LA STORIA DI ACI E GALATEA
Secondo la mitologia Acireale prende il nome dal pastorello Aci, figlio del dio Pan, protettore dei monti e dei boschi.
La leggenda narra del grande amore che univa Aci a Galatea, bellissima ninfa del mare dalla pelle color del latte molto cara agli dei. Ma l’amore tra i due giovani accese la gelosia del mostruoso gigante Polifemo con un occhio solo in fronte, il quale dopo il rifiuto di Galatea scagliò sul corpo di Aci un gigantesco masso che lo schiacciò.
“Appena la notizia giunse a Galatea questa accorse dove era il corpo di Aci. Alla vista del suo amore gli si gettò addosso piangendo tutte le lacrime che aveva in corpo.
Il pianto senza fine di Galatea destò la compassione degli dei che vollero attenuare il suo tormento trasformando Aci in un bellissimo fiume che scende dall’Etna e sfocia nel tratto di spiaggia dove solevano incontrarsi i due amanti”.
Dal sangue del pastore nacque dunque un fiume chiamato Akis dai greci, oggi in buona parte sottoterraneo, ma che riaffiora come sorgente nei pressi di Santa Maria la Scala (Borgo marinaro, frazione di Acireale) sfociando in una sorgente chiamata “u sangu di Jaci” (il sangue di Aci).
Il Premio è giunto alla 55° edizione, ha visto, negli anni premiati di alto livello che si sono distinti per competenze, valori e capacità di promuovere la Sicilia nel mondo. Quest’anno in via del tutto eccezionale (causa covid) il Premio si svolgerà sabato 26 settembre 2020 alle 0re 20.30 in Piazza Duomo.