Meteo Gabbia Ancona

Meteo Gabbia Ancona Notizie..curiosita'...foto ed eventi sulla meteo nella zona di Ancona e dintorni ..(e non solo!)
NO PROFIT
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Dettagli sull evoluzione....
18/11/2024

Dettagli sull evoluzione....

Proiezioni..
16/11/2024

Proiezioni..

15/11/2024

❄️❄️❄️

Vediamo come potrebbe evolvere...
14/11/2024

Vediamo come potrebbe evolvere...

PROSSIMA SETTIMANA CON UNA VASTA SACCATURA ARTICA ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA.

Lo stato del tempo condizionato dall’evoluzione delle gocce fredde alle latitudini mediterranee sta per terminare perché, con il passaggio odierno della circolazione chiusa in quota sul versante adriatico che darà ancora dei fenomeni al Sud anche nella giornata di domani, la dinamica atmosferica è intenzionata a cambiare registro. Lo scenario che infatti andrà costruendosi nel corso del fine settimana prevede innanzitutto il trasferimento di uno stretto e profondo minimo depressionario dal sud della Groenlandia alla pen*sola scandinava e, a partire da lunedì 18, il successivo abbassamento di latitudine del suo raggio d’azione con la formazione di un’ampia e profonda saccatura che sarà agevolata nella spinta meridiana da un’espansione, in pieno Oceano Atlantico, dell’Anticiclone delle Azzorre verso le alte latitudini.

Ci troveremo quindi, con buona probabilità, di fronte a un cavo d’onda che riuscirà a entrare sul bacino del Mediterraneo senza essere ostacolato da campi anticiclonici avversi e, soprattutto, che non sarà costretto a fare evolvere la propria coda in circolazioni secondarie di bassa pressione quali sono, appunto, le gocce fredde. All’ampia saccatura sarà associato il passaggio di una perturbazione – che orientativamente dovrebbe transitare sulla nostra pen*sola tra martedì 19 e mercoledì 20 – e alla discesa di una massa d’aria fredda che nei giorni successivi riuscirà in parte a entrare anche sul bacino del Mediterraneo apportando un calo termico fin sulla nostra pen*sola: nella seconda parte della prossima settimana, le temperature potrebbero quindi portarsi su valori tipici di inizio dicembre.

La distribuzione dei fenomeni legati al passaggio della perturbazione è però ancora da definire. Per come viene calcolato attualmente lo scenario medio dall’approccio probabilistico, la saccatura in ingresso non presenterebbe al momento un’azione meridiana ficcante tale da stimolare un corposo richiamo di correnti umide meridionali. Ci potranno però essere ancora delle correzioni nei prossimi ricalcoli, specie a nord-ovest del Golfo di Biscaglia dove sussiste ancora l’incertezza maggiore nell'impostazione dello schema sinottico in quota (si veda il semaforo rosso): nel caso in cui la circolazione ciclonica dovesse riuscire a spingere un po’ di più e a guadagnare qualche piccolo passo verso sud-ovest, avremmo una disposizione del flusso sull’Italia orientata maggiormente da sud. Questa possibile modifica, al momento non del tutto da scartare, comporterebbe un maggiore apporto di vorticità ciclonica verso le nostre regioni e avrebbe conseguenze in un’intensificazione della perturbazione, con un suo maggiore interessamento del versante italiano dell'arco alpino.

Ancora qualche ricalcolo e poi inizieremo a sciogliere la prognosi. Ci aggiorniamo nei prossimi giorni.

14/11.. con l abbassamento delle temperature, è comparsa la prima neve sul nostro appennino..dal San Vicino qualche scat...
14/11/2024

14/11.. con l abbassamento delle temperature, è comparsa la prima neve sul nostro appennino..dal San Vicino qualche scatto del nostro amico Lorenzo Fiori che ringraziamo per la segnalazione👏👌

14/11/2024
...semplicemente da leggere...
13/11/2024

...semplicemente da leggere...

"Ma perchè fate vedere le temperature in Islanda in piena estate??"

Perché quelli non sono valori estivi, ma di IERI 12 NOVEMBRE in piena notte. Follia pura. Stiamo parlando di qualcosa come oltre VENTI gradi sopramedia. Non solo perché se ci spingiamo ancora più a nord, in alcune aree della Groenlandia si è arrivati fino a 25 gradi sopramedia.

Ora, è certo che si parla di condizioni “meteorologiche”, di tempo, e come sappiamo meteo e clima sono due cose diverse. Quando noi, però, inseriamo questi valori all’interno di un andamento più a lungo termine vediamo come non è affatto la prima volta che simili anomalie si verificano nella regione artica: e qui si parla di clima. Il fenomeno cosiddetto dell’amplificazione artica è noto da tempo ed è uno degli effetti più evidenti nonché più preoccupanti degli attuali cambiamenti climatici. L'artico è la regione della Terra dove le temperature stanno aumentando con più intensità, praticamente il doppio rispetto al resto del pianeta. Ecco perché spesso da queste parti troviamo anomalie di temperatura che sembrano davvero fuori scala rispetto ad altre parti del globo. Questo ha delle conseguenze a cascata: maggior fusione dei ghiacci, minor albedo, e ulteriore riscaldamento in un processo noto come “feedback positivo”, dove il fenomeno del riscaldamento si autoalimenta sempre di più, anche se questo è solamente uno degli aspetti che spiega il fenomeno dell’amplificazione artica.

Nel frattempo alle nostre latitudini un periodo leggermente più fresco viene fatto passare come “gelo in arrivo”, mentre avremo al più qualche giorno con temperature forse un poco sotto la media, qualche nevicata modesta a quote di bassa montagna sulle Alpi, mentre intanto piogge alluvionali stanno interessando alcune aree della Sicilia. Ottobre, in Italia, ha chiuso con una anomalia di temperatura di quasi 1.6°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020 (già molto calda) ed è il QUINTO ottobre più caldo da quando si registrano i dati, ovvero dal 1800 a oggi.

Una delle conseguenze principali di anomali così alte è una altrettanto alta temperatura superficiale delle acque del Mediterraneo, fatto questo che ha contribuito agli eventi estremi che hanno colpito i paesi costieri che vi si affacciano dalla Spagna alla Francia all’Italia.
Insomma, un altro giorno di ordinaria eccezionalità.

Matteo

Credits: CHPDB, Ufficio meteorologico islandese

Un evento ampiamente previsto ..
01/11/2024

Un evento ampiamente previsto ..

01/11/2024

L’INFORMAZIONE METEOROLOGICA: PARLARNE PRIMA DEI DISASTRI E NON SOLO DOPO.

Quasi cinquecento millimetri in otto ore: la pioggia di un anno, abbiamo detto. Mentre continuano a scorrere le immagini di un territorio letteralmente devastato dalla furia delle acque, il fango restituisce i corpi di chi è rimasto intrappolato in questa catastrofe: nel momento in cui pubblico questo articolo siamo arrivati a 158 morti e il bilancio, a quanto pare, è ancora provvisorio. Di fronte alla tragedia si sono rincorse diverse spiegazioni per far capire che cosa è successo. E, a tal proposito, si è parlato molto della DANA, un acronimo utilizzato dai meteorologi spagnoli per indicare una «Deprésion Aislada en Niveles Altos», vale a dire una «depressione isolata ad alta quota» che in Italia chiamiamo da sempre «goccia fredda»: come è noto, si tratta di una figura di bassa pressione autonoma che si isola dalla circolazione atmosferica e che presenta in quota aria più fredda rispetto alle zone circostanti.

Utilizzata in questo modo, la meteorologia entra così a far parte dei fatti di cronaca perché viene interpellata a evento atmosferico avvenuto per far capire all’utenza come si è formato quel fenomeno che ha causato gli effetti che la stessa cronaca ci racconta: ci sono delle vittime e quindi l'interesse sale. Non è però questo il ruolo della scienza del tempo: essa, al contrario, è da sempre esistita e si sono compiuti sforzi per migliorare le conoscenze sulla dinamica dell’atmosfera per prevenire gli eventi e non solo per poter raccontare dopo perché questi si sono verificati. Quale sarebbe, altrimenti, l'utilità della meteorologia se non quella di avvisare i cittadini su potenziali situazioni critiche che possono verificarsi e avere il tempo materiale di mettere in pratica, di conseguenza, le norme di autoprotezione?

Non possiamo mostrare interesse a capire solo il perché dei fenomeni quando si contano delle vittime o quando si contano danni ingenti perché non possiamo permetterci di arrivare dopo il fenomeno potenzialmente intenso che viene previsto. Dobbiamo interessarci prima a capire l’entità del rischio legato di un fenomeno atmosferico perché l’obiettivo è non restare impreparati e, soprattutto, annullare la conta delle vittime. Questo modus operandi diventa possibile solo se si sviluppa una cultura del meteo e del rischio, cioè se viene anche concesso maggiore spazio alla previsione del tempo e a tutto quello che le ruota attorno, allerte meteo comprese. Non sarà mai possibile ambire a questo risultato fino a quando l’esposizione di una previsione meteorologica assomiglierà a uno scioglilingua da concludere in un minuto – quando va bene – specie quando c’è una situazione potenzialmente rischiosa da comunicare.

Un utilizzo accurato e preventivo delle informazioni meteorologiche, tra l’altro, ha il grande potere di mettere a tacere le voci di «complottismo» che si rincorrono sempre dopo i disastri e che passano sempre dai megafoni di certa carta stampata, come se il fenomeno meteorologico che si è verificato nascondesse chissà quale strano processo di formazione: spiegare prima diventa quindi più istruttivo e più opportuno che spiegare dopo.

Fonte immagine: agenzia di stampa Reuters.

30/10/2024

...spero si sia salvato nonostante la sua incoscienza....

30/10/2024
😥
29/10/2024

😥

Disastrosa alluvione nella Comunità Valenciana dove sono caduti oltre 400mm in 6 ore a causa di un violento temporale auto rigenerante. Situazione particolarmente grave a Chiva. E continua a piovere…

Questa notte bisogna ricordarsi di..
26/10/2024

Questa notte bisogna ricordarsi di..

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