da cocaina e lo sentirete persino pronunciare queste parole:
«Mettiamola così: in vita mia è successo più di una volta che io abbia picchiato delle donne, scrivilo pure: ma è perché a loro piaceva. Sessualmente, dico. Poi se un giorno una si svegliasse e dicesse “non mi piaceva” sarei fregato».

Quando ho letto che Facci avrebbe condotto uno spazio in Rai non ci volevo credere, così come ho fatto fatica a credere che Bianca Berlinguer avesse accettato l’offerta di Mediaset.
Ma poi mi sono dovuto arrendere all’ufficialità.

La chiamata di Facci in Rai è una sfacciata dimostrazione di quanto questa destra di governo agisca senza dover rendere conto a nessuno, potendo disinvoltamente contraddire con atti e designazioni la veste che ha voluto offrire di sé e le valsa il consenso.
La destra legalitaria, tutta ordine e disciplina, sceglie come opinionista per la Rai un signore manesco, abituato a mettere le mani addosso sulle donne - ma perché a loro piace, sia chiaro - e a risolvere le discussioni con gli automobilisti malmenandoli.
Non fosse uno dei loro e se un omologo di Facci fosse stato nominato per un ruolo di responsabilità dall’altra parte, i telegiornali delle reti Mediaset avrebbero certamente strillato il caso nei titoli di apertura e avrebbero invocato l’indignazione del pubblico, domandandosi come potesse la Rai affidare il microfono ad un così convinto sostenitore della violenza di strada.
Invece del curriculum di Facci non ne parla nessuno.
E questo è segno sconvolgente di un tempo di totalitarismo comunicativo in cui le voci di dissenso sono sempre più timide e quasi impercettibili e l’allineamento delle televisioni generaliste ormai pacificamente accettato.
Se qualcuno dovesse porre il problema, ci sarà sempre chi lo difenderà argomentando che Facci dice quel che pensa ed è, in fin dei conti, l’attesa risposta al politicamente corretto.

Io credo che affidare uno spazio da editorialista in Rai a Facci sia uno dei tanti debiti che la poliedrica destra di governo deve pagare.
Come i trenta milioni di riconoscenza ricevuti da Marcello Dell’Utri, ultimo clamoroso atto di generosità di Berlusconi.

Facci nell’intervista ammette di essere amico di Giorgia Meloni. Lo so, succede che tra giornalisti e politici nascano delle amicizie, è normale e non ci si deve scandalizzare.
Però la sensazione è che, ancora una volta, il governo abbia dovuto sistemare un amico o pagare un debito.
Anche perché Facci frequentava in gioventù Piersilivio Berlusconi e conosceva bene l’ambiente di Arcore.
Ma passiamo oltre il rapporto tra giornalista e politico.
Facci inizia la sua carriera come cronista di giudiziaria del quotidiano socialista L’Avanti nel 1992, cioè mentre l’Italia è scossa dalla bufera Tangentopoli.
Difende strenuamente le posizioni di Craxi, solo in mezzo alla tempesta, sposando la tesi del colpo di Stato giudiziario, tesi per la verità molto accreditata in tempi recenti.
Ma non è interessante sapere se Facci avesse ragione o no, quanto constatare che oggi, trent’anni dopo e a Berlusconi defunto, si sta saldando un vecchio debito.
E questi crediti maturati lungo tutto questo tempo vengono riscossi senza guardare a null’altro di ciò che i beneficiari hanno nel frattempo combinato.
Facci, lo raccontò lui stesso, assemblò quel famoso monologo letto da Berlusconi nella altrettanto famosa puntata di Annozero in cui il Cavaliere affrontò Marco Travaglio. In quel monologo venivano elencate le condanne per diffamazione ricevute dal direttore del Fatto: in sostanza, un giornalista aiutava un politico a delegittimare un collega giornalista.
Le nomine della nuova Rai chiudono trent’anni di storia. Vale per Facci e vale anche per l’arrivo in Mediaset di Bianca Berlinguer, dimostrazione di quanto il berlusconismo abbia demolito ogni opposizione.
Un’ultima precisazione. secondo me sostanziale.
Quando Facci racconta di aver picchiato l’automobilista non imputa la reazione ad un raptus nervoso, ma la spiega con una sua personale questione di metodo: Io sono uno che se tu abiti a Viterbo e mi fai girare i co****ni io prendo la macchina, vengo a Viterbo e ti spacco la faccia.
Saranno davvero Facci nostri.

Faresti davvero a cazzotti? «Mamma mia quante volte l’ho fatto». L’ultima volta? «È stata per strada, qualche giorno fa. Uno mi ha fatto un brutto gesto dall’automobile, allora come un buzzurro qualsi

“Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartenesse”. Partiamo da questa affermazione dell’Onorevole Santanchè...
05/07/2023

“Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartenesse”. Partiamo da questa affermazione dell’Onorevole Santanchè e al netto di tutte le furie ideologiche la domanda, semplice semplice è questa:

“Non mi sono mai appropriata di nulla che non mi appartenesse”. Partiamo da questa affermazione dell’Onorevole Santanchè e al netto di tutte le furie ideologiche la domanda, semplice semplice è quest

“Nel 2012 a Roma operavano 1700 falegnami oggi sono 931”, Corriere della Sera, 11 luglio 2020.“I falegnami rischiano l’e...
01/07/2023

“Nel 2012 a Roma operavano 1700 falegnami oggi sono 931”, Corriere della Sera, 11 luglio 2020.

“I falegnami rischiano l’estinzione. I giovani non scelgono il mestiere”. La Nazione, 8 settembre 2018.
“Falegnami a rischio estinzione L’allarme di Confartigianato nel settore del legno e arredi”. Il Resto del Carlino, 22 aprile 2023.

L’elenco è molto più lungo. Per ragioni di spazio lo riassumo con questi tre titoli che mi sono apparsi subito cercando su Google le parole chiave “Falegname. mestiere, estinzione”.
Ho dedicato un minimo di tempo a questa ricerca perché volevo capire se, nella solita polemichetta estiva che coinvolge Flavio Briatore, l’interessato avesse torto marcio o una qualche ragione.
Per potermi fare un’idea più precisa della contesa, sono anche andato ad ascoltarmi la dichiarazione testuale di Briatore.

“Nel 2012 a Roma operavano 1700 falegnami oggi sono 931”, Corriere della Sera, 11 luglio 2020. “I falegnami rischiano l’estinzione. I giovani non scelgono il mestiere”. La Nazione, 8 settembre 2018.“F

https://www.sardegnablogger.it/1975-di-francesco-giorgioni/Ogni tanto leggo qualche pagina di un libro di Carrère, poi g...
30/06/2023

https://www.sardegnablogger.it/1975-di-francesco-giorgioni/

Ogni tanto leggo qualche pagina di un libro di Carrère, poi guardo pochi minuti di un film rimasto in arretrato, quindi mi metto a scrivere perché devo rimodulare il format delle presentazioni del mio ultimo libro.
Mentre faccio tutto questo, tengo la televisione accesa su un canale youtube che trasmette canti gregoriani.
I Canti gregoriani trasmettono a loro volta pace, armonia e una serenità che toglie ogni senso di colpa e dà un’idea di solennità alle mie misere occupazioni.
Solo che, ogni cinque minuti, i Canti vengono interrotti da un messaggio pubblicitario.
Poco fa ha fatto irruzione nel mio immaginario monastero lo spot di una salsa ketchup, prima ancora un tipo riccioluto sedicente professore universitario sponsorizzava dei buoni pasto aziendali e una sorridente casalinga tesseva le lodi di un aspirapolvere intelligente, quelli tondi che li molli sul pavimento e fanno tutto loro.

Vedete?
Ricordo bene cosa volessero vendermi le inserzioni!

Queste continue interruzioni sono davvero moleste, interrompono la magia e spezzano l’emozioni dei Canti. Così, mi è venuto in mente che questa cafonaggine – oggi pacificamente accettata – una volta era ritenuta una forma di inciviltà contro cui valeva la pena insorgere.

Una volta era lecito indignarsi per fatti che oggi ci fanno vergognare di quell’indignazione.L’altro giorno, durante una sua lezione sugli effetti del berlusconismo, Aldo Giannuli ha ricordato con div

30/06/2023

Il 1 luglio del 1976, un giovedì, si sarebbe dovuta svolgere la prima prova dell’esame di maturità, lo scritto di Italiano. Invece la prova venne rinviata in tutta Italia per il pasticcio combinato il

“Tu sei animalista?”.Mi sembrava un trabocchetto e ho esitato prima di rispondere. Poi ho confermato: lo sono, ho la cas...
25/06/2023

“Tu sei animalista?”.
Mi sembrava un trabocchetto e ho esitato prima di rispondere. Poi ho confermato: lo sono, ho la casa piena di gatti, detesto la caccia e tutte quelle manifestazioni dove certe povere bestie vengono costrette a correre o esibirsi per ordine dell’uomo padrone.
“Ma lo sei fino a questo punto?”
La mia amica teneva tra le mani una piccola gabbia e mi ha invitato a guardarci dentro.

“Tu sei animalista?”.Mi sembrava un trabocchetto e ho esitato prima di rispondere. Poi ho confermato: lo sono, ho la casa piena di gatti, detesto la caccia e tutte quelle manifestazioni dove certe pov

La biografia su Antonangelo Liori scritta dal giornalista Giovanni Seu (Antonangelo L. Una vita spregiudicata, Edes, 15 ...
19/06/2023

La biografia su Antonangelo Liori scritta dal giornalista Giovanni Seu (Antonangelo L. Una vita spregiudicata, Edes, 15 euro) è un libro necessario, prima di tutto per la Sardegna.
So che è servito molto coraggio per scriverlo e una certa audacia alla Edes per pubblicarlo. E forse non è un caso che l’autore di questo libro sia sì sardo, ma da decenni viva lontano dall’Isola: forse la condizione migliore per poter valutare certi fatti senza risentire di partigianerie e passioni che in Sardegna, sinora, si sono risolte in un sostanziale silenzio su uno dei più singolari casi della nostra storia recente.
Solo che della vicenda umana e professionale di Liori è indispensabile parlare, semplicemente perché una società civile che abbia superato il vizio delle omertà deve interrogarsi su come questa parabola sia stata possibile.
Che si stia dalla parte di Liori o che, invece, si considerino storia inappellabile e giudizio definitivo le sentenze che lo hanno condannato.
Per chi non ne avesse mai sentito il nome - cosa ben difficile, in Sardegna ci si conosce tutti - Antonangelo Liori è stato nei cinque anni tra il 1994 e il 1999 il precocissimo direttore de L’Unione Sarda, nominato a soli trent’anni quando era ancora un redattore ordinario: con azzeccata similitudine, Seu spiega che sarebbe come diventare generali partendo dal grado di soldato semplice, ma saltando tutti gli scalini intermedi della gerarchia.
Ma Liori è stato ed è molto più di un giornalista. Se ne è sempre conosciuta la solida base culturale, la vocazione da antropologo della Sardegna sostenuta da brillanti studi universitari, la voracità dell'instancabile studioso capace di pubblicare apprezzati saggi sugli usi delle comunità locali e riflessioni degne di nota sugli autori della filosofia greca. E poi la sua veste di imprenditore dai molteplici interessi, per la verità difficilmente conciliabili con una professione di giornalista svolta ai massimi vertici.
Poi la caduta. Una penna che diventa sempre più aggressiva e spesso volge inopinatamente alla minaccia, con toni clamorosamente violenti, una serie di vicende giudiziarie che hanno ben poco a che vedere con il ruolo che Liori svolge, facendone uno degli uomini più influenti della sua regione. Vicende giudiziarie tanto più sensazionali perché toccano un uomo che, in quanto direttore del più importante organo di informazione sardo, dovrebbe essere un esempio, un paradigma di probità cui tutti dovrebbero rivolgersi con ammirazione.

L’inchiesta di Giovanni Seu ripercorre le tappe della tumultuosa vita di Liori, la sua ascesa e il suo precipitare nelle aule dei tribunali, fino alla prigione. E, infine, la malattia, da cui l’uomo è stato duramente toccato senza perdere però la combattività di un tempo.
Il libro cerca spiegazioni sociologiche e psicologiche ad una traiettoria che ci sembra inspiegabile.
Perché a noi sembra inconcepibile pensare ad uno che ha letto e scritto tanti libri come un potenziale delinquente, non possiamo credere che un intellettuale di riconosciuta statura possa finire accusato di reati infamanti.
Nella prefazione, Marcello Fois scrive che “il balente senza misura diventa barrosu”.
In altre pagine, si lascia intendere che Liori volesse essere con tutte le se forze un balente senza però avere i requisiti genetici per esserlo, non essendo la sua una famiglia di pastori.
Con tutte le sue forze, fino al punto da trasformare in esercizio di balentia la sua stessa direzione dell’Unione.
In altre pagine, richiamando Antonio Pigliaru, si ipotizza che vi siano ancora zone della Sardegna dove il codice barbaricino prevalga sul diritto e il diritto stesso non venga affatto riconosciuto, dinamica che potrebbe spiegare certi consapevoli comportamenti di Liori.
Spiegazione debole e non applicabile a tutti i casi nei quali il direttore è rimasto coinvolto.
E allora: come è possibile che la società sarda non abbia potuto opporre anticorpi sufficienti per impedire che tutto questo potesse accadere?
E questa domanda vale sia se si ritenga Liori davvero colpevole di tutto ciò che gli viene imputato, sia che invece prevalga l’idea di un complotto per togliere di mezzo una voce scomoda.
Stiamo parlando, lo ripeto, del direttore di quello che all’epoca era il più condizionante quotidiano sardo, una vera istituzione.
In verità, in Sardegna questa domanda non ce la siamo posti abbastanza perché Liori ha ancora molti amici e altrettanti estimatori e a tanti altri risulta imbarazzante parlare di una vicenda che coinvolge una parte considerevole della società civile del tempo.
In un successivo capitolo del libro, si analizza l’incontro tra Liori e Nicola Grauso, l’editore che lo portò alla direzione. E si valuta se questo incrocio e la personalità debordante di Grauso possano avere influito nel seguito della storia.
Chi scrive ha conosciuto l’editore Grauso (mio datore di lavoro a Epolis) e l’editore Zuncheddu, il prima e il dopo a L’Unione.
In termini di libertà professionali, rimpiango molto il primo e molto meno il secondo.

Il finale è aperto. Non ci sono risposte, non ci sono soluzioni.
So che Liori non è stato affatto contento del libro e ho letto suoi comment molto duri e ingenerosi su autori e su chi ha speso parole sul lavoro di Seu.
Rivendica, l’interessato, una sorta di diritto all’oblio e di essere lasciato in pace.
Ma la sua formidabile intelligenza sa bene che questo non è possibile, perché la sua vicenda non è una somma di fatti privati estranei alla società e alla storia di quegli anni.
Antonangelo Liori non appartiene solo a sé stesso.
E anche il suo giudizio su Seu è sbagliato, perché nelle righe di questa ricerca non c’è mai malanimo né pregiudizio.
Anzi, talvolta si scorge simpatia e sempre profonda comprensione umana: non è da tutti.
Anni fa litigai malamente con un giornalista quando Liori, dalla sua cella, riuscì a far arrivare ad un giornale online alcune osservazioni sulla condizione di detenuto.
Scrissi che la vita umana e le sue manifestazioni di libero pensiero meritano sempre rispetto. Mi venne risposto che Liori non aveva diritto di parola.

Io Antonangelo Liori non l’ho conosciuto. Ho iniziato a collaborare a L’Unione quando lui era ancora in sella, ma il primo direttore con cui ho avuto stabili relazioni è stato il suo successore Bachisio Bandinu, mentre quello che mi assunse fu Mario Sechi.
Tutti, di Liori, mi hanno sempre detto essere un incredibile talento distrutto da una smisurata ambizione diventata incontrollabile e persino masochistica.
Però io ho anche conosciuto molti dei suoi detrattori. E non sono sicuro siano uomini migliori di Liori.
Questa storia ha un finale aperto perché, in fin dei conti, deve ancora essere scritto.

La biografia su Antonangelo Liori scritta dal giornalista Giovanni Seu (Antonangelo L. Una vita spregiudicata, Edes, 15 euro) è un libro necessario, prima di tutto per la Sardegna. So che è servito mo

Indirizzo

ViaLitarru
Arzachena
07021

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando SardegnaBLOGGER pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi


Altro Sito Web di notizie e media Arzachena

Vedi Tutte

Potrebbe piacerti anche