31/08/2024
Calogero Bongiorno, neo sindaco di Racalmuto, è stato eletto il 9 giugno 2024, con metodi clientelari e presumibilmente fraudolenti, e grazie anche a dei presumibili brogli elettorali. Si tratta di un vecchio arnese della prima repubblica, con esperienze giovanili nel Movimento Sociale Italiano e di segretario di lungo corso della locale sezione della Democrazia Cristiana di Racalmuto. Un elemento guasto di un sistema, di un regime autoritario ed autoreferenziale. E' un uomo intollerante e che non accetta alcuna critica. E' un elemento pericoloso non tanto per sé, ma piuttosto per gli altri. Un soggetto che è all’apparenza un garantista ma che, da sempre, altro non è se non un becero ‘tragediatore’, una sorta di delatore di polizia, dedito a calunniare di nascosto i suoi avversari, per lui ritenuti dei nemici da abbattere, con metodi subdoli ed infamanti.
Tra una tragedia e l’altra il Bongiorno ha da sempre trovato il tempo di dedicarsi al suo hobby preferito, quello di approfittare un po' troppo, per così dire, dei bilanci pubblici, secondo quanto viene riportato dalla Corte dei Conti, in due differenti sentenze di condanna per danno erariale che lo riguardano.
In un caso particolare che riportiamo è stato chiamato a risarcire più di un milione di euro, nel corso di due gradi di giudizio. E' stato sorpreso, nella sua qualità di direttore contabile di un ente, mentre portava avanti un’operazione di cui preferiamo parlarne riportando integralmente uno stralcio di quanto contenuto in uno dei tanti articoli in cui viene citato, in questo caso, da un autorevole quotidiano:
“La vicenda finita sotto la lente di ingrandimento della Corte dei conti riguarda gli sprechi del progetto Coorap, uno dei progetti di orientamento professionale lanciati dal Ciapi, il centro di formazione professionale palermitano finito al centro dell'inchiesta sul manager Faustino Giacchetto. Era il 19 giugno 2007 quando l’allora dirigente dell’Agenzia per l’impiego Rino Lo Nigro approvò l’iniziativa, finanziandola con oltre sette milioni di euro di provenienza europea: il progetto, però, ne costò 15,2. Nel 2008 l’Olaf, l’ufficio europeo che indaga sulle frodi, avviò un’indagine, e l’anno successivo gli ispettori comunitari fecero irruzione al Ciapi, contestando irregolarità nel reclutamento del personale, nell’assegnazione delle consulenze e nelle forniture, ma soprattutto contestando il mancato raggiungimento degli obiettivi del progetto.
La sentenza, pronunciata il 10 novembre e depositata ieri, dà ragione solo a cinque persone. La novità più importante arriva per Lo Nigro, difeso da Massimiliano Mangano: la sentenza dell’anno scorso prevedeva infatti che l’ex dirigente dell’Agenzia per l’impiego versasse un risarcimento da un milione e 63mila euro, che adesso diventano invece 570mila. Secondo la Corte, infatti, Lo Nigro ha avuto alcune responsabilità nell’aumento dei costi, ma non può essere tenuto a risarcire il finanziamento originario. “Sconti” anche per il direttore del progetto Calogero Bongiorno (difeso da Mario Giudice e Fulvio Ingaglio La Vecchia, passa da un milione e 63mila a un milione e 7mila), per la dirigente regionale Daniela Avila (assistita da Giovanni e Giuseppe Immordino, passa da 598 a 522mila euro) e per i funzionari Giuseppe Bonadonna e Rosario Candela (che condividono gli avvocati, Giuseppe Cozzo e Daniela Pibiri, e la riduzione della pena da 598 a 522mila euro)”.
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palermo.repubblica.it › cronaca › 2017/04/04 - Scandalo Ciapi, ridotti i risarcimenti chiesti ai burocrati... 4 apr 2017 • “Sconti” anche per il direttore del progetto Calogero Bongiorno (difeso da Mario Giudice e Fulvio Ingaglio La Vecchia, passa da un milione e 63mila a un milione e 7mila), per la…
Il Bongiorno, come si evince da questo così come da altri servizi giornalistici, curava la contabilità del manager di Canicattì Faustino Giacchetto, già condannato in sede penale, oltre che dalla magistratura contabile, a restituire svariate decine di milioni di euro agli enti pubblici ai quali li aveva sottratti.
Entrambi avevano messo su un meccanismo ben oleato, grazie al quale hanno dato fondo alle casse della Regione Siciliana e dell’Unione Europea. Sono stati entrambi condannati, assieme ad altri loro complici. La somma totale delle ingenti distrazioni di fondi pubblici, si calcola che ammonti, negli anni, ad oltre 100 milioni di euro, destinati alla formazione professionale ed a grandi eventi culturali.
Si tratta di un enorme buco nero provocato nei bilanci delle pubbliche amministrazioni di cui ormai si sa ben poco.