19/08/2023
IL PARADOSSO DEL LAVORO.
Non parliamo di offerte di lavoro che schiavizzano i giovani laureati, con pagamenti in nero da fame ed orari di lavoro insostenibili.
Facendo consulenza a centinaia di PMI, molte delle quali artigiane, so perfettamente quanto sia difficile trovare persone in gamba da inserire per svolgere attività operative.
Al punto che ho coinvolto in un progetto degli illuminati imprenditori, che investiranno per creare a loro spese una scuola che formi ragazzi che vogliano fare i carrozzieri o i meccanici. Parliamo di ambiti in cui gli stipendi sono più che dignitosi (spesso dai 1.800 euro a salire), si lavora in ambienti puliti e non si fanno orari folli.
Ma è normale che debbano essere gli stessi imprenditori a creare scuole di formazione per poter trovare qualcuno da inserire con le giuste basi professionali?
Purtroppo abbiamo instillato nei giovani l’idea che i lavori manuali siano da disprezzare, quindi è meglio farsi sfruttare a 800 euro al mese per fare un lavoro “intellettuale” o “creativo”, che probabilmente verrà presto svolto dall’intelligenza artificiale, piuttosto che garantirsi un lavoro ben pagato e sicuro.
I problemi quindi sono due:
- Culturale, perché si pensa che fare gli artigiani sia meno nobile e socialmente apprezzato, rispetto a fare video su tiktok.
- Organizzativo, perché mancano scuole in grado di formare nuovi artigiani e operai specializzati, sia nelle competenze tecniche che in quelle trasversali.
Dovranno essere gli imprenditori a creare queste scuole? Dovrebbe pensarci la politica? I genitori e gli insegnanti potrebbero spiegare ai giovani che c’è una grande opportunità di lavoro in questo ambito?
Non lo so, ma una cosa è certa: se non si interviene subito il nostro tessuto imprenditoriale è destinato al fallimento, non per mancanza di lavoro ma per la carenza di chi lo possa concretamente svolgere.