Odio di classe

Odio di classe Chi confonde desiderio di giustizia sociale e invidia borghese è nel posto sbagliato.
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Pensa un po'. Adesso lo dice Stoltenberg (mica Shoigu) e ammesso sappiano di chi si tratti, ma non siamo affatto ottimis...
19/09/2023

Pensa un po'. Adesso lo dice Stoltenberg (mica Shoigu) e ammesso sappiano di chi si tratti, ma non siamo affatto ottimisti, pagheremmo oro per vedere l'espressione stralunata dei signori del famigerato "c'è un aggressore e un aggredito", gli svendipatria per la sovranità di Washington che godono come ricci nel mandare al massacro gli ucraini, p***e da cannone conto terzi, per compiacere i loro padroni; il tutto a scapito della nazione - ahimè, l'Italia - che malauguratamente li annovera tra le proprie fila.

Diciotto mesi che ripetono a pappagallo una delle più colossali stupidate partorite dai Gramellini d'Italia per poi finire brutalmente redarguiti dal pupazzo messo a capo della NATO. Che vita crudele, la loro. Provando a essere seri, ci si chiede come sia possibile anche per gente mediamente dotata di mezzi e di intelletto continuare a pensare di assistere a una guerra tra Russia e Ucraina, che peraltro non esiste come entità statale, e non al disperato colpo di coda del mondo dollarocentrico contro i fautori del mondo multipolare. Chissà se adesso per questi signori anche Stoltenberg è diventato un cattivo putinista.

Uranio.L'occidente suprematista, dunque quattro gatti sul pianeta, si qualifica per ciò che è, una montagna di m***a. Ap...
23/03/2023

Uranio.

L'occidente suprematista, dunque quattro gatti sul pianeta, si qualifica per ciò che è, una montagna di m***a. Appiattito sui desiderata americani, anziché divincolarsi lavorando per la pace e soprattutto per i propri interessi, svolge il ruolo di benzina conto terzi per il conflitto. Appena si apre uno spiraglio di distensione, infatti, questi ignobili lacchè si inventano qualcosa per vanificare ogni possibile tentativo di risoluzione, perché - cosa che sanno tutti tranne Rampini, Gramellini e Severgnini - gli unici che hanno interesse affinché la guerra in Ucraina duri all'infinito sono i padroni di Washington e guai a scontentarli. A tutto il resto del mondo, Europa inclusa che si sta dissanguando, farebbe comodo comodo finisse ieri.

Così, contemporaneamente alla visita di Xi Jinping a Mosca che ha sancito definitivamente il fallimento della politica sanzionatoria e di isolamento nei confronti della Russia che gli Stati Uniti hanno imposto ai loro tirapiedi, gli inglesi annunciano l'imminente fornitura di armi all'uranio impoverito alla junta di Kiev. Così, di botto, tanto per innalzare ulteriormente il livello dello scontro.

Con ancora negli occhi gli effetti sui nostri soldati mandati al macello in Jugoslavia e dilaniati dalle peculiarità cancerogene proprio dell'uranio usato a tradimento sulle loro teste dai presunti alleati, per non parlare del calvario patito da migliaia di bambini esposti agli effetti collaterali di quel tipo di armamento, ti aspetti che una notizia simile possa fare sobbalzare sulla sedia anche i più ottusi fiancheggiatori del regime ucraino. Campa cavallo.

Invece, il ricordo di centinaia di nostri connazionali stipati nei reparti oncologici quando non arsi vivi in battaglia, non gli fa fare un plissé; anzi, nel nome del benessere americano, questi pazzi guerrafondai da divano tirano diritti come i muli nelle loro convinzioni autolesionistiche qualunque porcheria gli succeda intorno. Inclusa l'idea criminale che l'uranio impoverito possa essere distribuito a pioggia alla feccia nazista eterodiretta da ovest che sta destabilizzando il mondo, sintomo che la capillare propaganda atlantista alimentata dai media di regime ha completamente neutralizzato la capacità critica della quasi totalità della popolazione.

Bene fa dunque Shoigu a ricordare a questa marmaglia che per il popolo russo la guerra che la NATO gli ha scatenando contro è questione esistenziale e, pertanto, sarà fatto tutto il possibile affinché l'integrità e la sovranità della nazione venga preservata. Qualunque cosa. Avvisati a tempo debito, che i pacifisti con l'elmetto (e l'uranio), epigoni della pace guerreggiata, abbiano almeno la decenza di non piangere poi.

Le priorità.In Francia, l'innalzamento dell'età pensionabile a 64 anni ha portato fiumi di gente inca***ta nelle piazze ...
21/03/2023

Le priorità.

In Francia, l'innalzamento dell'età pensionabile a 64 anni ha portato fiumi di gente inca***ta nelle piazze giustamente messe a ferro e fuoco, mentre in Parlamento è assordante il canto della Marsigliese da parte delle opposizioni al governo traditore di Macron. In altre parole, giù le mani dalle conquiste sociali e dalla patria.

In Italia, dove in pensione ci si va solo dopo la morte, la gente si azzuffa per questioni di coppie gay, bambini in svendita e puttanate da benestanti. Il dirittocivilismo compulsivo quale cavallo di T***a della completa mercificazione sociale, sempre in Italia, tira più della povertà. Anche tra i poveri.

Non ci salviamo più.

"Per distruggere l'inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l'imperialismo"Settant'anni fa moriva Iosif Vissa...
05/03/2023

"Per distruggere l'inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l'imperialismo"

Settant'anni fa moriva Iosif Vissarionovič Džugašvili detto Stalin, uomo d'acciaio e incubo dei padroni. Figlio di un contadino e di una lavandaia, prende per mano un mano un paese arretrato, sotto l'attacco delle potenze occidentali terrorizzate dalla rivoluzione bolscevica e dalla possibilità che possa fare proseliti nel mondo e lo accompagna fin su nello spazio. In mezzo, la Guerra Patriottica con i suoi milioni di morti per un'idea superiore di libertà, la vittoria sul cancro del nazismo, la neutralizzazione dell'impero del male e, soprattutto, l'edificazione del primo stato socialista della storia dell'umanità, dimostrazione che un altro modello sociale più equo è sempre possibile.

L'imperitura grandezza dell'uomo sta nei suoi tanti nemici, i nemici di classe che ancora oggi lo combattono e lo denigrano. Quelli che propugnano lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, che assicurano il dominio della proprietà privata, che escludono le masse popolari da ogni forma di potere decisionale, quelli che si fanno garanti della globalizzazione capitalistica, quelli che vogliono il governo di pochi sulla pelle di molti, quelli che fanno del revisionismo storico un efficiente strumento di controllo delle masse, quelli che in sfregio alla memoria oggi equiparano il nazismo a chi lo ha combattuto e sconfitto.

La via che ha tracciato significa sostanzialmente una cosa: ci siamo riusciti una volta, lo faremo di nuovo.

Il 23 febbraio del 1918 fu il giorno in cui iniziarono i reclutamenti di quella che diventerà l'Armata Rossa dei lavorat...
23/02/2023

Il 23 febbraio del 1918 fu il giorno in cui iniziarono i reclutamenti di quella che diventerà l'Armata Rossa dei lavoratori e dei contadini, baluardo inespugnabile dello stato sovietico.

Oggi, festa nazionale, è per questo motivo il Giorno dei difensori della Madrepatria.

A Stalingrado sono duecento i gradini, uno per ciascun giorno di battaglia, che conducono al memoriale posto sulla collina che più fu interessata dagli scontri, Mamaev Kurgan.
Ai piedi della statua 'La Madrepatria chiama', nell'edificio che ospita la sala della 'Gloria militare' arde il fuoco eterno presidiato dal picchetto d'onore.
Lì, la tomba del cecchino Vasilij Grigor'evič Zajcev, lo sterminatore di nazisti, e quella del maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov, l'invincibile condottiero, ricordano al visitatore che la Patria è al sicuro solo quando il popolo dei lavoratori è unito.

"Attraverso le tempeste è trasparso il sole della libertà
E Lenin ci ha illuminato un grande percorso
Sulla giusta causa ha portato i popoli
E ci ha ispirato il lavoro e l’eroismo
Gloria, patria nostra libera,
amicizia dei popoli, affidabile rifugio!"

Buona festa a tutti.

Sovranità, e stomaco, a puttane.Così ha deciso il Quarto Reich europeo: sulle nostre tavole deve arrivare la farina di g...
20/02/2023

Sovranità, e stomaco, a puttane.

Così ha deciso il Quarto Reich europeo: sulle nostre tavole deve arrivare la farina di grillo. Nel nome del profitto e del proliferare dell'industria alimentare avalliamo, quale nazione satellite, l'ennesima follia eterodiretta dall'estero per colpire tafazzianamente la nostra eccellenza culinaria.

Una campagna pubblicitaria tambureggiante ha svolto con ovvio successo l'azione di convincimento dei beoti di casa nostra ai quali i padroni potrebbero fare ingurgitare financo la m***a, facendogli percepire la cosa come normale, anzi auspicabile. Infatti, alla prima occasione ecco masse inesauste in fila per un gustosissimo (e carissimo) hamburger al gusto grillo.

La chiamano 'Novel food' e altro non è che il nome imbellettato dato al favore riservato dai burattinai al grande mercato alimentare. La famigerata sostenibilità ambientale farlocca delle lobby ecologiste, sempre pronte a ingrassarsi sulla pelle della povera gente. Che, mentre i ricchi si daranno botte proteiche a suon di chianina, svolterà pranzo e cena friggendo insetti.

Esilarante il fatto che l'Italia abbia pure istituito, perché fortemente voluto da Fratelli di Washington, un ministero per la sovranità alimentare. Anch'esso sempre sul pezzo quando c'è da difendere gli interessi degli altri.

Buon appetito a tutti.

Questa ci era sfuggita.Nel paese in cui c'è Mr. B al governo e vagonate di compatrioti emuli del Papi a mignotte ci vann...
17/02/2023

Questa ci era sfuggita.

Nel paese in cui c'è Mr. B al governo e vagonate di compatrioti emuli del Papi a mignotte ci vanno a vagonate, un viceministro in quota Fratelli di Kiev torna a scagliarsi contro chi non riesce a tenerlo stretto nei pantaloni tra le mura domestiche.

Insomma, più o meno.

Perché se a un gu****ne casca l'occhio, e la legge lo sorprende in flagrante mentre sbircia, ci scappa il carcere per il cliente e per la signorina; ma se prima dell'amplesso l'avventore sagace appanna i vetri dell'auto, forse alitando compulsivamente, o ci appiccica con cura le pagine del Corriere, che torna così ad avere una certa dignità, allora è tutto a posto.

Modalità risolutiva: polvere sotto il tappeto.

Non è una fake, eh. Questi personaggi sono meravigliosi.

3 febbraio 1998, Repubblica italiana d'America.Un aereo da guerra partito dalla base di occupazione militare di Aviano c...
03/02/2023

3 febbraio 1998, Repubblica italiana d'America.

Un aereo da guerra partito dalla base di occupazione militare di Aviano con a bordo soldati statunitensi trancia il cavo della funivia del Cermis. La cabina, dopo un volo di cento e più metri, si disintegra al suolo e muoiono in venti.

Giocavano in aria. Così, tra noia e delirio di onnipotenza.

Non pagherà nessuno: i padroni di Washington, infatti, ci diranno che la colpa fu di quella maledetta funivia in mezzo ai co****ni e non segnalata sulle loro mappe. Che i signori della guerra facessero slalom tra i cavi, riprendendo la follia con una videocamera, non fu un buon motivo per il nostro governo vassallo per pretendere la giusta condanna.

Ma noi non dimentichiamo.

L'odio che riserviamo per loro li investirà con tutto il sangue del caso.

"Non resistettero le pietre, resistette la gente"Sono stato a Stalingrado, un privilegio, ho percorso in silenzio il via...
02/02/2023

"Non resistettero le pietre, resistette la gente"

Sono stato a Stalingrado, un privilegio, ho percorso in silenzio il viale degli Eroi. C'erano le lapidi di quelli che non hanno fatto un passo indietro nemmeno di fronte alla morte.
Poi ho udito un silenzio ancora più assordante, rotto solo dalla marcia dei militari, nella sala della Gloria dove al centro arde un fuoco eterno.
Infine mi sono arrampicato sulla collina che domina la città, Mamaev Kurgan il suo nome. In cima c'è una statua colossale dedicata alla Madre Russia, parte preponderante del memoriale della battaglia, con una spada imperitura che squarcia il cielo.

A Stalingrado ogni scorcio ricorda il sacrificio di venti milioni di sovietici morti combattendo il nazifascismo e la grandezza imperitura dell'Armata Rossa che qui scelse di scrivere una pagina di storia viceversa terribile. Perché se ogni viaggio inizia sempre con un passo, la liberazione dell'Europa e la speranza di un mondo migliore nacquero qui, tra donne di granito e barricate.

Il 2 febbraio di 80 anni fa l'Armata Rossa vinceva la battaglia di Stalingrado capovolgendo le sorti del conflitto mondiale. La bandiera rossa qualche mese dopo sarebbe stata innalzata nel cielo di Berlino.

Agli Eroi della città.

Sono giorni che rimbalza in rete la presunta notizia della bidella che, ogni mattina, farebbe il viaggio Napoli-Milano p...
23/01/2023

Sono giorni che rimbalza in rete la presunta notizia della bidella che, ogni mattina, farebbe il viaggio Napoli-Milano per poi rientrare a casa la sera; un pendolarismo quotidiano lungo millecinquecento chilometri. Il motivo, stando a quando narrato dai media, sarebbe il caro affitti che affligge la città di Milano.

Se non si è rinco****niti del tutto, le narrazione fa acqua da tutte le parti lo si guardi. Milano è cara, anzi carissima, ma non è che prendere un treno ad alta velocità, la cui corsa standard costa un centinaio di euro, sia la cosa più economica del mondo. Va bene, qualche promozione, sconti qua e là, punti fedeltà accumulati e chissà quale altro tentativo di risparmio, ma venti biglietti di andata e ritorno al mese hanno un costo insostenibile per un lavoratore dallo stipendio come il suo e comunque superiore all'affitto medio di un alloggio nell'hinterland.

Allora, sempre se non ci si è fottuto il cervello, ci si può chiedere perché tanto risalto dato a questa ca***ta.

La risposta è financo banale. Obiettivo dei media di regime, infatti, è quello di veicolare il messaggio di lavoro a ogni costo e di sdoganare la schiavitù come virtù sociale, trasformando in normalità - quindi accettazione - la condizione disastrata del lavoro subordinato. Non c'è nulla di meglio ai fini propagandistici di esaltare quella che nella realtà sarebbe una follia. È solo una delle tante forme di controllo sociale e dilavamento del dissenso a disposizione delle classi dominanti.

Troppi giornalisti delle principali testate, al solito, non solo si guardano bene dallo scontentare i padroni denunciando le condizioni infime in cui versa il mercato del lavoro ma si prestano a teatrini ignobili di questo genere, in c**o alla deontologia professionale e all'importanza del ruolo che ricoprono. Insomma, più che informare sono ingranaggi.

Rick Jacobs lavorava per Amazon in un magazzino del Colorado. Lavorava, perché lo scorso 27 dicembre durante un cambio d...
12/01/2023

Rick Jacobs lavorava per Amazon in un magazzino del Colorado. Lavorava, perché lo scorso 27 dicembre durante un cambio di turno è morto, probabilmente per un attacco di cuore. Aveva poco più di sessant'anni.

Per diversi giorni non si è saputo molto della vicenda, poi alcuni ex colleghi hanno iniziato a parlare. In anonimato, prima di ritrovarsi senza lavoro.

Intanto, pare che i soccorritori abbiano dovuto attendere l'arrivo del medico legale che poi ne ha constatato il decesso. Altrettanto raccapricciante il fatto che il corpo dell'uomo, affinché la produzione non subisse intoppi, sia stato contornato di cartoni a mo' di barriera e lasciato lì in terra, dribblato dalle manovre frenetiche degli altri lavoratori.

Storie come quella dello sfortunato Rick ci ricordano una cosa. Il capitalismo non è l'involontaria conseguenza di un sistema iniquo, ne è la causa scatenante. Profitto, costi quel che costi, significa morte; coprirci di effimero ci rende complici.

Alternanza scuola-lavoro, aziendalizzazione della vita, disgregazione della scuola pubblica e omicidi di stato.In un'età...
07/01/2023

Alternanza scuola-lavoro, aziendalizzazione della vita, disgregazione della scuola pubblica e omicidi di stato.

In un'età nella quale ai ragazzi dovrebbe essere garantito l'arricchimento culturale affinché possano sviluppare la più ampia capacità di pensiero e, quindi, la condizione di reale libertà, gli sgherri della globalizzazione capitalistica si preoccupano di formare gli ingranaggi del futuro. Con la storiella di insegnare un lavoro, si garantiscono che le generazioni a ve**re possano non costituire un intralcio al mantenimento dell'ordine precostituito perché incapaci di dare una lettura della società che non sia quella venduta loro dai padroni stessi.

Uno dei provvedimenti emblematici in quest'ottica è l'alternanza scuola-lavoro, forma di sfruttamento minorile, quando va bene, se non di morte, quando va male. Come per Giuliano, ammazzato qualche mese fa da una lastra che gli è piombata addosso. Aveva 18 anni. L'ulteriore beffa è storia di questi giorni: stagista e non operaio, per l'Inail la famiglia non ha nemmeno diritto al risarcimento. Che schifo.

Il capitalismo è morte, i suoi fautori assassini.

28 dicembre 1943"Sette uomini, sette,Sette ferite e sette solchi.Ci disse la pianura:I figli di Alcide non sono mai mort...
28/12/2022

28 dicembre 1943

"Sette uomini, sette,
Sette ferite e sette solchi.
Ci disse la pianura:
I figli di Alcide non sono mai morti."

79 anni fa, Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ferdinando, Ovidio ed Ettore Cervi, insieme all'amico Quarto Camurri, venivano fucilati dalle squadracce fasciste perché uomini della Resistenza.

79 anni più tardi si continuano a vivere tempi difficili.

Tuttavia, alla famiglia Cervi e ai milioni di combattenti per la libertà caduti sotto i colpi dei nemici del popolo, abbiamo fatto una promessa: i padroni non avranno tregua. A costo di inseguirli uno a uno.

Noi non dimentichiamo.

Dall' album "Una volta per sempre" (1995)La versione originaria di uno dei più bei pezzi dei fratelli Severini

Passato un altro Natale, cosa resta?Il disprezzo che i fanti della globalizzazione capitalistica nutrono per i poveri, p...
26/12/2022

Passato un altro Natale, cosa resta?

Il disprezzo che i fanti della globalizzazione capitalistica nutrono per i poveri, per gli ultimi, per chi resta indietro. L'oligarchia omicida dell'un per cento di mondo;

La strage del lavoro. Mille uomini che ogni anno non tornano a casa la sera perché ammazzati dal profitto e dall'ingordigia dei padroni;

Il licenziamento senza preavviso dei lavoratori, sbattuti in mezzo alla strada insieme alle loro famiglie da multinazionali senza scrupoli che si ingrassano sulla pelle di chi produce la loro smisurata ricchezza;

L'indigenza di sei milioni di nostri concittadini che, ancora nel secolo XXI, vivono in condizioni di povertà, spettro di una società del consumo che toglie il pane a chi non ce l'ha;

La disoccupazione giovanile. Una generazione senza futuro costretta a elemosinare, quando c'è, un impiego sottopagato e senza tutele;

La privatizzazione selvaggia del bene pubblico, la decapitazione della sanità di tutti e per tutti. Un lusso, quello di stare bene, prerogativa dei pochi benestanti e chimera per gli altri;

L'omicidio della scuola pubblica e l'elogio del merito che si misura in euro. La distruzione del sogno di una casamatta gramsciana e l'edificazione di laboratori privati per la fortificazione del dominio di pochi.

La resistenza di sangue dei popoli in lotta per l'autodeterminazione, popoli privati della Patria o in trincea per difenderla dall'ambizione imperiale di altri popoli, malati di sciovinismo, prevaricazione e cattiveria;

L'occupazione della Palestina, le bombe naziste sul Donbass, l'embargo di Cuba, l'assedio in Siria, l'accerchiamento dell'America Latina. Angoli di mondo che da decenni non conoscono la pace, figuriamoci a Natale;

Il calvario di un autentico eroe moderno come Julian Assange. Paradigma di un mondo alla rovescia che distrugge chi la crudeltà la denuncia lasciando impunito chi la commette.

Vero, sono tempi difficili ma abbiamo una certezza.

Finché non ci uccideranno tutti, i padroni non avranno tregua. Perché chi vive nella lotta non morirà mai da schiavo.

A chi resiste nonostante tutto.

I fought the law, Joe"Mi piace dire che le persone possono cambiare tutto quello che vogliono. E questo vuol dire: quals...
22/12/2022

I fought the law, Joe

"Mi piace dire che le persone possono cambiare tutto quello che vogliono. E questo vuol dire: qualsiasi cosa nel mondo. È ora di recuperare l'umanità e rimetterla al centro. Mostratemi qualsiasi Paese del mondo, c'è il popolo dentro. Pensate a questo. Senza il popolo non siete nulla"
(Joe Strummer)

22 dicembre 2002, vent'anni fa, John Graham Mellor lasciava un fottuto mondo che aveva contribuito a rendere migliore. Aveva solo 50 anni e fu realmente un giorno di m***a. Joe Strummer ha marchiato indelebilmente la storia del punk, quindi la nostra, un uomo mandato dalla provvidenza sul pianeta Terra con un compito preciso: smuovere le coscienze.

Sognatore, ribelle, poeta, sperimentatore, libero, sincero, antesignano. Antifascista, senza paura. Strummer, il nostro fratello maggiore, ha dedicato la sua vita per i movimenti rivoluzionari del mondo e, insieme alla musica che ha incarnato lo spirito rivoluzionario di un'intera generazione, si è sempre prodigato attraverso progetti sociali per soddisfare i bisogni dei ragazzi nati nei quartieri poveri ai quali sempre ha fatto sentire calore e vicinanza. Joe, un pezzo della nostra anima, è purtroppo la conferma a quella regola non scritta per la quale sono sempre i migliori a lasciarci per primi.

Ciao Strimpellatore, ci si becca prima o poi. E questa volta la legge avrà la sua sconfitta.

Diego sì, Lionel noDurante la cerimonia di premiazione, all'uomo che la narrazione unidirezionale attribuisce il titolo ...
19/12/2022

Diego sì, Lionel no

Durante la cerimonia di premiazione, all'uomo che la narrazione unidirezionale attribuisce il titolo di calciatore più forte in attività e forse della storia del soccer, l'emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, ha messo sulle sp***e il Bisht. Una sorta di mantello tipico del Golfo Persico che è segno distintivo, per chi lo indossa, di regalità e benessere. Un inequivocabile indicatore dello status sociale privilegiato che significa potere dei pochi sui molti. Messi non ha fatto un plissé e lo ha tenuto.

È un aspetto importante? Di più, è decisivo.

Ormai da quasi un ventennio sedicenti esperti del gioco del calcio e tifosi di ogni latitudine si interrogano sul fatto che Lionel Messi possa essere considerato più o meno forte, non tanto di Cristiano Ronaldo il suo competitor contemporaneo, ma di Diego Maradona. Nello sport, pur essendo suggestivo, il confronto tra campioni di epoche differenti è esercizio forse irrisolvibile in via oggettiva per il fatto che il mondo, del quale il calcio non è che una piccola espressione, cambia in modo sostanziale alla velocità della luce, talvolta fino a stravolgere sé stesso. Insomma, è probabilmente tempo perso anche se a pensare all'impatto globale di Maradona su una partita viene voglia di farsi una risata al solo pensiero che qualcuno possa fare altrettanto. Questione di cromosomi e di carisma emanato. Differente, però, è la questione umana dove i paragoni diventano calzanti, oltre che fattibili, e la differenza tra Maradona e Messi, in tal senso, è la stessa che passa tra la loro tecnica di base, quindi stratosferica, e quella di Pasquale Bruno: c'è un abisso.

Diego, quel simbolo di potere, lui che il potere marcio e corrotto lo ha sempre combattuto pagando di tasca propria un prezzo salato per ogni singola scelta, non lo avrebbe indossato per nessun motivo al mondo. Coprendo in mondovisione la maglia del suo popolo che ha visceralmente amato e chinando il capo davanti alla tracotanza della peggiore oligarchia. Figuriamoci. Per Diego, i Tamim bin Hamad Al Thani erano i nemici, uomini che ha sempre disprezzato perché responsabili dell'infelicità di troppe persone e non si sarebbe mai prestato al teatrino servile che, invece, qualifica Messi per ciò che è: un bell'ingranaggio e non il granello di sabbia che lo inceppa, come continua ad essere Maradona anche dopo la sua morte. I suoi amici, infatti, non erano certo emiri e sceicchi ma i capi di Stato dell'America Latina che con fierezza sovrana combatte le angherie dell'impero. I suoi abbracci fraterni erano riservati a Chavez o a Fidel Castro, oltre che a tutti gli invisibili, uomini e donne relegate ai margini della società del profitto. Non a caso l'amore per Diego, ovunque si tiri un calcio a un pallone, è ancora lo stesso sentimento avvolgente di allora.

Messi è stato un grande calciatore, lapalissiano, e chi lo nega ha seri problemi di comprensione. Ora che può esibire il Mondiale che ha tanto inseguito, però, lo è molto di meno ma guai a dirlo se no i burattinai del marketing se ne risentono. Tuttavia non è questo il punto. YouTube esiste apposta per ricordare i suoi tanti meravigliosi goal a chi verrà in futuro, come per ogni campione del passato che sul campo ha lasciato un segno indelebile. Per trovare Maradona, invece, è molto meglio farsi due passi in un qualunque quartiere popolare di questo mondo. Lui sta lì, in mezzo a quelli che cercano il giusto riscatto senza mai perdere la propria dignità.

Valentina e la donnaIl nono pacchetto di sanzioni contro la Russia è stato pubblicato e aggiunge un centinaio di persone...
18/12/2022

Valentina e la donna

Il nono pacchetto di sanzioni contro la Russia è stato pubblicato e aggiunge un centinaio di persone fisiche e giuridiche al già nutrito elenco.

Tra queste, spicca il nome di Valentina Tereshkova, colpita da quella montagna di m***a che è la UE perché un'icona vivente del mondo che fu superiore e il cui ricordo imperituro provoca agli sgherri di Bruxelles invidia e senso di inadeguatezza.

Valentina incarna in maniera luminescente il concetto di emancipazione della donna, di giustizia sociale e di uguaglianza. Per questo crea così tanto imbarazzo all'élite borghese che di tutto questo ne fa quotidianamente carne di porco, intenta, così com'è, a relegare i popoli al ruolo degli emarginati di una società oligarchica, discriminatoria e profittocentrica.

Operaia e nata da una famiglia di umili origini, papà trattorista e mamma tessitrice, Valentina grazie al Socialismo Sovietico diventa la prima donna del Pianeta Terra a volare nello Spazio. Prima e, ancora oggi, unica a donna a guardare la Terra dall'alto in perfetta solitudine; il momento più alto della valorizzazione della donna nella storia dell'umanità.

Era il 1963, l'URSS incarnava la speranza di un futuro migliore dove, in luogo delle puttanate arcobalenate che la sinistra imperiale odierna spaccia per diritti, uomini e donne, investiti dalle stesse possibilità, edificavano spalla a spalla una società finalmente paritaria.

Tutto ciò oggi non esiste più ma l'idea che qualcuno in futuro ci possa riuscire di nuovo continua ad agitare i sogni dei padroni che, con ogni mezzo, si prodigano per impedirlo. Ma non ci riusciranno in eterno, la forza dei popoli prima o poi li spazzerà via.

A tutte le Valentina del mondo in attesa del giusto riconoscimento. Hurrà!

Hai nostalgia della Jugoslavia?"Certo, di quella di Tito. Slavi, cattolici, ortodossi, musulmani: solo il Generale è riu...
16/12/2022

Hai nostalgia della Jugoslavia?

"Certo, di quella di Tito. Slavi, cattolici, ortodossi, musulmani: solo il Generale è riuscito a tenere tutti insieme. Ero piccolo quando c’era lui, ma una cosa ricordo: del blocco dei Paesi dell’Est la Jugoslavia era il migliore. I miei erano gente umile, operai, ma non ci mancava niente. Andavano a fare spese a Trieste delle volte. Con Tito esistevano valori, famiglia, un’idea di patria e popolo. Quando è morto la gente è andata per mesi sulla sua tomba. Con lui la Jugoslavia era il paese più bello del mondo, insieme all’Italia che io amo e che oggi si sta rovinando."

Fai buon viaggio, Sinisa, amico dei popoli.

"Bisogna piangere i sogni per capire che l'ultima giustizia borghese si è spenta"Il 12 dicembre del 1969 lo Stato canagl...
12/12/2022

"Bisogna piangere i sogni per capire che l'ultima giustizia borghese si è spenta"

Il 12 dicembre del 1969 lo Stato canaglia in combutta con la NATO e sfruttando la manovalanza fascista, quest'ultima sempre disponibile a servire i padroni nei piani più sanguinari, uccide 17 persone e ne ferisce altre 88. In quel pomeriggio milanese, una bomba dilania Piazza Fontana per uno scopo ben preciso: mettere un freno all'avanzata comunista nel paese e sferrare un duro colpo alla presa di coscienza di classe dei lavoratori, sempre meno propensi a chinare il capo al cospetto delle ingiustizie sociali.

Quarantotto ore più tardi, membri dello Stato deviato uccideranno anche il ferroviere anarchico Pinelli, uomo integerrimo e innocente, buttato giù dalla finestra della Questura milanese dopo un fermo illegale e un falso impianto accusatorio. In precedenza veniva incolpato e dato in pasto alla stampa di regime Valpreda, manco a dirlo estraneo ai fatti. La strategia della tensione mostra il suo lato più feroce. Piazza Fontana diventa allora la barricata: da una parte i giusti, dall'altra parte i nemici del popolo. I restanti, gli ignavi, sono al solito la barricata stessa.

Oggi, mezzo secolo abbondante più tardi, nulla è cambiato se non in peggio per le classi subalterne. La colonia Italia resta eterodiretta da forze straniere e il regime finto-democratico che gli è concesso continua a garantire i privilegi dell'elite borghese, subordinata ai desiderata occidentali sulla pelle dei lavoratori. Gli sgherri della globalizzazione capitalistica sono nemici difficili da scalzare ma non è restando immobili che si garantirà un futuro migliore ad un paese spogliato di ogni forma di giustizia sociale. Immobilismo è, appunto, complicità e, purtroppo, la storia continua a insegnare ma non ha scolari. Tanto che nemmeno lo scempio di Piazza Fontana è servito a smuovere un minimo la coscienza collettiva.

Per non dimenticare mai cosa siamo e perché lo siamo.

We Will Win Il Marocco da pochi minuti è tra le migliori otto squadre al mondo dopo aver estromesso la Spagna dal mondia...
08/12/2022

We Will Win

Il Marocco da pochi minuti è tra le migliori otto squadre al mondo dopo aver estromesso la Spagna dal mondiale, enorme traguardo per tutta l'Africa.
I giocatori, ancora in mezzo al campo, si concedono festanti ai fotografi. Che chi fa la lettera V di vittoria con indice e medio, chi urla, chi si abbraccia.

Tutto normale? Macché.

Infatti spunta una gigantesca bandiera e non è quella di casa: è della Palestina. Un gesto di grande coraggio, oltre che di umanità, perché non c'è strada più rapida per inimicarsi ancora di più i padroni di questo mondo del quale il calcio non è che una vetrina, peraltro spesso torbida.

Un atto rivoluzionario, non è un iperbole. Un atto che, nell'occidente della supremazia dell'uomo bianco, l'establishment politicamente corrotto non avrebbe mai consentito. Paradossalmente, e non depone certo a nostro favore, il Qatar dei diritti sociali calpestati invece sì.

Bravi, dunque, i ragazzi marocchini. Perché il mondo non sarà mai davvero libero fino a quando sarà tollerato il genocidio del popolo palestinese.

La società degli effetti collaterali Le guerre di rapina statunitensi post 1991 hanno sdoganato una locuzione obbrobrios...
28/11/2022

La società degli effetti collaterali

Le guerre di rapina statunitensi post 1991 hanno sdoganato una locuzione obbrobriosa che ben descrive la tracotanza dei loro governi: effetti collaterali. Sono i milioni di civili morti sotto le bombe democratiche, il prezzo che l'umanità deve pagare per le sedicenti libertà occidentali. La guerra che l'uomo muove all'ambiente non è molto diversa, in quanto anch'essa prevede che collateralmente si possa morire. Il liberismo spregiudicato, e l'idea che all'uomo debbano essere concesse tutte le più effimere forme di libertà affinché sia indotto a digerire le privazioni strutturali delle quali è gravato, implica che, en passant, qualcuno ci lasci le penne per un bene superiore che peraltro non esiste. Il principio in ragione del quale il piccolo nucleo occidentale ostenta una risibile superiorità morale sul preponderante resto del pianeta è semplice. Che l'uomo faccia tutto quel c***o che gli pare, distruggere l'ecosistema, per esempio, fino all'invalicabile linea rossa, il dominio dell'élite capitalistica. Ai gonzi, quindi, il piacere di gestire a piacimento l'effimero mentre gli viene cancellato il necessario. Ontologicamente, la cifra stilistica del modello sociale del quale, alle nostre latitudini, l'uomo continua imperterrito a dotarsi.

La spiaggetta esclusiva strappata con la forza delle ruspe ai litorali dove sfoggiare l'ultimo costume di Gucci, la pista da sci che finisce direttamente nella hall di un albergo a cinque stelle dopo aver spianato una pineta, la cementificazione a pioggia delle città trasformate in centri commerciali senza soluzione di continuità, le seconde case fuori porta edificate sul versante di un pendio o sul letto di un fiume deviato secondo i desiderata affaristici, portano benefici a quanto pare irrinunciabili. Che, di rimando, il pianeta si incazzi e presenti il conto salato che significa vite umane è, appunto, un piccolo incidente di percorso. Piangere, dopo aver avallato questo tipo di politiche ultraliberiste, legittimando con quella porcata che chiamano democrazia i peggiori personaggi senza scrupoli, è roba da coccodrilli; lacrime che per coerenza non dovrebbero fare più di tanto male. Invece, il giorno dopo la tragedia telefonata, piangono tutti ma nessuno che abbia mai la decenza di puntare il dito contro il problema che sta a monte e che resta insindacabilmente quello del modello economico profittocentrico della società capitalistica.

Così, il giochino per mandare ancora di più in v***a la questione è quello del rimpallo delle responsabilità secondarie tra fazioni politiche che, per inscenare il teatrino di una democrazia che non c'è, fingono di avversarsi. Calando il discorso sulla più stretta attualità, che ci si scanni pubblicamente per stabilire di quale governo sia la firma sull'ultimo provvedimento di condono edilizio, dopo che per decenni si è fatto il bello e il cattivo tempo a scopo di lucro alterando lo stato idrogeologico naturale dell'isola, è un'offesa all'intelletto. Ma a quanto pare ciò continua a non urtare la sensibilità di nessuno e si torna all'incipit: effetti collaterali. Veicolare il messaggio che la tragedia sia figlia di una sfiga superiore, il risultato di un timbro mancante su una pratica edilizia o la combinazione nefasta dei due fattori, è la rappresentazione plastica della presa per il c**o esercitata dalle classi dominanti e di quanto sia facile l'esercizio della manipolazione del pensiero. Del resto, che parlamentari di questa Repubblica avversino ora un provvedimento di condono è come se d'incanto Siffredi cominciasse a considerare il sesso al solo fine riproduttivo.

La morale è che, nella società capitalistica, l'uomo è costantemente di fronte un bivio e alla domanda su quanto sia disposto a rinunciare delle proprie libertà per la tutela dell'ambiente continua a rispondere niente. Sono scelte.

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