COSE DA MONDO

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19/10/2024

🏴 80 soldati uccisi a Riccò dai partigiani: Campastrino, la foiba di casa nostra che nessuno ricorda.

Una storia che pochi conoscono e nessuno commemora. Ancora oggi, sul fondo del crepaccio di Campastrino, giacciono i resti di 80 esseri umani.

La foiba di Campastrino a molti spezzini, soprattutto i più giovani, non dirà nulla. Riecheggerà forse come l’eco di un qualche avvenimento lontano e non ben definito, in Istria o nell’area giuliano-dalmata, opera dei partigiani del maresciallo Tito.

Eppure la foiba di Campastrino non si trova a migliaia di chilometri di distanza da casa nostra, ma proprio qui, nella nostra provincia, per la precisione a Riccò del Golfo. Incredibile a dirsi, ma è proprio così.
Lo ha ricordato il quotidiano La Verità, ricostruendo una storia tutta spezzina, che oggi vi riproponiamo.
Sul fondo del crepaccio della foiba di Campastrino, ancora oggi, giacciono i resti di ottanta soldati della Wehrmacht e della X Mas. Ossa ricoperte da rifiuti, che a distanza di decine e decine di anni non sono ancora state recuperate, anche per via di un restringimento della voragine e della presenza di alcuni residuati bellici, fattori che complicherebbero non poco l’operazione.
Qualcuno però in passato ci ha provato: Giuseppe Zanelli, ufficiale del Regio esercito, poi membro della X Mas e delle Brigate nere, che nel 1972 organizzò un gruppo speleologico per verificare l’attendibilità delle voci su Campastrino. Risultato: “Durante l’estrazione delle prime ossa fu recuperata anche una Tellermine (mina anticarro) tedesca che condusse i Carabinieri a bloccare l’operazione”, scriveva ieri la Verità.
Nel 2007, per ultimo, lo studioso delle foibe Marco Pirina, oggi scomparso, mise insieme una squadra di volontari che si calò all’interno della foiba. Poi, fino ad oggi, più nulla.
“Furono due le precipitazioni - ha raccontato ieri a La Verità l’avvocato spezzino Emilio Guidi - La prima avvenne durante la guerra. Mentre la 148^ divisione tedesca si sganciava verso la Pianura padana, un suo reparto forse rimasto senza ordini o tagliato fuori, scelse la strada verso Genova. I militari incapparono, presso san Benedetto, nei 400 partigiani comunisti e azionisti delle divisioni “Vanni” e “Giustizia e Libertà”. Dopo aspri combattimenti, circa dieci soldati rimasti ancora in vita furono catturati e ristretti in una casupola di legno nel bosco, priva del tetto. Qualcuno parla di un tentativo di fuga, fatto sta che i partigiani lanciarono dentro la baracca delle bombe a mano e li ammazzarono tutti. Per disfarsi facilmente dei corpi li gettarono nella foiba di Campastrino”.
Il secondo episodio, ricostruisce sempre Guidi, avvenne dopo la fine della guerra: vittime cinquanta prigionieri italiani e tedeschi del castello di Calice al Cornoviglio, gestito dal partigiano azionista Luigi Carbonetto.
“Costui, dovendo consegnarli agli americani presso La Spezia, li affidò a un gruppo di partigiani rossi che già detenevano altri 20 tedeschi nella caserma di GNR di Via Vecchio ospedale a La Spezia. Era il primo maggio e i comunisti celebrarono la Festa dei Lavoratori a modo loro. Invece di consegnarli agli americani, li portarono a Campastrino e qui, come raccontava lo stesso Carbonetto, li infoibarono”.
Durante la prima spedizione del 1972, se non altro, furono recuperate tre piastrine tedesche. Oggi conosciamo i nomi di due soldati, i soli ad essere usciti dalla foiba di Campastrino: Walter Demann e Karl Abe.
Per il resto, sulla foiba di casa nostra, non c’è nessuna lapide, nessun cippo commemorativo. Ci sono solo i rifiuti, nel crepaccio, a coprire i resti di esseri umani. E nessuno ricorda.

Redazione Gazzetta della Spezia - febbraio 2019

La Russia si è in realtà premunita contro eventuali sciocchezze da parte di Kim: l'alleanza è di natura esclusivamente D...
19/10/2024

La Russia si è in realtà premunita contro eventuali sciocchezze da parte di Kim: l'alleanza è di natura esclusivamente DIFENSIVA, quindi non vincola in caso sia stata Pyongyang ad attaccare per prima. In pratica quindi è la Russia al momento attuale a godere dei maggiori vantaggi dell'accordo

DAL PACIFICO FINO A KIEV ?

E' arrivato il momento di soffermarsi un attimo sul caso nordcoreano.
Le notizie dal fronte ucraino che vedrebbero coinvolti militari inviati da Pyongyang fa ormai capolino su massima parte dei mezzi si informazione internazionali e non è ignorabile.

Per farla breve, alcuni canali parlano (la CNN in primis) di 12'000 militari nordcoreani, equivalenti a 4 brigate che effettivamente Kim aveva promesso alla controparte russa in questi mesi: l'equivalente di una divisione di fanteria più o meno.

Diciamo che si inizia adesso ad osservare le conseguenze dell'incontro tra Putin e Kim avvenuto alla fine dello scorso giugno: allora fu firmato un accordo molto stretto, che prevede anche e soprattutto cooperazione militare, anche se non si credeva che oltre all'ordinario invio di materiali e mezzi, avrebbe riguardato anche uomini, militari in servizio attivo.

E' questo a colpire l'immaginazione al momento presente: la “transcontinentalità” del conflitto o meglio gli effetti della collisione geopolitica nel mondo globale. Vedere uomini dell'estremo oriente, che, in uniforme, circolano lungo le trincee del DONBASS.

Un'estensione del conflitto o meglio una saldatura di conflitti che vede una parte del settore Pacifico/estremorientale (pen*sola coreana come punto di congiunzinoe polveriera dei rapporti tra Giappone, Cina, Usa e Russia stessa) andare ad unirsi al conflitto russo/ucraino in Europa............configurandosi così uno scacchiere geostrategico di proporzioni fuori scala, ovvero un movimento ed un confronto di mezzi che va dalle frontiere finlandesi e polacche attorno al Baltico, fino al mar del Giappone, in soluzione di continuità.

Del resto la clausola critica del recente trattato russo/coreano era proprio questa: il mutuo soccorso militare, I cui termini, come si fece già notare mesi fa, rimanevano assai vaghi sulla carta, lasciando presagire un'alta discrezionalità decisionale.

Ma prima di proseguire in merito cerchiamo prima di capire una cosa più importante: cosa sono Russia e Nord Corea l'una per l'altra ?

A ben vedere il rapporto tra lo stato trascontinentale russo (allora imperiale) e la pen*sola coreana inizia già alla fine del XIX secolo in un contesto tipicamente coloniale: la Corea altro non è che uno dei tanti pezzi della Cina imperiale in disfacimento....uno stato cliente sotto la dinastia Joseon (al potere da 500 anni) quindi facente parte dell'hinterland cinese o meglio la “cintura” esterna rispetto al suo heartland.

L'interesse russo per l'estremo oriente cresce: alla pari delle altre potenze europee ha approfittato della debolezza cinese per appropriarsi di quanto poteva (coi trattati del 1861 arriva ad annettere fino a Vladivostok e nel 1881 è ad un passo dall'annettere il Turkestan orientale, quello che oggi chiamiamo Sinkiang). In parole povere, dal grande nord.....l'invasore slavo disgrega quanto può del celeste impero: da Vladivostok inizia la colonizzazione russa della MANCIURIA dove è fondata Harbin, la sua capitale russa. In vista di una maggiore presenza nell'area ed un maggiore sfruttamento, si inizia uno dei progetti di trasporto più faraonici annunciati alle soglie del nuovo secolo: la Transiberiana.

I funzionari imperiali zaristi dell'epoca, preconizzando una colonizzazione su vasta scala del continente cinese settentrionale a vantaggio del proprio stato, con la prospettiva di incamerare vasti strati di popolazione turca, ma soprattutto sinica (Han), coniarono il termine di “RUSSIA GIALLA” per caratterizzare il fin troppo esteso impero russo dell'immaginato futuro (...)

Inevitabile che da tali basi (tra Vladivostok e la Manciuria semi-occupata) emergesse la questione di che fare della Corea: quest'ultima si era da pochissimo sciolta dalla sudditanza cinese a seguito del conflitto sino-giapponese del 1895, ma d'altra parte fuori dell'ombrello cinese altro non era che un debolissimo regno appena proiettato nella modernità, senza difesa alcuna.

In pratica non si fa a tempo di respirare allo sprofondare del grande fratello cinese che già ci si trova davanti 2 invasori determinati, uno dal grande nord e l'altro dal mare: RUSSIA e GIAPPONE.

Della collisione politico militare tra questi due attori già moltissimo è conosciuto e non vi è bisogno di aggiungere altro. Il maggior pomo della discordia, è stata la necessità da parte russa, di un grande porto in acque calde, operante tutto l'anno, che la pen*sola poteva offrire.

Tutto si congela per 40 anni in corea.

Il momento della verità arriva nel 1945 (meno noto che STALIN al tempo parlò di “rivincita” rispetto ai fatti del 1905...). La 25° armata sovietica entra nella pen*sola coreana da nord, da cui ormai I giapponesi sono fuggiti, mentre da sud essa subisce gli sbarchi americani: entrambe le amministrazioni dell'immediato dopoguerra gettano il terreno per le rispettive forme di evoluzione socioeconomica che danno vita alle due separate società che vediamo oggigiorno.

In un certo senso è proprio l'URSS di Stalin ottiene quanto lo stato zarista della generazione avrebbe voluto.....uno stato satellite all'estremità dell'Asia, dopo Vladivostok.

Segue la guerra, anch'essa estensivamente trattata, che si conclude nel 1953 lungo il confine che era stato stabilito per l'occupazione sovietica nel 1945 (38° parallelo), benchè SENZA un trattato di pace vero e proprio, ricordiamocelo: da allora ad oggi – de JURE – non c'è mai stata pace legale tra le due Coree come tra Pyongyang a gli USA.

Cosa accadde da quel momento in avanti ? Orbene.....Mosca si ritrovava pertanto tra le mani un utile satellite, ma su un fronte che allora non era primario (lo era l'Europa), e tra l'altro non legalizzato, ma solo “congelato” in una sospensione di ostilità con l'opponente: ci si decide per un accordo di mutua assistenza economica e militare, nel 1961. Quest'ultimo è la BASE dei rapporti tra stato nordcoreano e la sua madre sovietica sino alla scomparsa di quest'ultima 30 anni più tardi: per una generazione, Mosca è il pilastro in tutti sensi e per la fine degli anni 80 conta per il 60% di tutto il commercio estero della Corea del Nord.

Poi il mondo all'improvviso cambia: l'URSS si smaterializza e con essa buona parte del mondo socialista che dipendeva da lei. Stati come Cuba e la Corea del Nord, lasciati a sè stessi, finiscono in un limbo: senza più difesa da Mosca e non disposti a cambiare il proprio sistema di vita, ma nemmeno potenti quanto la Cina, subiscono quindi in tutto e per tutto le conseguenze dell'essere “stati canaglia”, definizione post-guerra fredda, coniata appositamente per loro.

Solo a partire da Putin, dopo un decennio yeltsiniano di cui è meglio non parlare, un rapporto riprende forma: nel 2000 il primo trattato di cooperazione (blando) tra la Russia post-sovietica e Pyongyang....quello, in pratica che rimarrà per oltre 20 anni, fino giusto al giugno scorso quando le circostanze portano ad un vero trattato di mutua assistenza. Ecco in pratica il trattato entrato in vigore il giugno del 2024 è, per efficacia e profondità, la riedizione di quello del 1961.

Non più un accordo di cooperazione quanto una vera ALLEANZA politico/militare che prevede mutua assistenza in caso di guerra (e qui non si scherza più, siamo a noi).

Le circostanze attuali permettono e anzi favoriscono la cosa, tramite un riequilibrio radicale e di grande scala dell'ordine mondiale: se la Corea è da 70 anni uno stato canaglia, ora è la Russia medesima a ritrovarsi degradata dall'occidente a tale status. Non esiste quindi più alcuna ragione per non “saldare” I reciproci interessi, visto il comune status fuorilegge per il metro della comunità internazionale filoccidentale.

In breve, da quanto si capisce, Mosca rifornisce Pyongyang di qualsiasi cosa abbia bisogno: cibo, materiali e materie prime in abbondanza, ma soprattutto aiuto nell'innovazione tecnica a partire (eccoci) dal ramo militare, incluso il nucleare, tanto civile quanto militare (progettazione di nuovi sottomarini atomici). In generale un ammodernamento di cui il proprio esercito ha bisogno nel confronto con I vicini sudcoreani e giapponesi.

In cambio.....prodotto finito e lavoro umano: Mosca ha già tutto il suo complesso industrial militare a pieno ritmo, ma le serve di più e la Corea diventa la sua fabbrica di munizioni aggiunta che va avanti da sola al massimo regime possibile (supplemento determinante) e in più fornisce lavoranti negli stabilimenti (e di quelli ne sono affluiti già 50'000 da Pyongyang).

In ultimis, si mandano militari nordcoreani in servizio attivo nel Donbass: formalmente ingegneri militari ad assistere nella ricostruzione delle zone liberate. Di fatto......un'iniziazione ad un vero teatro di guerra dal momento che la Corea del Nord non partecipa ad un vero conflitto da 70 anni a questa parte.

Si tratta quindi di formare veri professionisti con esperienza sul campo e lo si può fare da uno scenario di un grande conflitto convenzionale che ha già mietuto quasi un milione di vite tra le trincee e danni materiali incalcolabili. Kim aveva promesso (ma si pensa sia una sparata allarmistica dei mezzi di informazioni americani a inizio guerra) fino a 100'000 uomini da schierare a fianco dei russi nel Donbass: alla fine saranno di meno, probabilmente non supereranno le 2 divisioni (20-25'000 elementi), ma è comunque significativo. Comodo per Mosca che grazie al rinforzo – soprattutto se dovesse farsi più consistente) potrà forse liberare I propri uomini da altre postazioni e utilissimo per Pyongyang, dal momento che grazie a questa esperienza forma un VERO esercito.

L'ultimo punto fa pensare: forse Kim si prepara ad una collisione vera e propria con I suoi vicini ? Godere a questo punto di una doppia protezione (russa ma anche cinese firmata nel 1961 e mai venuta meno) porterà a maggiore audacia ?

La Russia si è in realtà premunita contro eventuali sciocchezze da parte di Kim: l'alleanza è di natura esclusivamente DIFENSIVA, quindi non vincola in caso sia stata Pyongyang ad attaccare per prima. In pratica quindi è la Russia al momento attuale a godere dei maggiori vantaggi dell'accordo (…).

di Daniele Lanza



Fonte: https://www.facebook.com/daniele.conti.5203/posts/pfbid02aPQq1mdFae2x9TQ51uHAcocTD7REMWSYLaFBFEzoujWvFTgu5Y4N1oe4x5f2VY6cl?rdid=6uBh4SC9c65xVqBB

19/10/2024
Serena Shim di , giornalista libanese-americana, scomparsa il 19 ottobre 2014 in circostanze a dir poco misteriose. Sere...
19/10/2024

Serena Shim di , giornalista libanese-americana, scomparsa il 19 ottobre 2014 in circostanze a dir poco misteriose. Serena aveva scoperto e denunciato una verità che molti volevano seppellire: il contrabbando di terroristi di Al-Qaeda dalla Turchia alla Siria, nascosti su camion dell'OMS, per portare devastazione a una nazione. Il suo lavoro ha messo in evidenza come i potenti manipolino le narrazioni e usino fronti umanitari per nascondere le loro azioni.

“Oggi ricordiamo Serena Shim di , giornalista libanese-americana, scomparsa il 19 ottobre 2014 in circostanze a dir poco misteriose. Serena aveva scoperto e denunciato una verità che molti volevano seppellire: il contrabbando di terroristi di Al-Qaeda dalla Turchia alla Siria, nascosti su camion dell'OMS, per portare devastazione a una nazione. Il suo lavoro ha messo in evidenza come i potenti manipolino le narrazioni e usino fronti umanitari per nascondere le loro azioni.
Il coraggio di Serena è in netto contrasto con il silenzio di molti oggi. In un momento in cui i potenti cercano di cancellare le voci e distorcere i fatti, onoriamo la sua memoria condividendo le storie che l'impero vuole sopprimere. Ricordiamo che la verità è la prima vittima della guerra e che dobbiamo tenerla viva, per Serena, per i giornalisti sotto tiro e per tutti coloro che soffrono in silenzio.”

🇵🇸✌🏾🇱🇧

(Fonte: https://t.me/RubiofeatRubio/4390)

CONFLITTO UCRAINA-RUSSIA: LEZIONE DI STRATEGIA E TATTICA DALLA ALTA SCUOLA AUSTRIACA DI STUDI MILITARI Una lezione di st...
19/10/2024

CONFLITTO UCRAINA-RUSSIA: LEZIONE DI STRATEGIA E TATTICA DALLA ALTA SCUOLA AUSTRIACA DI STUDI MILITARI
Una lezione di stile ed obiettività quanto mai rara nelle rappresentazioni televisive italiane (a parte i dieci minuti settimanali di Gaiani su TGCOM24) di esperti militari.
Da questo video emerge anche come ai migliori canali italiani di analisi militare sfuggano dei particolari importanti (come le piccole unità mobili russe) e di sintesi sul conflitto orientale in corso.
Ad oggi queste analisi del Bundesheer rappresentano il meglio di quanto disponibile sul web.

Aggiornamento quadrimestrale delle forze armate austriache (Österreichs Bundesheer) sulla guerra russo-ucraina:
EN: https://www.youtube.com/watch?v=Bv2fjrJt3LU
DE: https://www.youtube.com/watch?v=RjHQHoamRzw&list=PL6Udnt8OH5-tuFBuYigic6mYE6_TfCqV7&index=32&pp=iAQB

Relatore il Col. Markus Reisner, storico austriaco, esperto militare e ufficiale delle forze armate austriache,sovrintendente dell'istituto per l'addestramento ufficiali presso l'Accademia Militare "Theresian".

Nel presente aggiornamente "viene analizzato e spiegato l'approccio strategico, operativo e tattico delle forze armate russe durante la loro seconda offensiva estiva, la settima fase della guerra in Ucraina. Quali capacità militari sono state in grado di adattare entrambe le parti, quali sono gli attuali assi di attacco russi e quali sfide devono affrontare le forze armate ucraine nella loro lotta difensiva?"

LEZIONI DI LOGISTICA
Il direttore di AnalisiDifesa.it, Gianandrea Gaiani, aveva già posto il problema del caos logistico ucraino già quasi due anni fa, all'alba delle multiformi forniture militari delle nazioni NATO. Oltre 150 modelli e marche diverse di veicoli armati militari hanno rappresentato fin dall'inizio una spina nel fianco nelle difese ucraine e delle possibilità di recupero dei veicoli danneggiati o semplicemente da riparare per l'usura sul campo.
Sett. 2022:
"L’Europa del resto ha ormai esaurito il limitato surplus delle sue forze armate che poteva cedere a Kiev senza disarmare i propri reparti e azzerare le proprie riserve. A parte gli alleati NATO dell’Est Europa che cedendo a Kiev i vecchi mezzi ex sovietici vedono rinnovate le proprie flotte con mezzi soprattutto statunitensi.
Il crescente successo nei mercati europei dei prodotti statunitensi della Difesa rappresenta un grave rischio per l’apparato industriale europeo sia perché si tratta di nazioni aderenti alla Ue sia perché è sul consolidamento di un solido e diffuso procurement continentale che si giocherà futuro e sopravvivenza l’industria della Difesa del Vecchio Continente.
Specie se la pessima congiuntura economica che si sta configurando, in assenza di una rapida conclusione negoziata della guerra in Ucraina in cui l’Europa continua a giocare il ruolo di comparsa, determinerà conseguenze energetiche e quindi industriali e finanziarie che rischiano di compromettere i pur entusiastici e condivisi programmi di innalzamento della quota di PIL da destinare alla Difesa al 2 per cento.
Superfluo aggiungere che la paralisi produttiva determinata dal caro-energia colpirà anche il comparto Difesa mentre le ripercussioni occupazionali e sociali del disastro energetico ed economico che si preannuncia nei prossimi mesi abbasserà sensibilmente il PIL di molte nazioni europee e imporrà agli opachi e inconcludenti governi europei massicci investimenti nel settore sociale e assistenziale. Investimenti necessari anche a scongiurare o almeno a contenere, i possibili disordini popolari su vasta scala che non si possono escludere e non è difficile prevedere."
https://www.destra.it/home/g-gaiani-la-guerra-in-ucraina-un-ottimo-affare-per-lindustria-militare-usa-un-disastro-per-leuropa/

Sett. 2023 "L’esercito di Kiev ha sofferto il sacrificio di tante brigate di veterani nelle battaglie invernali di logoramento a Bakhmut, Soledar, Avdiivka e Marinka. O che l’Ucraina ha ricevuto si tanti armamenti e veicoli ma delle tipologie più varie mettendo in campo 170 diversi sistemi d’arma principali e veicoli corazzati e blindati di cui è impossibile gestire la logistica specie in un contesto così usurante come una guerra convenzionale su vasta scala."
https://sinistrainrete.info/geopolitica/26155-gianandrea-gaiani-gli-ucraini-non-sfondano-in-occidente-inizia-lo-scaricabarile.html

"Alcune lezioni chiave di questa guerra sono:
- I veicoli corazzati vengono danneggiati e distrutti in guerra, e una scorta massiccia di attrezzature più vecchie è meglio che avere una fornitura inadeguata di sistemi veramente nuovi (dato che droni, mine e artiglieria possono metterli fuori uso abbastanza facilmente). Anche nel caso di attrezzature più vecchie, sembra che circa il 75% dei veicoli danneggiati possa essere riparato.

- La compatibilità delle parti e la somiglianza del design, così come la semplicità, sono fondamentali per la rapida riparazione e il ritorno dei propri AFV in prima linea dopo i danni subiti in battaglia, e volete essere voi a controllare il campo di battaglia, negando al vostro nemico la possibilità di riparare e riutilizzare i veicoli persi.

- Sembra esserci una grande disparità tra le officine ucraine che cercano di lavorare su un vero e proprio zoo di marche e modelli diversi di AFV di diverse nazioni con una fornitura inadeguata di pezzi di ricambio, al punto che l'esercito ucraino ha ripetutamente dichiarato che l'equipaggiamento ex sovietico è preferito, perché hanno una formazione precedente su questi veicoli e magazzini di pezzi di ricambio compatibili (quando lavorano su equipaggiamento NATO i meccanici ucraini hanno detto che spesso devono cannibalizzare i pezzi, il che significa che, ad esempio, 2 relitti riparabili diventano un veicolo riparabile).

- Mentre i meccanici russi riparano gli stessi modelli di veicoli su cui sono stati addestrati, o modelli precedenti che sono meccanicamente semplici e molto simili, con parti comuni ove possibile, e che hanno accesso a massicce scorte di pezzi di ricambio per tutti i modelli di veicoli su cui lavorano.

- I carri armati devono essere in grado di sparare un proiettile HEF adeguato; HEAT o HESH non sono sufficienti come sostituti per sparare alla fanteria trincerata, agli edifici (nel caso dell'HEAT) o alle truppe allo scoperto. Anche la capacità di fuoco indiretto per i carri armati è molto utile. - Credo che questa sia una lezione che la NATO si rifiuta di imparare: il loro nuovo proiettile HEF da 120 mm a scoppio programmato ha bisogno di una linea di vista, a quanto pare, ma avere la possibilità di non essere costretti a esporre il proprio carro armato per sparare, e allo stesso tempo di sparare un proiettile HE meno costoso, meno sofisticato e decisamente spammabile, che si può lanciare da una copertura, ha molti vantaggi."
( cpmmento di )

TRE ANNI DI ANALISI DEL THERESIEN
Analisi degli aggiornamenti dell'Accademia Militare Theresien sul conflitto ucraino-russo:
- 2 anni fa -> primo video in inglese sul conflitto Ucraina-Russia su questo canale = 100% sull'Ucraina e solo bandiere ucraine [fase di ottimismo disinformato].

- 1 anno fa (circa) -> Bakhmut è caduto -> non più 100% solo Ucraina e bandiere ucraine ... [Fase di pessimismo informato]

- Questo video -> la realtà inizia a farsi sentire, ma non abbastanza [Fase della valle della disperazione].

- Tra un anno, la realtà sarà così visibile e difficile da nascondere [Fase di ottimismo informato]

- Tra due anni (stima positiva) quando questo conflitto sarà finito o alla fine di esso -> la realtà sarà più che evidente e la favola sarà finita da un pezzo. [Fase di realizzazione]

Playlist completa: https://www.youtube.com/playlist?list=PL6Udnt8OH5-tuFBuYigic6mYE6_TfCqV7

Tra i nostri RAPPORTI SULLA CRISI UCRAINA leggi anche:
- LA STRANA GUERRA https://www.facebook.com/CosedaMondo/posts/750686669500774
- LA CRISI UCRAINA FRUTTO DELLA SUDDITANZA EUROPEA?
https://www.facebook.com/CosedaMondo/posts/4398324193601787



A cura di Cose da Mondo

Cose da Mondo è nato dieci anni fa per colmare una lacuna fondamentale nella informazione italiana: la minaccia di uno scenario bosniaco, una guerra civile cristiano-musulmana.
Questo sforzo, al quale ha partecipato un piccolo gruppo di ex militari e non, è stato condensato nel seguente rapporto: cosedamondo.wordpress.com/2018/03/14/esercito-proxy/

Se volete dare una occhiata ai nostri canali abbiamo per quanto possibile selezionato il meglio, per un reale approfondimento, organizzandoli come un archivio:

- nel canale YT youtube.com//playlists sono state pubblicate diverse playlist tematiche. Nello stesso canale abbiamo caricato e analizzato delle tracce video youtube.com//videos da diversi film e serie tv quali pillole di comprensione della realtà mediatica, geopolitica, propaganda...
Selezionare “playlist create” per la visualizzazione integrale.

- su X twitter.com/CosedaMondo interrogate con " thread" per trovare i nostri maggiori approfondimenti e raccolte. Diversi thread sono inediti, come quello sulle malattie ambientali, di origine militare e non, sulla covidiop, scuola, Per singoli argomenti "" e parola chiave. X ha un motore di ricerca che non permette adattamento errori testo per cui bisogna fare più tentativi con singolari e plurarali anche (selezionare risultati “latest” invece del proposto “top”)
Non perdete il nostro dossier nel blog sull' (guardare i tweet relativi anche su X cercando con quel tag).

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Alla fine la verità inconfessabile non è l'aver abbattuto il DC-9, probabilmente incidentalmente (nell'ambito di una gue...
18/10/2024

Alla fine la verità inconfessabile non è l'aver abbattuto il DC-9, probabilmente incidentalmente (nell'ambito di una guerra aerea tra USA e Italia per via del Mig libico), ma il non aver salvato i passeggeri sopravvissuti all'ammaraggio di .
Leggi anche il thread su twitter (con altre immagini e riferimenti esterni)
https://x.com/CosedaMondo/status/1298879670977327105

Per completezza leggere anche i commenti del presente album immagini, le didascalie delle immagini.

"L'aereo dell'Itavia venne abbattuto alle 20:56. I piloti riuscirono a manovrare l'apparecchio per qualche minuto. Il missile colpì l'apparecchio solo con le appendici aerodinamiche, provocando uno squarcio non molto ampio, ma sufficiente a depressurizzarlo, ed esplose oltre. Per effetto della depressurizzazione alcuni passeggeri vennero risucchiati. I piloti, grazie alla loro esperienza, riuscirono ad ammarare alle 21:04."

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Da leggere le Integrazioni nei commenti al presente album e nelle descrizioni delle singole immagini.

"L'aereo ammara esattamente 8 minuti dopo essere stato colpito. E non sono soltanto io a dirlo, c'e' anche la perizia Luzzatti. E' importante il fatto che impieghi 8 minuti; se un aereo esplode in volo cade in due minuti. Il fatto che impieghi 8 minuti vuol dire che il pilota e' riuscito a manovrare. La perizia Luzzatti sostiene anche che per poter virare l'aereo doveva avere ali e coda. Esclude poi che la coda si sia separata in aria, e afferma invece che la rottura avvenne per un violento colpo agente dal basso verso l'alto, con tutta probabilità al momento dell'impatto con l'acqua".
"Per inibire la procedura d'emergenza dopo l'ammaraggio avvertirono il comandante che aveva a bordo nella stiva degli ordigni al fosforo, e che l'applicazione di questa procedura avrebbe sicuramente provocato un'esplosione. Gli Sparvieri probabilmente imbragarono il velivolo (Le navi da caccia “Sparviero”, ndr)"
"...per sostenerlo nel galleggiamento, in attesa che arrivassero i mezzi di soccorso. A bordo del Ni**od venimmo a sapere da loro che l'aereo era un velivolo civile italiano, e la base di Decimomannu ce lo confermò subito dopo. Il comandante del DC9 probabilmente diede disposizione di non abbandonare il velivolo, riuscendo a mantenere la tranquillità tra i superstiti, confortati nel vedere il velivolo imbragato. Stranamente un alto ufficiale della marina e poi deputato, Falco Accame, affermò in una nota dell'ADN Kronos che si potevano salvare parecchie vite umane dal DC9. Accame non specifica quale sia la fonte da cui attinge quest'informazione o se sia un episodio vissuto in prima persona. Resta certo però che l'onorevole Falco Accame ha sempre ribadito questa sua versione dei fatti."
""Alle 23.30 il comando operativo diede ordine al sottomarino inglese, che aveva a bordo gli uomini del SBS, di recarsi nel punto in cui era ammarato l'aereo. Gli ordini, impartiti in codice, furono di farlo inabissare con cariche morbide di Dynagel, dal momento che contro ogni dato scientifico l'aereo galleggiava ancora. La decisione dell'inabissamento "chirurgico" era stata presa perché i passeggeri e l'equipaggio potevano essere letali, considerando anche la presenza a bordo di un giornalista, che avendo vissuto sulla pelle un simile evento certamente non si sarebbe lasciato intimidire. Alle 4:30 del 28 Giugno i subacquei di un sottomarino inglese applicano due cariche di esplosivo (del tipo Dynagel) sotto l' aereo per provocarne l'inabissamento, che avviene alle 5.30. I corpi recuperati indossavano il giubbotto salvagente ed erano privi di scarpe. Tutto questo comprova l'emergenza vissuta a bordo e il fatto che furono attuate tutte le misure di sicurezza previste in simili situazioni. I corpi erano anneriti dalla reazione provocata dal contatto con l'acqua salina del fosforo bicomponente che il DC9 stava trasportando. Invece i corpi recuperati a parecchie centinaia di miglia dall'ammaraggio, catapultati nel vuoto per effetto della depressurizzazione, erano privi di giubbotto di salvataggio. Un ulteriore dato che conferma l'ammaraggio e' che tutte le vittime recuperate avevano i timpani rotti a causa della rapida discesa da 6200 metri a 3000 effettuata per annullare gli effetti della depressurizzazione".

Quanto tempo sarebbe rimasta la gente, viva, all'interno dell'aereo?
"Parecchie ore".

Da chi e' arrivato l'ordine di far affondare l'aereo?
"Dalle eminenze grigie. Ma bisogna capire chi sono le eminenze grigie: si può essere a livelli di primi ministri o di delegati di primi ministri".

L'esplosivo per far esplodere l'aereo non ha lasciato tracce?
"Qualche traccia si': qualcosa dalle prove metallurgiche si trova ancora".

E' stato trovato del TNT.
"Che, non a caso, e' un componente del Dynagel".

Ma non era un rischio usare un esplosivo di cui si sarebbero potute trovate tracce?
"Infatti il Dynagel lo si ritrova in componenti, ma non nell'integralità della miscela che lo compone. E' un esplosivo particolarmente idoneo per un certo tipo di cose: la salinità dell'acqua marina lascia disperdere alcuni componenti e ne lascia ritrovare degli altri. Gli SBS non sono gli ultimi cretini: sanno quello che fanno".

Fra l'altro, anche se si fosse trattato di un normale incidente, i soccorsi sono partiti con un ritardo clamoroso.
"Si, ma con un'eccezione: il Gipsi Buccaneer alle 21:04 captò, grazie ad uno sforamento di qualche secondo dell'ombrello elettronico che inibiva le comunicazioni, il "MayDay" dell'aeromobile Itavia che comunicava il punto stimato dell'ammaraggio. Il Gipsi Buccaneer cercò di farsi ripetere le coordinate dal DC9; rispose invece la Vittorio Veneto, comunicando di proposito un punto errato. Il comandante si diresse verso il luogo indicato dalla Vittorio Veneto, e dopo aver perlustrato attentamente senza trovare traccia dell'aereo, alle 02:00 decise di recarsi nel punto da loro stessi captato. Alle 05:30 giunsero a 3 miglia dal relitto. Fecero in tempo solo a vedere la timoniera affondare. Il comandante del Gipsi morì stranamente qualche anno dopo; l'ingegnere di bordo tentò di dire che cosa avvenne ma fu convinto a non farlo. Per la cronaca, dopo Ustica il Gipsi Buccaneer ottenne contratti vantaggiosi in Asia. Anche il traghetto Napoli-Palermo captò il punto d'ammaraggio diramato dalla Vittorio Veneto e deviò la sua rotta. La Vittorio Veneto, in ossequio agli ordini ricevuti, continuava a convogliare tutti i natanti lontano dal punto d'ammaraggio e, per rendere più credibile il punto, aveva inviato anche parte della squadra e alcuni elicotteri. Il punto nautico dove venivano inviati i soccorsi era un punto realistico, non reale, infatti era la zona dove si potevano trovare i corpi delle vittime scaraventate nel vuoto per l'effetto della depressurizzazione. La Vittorio Veneto venne poi mandata al carenaggio perché fosse trasformata nella "tuttoponte" Garibaldi, permettendo così la smobilitazione di tutto l'equipaggio. Il recupero delle parti dell'aeroplano e del suo carico e' potuto iniziare solo la mattina del giorno successivo all'incidente, a causa dell'oscurità e della forza del mare durante la nottata. Questa e' la dichiarazione dell'ammiraglio, comandante della squadra della Vittorio Veneto. Il mare a Ustica era a forza due. Come fa una squadra come quella della Vittorio Veneto a non poter intervenire? E' di carta? Col mare aforza due si fa tranquillamente il bagno. Il massimo di forza del mare a 10: quando è a 2 lo si può paragonare alla scia lasciata da un off-shore".

Intervista esclusiva a Guglielmo Sinigaglia (Colonnello SISMI-Stay Behind, in volo sul Ni**od),
Supertestimone della strage. La sua versione vale quattro attentati e una vita distrutta.
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di Gianluca Neri e Antonio Riccobon

ARTICOLO CON NOTE INTERVISTATORE
http://misteroinlinea.blogspot.it/2011/10/ustica-colpito-affondato.html

VIDEO INTERVISTA Ustica, storia di una chiarezza dovuta
https://youtu.be/EFYN4szGLZg

Altri approfondimenti riportati nelle descrizioni delle immagini del presente album

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POST ABBATTIMENTO
L'aeromobile Itavia venne abbattuto =O= alle 20:56, dopo che i piloti avevano manovrato per un minuto circa, onde evitare l'impatto del missile nella parte poppiera del velivolo dove i reattori emettevano la fonte di calore.
Il missile colpì l'aeromobile nella parte prodiera superiore della carlinga con le sue appendici aerodinamiche provocando uno squarcio non molto ampio, ma sufficiente a depressurizzare l'aeromobile, il missile esplose oltre.
Per effetto della depressurizzazione alcuni passeggerei vennero risucchiati.
I piloti ricorrendo a tutta la loro esperienza riuscirono ad ammarare =O= alle 21:04.

Nota: A bordo del Ni**od il capitano Keerstiens disse seguendo ciò che avveniva, che il pilota era formidabile e che non poteva essere un libico, per lui era un sovietico.
Per inibire la procedura d'emergenza dopo l'ammaraggio avvertirono il comandante che nella stiva aveva a bordo degli ordigni al fosforo, per cui ogni operazione della procedura d'emergenza avrebbe sicuramente provocato un'esplosione, e con le alte temperature che le cariche avrebbero determinato non sarebbe restato niente nel raggio di oltre un miglio nautico.

Gli SPARVIERI erano prossimi al punto dell'ammaraggio del velivolo in quanto lo seguirono nella parabola discensionale con i loro strumenti di bordo. Tenendo presente che gli SPARVIERI erano dislocati proprio in quello specchio di mare, in virtù della profondità ed essendo il punto prescelto per l'inabbissamento del velivolo del leader. Gli Sparvieri probabilmente imbragarono il velivolo per sostenerlo nel galleggiamento. In attesa che inviassero altri mezzi di soccorso. (NdR: improbabile. I piccoli Sparvieri (50 tonn., equipaggio 11) sarebbero stati probabilmente trascinati a fondo assieme al DC9 - sempre ammesso che di norma abbiano a bordo il materiale e gli uomini addestrati per imbragare un aereo galleggiante.)
Sul Ni**od venimmo a conoscenza che l'aeromobile era un velivolo civile italiano dagli SPARVIERI alle =O= 21:11, confermato subito dopo dall'operativo di Decimomannu.
Ciò che avvenne poi lo possono riferire solo chi era sugli SPARVIERI.
Il comando operativo =O= alle 23:30 dà ordine al sottomarino inglese che ha a bordo gli uomini del SBS di recarsi dove l'aeromobile galleggiava e gli ordini impartiti furono inviati in codice al comandante del sottomarino.
L'ordine era di farlo inabbissare con cariche morbide di Dynagel.

La squadra di Sparvieri fu l'unica a raggiungere il relitto. Cosa avvenne tra gli Sparvieri e l'aeromobile potrà essere chiarito solo da chi era presente.
La nota inquietante viene dall'onorevole (o ex) Falco Accame che afferma in un'agenzia dell'ADN KRONOS che si sarebbero potute salvare moltissime persone.
Falco ACCAME prima di esser eletto era un ufficiale di marina. Si deduce che, per fare un affermazione, vuol dire o che era presente sugli Sparvieri o oppure che qualche suo ex collega ed amico era presente comunque non in un ruolo secondario.
Questa affermazione è estremamente importante: infatti il comandante dell'aeromobile quando scorse il missile ordinò di allacciarsi le cinture di sicurezza ma non tutti vi riuscirono per cui al momento dell'impatto chi non fece in tempo venne risucchiato fuori. Infatti alcuni corpi furono rinvenuti a parecchie miglia dall'ammaraggio.
Quando s'iniziò il recupero dell'aeromobile trovarono i passeggeri senza scarpe e con i giubbotti.
Una lacuna importante è conoscere chi inibì l'apertura delle uscite d'emergenza e gli scivoli.
Tenendo presente che gli SPARVIERI erano i più prossimi al punto d'ammaraggio e dell'alta velocità che dispongono. Una supposizione che circolò fu che, facendo leva sui precedenti militari dei 2 piloti del DC9 Itavia, riuscirono ad inibire le procedure d'emergenza ed è possibile che in un primo momento gli sparvieri avessero imbragato il relitto per sostenerne il galleggiamento. Questo comunque fu una voce, nessuno fece trapelare qualcosa di più.
Pertanto la affermazione di Falco ACCAME non può essere solo un'intuizione visto che l'ha effettuata in conferenza stampa e ripresa dalla ADN Kronos.
Emerge comunque un'altra similitudine. Il generale VIVIANI viene eletto deputato ed è persona chiave nella strage di Argo 16, lui che è stato uno dei fautori della riconsegna dei terroristi libici (NdR: si trattava di terroristi tunisini e palestinesi, non libici. L'OLP non aveva agganci con Gheddafi.). Falco Accame, Ustica, Mig 23 sempre affari libici.
L'unica motivazione militare e tecnica, è che quando il DC 9 è ammarato, per inibire le procedure d'emergenza, abbiano comunicato al comandante dell'aeromobile la presenza degli ordigni al fosforo e che gli Sparvieri imbragarono effettivamente l'aeromobile in attesa dei soccorsi. (NdR: alcuni sostengono circa l'improbabilità di questa teoria.)
Pertanto il comandante diede disposizione di non abbandonare il velivolo riuscendo a mantenere la tranquillità tra i superstiti confortati nel vedere il velivolo imbragato.
https://digilander.libero.it/loel/ustica/usticags.htm

Biografia Falco Accame
ComandanteCacciatorpediniere Indomito fino al 1975 col grado di Ammiraglio
Presidente della 7ª Commissione (Difesa) dal 27 luglio 1976 al 26 luglio 1978
Componente della 7ª Commissione (Difesa) dal 5 luglio 1976 al 19 giugno 1979 e dall'11 luglio 1979 all'11 luglio 1983
Vicepresidente della 7ª Commissione (Difesa) dal 19 novembre 1980 al 15 luglio 1981
Componente della Commissione Parlamentare d'inchiesta e di studio sulle commesse di armi e mezzi ad uso militar e sugli approvvigionamenti dal 19 maggio 1982 all'11 luglio 1983
Attualmente è presidente della Ana-Vafaf, Associazione che tutela le famiglie dei militari deceduti in tempo di pace; con quest'associazione s'è occupato fra l'altro delle conseguenze che l'uso di armamenti contenenti uranio impoverito ha provocato sui soldati italiani nelle missioni in Libano, Iraq, Bosnia ed Erzegovina, Somalia e Kosovo.
È anche Presidente onorario del Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia - CIVG.
È vice presidente del comitato Seagull per la sicurezza in mare e membro del Comitato per la difesa e il rilancio della Costituzione.

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