18/12/2011
La missione dell'EDIT
Conservazione della memoria italiana in questi luoghi, contributo alla vitalità dell’identità italiana “qui ed ora”, promozione della convivenza con le popolazioni croata, slovena e di altra nazionalità presenti nel nostro territorio d’insediamento storico, valorizzazione dei rapporti di buon vicinato tra Croazia, Slovenia e Italia (alla quale chiediamo innanzitutto di accorgersene, poi di riconoscere e valorizzare le innegabili affinità elettive tra Italia e Italiani della CNI anche da un’ottica extrassistenziale) pieno sostegno all’adesione della Croazia all’Unione Europea intesa quale contesto sociale e umano favorevole all’unitarietà e allo sviluppo comune degli Italiani oggi divisi dal confine sloveno-croato tra cittadini europei ed extracomunitari: sono queste le convinzioni sulle quali poggiamo il nostro operato. E da esse, per metterlo nella dovuta evidenza, estrapoliamo in chiusura un ultimo convicimento: quello della necessità irrimandabile di ricucire la lacerazione provocata dalla tragedia dell’esodo che ha colpito nella collocazione identitaria, nella personalità, nella vita, sia gli esuli (nel “non essere più”), che i “rimasti” ( nell’ “essere di troppo”). Da alcuni anni, le nostre testate hanno aperto le proprie pagine alle tematiche dedicate all’esodo e più in generale al mondo degli esuli. È stata una scelta che rientra nella logica stessa delle cose, fondata sul pur sempre e nonostante tutto indelebile codice culturale e genetico che accomuna “esuli” e “rimasti”, una scelta che abbiamo sposato con piena convinzione, entusiasmo e “tensione etica”.