20/02/2024
Sanremo, il Festival della polemica Italiana!
Giunto alla 74esima edizione, il nostro caro Festival non perde un colpo. Ancora leader indiscusso del palinsesto
Nazionale. Attrae, coinvolge, alimenta per una settimana intera opinioni e discussioni da bar, da vagone treno, da
fermata al bus. Ogni luogo ed occasione e’ buona per parlare del Festival.
Per sette giorni l’Italia “si ferma”. L’argomento piu’ ghiotto per tutti e’ l’entrata di Fiorello, la canzone della quale
non ho capito una parola, il ballo del Qua Qua di Travolta, i fischi a Geolier, la censura a Ghali…
Insomma per una settimana l’Italia impazzisce, ed anche quello a cui piace fare lo snob affermando che IL SANREMO
NON LO GUARDA, seppur non volendo e’ assolutamente informato sul Qua Qua di Travolta e su tutto il resto…e’
il primo ad iscriversi al FantaSanremo e a conoscere tutti i punteggi del gioco.
In questo Paese per una settimana ci togliamo il camice da virologo, posiamo il codice di diritto internazionale, che ci
portiamo dietro come le Sacre Scritture…e diventiamo tutti esperti di musica, moda e palinsesti. E’ tutto meraviglioso!
E’ stato il festival dei grandi numeri ed indubbiamente delle grandi polemiche.
E’ tutto un grande Circo! Il piu’ grande, la macchina piu’ oleata del nostro sistema televisivo.
Parliamo dei grandi numeri: oltre il 60% di share, con quasi 15milioni di telespettatori, numeri che non si vedevano
dal Festival del 95 firmato Baudo. Quasi 2 milioni di euro per l’affitto del teatro Ariston. Incassati dalla rete pubblica
circa 60 milioni solo per gli stacchi pubblicitari. 70mila euro a serata per Amadeus (conduttore e direttore artistico).
Per Fiorello non sono state ufficializzate cifre, ma pare che il cachet del mattatore piu’ famoso d’Italia, fosse intorno
ai 180/200mila euro. Il “povero” Travolta, “travolto” da una gag di suo poco gradimento, pare abbia incassato 200mila
euro, ma in conferenza stampa il direttore artistico ha voluto precisare che tutto era stato concordato con la star
internazionale e null’altro che un rimborso spese gli era stato assicurato.
La rete pubblica per allestire lo spettacolo non bada a spese. Il ritorno e’ imponente e dietro tutto cio’ vi sono tecnici,
scenografi, artisti e maestranze di ogni tipo che compongono un puzzle difficile, ma dal risultato assolutamente
soddisfacente. Ancora una volta, il Maestro Enzo Campagnoli , Acerrano dell’anno in carica, ha sfoderato bacchetta e
sorriso smaglianti, dirigendo con maestria l’orchestra che accompagnava il bellissimo testo di Dargen D’Amico “Onda
Alta”. Passiamo ora alle polemiche. Ha vinto la figlia di…Di un grande artista! Ha vinto una ragazza di 22 anni che
e’ salita sul palco con energia e potenza vocale non indifferenti. Ha vinto lei, la sua canzone ed il ritmo con la quale
e’ stata cresciuta. Batte Geolier grazie a sala stampa e giuria radio. Geolier, il protagonista indiscusso di questo Festival
ed il vincitore, a furor di popolo, per televoto da casa. Il ragazzo napoletano gia’ prima di arrivare all’Ariston aveva
suscitato non poco clamore fornendo il testo della sua, bellissima, canzone in un linguaggio scritto tra il napoletano
residente in Albania, l’aramaico ed il fiorentino…un mix di vocali e frasi spezzate, consonanti messe a caso ed accenti
semi assenti. Il tutto dal titolo “I p’ me, tu p’ te” correttamente, come grammatica napoletana insegna sarebbe: Ì pe'
Mme Tu pe' Tte. Arrivato sul palco ha presentato il pezzo e subito e’ stato un grande successo, come del resto ogni
sua produzione, essendo uno degli artisti piu’ ascoltati in tutta la pen*sola, in particolare a Milano. Ma niente a
confronto di cio’ che e’ successo durante la quarta serata, la serata delle cover. Geolier presenta un medley dei brani
Brivido (con Gue’) O’ primmo ammore (con Luche’) e Chiagne (con Gigi D’Alessio) non staro’ qui a darvi la mia
personale opinione sulla sua vittoria. Non staro’ qui a dirvi che per me era assolutamente imparagonabile questo
medley con l’omaggio di D’Amico a Morricone, di Angelina Mango per suo padre, non vi diro’ che ho pianto al gate
di Bucarest mentre ascoltavo Vecchioni con un giovanissimo Alfa, che non sono riuscita a vedere tutto il video di
Ghali che intonava L’Italiano del compianto Cutugno…non ve lo diro’!! Vi raccontero’ invece di una platea in piedi,
verso l’uscita del teatro. Una platea indignata al cospetto del risultato del televoto. E di un’altra platea, quella che si
e’ alzata tra tik tok, facebook, instagram e tutto il resto dei social che utilizzando, a mio parere in modo inappropiato,
il termine RAZZISMO ha difeso il suo idolo, additandolo come il capro espiatorio di una triste realta’ che ancora
persiste tra nord e sud. Beh, partendo dal presupposto che su 30 partecipanti, la meta’ provenivano da Roma in giu e
considerando che tutti i partecipanti al momento di salire sul palco siano ben consci del regolamento sottoscritto della
kermesse alla quale partecipano, mi viene da dire in primis che l’atteggiamento avuto dal pubblico in sala non sia stato
dei piu’ nobili MA NON PER LE ORIGINI dell’artista in questione, ma perche’ si trattava di una ragazzo di 23 anni.
Un ragazzo che avrebbe anche potuto avere residenza in Trentino e che in conferenza stampa ha avuto l’intelligenza
e la maturita’ di affermare: “E’ stata l’esibizione peggiore della mia vita, ma il pubblico ha espresso un’opinione,
poteva ba***re le mani o non farlo, ha preferito andarsene”. Per queste parole e questo atteggiamento vanno la mia
stima ed il mio prossimo dowload a Geolier. In secondo luogo mi sento di dire che la musica dovrebbe unire e non
fare il contrario, il Festival dovrebbe essere una grande occasione per sentirci davvero uniti una settimana l’anno.Dovremmo confrontarci tutti sui testi delle canzoni, sugli outfit osceni e sulle gaffe fatte sul palco, non alimentare
odio tra 2 giovani artisti o paragonare il tutto al Sanremo del ’53. Questo e’ stato il sanremo 2024 non so voi, ma non
vedo l’ora arrivi quello del 2025! Chi lo guidera’?
Ottavia Pulcrano