16/10/2024
E/MIGRARE
Cosa spinge ad emigrare ?
Pericolo per la propria vita derivante da guerre, criminalità organizzata, persecuzioni di genere ed etnia, epidemie e fame. Anche insoddisfazione per le condizioni di vita : mancanza totale di reddito per sfamarsi, vestirsi, avere una casa, vivere dignitosamente, ma anche reddito precario, saltuario, occasionale, un lavoro nero, duro e pericoloso, sottoposto a ricatti. Le ragioni che portano a migrare sono tante, non solo quelle riconosciute dai governi europei e americani.
Le vie delle migrazioni anche sono tante e coinvolgono tutti i continenti. All’interno dell’Europa si migra dal sud verso il nord, dall’est verso l’ovest. Verso l’Europa si migra dall’Africa occidentale passando per il Marocco verso la Spagna (Canarie ed enclaves di Ceuta e Melilla); dall’Africa centrale e orientale verso l’Italia, passando generalmente per la Libia; dal medio oriente e dalla pen*sola indiana verso le frontiere orientali dell’Europa passando per la Turchia e la Grecia.
Dall’Africa, soprattutto musulmana, si migra anche verso i paesi del golfo persico, e verso il golfo persico si emigra anche da Sri Lanka, India, Pakistan, e Afghanistan. Ma ci sono anche vie più complesse : una decina di anni fa un gruppo di cittadini delle Comore naufragò al largo della città di Essaouira in Marocco, e i naufraghi furono salvati e portati all’ospedale. I parenti di quei naufraghi delle Comore seppero per caso di quel naufragio e del salvataggio : tramite post condivisi. Migrare è spesso una fuga da un Paese, più che verso un Paese (di cui si conosce poco e male), un viaggio incerto e pericoloso, durante il quale si può essere costretti a cambiare percorso, a fermarsi, a subire ricatti, minacce, pressioni e condizioni ambientali insopportabili (mari di sabbia e d’acqua sotto un sole ardente o distese di neve al gelo).
Le burocrazie nella loro ipocrisia di stato distinguono tra migrazione legale e illegale o clandestina. Una distinzione creata dalle leggi dei Paesi di partenza e soprattutto di arrivo. Cosa ci vuole per emigrare legalmente : una lunga lista di documenti (certificati di nascita, di residenza, carta di identità, passaporto, certificato giudiziale, eventualmente stato di famiglia, etc. Una lunga lista di documenti che devono essere tradotti verso la lingua del Paese di destinazione, con spese relative e tempi relativi. In condizioni di guerra, di calamità, di persecuzione, è già difficile solo cercare i documenti. Quando è possibile farlo si perdono mesi ad averli, e quindi salario se c’è un lavoro retribuito, e mentre si traduce un documento un altro può scadere, e cosi si ricomincia da capo. E alla fine c’è l’attesa per l’appuntamento finale, presso l’agenzia incaricata dal consolato a raccogliere i documenti e costituire il dossier. Altro tempo, stress, umiliazioni, denaro speso e preteso. E … il consolato può rifiutare il visto dopo aver incassato i diritti relativi, senza restituuire alcun che, senza indennizzare, e tutto il tempo e lo stress e i soldi per chiedere il visto vanno persi insieme alla prospettiva di vita diversa che l’ottenimento del visto aveva fatto immaginare e sperare. E da dove vengono i soldi per emigrare ( “legalmente” o “illegalmente” ) ? Risparmi di una vita, di una famiglia, di un clan, di generazioni, un investimento che il rifiuto del visto brucia senza pietà, senza alternativa.
L’arrivo non è la fine del viaggio. Per molte persone migranti la prima frontiera europea è solo un nuovo punto di partenza verso altri Paesi, più a nord. I documenti non bastano mai per vivere traquillamente nel Paese di transito e destinazione. Diversità di concezioni legali, nuove scadenze, lingue ignote ai controllori, famiglie disgregate, documenti persi durante il viaggio. La persona migrante che arriva in Europa, “legalmente” o “illegalmente”, è sottoposta ad un nuovo percorso stressante di attese, di spese, di umiliazioni, di rifiuti e minacce. Quando va bene deve cominciare le procedure per il permesso di soggiorno, che durerà tanto poco da non garantire alcuna serenità. Neanche il tempo di ottenerlo il permesso, che bisogna di nuovo preoccuparsi di essere in condizione di poterlo rinnovare. E intanto bisogna cercare casa e lavoro e non perdere il lavoro per andare a fare i documenti per il permesso. La ricerca della casa spesso si scontra con i pregiudizi, le condizioni fatiscenti di alloggi a prezzi assurdi, i pochi soldi da spendere per assicurarsi una casa degna di tale nome, la lontananza dal luogo di lavoro, i ricatti della criminalità organizzata e dei padroni. E la ricerca del lavoro si scontra spesso con ricatti, soprusi, salari non versati, mansioni pericolose, minacce e aggressioni, fino all’omicidio e alla scomparsa.
Se va male ci sono i lager per migranti, strutture di fatto carcerarie dove le condizioni di vita sono alienanti : tempi lunghi, alloggi precari, igiene difficile, repressione delle minime proteste con psicofarmaci e violenze fisiche e psichiche. Il CPR è un luogo che può portare la persona migrante alla depressione più profonda, alla follia, perchè non riesce a vedere la fine della prigionia.
Se va benissimo, le eccezioni, si trova un lavoro, ma non è ancora finita : ci sono i pregiudizi e le offese da parte di singoli individui, ci sono le campagne di criminalizzazione da parte di partiti e organizzazioni, c’è ancora la criminalità organizzata che ricatta e minaccia. Accedere alle scuole, alle università, alle asl e agli ospedali può essere un nuovo percorso accidentato, colmo di ostacoli burocratici aggravati da pregiudizi e omissioni tendenti a ostacolare in ogni modo il rispetto del diritto della persona immigrata. Le campagne di criminalizzazione dei migranti sono sempre uguali : rubano, rubano il lavoro, rubano la casa, pretendono ciò che gli italiani non hanno, non si integrano, etc. Se mancano le case è perché i governi da decenni hanno smesso di costruire alloggi “popolari”, perché le liste di attesa sono lunghe e le famiglie immigrate spesso numerose, perchè la criminalità organizzata si assicura l’assegnazione e la proprietà non vede, non sente e non parla … perchè vi sono quartieri nati per emarginare proletari e lavoratori, che siano essi italiani o immigrati. Se manca il lavoro è perchè i governi promuovono la precarietà e la disoccupazione per fare del lavoro una lotteria, alla quale ognuno cerca di vincere contro gli altri e a prezzo stracciato. E quelli che rubano e uccidono ? Ci sono persone immigrate che rubano e uccidono, come ci sono persone stanziali che rubano e uccidono. La criminalità organizzata può usufruire dei ricatti e degli ostacoli burocratici che impediscono di vivere “legalmente”, e dei ricatti dei padroni (favoriti dalle politiche statali di sempre minor controllo sui luoghi di lavoro), e gli stessi padroni possono ricattare lavoratori indigeni e immigrati minacciando di scegliere qualcuno/a che sia disposta a condizioni di lavoro peggiori e salario più basso. Integrazione ? In che cosa ? Quando per avere un permesso di soggiorno, per essere ammessi a scuola, etc si incontrano ostacoli illegali, pregiudizi, persecuzioni, l’integrazione è già impedita. Ma l’integrazione in cosa ? In quale contesto sociale ? In un contesto già sofferente per abitazioni indegne, disoccupazione o lavoro precario, minacce della criminalità organizzata, mancanza di ogni servizio, etc. Per “integrazione” in realtà gli sfruttatori dei migranti intendono omologazione al loro modello di cittadino : ru****no, succube, al servizio del boss e del padrone, omertoso, complice dei criminali di ogni livello, aspirante guappo al servizio del padrone/boss. L’integrazione è un falso principio degli sfruttatori di immigrati, così come lo è il nazionalismo e la difesa della identità. Il nazionalismo dovrebbe avere come obiettivo quello di difendere il Paese da invasioni di eserciti, ma le persone migranti non sono un esercito, non sono armate, mentre la presenza di basi militari straniere non viene mai messa in discussione dai falsi nazionalisti, e l’identità ? L’identità di un Paese, in Europa e non solo, non è immutabile : dagli albori della storia in Europa si sono incrociati decine di popoli provenienti dal sud e dall’est, e in Italia (al centro del Mediterraneo) l’incrocio e la fusione sono stati maggiori e più fecondi che altrove.
Che origine hanno le leggi razziali in Italia e in Europa ? C’è una legge ideata nel Regno della Chiesa e poi applicata in tutta europa e nelle colonie europee che sta alla origine di tutte le leggi razziali : la “legge per la difesa del sangue cristiano” !!! Una legge ideata per giustificare il massacro di famiglie ebraiche, ma anche musulmane, eretiche, non europee (in America e Asia), ed impossessarsi dei loro beni. Intanto il sangue europeo mai era stato puramente “cristiano” data la presenza di altre religioni ben prima dell’arrivo e dell’ascesa al potere del cristianesimo.
L’Europa era stata politeista (divinità greche, romane, ma anche del nord europa, culti egiziani, medioorientali, etc) e l’ebraismo era arrivato già con la deportazione degli ebrei sotto gli imperatori romani. Minaccia dell’Islam con gli immigrati ? In realtà sono stati le forze armate coloniali europee a minacciare prima e ora i paesi musulmani, e il divieto di costruire moschee non fa che radicalizzare la fede in opposizione alla discriminazione. Nei paesi musulmani africani i governi coloniali hanno contribuito a imporre leggi contro le donne, nel campo dell’abbigliamento ma anche dei processi ereditari, del diritto al lavoro, etc.
La guerra contro i migranti non è che una guerra per lo sfruttamento dei migranti, che vengono spaventati, ricattati, umiliati, affinché accettino di essere sfruttati. L’obiettivo della guerra contro i migranti non è che non arrivino più, ma che arrivino quando, quanti, quali, decidono gli sfruttatori.
Le leggi razziali contro i migranti vanno abrogate, abolite, perché criminali, perchè servono solo al padronato per avere manodopera a costo zero, a far scontrare le vittime fra loro. Visti, permessi di soggiorno, centri di permanenza temporanea, e lager vari vanno aboliti senza modifiche !!!