19/03/2025
Cari fratelli forestali,
Vi scrivo con il cuore colmo di emozioni contrastanti, con il peso della consapevolezza e il dolore di una perdita che segna per sempre la mia esistenza.
Ho dedicato una parte preziosa della mia vita a servire il bene comune, spesso sacrificando il tempo con la mia famiglia, senza mai cercare vantaggi personali, senza mai chiedere deleghe o denaro.
Ho combattuto contro persone avide, egoiste, usuraie, travestite da nobili e massoni, ma che in realtà non erano altro che scrocconi senza scrupoli.
Ho affrontato segretari falsi, ipocriti e privi di umanità, che hanno usato il potere solo per i loro interessi.
Eppure, in questo cammino difficile, ho anche incontrato amministratori che, pur con i limiti imposti dalla politica e dai sindacati, hanno cercato di dare ciò che potevano.
A loro non imputo peccato, ma riconosco almeno la volontà di fare qualcosa di buono.
A voi, fratelli forestali, dico di non essere solo chiacchieroni.
Perché il rischio di piegarsi e abbassare la testa è sempre dietro l’angolo.
Quanto tempo resisterete prima di cedere?
Oggi, 20 marzo 2025, il destino ha voluto che la persona che più di tutte mi ha sostenuto e appoggiato nel mio impegno per voi mi lasciasse per sempre.
Oggi mia madre è entrata a far parte di un progetto divino, nel mondo dei giusti.
E se c’è stato qualcosa di buono in quello che ho fatto, se ho potuto combattere per i nostri diritti, è stato grazie ai sacrifici di mia madre.
Ma ora, con la sua partenza, tutto cambia.
Dal 16 marzo 2025, il mio più grande sostegno è tornato alla Casa del Padre.
E questo significa che da solo non posso più rappresentarvi, non posso più essere presente sulla scena.
Perché?
Perché ora devo tornare a essere un padre, un marito.
Non più un figlio.
Spero di aver lasciato almeno un segno positivo, di aver fatto del bene, perché il mio unico obiettivo è sempre stato difendere i nostri diritti.
Ma oggi, con profonda amarezza, devo ammettere la sconfitta.
Ho perso.
Il sistema ha vinto, con i suoi giochi di potere, con i suoi sindacati pilotati da politici mediocri e da personaggi senza spessore né dignità.
Ma questa non è solo una lettera di denuncia, è anche un congedo.
Con grande dispiacere e consapevolezza vi dico che mi ritiro.
Ora devo occuparmi della mia famiglia, perché mia madre non c’è più.
Vi ringrazio tutti e, se potete, perdonatemi per questa resa.
Ho perso.
Hanno vinto loro.
Scusatemi di tutti i miei errori se potete.
Ritorno con onore un Contadino Siciliano .
Giuseppe Senia