02/06/2023
XI : VERSO UN NUOVO ORDINE MONDIALE SINOCENTRICO?
Cari amici della community, ho presieduto ieri in la conferenza stampa di presentazione del libro “La Cina di Xi Jinping: verso un nuovo ordine mondiale sinocentrico?”, scritto da Nicola Iuvinale e Gabriele Iuvinale (ed. Stango), alla quale hanno partecipato autorevoli relatori, e che mi ha dato modo una volta di più di sollecitare la riflessione e il dibattito sui rapporti (sempre complessi, con il dossier più attuale che mai) con il gigante .
Gli anni di Marco Polo alla fine del 1200 lungo la via della Seta e quelli della “missione cinese” di Matteo Ricci tra la fine del ‘500 e inizio ‘600 sono stati certamente pietre miliari di una interazione tra mondi e culture che ancora oggi ci emoziona profondamente.
In tempi ben più recenti, Pietro , giurista eccelso, scrisse una frase che resta di estrema attualità perché descrive un principio assoluto, quello della libertà, e una speranza che però ancora non si è realizzata: “l'Europa deve andare incontro all'Asia *da pari a pari* e riaprire il colloquio della libertà. Andiamo a vedere cosa c'è al di là della grande Muraglia: basterà affacciarsi, e ci accorgeremo che c'è la primavera”.
Parole insieme di realismo e di speranza. Sono molte, tuttavia, le speranze in grande misura disattese, e - in una realtà così complessa come quella di oggi - gli sforzi affinché le relazioni tra Europa e Cina prendano *davvero* la via della Libertà devono essere grandemente intensificati... Ciò che è certo, è che attualmente la via della Libertà non coincide purtroppo con la Via della Seta...
Lo stesso impegno - non mi stancherò mai di sottolinearlo - deve essere riposto affinché i rapporti tra l'Europa e la Cina siano basati *sempre sull'irrinunciabile e fondamentale principio della reciprocità*, da pari a pari, per ottenere che si possa continuare a sperare, ma senza alcuna illusione, che fiorisca una vera “primavera” nella posizione e nelle responsabilità che Pechino intende assumere nel mondo.
Nell'attesa che ciò si realizzi, attesa speriamo non vana, a Hong Kong - dove i trattati sottoscritti dalla Cina, che garantivano rispetto per l'autonomia dell'ex colonia , hanno assunto valore di cartastraccia, come sempre quando un accordo non è più di interesse per Pechino - sfilano alla sbarra la quasi totalità dei leader delle proteste democratiche e pacifiche del 2019: a febbraio si è infatti avviato il processo penale che li vede imputati di "cospirazione finalizzata alla sovversione dello Stato", reato che in Cina commette chiunque prenda pubblicamente posizione contro il Partito Comunista Cinese.
Ovviamente la narrazione è quella tipica - identica - di tutte le dittature e autoritarismi, che siano Cina, Corea del Nord, Russia, Venezuela, Cuba, etc: "pericolo per la sicurezza nazionale, sovversione e collusione con potenze straniere" (quest'ultima non manca mai, è sempre e comunque un "complotto occidentale". Il senso del ridicolo, questo sconosciuto...).
Per non parlare dell'altrettanto ridicola "foglia di fico" creata e perfezionata negli ultimi anni, a colpi di decreto, da Pechino: il mini-parlamento di Hong Kong, che può solo approvare o bocciare le proposte di un Governo presieduto da un capo scelto da Pechino che a sua volta nomina il 100% dei Ministri. Mi chiedo: perché non evitare questa surreale pantomima di democrazia, messa in piedi giusto per poter negare, almeno formalmente, di essere una dittatura...?
Comunque sia, ora questi imputati, *tenuti in carcere in attesa per 2 anni*, stanno venendo giudicati da giudici speciali (ovviamente scelti, indovinate un po'... da !) e rischiano niente meno che l'ergastolo, per aver sfidato il soffocante regime cinese *protestando pacificamente per strada*. Se non ne avete a basta di (pur tristi) risate, vi informo che nel frattempo la legge elettorale è stata modificata, e solo chi è considerato "patriota" potrà candidarsi alle (inutili) elezioni...mentre anche i programmi scolastici sono stati "corretti" (ref: , 1984) levando ogni passaggio ritenuto "potenzialmente sovversivo", i giornali di opposizione sono stati chiusi (sia cartacei che online), le canzoni a favore dell'autonomia di Hong Kong bandite e censurate, come anche i film non allineati alla narrazione di Pechino...
Quando il Partito Comunista Cinese si renderà conto che questa strategia - utile forse per comprimere il dissenso con la violenza - non solo *porta il regime stesso dalla parte sbagliata della storia*, ma è di *pessima pubblicità* al brand "China" nel mondo, oltrechè - come qualunque dittatura - ha se non i giorni, quantomeno gli anni, contati...? È successo sempre, invariabilmente, nella storia, e la comunista non farà certo eccezione. Per intanto, tuttavia, è con l'attuale sistema cinese che dobbiamo misurarci, e con il loro protagonismo su un numero crescente di scenari internazionali...
Ora, vi prego, DITE LA VOSTRA!
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale