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Cineforum: Diaz - non pulite questo sangue. 21 giugno 2024, ore 20.00, Biblioteca Comunale di Arsiè... non mancate, vi a...
30/05/2024

Cineforum: Diaz - non pulite questo sangue. 21 giugno 2024, ore 20.00, Biblioteca Comunale di Arsiè... non mancate, vi aspettiamo!

Vi aspettiamo venerdì 5 aprile alle 20.00 in biblioteca ad Arsiè per discutere e confrontarci su una tematica attuale ch...
20/03/2024

Vi aspettiamo venerdì 5 aprile alle 20.00 in biblioteca ad Arsiè per discutere e confrontarci su una tematica attuale che interroga noi e il nostro futuro: l'intelligenza artificiale. Vi aspettiamo come al solito numerosi ed entusiasti!

Vi aspettiamo venerdì 26 gennaio 2024, alle ore 20.00 in Biblioteca comunale ad Arsiè. Attraverso le informazioni e le t...
17/01/2024

Vi aspettiamo venerdì 26 gennaio 2024, alle ore 20.00 in Biblioteca comunale ad Arsiè. Attraverso le informazioni e le testimonianze del Dottor Giampietro Luisetto, medico di medicina generale, coordinatore veneto della società italiana cure palliative e vicepresidente dell'associazione mano amica, parleremo di disposizioni anticipate di trattamento (DAT) o "testamento biologico" con un approccio medico-scientifico. Questo permetterà di ricevere informazioni scientificamente attendibili ma anche di porre domande e ricevere risposte concrete. Un tema pregnante che ci riguarda tutti, non mancate!

Vi aspettiamo il 22 dicembre alle ore 20.00 in Biblioteca comunale ad Arsiè, guarderemo il film ex Machina scritto e dir...
08/12/2023

Vi aspettiamo il 22 dicembre alle ore 20.00 in Biblioteca comunale ad Arsiè, guarderemo il film ex Machina scritto e diretto da Alex Garland nel 2015, discuteremo poi assieme dell'opera cinematografica e dei suoi contenuti che riguardano un argomento controverso e attuale: l'intelligenza artificiale

A cosa serve una giornata internazionale contro la violenza sulle donne? Una lunga e verbosa denominazione di un giorno ...
25/11/2023

A cosa serve una giornata internazionale contro la violenza sulle donne? Una lunga e verbosa denominazione di un giorno che non ha elementi naturali diversi dagli altri, nulla che lo caratterizzi precipuamente. Le giornate dedicate ci hanno sempre fatto storcere il naso perché intrise di attivismo di facciata e proclami politici che spesso lasciano il tempo che trovano come poesie lette da bambini dall’alto di una sedia: belle sì ma non è che nutrano l’animo come un Macbeth al Globe Theatre. Data questa nostra diffidenza è quindi il caso di rendere utile, significativo questo giorno e ciò che ci viene in mente è quanto segue. Il giorno dedicato a questo tema potrebbe essere un giorno in cui iniziamo un libro che tratti di violenza sulle donne, sia esso di narrativa, poesia o saggistica. Un giorno nel quale proviamo a comprare uno o più giornali per scovare, fra gli articoli che ci raccontano quanto l’Italia sia allo sbaraglio, la cronaca nera della violenza. Un giorno per capire che non è che nel mondo non succede nulla bensì che spesso noi non ascoltiamo. Le giornate tematiche come tempo per affrontare la complessità, per andare oltre un post non revisionato su uno qualunque dei social network. Diciamo questo da una didascalia di Instagram per mostrare che la complessità, spesso, ammette anche contraddizioni dato che la visione del mondo è più che un’opinione di duemila duecento caratteri. Ma diciamo questo anche attraverso i nostri incontri, con le discussioni e il fermento vivace che li caratterizza. Cogliamo l'occasione per ringraziarvi della partecipazione di ieri sera e vi aspettiamo per il prossimo incontro.

“Volevo testare i limiti del mio corpo, e fin dove il pubblico potesse spingersi” sono queste le parole con cui l’artist...
24/11/2023

“Volevo testare i limiti del mio corpo, e fin dove il pubblico potesse spingersi” sono queste le parole con cui l’artista Marina Abramovic’ presenta la sua performance “Rhythm 0”.
L’azione consiste nell’esporre il suo stesso corpo all’interno della galleria Morra di Napoli (1974). Il pubblico ha la possibilità, trovandosi davanti alla donna, di interagire con essa, usando addirittura una selezione di oggetti messi a disposizione dalla Abramovic’. Tra i 72 strumenti se ne possono trovare di inermi ma anche di mortali, come una pi***la munita di un singolo proiettile. Una performance artistica che potenzialmente può diventare mortale.
Dapprima le azioni del pubblico sono innocue, per diventare poi violente, fino ad armare quella pi***la con la quale si sarebbe potuto compiere l’alto ultimo di togliere la vita ad un corpo che non viene più visto come appartenente ad un umano ma come merce artistica su cui agire.
Diventa complesso definire se tali riprovevoli azioni siano state messe in atto con tale mancanza di umanità proprio perché rivolte ad offesa di una donna. È però chiaro ciò che ci rivela la Abramovic’: quando un essere umano smette di essere percepito alla pari di ciascun altro e viene degradato ad oggetto, questo perde il diritto di essere trattato con dignità.
La performance diviene lo specchio della società che ha il potere di definire arbitrariamente il valore di un essere umano dove l’egualità è solo professata ma che rivela nel suo profondo un inestirpabile desiderio di potere.
Esplicativa è la conclusione della performance, il momento in cui la Abramovic’ smette di essere oggetto e torna ad essere umana. Lo spettatore improvvisamente si trova davanti un essere al suo pari. In quel momento la vergogna e l’incapacità di ammettere le proprie colpe per le azioni perpetrate nei confronti di una donna non più oggetto diviene tale da impedire al pubblico tutto di rivolgere alcuna parola alla Abramovic, neppure un timido sguardo.
La violenza torna a nascondersi nell’intimità profonda dell’uomo, riemerge la società per bene, dell’eguaglianza, ma che ora è stata svelata e non può rimanere celata per sempre. Link nelle storie in evidenza

La compulsione alla condivisione con l'avvento delle nuove tecnologiche ha promosso forme delinquenziali nuove e connota...
21/11/2023

La compulsione alla condivisione con l'avvento delle nuove tecnologiche ha promosso forme delinquenziali nuove e connotate da potenzialità lesive un tempo inimmaginabili. Tra le forme più odiose di reati connotati per genere (ovvero reati che, spesso, vedono agite le condotte lesive da uomini a danno di donne) spicca il Revenge P**n, ovvero la diffusione illecita di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito ritraenti una persona che non ha prestato il proprio consenso alla diffusione. Questa condotta è oggi severamente punita dall'art. 612 ter c.p. e molto spesso si concretizza in una degenerazione del sexting. In altre parole scambi desiderati e perfettamente leciti di contenuti intimi, si confrontano, in un secondo momento, con la violenta rottura del patto di lealtà che sigillava la condivisione, confrontando il soggetto ritratto con la diffusione non consensuale. Le conseguenze sono interessanti sotto due ordini di profili: quanto al maschile, questo reato ci racconta quanto sia ancora presente un'automatica riduzione ad oggetto del corpo della donna, infatti, i contenuti lesivi circolano, molto spesso con una diffusione pressoché inarrestabile, senza che i vari protagonisti della catena di condivisione si chiedano da dove provenga quel contenuto e se vi sia il consenso della donna ritratta; quanto al femminile, le reazioni alla diffusione illecita si concretano molto spesso in una colpevolizzazione della donna, o in vere e proprie forme di discriminazione o esclusione con ripercussioni nel contesto lavorativo, scolastico, familiare, sociale di riferimento. Un'inversione delle responsabilità tipica della cultura dello stupro che ci racconta quanto ancora ci sia da fare per eliminare gli stereotipi di genere. Se subite una condotta di Revenge P**n non esitate a denunciare e rivolgetevi al Garante per la privacy che offre strumenti rapidi di tutela per bloccare per quanto possibile la diffusione illecita, qui il link: https://www.garanteprivacy.it/temi/revengeporn. E i sentimenti di vergogna lasciamoli a chi abbia tradito il patto di lealtà di una nostra intima condivisione o a chi, comunque, abbia scelto illecitamente di esporre la nostra intimità.

Quanto è straniante guardare al soggetto di Giuditta ed Oloferne? Il quadro di Caravaggio stesso non ci consente di para...
19/11/2023

Quanto è straniante guardare al soggetto di Giuditta ed Oloferne? Il quadro di Caravaggio stesso non ci consente di paragonarlo alle uccisioni e alle lotte fra soggetti maschili rappresentati dai pittori. Mentre gli uomini si caratterizzano per una corporeità che trasuda forza (a parte qualche importante eccezione: Davide contro Golia in modo principale) nel quadro di cui sopra abbiamo uno sdoppiamento ideale della personalità femminile. Una Giuditta giovane, dalla pelle diafana e dallo sguardo perplesso che compie l’infelice atto e una serva sulle retrovie che osserva la scena impassibile: col viso innervato dei solchi della storia passata immaginiamo al servizio del crudele Oloferne. Perplessità e indifferenza sono le emozioni che esprimono i protagonisti assassini del quadro, come potrebbero non lasciare stranito l’osservatore. Nella rappresentazione di Artemisia Gentileschi invece i corpi si fanno più robusti e con forza elegante e collaborazione sincronizzata compiono l’atto imperdonabile (dal Dio del nuovo Testamento mentre ordinato specificamente dal Dio vetero-testamentario). Siamo straniti dalla violenza femminile perché essa è divenuta racconto epico solo quando la donna e il suo corpo erano esca dell’appetito maschio. Siamo straniti dalla violenza femminile perché essa, nella società, è fissa, immobile ed osservabile all’interno di cornici e di musei. Per mostrarci quanto strano sia che una donna uccida un uomo. Ma, alla fine di questa breve disamina, mi chiedo: quando a stranirci sarà anche la violenza di un uomo contro una donna e anche essa sarà rinchiusa in una cornice, nella fantasia di scrittori e pittori?

Parliamo oggi di un’opera che tratta il tema della violenza domestica e che attualmente è presente nelle sale cinematogr...
18/11/2023

Parliamo oggi di un’opera che tratta il tema della violenza domestica e che attualmente è presente nelle sale cinematografiche: “C’è ancora domani”, film debutto di Paola Cortellesi alla regia. La storia è ambientata nella Roma degli anni ‘40 e la protagonista è Delia, che viene descritta come una brava donna di casa: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però ha il difetto di rispondere, in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". In questo scenario l'unica persona in grado di recare sollievo alla donna è l'amica Marisa, sua confidente. Quando la figlia primogenita Marcella si fidanza, Delia ripone in questo matrimonio la speranza di un destino per la figlia migliore rispetto a quello accettato da lei. Quando le giunge, però, una misteriosa lettera, un forte coraggio nascerà nella donna madre e moglie, determinata a rovesciare quei piani fino ad allora prestabiliti e poter finalmente immaginare un futuro migliore, non soltanto per sé stessa.

Trailer: https://youtu.be/dD8ru7mFXuo?si=qcoMqeLfkXpyMr9g

Nel 2017 esce “The Sun and Her Flowers”, “Il Sole e i Suoi Fiori” di Rupi Kaur. È una raccolta di poesie e di illustrazi...
14/11/2023

Nel 2017 esce “The Sun and Her Flowers”, “Il Sole e i Suoi Fiori” di Rupi Kaur. È una raccolta di poesie e di illustrazioni che ruotano attorno a temi come l’amore, la perdita, il dolore, la violenza, la forza, la femminilità e molto altro, il tutto con una spiccata sensibilità verso il mondo femminile molto caro all’autrice, femminista e attivista. Rupi Kaur inizia a scrivere per sé stessa. La scrittura è lo strumento attraverso cui riesce ad affrontare e superare il trauma di un’adolescente che non accetta il proprio corpo. Corpo che dovrebbe essere sinonimo di casa ovvero un luogo personale e solo nostro dove stare bene e ritrovarci. Ma cosa accade se qualcuno attacca questo luogo o ci entra senza permesso? Accade che ci sentiamo derubati, qualcun altro prende possesso del nostro corpo e noi diventiamo estranei nella nostra casa, estranei al nostro corpo. E questa è la stessa condizione subita da chi è vittima di violenza. La poesia proposta che si intitola appunto “casa”, parla proprio di questo: di uno stupro, una violenza fisica e psicologica, la violazione da parte di un uomo di un corpo che non è il suo. Ed è a causa di questo che “il giovedì qualunque” da cui ha inizio tutto porterà nella vita di questa donna un cambiamento radicale, non più la serenità di qualcuno che ama e accetta se stesso ma il vuoto, il panico, l’ansia, la crescente incapacità di vivere una vita normale perché sovrastata da quello che è successo, la vergogna e il senso di colpa, l’incapacità di fidarsi nuovamente di qualcuno.
Ma prima o poi qualcosa cambia. Arriva il momento di riappropriarsi del proprio corpo, della propria casa, di accettare se stessi e di comprendere che la colpa non è la nostra. E solo allora si potrà tornare a vivere un giovedì qualunque. Se volete approfondire questo tema potete trovare questa poesia recitata e commentata dalla stessa Rupi a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=RlToQQfSlLA&ab_channel=TEDxTalks

Parliamo attraverso questo post di una forma di violenza esercitata contro il genere femminile che ancora oggi consegna ...
10/11/2023

Parliamo attraverso questo post di una forma di violenza esercitata contro il genere femminile che ancora oggi consegna al silenzio la voce delle donne se sconnesse dall'esistenza di un uomo. In occasione dell’avvicinarsi della giornata per l’eliminazione della violenza maschile sulle donne cogliamo l’occasione per proporvi un titolo di recente uscita della giornalista e scrittrice italiana Concita De Gregorio. L’autrice con delicata fermezza assembla un caleidoscopio di voci femminili che prendono la parola per l’ultima volta e dicono di sé senza lasciar diritto di replica “un’ultima cosa”. De Gregorio restituisce a Dora Maar, Amelia Rosselli, Carol Rama, Nise da Silveira, Vivian Maier, Silvia Ocampo, Maria Lai, Lisetta Carmi e altre donne la voce di cui sono state private per troppo tempo, la possibilità di parlare di e per sé stesse. In particolare, in questo post presentiamo attraverso un estratto del libro, la storia di Dora Maar, fotografa, poetessa e pittrice figlia di un padre croato e una madre francese, autrice di collage e fotomontaggi di matrice surrealista molto apprezzati. Non vi pare un nome noto? E se vi dicessimo “la femme qui pleure” di Picasso? La donna che regge la lanterna nel Guernica di Picasso? Ecco! Ora forse avete in mente un volto. Ed è proprio in questo che si consuma la drammaticità della vicenda. Tutti la ricordiamo come l’opera di uomo, nessuno di noi la ricorda come donna ed artista. Nessuno è Dora, tutti sono Picasso. Nessuno vuole Dora, tutti vogliono Dora-di-Picasso. Trattiamo attraverso questo post una tipologia di violenza che non si concretizza nell’azione fisica o verbale ma che agisce comunque in maniera subdola e spietata eliminando il ricordo di una donna dalla storia e consegnandola alla stessa come opera di uomo, come se prima di Picasso Dora non esistesse

In occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne proponiamo un incontro per ...
07/11/2023

In occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne proponiamo un incontro per discutere del tema. Vi aspettiamo venerdì 24 novembre alle ore 20, presso la Biblioteca comunale di Arsiè!

27 ottobre 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino...
03/11/2023

27 ottobre 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino e il QR code attraverso cui fruire della bibliografia specifica relativa al quarto appuntamento dedicato al dialogo sull'eutanasia. Al crepuscolo della vita: e tu? Cosa ne pensi?

29 giugno 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino ...
03/11/2023

29 giugno 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino e il QR code attraverso cui fruire della bibliografia specifica relativa al terzo appuntamento dedicato al dialogo sulla marcia dell'orgoglio LGBTQIA+. Pride and Prejudice: e tu? Cosa ne pensi?

26 maggio 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino ...
03/11/2023

26 maggio 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino del secondo appuntamento dedicato alla visione e alla discussione del film Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Chiamami col tuo nome: e tu? Cosa ne pensi?

7 aprile 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino e...
03/11/2023

7 aprile 2023 - In attesa di nuovi incontri riproponiamo i temi che hanno segnato gli scorsi condividendo il volantino e il QR code attraverso cui fruire della bibliografia specifica relativa al primo appuntamento dedicato alla riflessione e discussione sulle discriminazioni di genere. Gabbie di genere: e tu? Cosa ne pensi?

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