15/03/2024
Bisogna conoscere la storia...
http://leg15.camera.it/cartellecomuni/leg14/RapportoAttivitaCommissioni/testi/03/03_cap06_sch01.htm
1947 - Il piano dell'ONU di spartizione della Palestina
L'Assemblea generale dell'ONU adotta la risoluzione n. 181 sul "governo futuro della Palestina" comprendente il piano di spartizione che prevede la fine del mandato britannico entro il 1948, la costituzione di uno Stato palestinese e di uno Stato ebraico con un'unione economica per tutta la Palestina, un regime internazionale speciale per Gerusalemme, costituita in corpus separatum e amministrata dalle Nazioni Unite in base ad apposito statuto.
1949 - Gli accordi di Rodi
Dopo lunghi negoziati sotto l'egida dell'ONU, la prima guerra arabo-israeliana si conclude con la stipulazione di quattro accordi di armistizio generale (accordi di Rodi) che fissano una linea di demarcazione che reggerà fino al 1967: Israele, oltre a riconquistare tutto il territorio ad esso assegnato dal piano di spartizione dell'ONU, estende il suo controllo su altre zone arabe; la Transgiordania occupa il territorio arabo ad ovest del Giordano (Cisgiordania) che, in base al piano dell'ONU, avrebbe dovuto far parte del previsto Stato palestinese. L'annessione formale di questo territorio alla Transgiordania avverrà poi nell'aprile del 1950 con la proclamazione del Regno Hashemita di Giordania. La striscia di Gaza, anch'essa parte dello Stato arabo previsto dal piano di spartizione, resta in mano all'Egitto.
1978 - Gli accordi di Camp David
In settembre, il Presidente americano Carter invita i governi di Egitto ed Israele a Camp David negli Stati Uniti per riprendere il negoziato di pace. Il 17 settembre, dopo 12 giorni di negoziati, il Presidente Carter annuncia che il Primo Ministro israeliano Begin e il Presidente egiziano Sadat hanno concluso due accordi: il primo è un "accordo quadro per la pace in Medio Oriente" che prevede un periodo di transizione di cinque anni, durante il quale le popolazioni della Cisgiordania e della striscia di Gaza possono progressivamente acquisire autonomia e indipendenza, ed alla fine del quale si sarebbe stabilito lo status definitivo dei territori attraverso ulteriori negoziati ed un trattato di pace con la Giordania; il secondo documento è un "accordo quadro per la conclusione di un trattato di pace fra Egitto ed Israele" che prevede la firma di un trattato di pace entro tre mesi, il ritiro delle truppe israeliane dal Sinai e lo stabilimento di normali relazioni diplomatiche fra i due paesi. Solo quest'ultimo accordo troverà effettiva applicazione: il 26 marzo 1979, Egitto ed Israele firmano a Washington il trattato di pace ed Israele inizia il progressivo ritiro dal Sinai che sarà completato il 25 aprile 1982; il 26 gennaio 1980 saranno stabilite le relazioni diplomatiche fra i due paesi. Il giorno dopo la firma del trattato di pace la Lega araba, riunitasi a Bagdad, condanna pesantemente la politica di Sadat e dispone un boicottaggio politico ed economico contro l'Egitto.
1989 - Il piano Baker
In ottobre il Segretario di Stato americano James Baker propone un nuovo piano di pace, sul quale il governo israeliano si divide: mentre la corrente di destra della Likud, il partito del Primo Ministro Itzhak Shamir, annuncia che non accetterà nessun compromesso, il partito laburista minaccia di abbandonare il governo di coalizione se Shamir non intraprenderà iniziative concrete per risolvere la questione dei territori occupati.
1993-94 - Gli Accordi di Oslo
Mentre viene avviato il dialogo ufficiale tra il governo israeliano e l'OLP, hanno luogo negoziati segreti in Norvegia che conducono, il 28 agosto 1993, alla firma di una dichiarazione di principi su un piano d'autonomia dei territori occupati, cominciando da Gaza e Gerico. Nel settembre viene firmato l'accordo di riconoscimento reciproco tra lo Stato ebraico e l'OLP, nonché la dichiarazione di principi sugli accordi transitori di autonomia. Il ritiro delle truppe israeliane da Gaza e Gerico, fissato per il 13 dicembre, sarà rinviato fino al maggio 1994, a seguito della firma del successivo accordo del Cairo, in base al quale i territori passano sotto l'amministrazione di un'Autorità Nazionale Palestinese appositamente nominata, in attesa delle elezioni del Consiglio Palestinese, e la sicurezza è affidata ad un corpo di polizia palestinese.
1997 - Gli accordi su Hebron
Gli accordi su Hebron del 16 gennaio 1997 rappresentano la prima tappa del processo negoziale realizzata durante il periodo di governo Netanyahu. Quegli accordi, che sono in realtà un protocollo aggiuntivo all'Accordo 'Oslo II', definiscono le modalità del ridispiegamento israeliano da Hebron e prevedono la ripresa dei negoziati sulle parti non attuate dell'accordo interinale (c.d. non Hebron related issued). I palestinesi riaffermano la volontà di combattere il terrorismo e rifiutare la violenza, e gli israeliani accettano di attuare gli ulteriori tre ritiri dalla Cisgiordania previsti dall'Accordo interinale, benché prolungandone il calendario. Il negoziato tuttavia si arena sull'ampiezza del territorio dal quale Israele dovrebbe ritirarsi, non definita dagli Accordi interinali.
1998 - L’Accordo di Wye Plantation
Il 23 ottobre, con la mediazione americana e dopo una paralisi dei negoziati durata quasi 20 mesi, viene raggiunto un accordo tra israeliani e palestinesi che prevede: un primo ritiro israeliano entro 90 giorni dal 13,1 per cento della Cisgiordania; un secondo ritiro dal 14,2 per cento della Cisgiordania; l’impegno israeliano ad attuare una terza fase del ritiro; l’apertura dell’aeroporto di Gaza. In cambio, l’autorità palestinese disarmerà i gruppi estremisti ed arresterà un trentina di terroristi; sarà inoltre convocato il Consiglio nazionale palestinese per abrogare le clausole dello statuto che prevedono la distruzione di Israele[1].
Dopo l’avvio della prima fase del ritiro, il processo di pace subisce un nuovo arresto, determinato anche dalla decisione israeliana di andare ad elezioni politiche anticipate.
Sono passati 77 anni ed è ancora inattuata. Hamas ha sbagliato, ma i Palestinesi invece, hanno tutte le ragioni per essere incazzat
L'Assemblea generale dell'ONU adotta la risoluzione n. 181 sul "governo futuro della Palestina" comprendente il piano di spartizione che prevede la fine del mandato britannico entro il 1948, la costituzione di uno Stato palestinese e di uno Stato ebraico con un'unione economica per tutta la Palestin...