30/08/2024
Nella notte tra il 27 e il 28 agosto è stata avviata un’operazione militare su larga scala delle Idf nel nord della Cisgiordania. Ne parliamo al link nei commenti 👇
Geopolitica, diritti, ambiente, economia. Per comprendere il mondo, rallentate insieme a noi
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Lo Spiegone è una testata registrata presso il Tribunale di Roma, n° 38 del 24 marzo 2020
Nella notte tra il 27 e il 28 agosto è stata avviata un’operazione militare su larga scala delle Idf nel nord della Cisgiordania. Ne parliamo al link nei commenti 👇
Nel summit del Cairo del 1964, la Lega Araba iniziò a discutere della creazione di un’organizzazione che rappresentasse il popolo palestinese.
Il Consiglio Nazionale Palestinese si riunì a Gerusalemme il 29 maggio 1964 e, al termine di quell’incontro, l’OLP fu fondata il 2 giugno 1964.
Le Dichiarazioni di proclamazione dell’Organizzazione affermavano il diritto del popolo arabo palestinese alla sua terra sacra della Palestina e la necessità di combattere per liberare le parti usurpate, in riferimento allo Stato di Israele.
Gaza e la Cisgiordania all’epoca non erano occupate da Israele, ma da Egitto e Giordania. La creazione dell’OLP segnò l’inizio di una battaglia rivoluzionaria per riaffermare l’identità e la sovranità palestinese, mobilitando risorse materiali, militari e spirituali.
La storia completa è su www.lospiegone.com, sezione Ricorda!
La battaglia di Montecassino, combattuta tra il 17 gennaio e il 18 maggio 1944 tra gli Alleati e la Germania Nazista, rappresenta uno dei momenti salienti del teatro italiano durante la Seconda guerra mondiale. Nonché uno degli episodi più cruenti della campagna alleata nella pen*sola, che comportò numerose perdite da entrambe le parti. A queste si aggiunse la vittima illustre dell’antica abbazia di Montecassino, rasa al suolo dai bombardamenti durante la battaglia.
Come scrisse il generale Mark Clark, comandante in capo delle forze statunitensi durante gli scontri di Montecassino, “La battaglia per Cassino è stata la più estenuante, la più straziante e, per certi versi, la più tragica di tutte le fasi della guerra in Italia”. Battaglia che ebbe come esito, sebbene a caro prezzo, la vittoria degli Alleati. Che poterono così proseguire la propria avanzata verso Roma.
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La seconda serie delle nostre proposte di lettura da portare in vacanza. Storie e racconti di autori e autrici da tutto il mondo.
Questa volta si parte dal cuore di una montagna d’Abruzzo e si arriva ai palazzi di lusso della splendida San Francisco.
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Kamala Harris ha scelto il governatore del Minnesota, Tim Walz, come suo vice nella corsa alla presidenza.
Walz è un ex docente di scienze sociali ed ex membro della Guardia Nazionale, con una lunga carriera politica alle spalle. E’ stato un rappresentante al Congresso per 12 anni prima di essere eletto governatore del Minnesota per ben due mandati.
Particolarmente apprezzato da Sanders per le sue posizioni progressiste, ha ricevuto l’endorsement di Shawn Fain, presidente del più importante sindacato d’america, lo United Auto Workers.
Negli ultimi giorni le opzioni erano sembrate restringersi al governatore della Pennsylvania Josh Shapiro e quello del Minnesota Walz, ma anche il senatore dell’Arizona Mark Kelly avrebbe avuto una possibilità, secondo alcuni media americani.
Il governatore del Minnesota dovrebbe apparire con Harris nei prossimi giorni in vari comizi in tutti gli ‘Swing State’ Pennsylvania, Wisconsin, Michigan, Nort Carolina, Georgia, Arizona e Nevada.
Buone notizie dalla Polonia. Il Parlamento ha approvato un nuovo emendamento al Codice Penale introducendo una nuova definizione del termine st***o, criminalizzando i rapporti sessuali senza consenso.
Un emendamento che arriva dopo una lunga lotta da parte del popolo polacco. Nel 2021 una sentenza del Consiglio d’Europa ha condannato il Paese per la mancata prevenzione e il mancato contrasto alla violenza contro le donne.
Il rapporto del Consiglio metteva in luce anche un’altra falla del governo polacco, la mancanza di supporto concreto per le donne che hanno la necessità di ricorrere all’interruzione di gravidanza a seguito di uno st***o.
E in Italia come siamo messi? Alcuni paesi dell’Unione europea hanno una definizione legale di st***o basata sull’uso della forza, della minaccia o coercizione ma ancora senza alcun riferimento al principio di consenso.
Nel nostro codice penale il reato di st***o non è infatti esplicitamente connesso alla presenza o meno del consenso, ma deve presupporre a elementi di violenza, minaccia e inganno, o abuso di autorità.
Qualsiasi sia la tua meta, ecco la prima serie delle nostre proposte di lettura da portare in vacanza. Storie e racconti di autori e autrici da tutto il mondo.
Dalla Turchia, all’Argentina, passando per il Medio Oriente. Storie di donne raccontate dalle donne, di conflitti e resistenza, di diritti negati e di riscatto sociale.
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Il 3 aprile 1934 nasceva a Londra Valerie Jane Morris-Goodall, la futura primatologa universalmente nota come Jane Goodall. Le sue ricerche sugli scimpanzé (Pan troglodytes schweinfurthii) hanno rivoluzionato l’etologia (branca della biologia che studia il comportamento degli animali nel loro ambiente naturale) e il modo di intendere la mente degli animali.
Sia dentro che fuori dal mondo accademico, Goodall, che quest’anno ha compiuto 90 anni, è stata e continua a essere anche un’attivista per la salvaguardia della natura. Proprio l’attivismo e la potenza dei video in cui interagisce con gli scimpanzé, da cui traspare un senso di profonda e mutua comprensione e rispetto, hanno contribuito a rendere Goodall forse la prima vera figura pop a livello globale nella sensibilizzazione al rispetto della natura e nella lotta al cambiamento climatico. Solo pochi mesi fa, abbiamo ascoltato la sua testimonianza e il suo appello addirittura dal palco del Primo Maggio a Roma.
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Oggi inizia la Settimana Mondiale dell’Allattamento al Seno.
Tra stereotipi culturali e barriere istituzionali, non mancano le circostanze in cui questo atto viene apertamente ostacolato. Succede in tanti Paesi, tra cui l’Italia. Abbiamo riportato solo tre casi che hanno fatto scuola, ma gli esempi non mancano.
Scorri il carosello e scopri di più.
🐷 “Righelli e linee immaginarie”, ultimo numero di Estera prima della pausa estiva (agosto), si apre con l’ironico contributo di Viola Pacini, che vi racconta quello che con tutta probabilità è il conflitto di frontiera più comico della storia: un maiale, un campo di patate e una linea immaginaria non ancora tracciata sono gli ingredienti inaspettati di un quasi scontro tra potenze internazionali.
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Gli endorsement sono una peculiarità delle campagne elettorali statunitensi. Concedere l’endorsement vuol dire sostenere pubblicamente un candidato a una carica pubblica.
Questi endorsement possono essere importanti per molte ragioni: la dichiarazione pubblica con cui si fornisce il proprio sostegno a un candidato concede visibilità a quest’ultimo; legittima il candidato e la validità delle sue proposte, soprattutto se il sostegno proviene da personalità politiche importanti e di peso; inoltre, l’endorsement può avere il doppio scopo d’influenzare sia gli elettori che altri leader politici.
Una conseguenza di tutto ciò è la mobilitazione degli elettori e un aumento della raccolta fondi per la campagna.
Ma quanto valgono gli endorsement in termini di voti effettivi?
https://lospiegone.com/2020/03/16/cosa-sono-gli-endorsement-e-che-peso-hanno-sul-voto/
È tornato ed è più forte che mai; dopo essere sopravvissuto a un attentato è pronto a riprendersi la Casa Bianca.
Il 5 novembre si voterà per la presidenza degli Stati Uniti e Donald Trump ha tutte le carte in regola per tornare sulla poltrona più importante al mondo.
I bookmakers lo danno in grande vantaggio mentre i suoi oppositori sono sempre più spaventati del suo ritorno. Dal profondo del web, i suoi seguaci sono pronti a portarlo in corteo a Washington.
Tra chi lo vede come il Messia e chi come il paladino nella lotta contro il deep state, la sua fan base è pronta a tutto come ci ha già dimostrato nell’ultimo decennio.
Cosa sta bollendo in pentola? Cosa succederà? Quali sono i lati più oscuri della vicenda?
Ne parliamo il prossimo mercoledì 24 luglio a . Dalle più folli teorie del complotto mai pensate alle reali implicazioni nella politica statunitense.
Vi aspettiamo per una serata gratuita di dibattito e confronto. Venite con lɜ vostrɜ amicɜ più complottistɜ, ci sarà da divertirsi.
Era la mezzanotte del 26 settembre 1983, in Unione sovietica. Nella base militare Serpukhov-15, il sistema satellitare di prima allerta Oko rileva cinque missili intercontinentali con testate atomiche volare dagli Stati Uniti verso la Russia.
Il protocollo militare impone una sola, rapida, risposta: la controffensiva.
Centinaia di atomiche sovietiche devono essere lanciate immediatamente contro i nemici occidentali, ma l’ordine non parte.
La guərra nucleare viene evitata grazie al potere decisionale di un essere umano, il colonnello Stanislav Petrov, che in pochi secondi decide che si tratta di un falso allarme, gli Stati Uniti non avrebbero mai usato solo 5 missili per attaccare l’Urss, infrange il protocollo e salva il mondo.
Ma se al suo posto ci fosse stata una macchina o un'intelligenza artificiale?
Ne parliamo nell'ultima puntata di Estera, la newsletter de Lo Spiegone a cura di Enrico La Forgia
La puoi leggere iscrivendoti al link in bio.
Se il binomio Sabra e Shatila non vi dice nulla, questo contenuto è per voi. Abbiamo raccolto le informazioni sui 12 campi profughi per rifugiati in Libano e ne abbiamo estratto alcune informazioni su quelli più conosciuti.
Un focus veloce per avere un'idea della situazione di chi vive quei campi (in maggioranza palestinesi e siriani) e la loro storia.
Scorri il carosello per saperne di più!
🇫🇷 Quella di Le Pen e Bardella è stata davvero una sconfitta su tutta la linea?
Osservato da un’altra prospettiva, il voto francese racconta di un partito che, scelto da 1 elettore su 3, perde le elezioni ottenendo solo 1 seggio su 4. Una coalizione al 25%, invece, raggiunge la maggioranza relativa in aula. L’ago della bilancia sarà infine la forza che, tra quelle sul podio, più avvicina percentuale popolare e parlamentare.
La sconfitta politica del Rassemblement national non è in discussione. Tuttavia, la “traduzione” dei voti in seggi operata dal sistema elettorale francese (uninominale a doppio turno) può far storcere il naso a quanti vi vedono una mancanza di rappresentatività e, di conseguenza, di democraticità.
Le recenti elezioni in Francia (e nel Regno Unito) offrono l’occasione di riflettere ancora una volta sul profondo significato del voto e delle reali “necessità” della democrazia liberale: maggiore rappresentatività o maggiore stabilità? Sono davvero due elementi in competizione o, peggio, in contraddizione?
Fateci sapere la vostra opinione rispondendo al sondaggio oppure nei commenti 🗳️💬
Stasera la nazionale turca giocherà agli europei di calcio contro i Paesi Bassi con un giocatore squalificato. Si tratta del difensore Merih Demiral, autore di una doppietta nel match precedente contro l'Austria.
Demiral è stato squalificato per due giornate per aver esultato con un simbolo fatto con le mani che rappresenta un lupo.
Il lupo è l'animale simbolo della Turchia (così come il gallo per la Francia o l'aquila per la Germania) ma quel particolare saluto ha un significato politico ben più specifico e affonda le sue radici in un movimento politico ter**rista degli anni '70. Ne parliamo nel carosello, scorri per saperne di più.
Nel Regno Unito nel giorno del voto non si può parlare di politica sui giornali e quindi...esce da un live reporting della BBC una foto di tre cagnolini al voto e internet non regge. Su X (Twitter) è in trend. È quindi arrivato il momento di votare i migliori. Scrivete nei commenti il numero preferito a seconda delle slides.
Giovedì 4 luglio, cittadini e cittadine del Regno Unito si recheranno alle urne per eleggere il nuovo Parlamento e di conseguenza, un nuovo governo e Primo ministro (non si tratta di un maschile sovraesteso, i leader dei principali partiti britannici sono tutti uomini).
Le elezioni, annunciate dall’attuale premier Rishi Sunak un mercoledì alla fine di maggio sotto la pioggia battente di Londra, avranno probabilmente un esito già scritto. I sondaggi vedono il Partito laburista (Labour Party), guidato da Sir Keir Starmer, in vantaggio di oltre 20 punti percentuali rispetto allo storico rivale, il Partito conservatore (Conservative Party o Tories). Ma le implicazioni del voto saranno più profonde di un semplice cambiamento nella leadership al potere.
Un cambiamento necessario
Dopo quattordici anni di dominio conservatore, si percepisce nel Regno Unito la necessità di un cambiamento. Dal 2010, quando i Tories vinsero le elezioni guidati da David Cameron, il mondo e il Paese sono profondamente cambiati. A livello domestico, il referendum, l’accordo, e le conseguenze (disastrose) della Brexit, la pandemia da Covid-19, l’aumento del costo della vita, la crisi energetica, l’inflazione a tratti fuori controllo.
A livello internazionale, i cambi di presidenza alla Casa Bianca, le invasioni di Crimea e Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, e il riaccendersi del conflitto israelo-palestinese. In tutto questo, i Tories sono sempre rimasti al governo, ottenendo una super-maggioranza alle elezioni del 2019 sotto la guida di Boris Johnson. Tuttavia, negli ultimi anni la leadership è stata segnata dal cambiamento e dall’instabilità. Soltanto il 2022, e nel corso di appena tre mesi, ha visto l’alternarsi di tre leader di partito alla carica di premier – Boris Johnson, Liz Truss, e Rishi Sunak. Un simile grado di imprevedibilità mal si sposa con le preferenze della popolazione britannica.
Il grado di onnipresenza nelle crisi principali degli ultimi anni rende difficile non considerare i Tories colpevoli dello stato, reale e percepito, in cui si trova il Regno Unito oggi, per esempio con tassi di interesse e prezzi delle abitazioni alle stelle e rincari del 20% sui prezzi del cibo rispetto al 2021. Il ritorno dell’inflazione ai livelli pre-pandemia (2.3%) e l’accenno di una crescita economica, non è abbastanza per invertire la marea.
Secondo Britain Elects, modello che aggrega i sondaggi a livello nazionale, il Partito conservatore dovrebbe perdere oltre 270 seggi e il Partito laburista ne dovrebbe guadagnare circa 235. Segnando così la fine della cosiddetta fase “Mr. Burns” della mappa elettorale del Regno Unito. Risultato che viene letto da molti, specialmente dall’elettorato più di sinistra, come un demerito dei Tories più che un vero merito del partito o della leadership di Starmer.
Le elezioni francesi, in attesa dei ballottaggi, hanno visto l’avanzata dell’estrema destra rappresentata dal Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, primi col 33% delle preferenze.
Al secondo posto la coalizione di sinistra del Nuovo Fronte Popolare col 28%, seguita dal partito del presidente Macron Ensemble, fermatosi al 20%. Ed è proprio il presidente Macron lo sconfitto per eccellenza di questa tornata elettorale.
Ora saranno i ballottaggi del 7 luglio a decretare chi effettivamente vincerà questa tornata elettorale.
I risultati di questo turno hanno lasciato sul piatto più di 300 triangolari, mentre nelle restanti corse aperte solo due coalizioni hanno superato il 12,5%. Nello specifico: per vincere subito, un candidato avrebbe dovuto ottenere al primo turno la maggioranza assoluta, mentre per accedere al ballottaggio era necessario raggiungere il 12,5%.
I risultati nei collegi, hanno per la gran parte quindi dato vita a sfide a tre, in vista del secondo turno. Al primo turno sono stati eletti appena 76 deputati, su un totale di 577.
Appare quindi chiaro che il ritiro di un candidato potrebbe portare a un altro dei due candidati in corsa un bacino di voti in grado di indirizzare la vittoria in uno specifico collegio.
Subito dopo il voto si è infatti assistito a una “chiamata alle armi” da parte delle forze politiche, per raggiungere accordi che siano in grado di far ottenere a una specifica parte politica la vittoria.
La coalizione presidenziale, per bocca di Macron, ha invocato “un grande raggruppamento repubblicano e democratico” per fermare il Rassemblement. Anche se il fatto che questo accada in ogni collegio non è scontato. Edouard Philippe, infatti, uno dei leader della maggioranza, ha invitato i suoi militanti "a fare desistenza per evitare l'elezione di candidati RN o LFI, La France Insoumise".
Lo schema potrebbe essere riassumibile in questo modo: in un triangolare in cui al primo turno un candidato del RN è arrivato primo, in caso di presenza di due esponenti facenti parte della coalizione di sinistra o di quella presidenziale, il terzo classificato dovrebbe ritirarsi per favorire il secondo in chiave anti RN. Non scontato invece il ritiro dei Repubblicani, fratturati da liti interne, per favorire il Rassemblement. Molto dipenderà dai singoli collegi.
Resterà da vedere se il partito del duo Bardella-Le Pen quale tipo di maggioranza otterrà, se assoluta o relativa.
Diciamocelo chiaramente: per Joe Biden la serata è stata disastrosa. Impaurito, spaesato, con la voce roca e spenta, al limite dell’afonia, già dalla prima domanda il presidente è apparso in difficoltà. Non tanto sui temi, ma sul modo di rispondere. Fra frasi sconclusionate e poco comprensibili, parole mangiate e confusione fra gli argomenti
Dall’altra parte, Donald Trump, ne ha approfittato attaccando e contrattaccando (Biden lo ha chiamato “idiota e perdente”), sfruttando la poca reattività dell’avversario. E la differenza è stata proprio nel fatto che Trump è apparso più acceso, vispo, “vivo”, arrembante nei confronti dell’avversario, come nel momento in cui approfittando di una frase sconclusionata di Biden riguardo l’immigrazione ha colpito dicendo “non so davvero cosa abbia detto alla fine della frase. Non credo che nemmeno lui sappia cosa ha detto”. Sullo stesso tema Biden tra l’altro ha rivendicato di aver ricevuto l’endorsement del sindacato dell’agenzia che si occupa della sicurezza delle frontiere.
Cosa smentita in diretta con un tweet da parte dello stesso sindacato.
Biden non ha attaccato Trump su temi sensibili come la sua ultima condanna (l’ha citata una sola volta) ed è andato in confusione mentre parlava di ab**to. E su altre questioni ha fatto lunghi elenchi ripetendo dati a memoria, mescolandoli erroneamente. Come quando parlando del superamento della pandemia, invece di dire “abbiamo sconfitto il Covid” ha detto “abbiamo sconfitto Medicare”, programma sanitario pubblico. Trovando dall’altra parte l’avversario pronto all’assalto, che ha concluso l’intervento di Biden dicendo “hai ragione, lo hai colpito e affondato”.
Rompendo con una tradizione di colpi di stato e regimi militari, la Mauritania sta attraversando un periodo di progressiva, ancorché cauta, apertura politica. Le prossime elezioni saranno un importante banco di prova per la stabilità dello Stato e per la tenuta delle sue procedure democratiche.
L’approfondimento è parte dell’Osservatorio elettorale, progetto in collaborazione tra e .insta
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Uno dei più grandi boomerang nella storia della politica inglese, in una foto.
In un video che strizzava l’occhio alla grande passione che nel Regno Unito hanno per il gioco d’azzardo, il partito conservatore voleva convincere l’elettorato a non “scommettere” sui laburisti in vista delle elezioni anticipate che si terranno il prossimo 4 luglio.
Peccato che, in contemporanea, il partito conservatore veniva travolto da un grave scandalo proprio incentrato su delle scommesse che sarebbero state compiute da alcune delle sue figure apicali.
In pratica, cinque persone legate al partito, tra cui due dirigenti, sono accusate di aver scommesso sulla data delle elezioni prima che venisse annunciata dal premier Sunak.
Si tratterebbe in sostanza di un atto illegale in quanto, secondo la legge del 2005 che regolamenta il gioco d’azzardo nel Regno Unito (Gambling Act), non è permesso scommettere se si hanno delle informazioni confidenziali che aumentino la possibilità di vittoria.
Nel Paese i giornali parlano di un grave danno d’immagine per un partito molto in difficoltà in queste elezioni e già travolto in passato da uno scandalo simile, il rinominato partygate.
In pieno lockdown, nel 2020, si venne a sapere che nei palazzi governativi di Londra venivano organizzate diverse feste in barba alle restrizioni. Uno scandalo talmente grande da portare alle dimissioni dell’ex premier conservatore Boris Johnson.
Ora sono indagate in particolare due dei più importanti dirigenti del partito, due candidati Conservatori e un agente della scorta di Sunak.
L’agenzia governativa che regola il gioco d’azzardo nel Regno Unito, la Gambling Commission, sta esaminando tutte le scommesse fatte nello stesso periodo e sullo stesso argomento.
Nonostante il gioco d’azzardo sia un fenomeno molto diffuso nel Regno Unito, infatti, le scommesse in ambito politico rimangono ancora molto di nicchia ed è facile controllarne i flussi.
Se confermato, si tratterebbe di un gravissimo danno d’immagine a cui il premier uscente dovrebbe porre rimedio molto velocemente.
Il giorno delle elezioni, infatti, si avvicina e i Tories si stanno avviando verso una delle sconfitte più pesanti della storia del partito.
La guardia costiera cinese che brandisce un’ascia contro le forze filippine, che accusano i cinesi di aver distrutto apparecchiature di comunicazione, sequestrato telefoni cellulari personali e portato delle armi custodite a bordo.
Insomma, la tensione fra le Filippine e la Cina nel Mar cinese meridionale è alle stelle, come dimostrato da questo video pubblicato la settimana scorsa dalle autorità filippine.
La Cina rivendica quasi tutto il territorio come suo territorio sovrano, ma le altre parti mantengono le proprie rivendicazioni basate sulle loro zone economiche esclusive, che si estendono per 200 miglia nautiche dalle loro coste. I principali luoghi contesi includono le contese Isole Paracel e le Isole Spratly, entrambi luoghi in cui la Cina ha costruito installazioni militari.
Nel 2016, un tribunale internazionale dell’Aia si è pronunciato a favore delle rivendicazioni delle Filippine, concludendo che la Cina non ha alcuna base legale per far valere i diritti storici sulla maggior parte del Mar cinese meridionale.
Ma Pechino ha sempre ignorato la sentenza. Queste controversie territoriali, che coinvolgono anche Vietnam, Malesia, Brunei e Taiwan, sono viste anche come un punto critico che potrebbe portare a un maggiore impegno degli Stati Uniti nell’area.
Ciò che accade nel Mar cinese meridionale ha infatti profonde implicazioni per gli Usa, che hanno un trattato di mutua difesa con le Filippine, risalente al 1951. Anche il segretario di Stato Antony Blinken ha affermato che le azioni della Cina “minano la pace e la stabilità regionale” e hanno sottolineato gli impegni degli Stati Uniti nei confronti delle Filippine nell’ambito del Trattato.
Per conoscere il quadro della situazione vi rimandiamo al nostro articolo appena uscito.
Le temperature torride non ci hanno fermato: nelle ultime settimane siamo state accolte da .ornitorinco e per presentare “Il grande gioco delle risorse” 📘
Insomma, abbiamo fatto un piccolo tour!
Nel libro parliamo di eventi che sembrano distanti da noi, ma la verità è la lontananza si accorcia a dismisura se pensiamo che i minerali estratti nel Sud Globale finiscono direttamente nelle nostre tasche, attraverso gli smartphone che usiamo nella vita di tutti i giorni 📲
“Il grande gioco delle risorse” racconta tutto questo e solleva tante domande, da porre a noi stessi, ai nostri governanti, alla comunità internazionale.
È un dibattito che crediamo debba attraversare il giornalismo, l’accademia e i movimenti sociali. È un dibattito che prende forza anche grazie alle persone che decidono di impegnarsi in prima persona su tutti questi fronti, come e che ringraziamo ancora per avere accolto il nostro invito alla discussione 👏
Prossimamente organizzeremo nuove presentazioni, ma pensiamo che anche i social debbano servire per portare avanti questa riflessione comune 💬
se avete curiosità, domande o volete condividere il vostro pensiero vi aspettiamo nei commenti
⚠️ La lettura della seguente newsletter è consigliata a un pubblico con redditi inferiori ai 25mila euro annui, potrebbe causare: radicalizzazione
Le tappe del numero:
🎭 Apre “Vietato ai poveri (pt.2)” la nostra special guest della giornata, Federica Ranocchia, tra le fondatrici di “Stanca”, giovane rivista culturale nata con l’obiettivo di dare vita a nuove voci e forme d’espressione. Tramite una riflessione sull’accessibilità della cultura - e sul concetto di cultura - l’autrice ripercorre la storia delle lotte culturale evidenziando la disuguaglianza che determinati ambienti perpetuano tramite diverse lenti d’analisi.
🎥 Il secondo pezzo, anonimo, è un esilarante racconto-intervista tra due mondi totalmente diversi ma in dialogo tra loro: da un lato, un operaio specializzato già bello che fatto; dall’altro, un giovane apprendista con due lauree e un passato nel mondo della cultura. Tante domande, tante esperienze, eppure i due personaggi sono d’accordo su una cosa: con la cultura non si mangia.
🎮 L’ultimo articolo viene dalla penna di Francesco la Forgia, caporedattore Strategia & Sicurezza, che stavolta non ci racconta atroci conflitti e campi di battaglia ma il mondo dell’intrattenimento videoludico, la nuova frontiera della cultura pop. L’autore, ci racconta rapidamente la storia dei videogiochi, delle console e di come possono essere inclusivi o meno. Una visione di mondo che vale la pena leggere.
La newsletter è a cura di Enrico La Forgia
Miseria, nobiltà e il conflitto tra cultura elitaria e cultura dal basso - n° III, serie IV
Lune, balene: siamo ufficialmente arrivat3 a provarle tutte 🌛🐳
Eppure qui c'è ben poco da scherzare: ancora tanta confusione circonda delle parole così importanti, e in un mese altrettanto importante comporre un piccolo alfabetiere ci sembrava un passo necessario 🔡
Scorrete il carosello, fateci sapere nei commenti se avete ancora dei dubbi e non dimenticate di scendere in piazza 🌈
Ecco una mini guida per avere una panoramica di queste elezioni europee appena concluse ✨
Di seguito invece vi lasciamo le notizie più importanti che *bisogna* sapere:
1️⃣ 🇫🇷 La notizia più importante di ieri è lo scioglimento da parte del presidente francese Macron dell'Assemblea nazionale. Una decisione causata dall'ottimo risultato del partito di estrema destra Rassemblement National alle urne.
Ora il Paese si recherà alle urne per le elezioni (parlamentari) anticipate che potrebbero portare il giovane leader di RN Jordan Bardella a diventare primo ministro francese (anche prima dell'inizio delle Olimpiadi!)
2️⃣ Seppur previsto, il risultato del Partito Popolare europeo è una notizia importante in quanto conferma la forza politica come perno del Parlamento europeo. Questo con molta probabilità confermerà anche la leadership di Ursula von der Leyen e una sua successiva rielezione a presidente della Commissione europea.
3️⃣ 🇩🇪 Fa notizia il risultato al di sotto delle aspettative dei socialdemocratici tedeschi dell'Spd. Il loro record negativo non giova all'alleanza dei socialisti in Europa. Gioisce invece l'estrema destra dell'AfD che arriva seconda a parimerito (anche se per il momento non ha un gruppo o partito politico europeo di riferimento).
4️⃣ 🍃 Subisce una forte sconfitta il gruppo dei Verdi, trainata in maniera particolare dai risultati negativi registrati in Germania e Francia. Una ventina gli eurodeputati persi finora.
5️⃣ ❌ Numeri simili a quelli dei verdi sono stati registrati anche dai centristi liberali di Renew Europe. Tra le perdite più importanti del gruppo quella avuta in Spagna, dove Ciudadanos passa dai sette eurodeputati eletti del 2019 a zero.
Qualche domanda? Scrivila nei commenti!
Dal 2019, il 7 giugno si celebra la Giornata Mondiale della Sicurezza Alimentare, con lo scopo di creare consapevolezza intorno al fatto che l'accesso a una alimentazione sana e accessibile a livello globale non è scontato.
Secondo la FAO, nel 2022, 2,4 miliardi di persone nel mondo erano in stato di insicurezza alimentare moderata o grave.
Davanti alla prospettiva di raggiungere gli oltre 10 miliardi di abitanti sul pianeta Terra entro il 2100 e ridurre le emissioni anche del settore agro-alimentare, quella della sicurezza alimentare è una sfida fondamentale all'interno della sfida più grande della transizione ecologica.
Una delle possibili soluzioni da poter adottare è quella dei novel food, così come vengono chiamati all'interno dell'UE. Alghe, funghi, carne coltivata sono solo alcuni degli alimenti che potrebbero incrementare la sicurezza alimentare e tagliare significativamente le emissioni.
Tra i novel food più discussi ci sono poi gli insetti edibili, vero campo di battaglia fra difensori della tradizione culinaria e sperimentatori.
Al di là del posizionamento ideologico, gli insetti edibili possono effettivamente contribuire alla sicurezza alimentare? Quanto sono diffusi nel mondo?
Scopritelo nell'articolo e se volete sapere di più della differenza tra food security e food safety, di come la guerra in Ucraina ha contribuito a indebolire il livello di sicurezza alimentare nel mondo, e volete avventurarvi nel mondo del novel food recuperate tutti gli articoli del nostro progetto IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA e stay tuned per non perdervi le prossime uscite!
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Presidente e dittatore peruviano, il primo e unico di origine giapponese, Alberto Fujimori, 85 anni, è stato graziato nel 2023 dalla Corte costituzionale dopo essere stato condannato a 25 anni nel 2009 per i m** sacri commessi dagli squadroni della m**te dell’esercito peruviano nel 1991 e nel 1992. Una decisione presa per motivi umanitari, visti i gravi problemi di salute che lo hanno colpito. Una decisione che però “non ha eliminato la sua responsabilità penale o la natura stessa della sentenza", come ha detto Ernesto Blume, ex giudice della Corte costituzionale del Perù. Pochi giorni fa, le sue condizioni di salute non gli hanno impedito di tornare a lanciare la sua candidatura per le prossime elezioni peruviane. E in un contesto dove i presidenti spesso sono accusati di corruzione, si dimettono o vengono fatti dimettere, Fujimori può ancora vincere. #politics #geopolitica #cronaca #giustizia #fujimori #peru #lospiegone
“Non hai abbastanza acqua, qualche privato te la porterà. Non hai elettricità? Qualcuno te la farà ottenere. Funziona così, in Libano. Il giorno dopo nessuno ricorderà il problema del giorno prima e cercheremo tutti di andare avanti. Questo è ciò che abbiamo imparato dal trauma collettivo, dalla memoria collettiva che il nostro popolo ha”. La nostra terza voce si chiama Mohammed Serhan @sarhoun , è un attivista politico e membro del National Bloc. Lo abbiamo incontrato in un piccolo bar del centro, a Beirut. intervista integrale al link in bio 🎥 Montaggio @francescamorierob #libano #interviste #notizie #politica #politics #lospiegone
No more pesce mediterraneo for 2024 🐠❌ Sono infatti finite le risorse ittiche del mare per tutto quest’anno e..ci siamo riusciti in soli 6 mesi. I dati ci vengono presentati da Wwf nella sua campagna Our Future, nella quale l'organizzazione ha presentato i dati su l'insostenibilità del consumo di pesce a cui ci stiamo ormai tristemente abituando. Se nei primi sei mesi dell’anno avessimo consumato solo risorse dei nostri mari, da luglio alla fine dell’anno queste non sarebbero più disponibili e l’Europa dovrebbe ricorrere alle importazioni per sostenere la crescente richiesta dei consumatori. La domanda europea di prodotti ittici è troppo alta: ogni cittadino europeo consuma in media circa 24 chili di pesce l’anno. Il problema è ancor più evidente in Italia dato che il nostro consumo medio arriva addirittura a 31 chili di pesce pro capite l’anno. Una situazione che si aggrava anche a causa di altri impatti a cui è soggetto l’ecosistema marino, in primo luogo il cambiamento climatico. In questo contesto, risulta fondamentale accompagnare la pesca verso un percorso di sostenibilità, tracciabilità e trasparenza. Il WWF promuove la pesca sostenibile lavorando con i pescatori locali, ricercatori, autorità e filiera affinché si pratichino attività di pesca più sostenibili in termini ecologici e socio-economici, con una migliore valorizzazione dei prodotti ittici sul mercato e una diversificazione delle attività e ha messo a disposizione dei consumatori una guida per aiutare all’acquisto del pesce, proprio sulla valutazione di questi parametri. #marmediterraneo #pesca #ourfuture #mediterraneo #lospiegone
Kagame era in testa, Kagame ha rivinto. Ecco cinque motivi perché ci importa delle ultime elezioni in Ruanda: 1️⃣ Crescita economica. Dalla fine del genocidio nel 1994, il Ruanda ha registrato una crescita media del Pil dell’8%, il doppio di quella del continente africano nello stesso periodo. Il settore terziario in trent’anni è passato dal 29% al 48% del Pil. L’Unione europea è il terzo partner commerciale del Ruanda (dopo Emirati Arabi Uniti e Cina) con un interscambio annuo di circa 500 milioni di dollari. 2️⃣ Risorse minerarie. Nel 2023, il Ruanda era il primo esportatore mondiale di tantalio (essenziale per produrre computer e cellulari). Tanto che l’Unione europea a febbraio ha siglato con Kigali un accordo per il rafforzamento della catena produttiva ruandese di minerali critici. Ma la maggior parte delle risorse esportate dal Ruanda sono in realtà saccheggiate o contrabbandate dalla vicina Repubblica Democratica del Congo. 3️⃣ Ruolo nei Grandi Laghi. L’8 luglio, un report delle Nazioni Unite ha denunciato la presenza illegale e palese di almeno 3.000-4.000 soldati ruandesi nelle province orientali congolesi (ricche di quei minerali che poi Kigali vende all’Occidente) a supporto del Movimento del 23 marzo. 4️⃣ Accordo con il Regno Unito sui richiedenti asilo. Kigali era la destinazione scelta dai conservatori inglesi per la deportazione dei richiedenti asilo giunti illegalmente oltre Manica. Con la vittoria dei laburisti, il 4 luglio, per il momento l’accordo è stato bloccato. 5️⃣ Finanziamenti militari. Negli anni, l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno fornito al Ruanda cospicui finanziamenti militari. L’esercito di Kigali quindi è diventato uno dei più efficienti d’Africa ed è impegnato sul campo in Mozambico contro i jihadisti e nella missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Sud Sudan. #elezioni #ruanda #kagame #africa #politica #notizie #lospiegone
Con la riv*luzione del 17 ottobre 2019, dopo le protəste antigovernative che hanno visto centinaia di migliaia di libanesi scendere in piazza contro la crisi finanziaria e la corruzione del governo, un numero crescente di persone ha iniziato a lasciare il Libano, raggiungendo i 17.720 migranti all’inizio del 2020. Sono quasi tutti giovani. Abbiamo incontrato, tra le strade di Beirut, Michel Helou @michelhelou.lb , leader del National Bloc, il partito liberale di centro sinistra libanese. Lo abbiamo fatto nella sua sede, un piccolo edificio dalle pareti azzurro cielo nell’ex quartiere industriale di Mar Mikhaël. “Se sei giovane vivrai nella povertà assoluta, senza prospettive di futuro, di avvenire. Ogni libanese sa che dopo i diciott’anni dovrà lasciare il Paese, per lavorare e mandare i propri guadagni ai genitori. La situazione è molto complessa”. Helou è la nostra seconda voce dal Libano. L'intervista integrale sul sito de Lo Spiegone. 🎥 Montaggio @francescamorierob #libano #politica #politics #interviste #doc #lospiegone
Donald Trump è stato ferito ad un orecchio durante un comizio a Butler, in Pennsylvania. Si trattava dell'ultimo incontro pubblico prima della convention repubblicana a Milwaukee, in partenza lunedì, che lo incoronerà ufficialmente candidato alla Casa Bianca. Erano trascorsi circa quindici minuti dall'inizio del comizio quando l'ex presidente ha iniziato a parlare di migranti che hanno "invaso" gli Stati Uniti. Quindi si sente un rumore di sp@ri ed il tycoon porta la mano all'orecchio destro. Viene quindi circondato dagli agenti del Secret Service che lo proteggono da terra, dietro al leggio. Poco dopo il candidato si rialza e prima di esser portato in ospedale si rivolge alla folla con il pugno chiuso urlando: "Lottiamo, lottiamo, lottiamo". Dopo mezz'ora il portavoce della campagna Steven Cheung fa sapere che Trump "sta bene e ringrazia le forze dell'ordine e i primi soccorritori per la loro rapida azione dopo questo atto atroce". L' identità dell'attətatore è per ora ignota. Poco dopo l'atto, raggiunto dalle forze di polizia, è stato ucc1so. Colpita fatalmente un'altra persona che partecipava al comizio, mentre altre due sarebbero in gravi condizioni. Solidarietà trasversale al tycoon sia negli Stati Uniti che all'estero da parte delle massime cariche istituzionali. Il presidente argentino Milei si scaglia inoltre contro la "sinistra internazionale, che oggi vede scadere la sua nefasta ideologia ed è pronta a destabilizzare le democrazie". Il senatore dell'Ohio J.D. Vance, tra i nomi papabili per la vicepresidenza nelle file repubblicane, attacca invece la retorica di Biden che "ha portato direttamente al tentato as**ssinio del presidente Trump".
L’offensiva israeliana nei Territori paləstinesi ha visto il conseguente scoppio di una guərra sul fronte libanese. Benyamin Nətanyahu guarda oggi al nord e potrebbe ordinare alle proprie forze armate, nel giro di poche settimane, di invadere il Libano. Così da spingere i combattenti di Həzb*llah lontano dal confine. “Il sud viene bom**rdato da tempo e centomila libanesi sono stati costretti fin da subito ad abbandonare le proprie case per spostarsi al centro. Alcune persone hanno aderito a una campagna online “non affittate case alla gente del sud - voi non siete i benvenuti a Beirut”. Tala Al Harakè @talaharakee vive a Beirut. Lavora come traduttrice e collabora con diverse organizzazioni non governative, come CTM onlus, nei campi profughi paləstinesi di Bourj el Barajneh e Shatila a Beirut e Rashidieh a Tiro. Oggi collabora anche con Sant'Egidio nell'ambito del progetto dei Corridoi Umanitari. L’abbiamo incontrata in una libreria di Beirut, è la nostra prima voce dal Libano. intervista integrale al link in bio. 🎥 @francescamorierob #reportage #notizie #libano #attualità #politica #politics #lospiegone
La guardia costiera cinese che brandisce un’ascia contro le forze filippine, che accusano i cinesi di aver distrutto apparecchiature di comunicazione, sequestrato telefoni cellulari personali e portato delle armi custodite a bordo. Insomma, la tensione fra le Filippine e la Cina nel Mar cinese meridionale è alle stelle, come dimostrato da questo video pubblicato la settimana scorsa dalle autorità filippine. La Cina rivendica quasi tutto il territorio come suo territorio sovrano, ma le altre parti mantengono le proprie rivendicazioni basate sulle loro zone economiche esclusive, che si estendono per 200 miglia nautiche dalle loro coste. I principali luoghi contesi includono le contese Isole Paracel e le Isole Spratly, entrambi luoghi in cui la Cina ha costruito installazioni militari. Nel 2016, un tribunale internazionale dell’Aia si è pronunciato a favore delle rivendicazioni delle Filippine, concludendo che la Cina non ha alcuna base legale per far valere i diritti storici sulla maggior parte del Mar cinese meridionale. Ma Pechino ha sempre ignorato la sentenza. Queste controversie territoriali, che coinvolgono anche Vietnam, Malesia, Brunei e Taiwan, sono viste anche come un punto critico che potrebbe portare a un maggiore impegno degli Stati Uniti nell’area. Ciò che accade nel Mar cinese meridionale ha infatti profonde implicazioni per gli Usa, che hanno un trattato di mutua difesa con le Filippine, risalente al 1951. Anche il segretario di Stato Antony Blinken ha affermato che le azioni della Cina “minano la pace e la stabilità regionale” e hanno sottolineato gli impegni degli Stati Uniti nei confronti delle Filippine nell’ambito del Trattato. Per conoscere il quadro della situazione vi rimandiamo al nostro articolo appena uscito.
Il giorno delle elezioni dovrete rispondere a una sola domanda: "Volete un'Europa islamizzata o un'Europa europea? Questa domanda parecchio estrema è stata posta da Marion Maréchal politica dell'estrema destra francese al momento del lancio della campagna elettorale per le elezioni europee di giugno. In molti Paesi i partiti di destra ed estrema destra sono primi o secondi nei principali sondaggi nazionali ed è probabile che possano ottenere un'influenza nel Parlamento europeo ben superiore a quella registrata finora salendo dal 18 al 25%. Nello stesso discorso Maréchal ha parlato di un'Europa assediata da potenze straniere e organizzazioni islamiche che approfitterebbero delle immigrazioni fuori controllo per destabilizzare e traviare i giovani e organizzare qualcosa di simile a una quinta colonna nei nostri Paesi reclutando soldati j**disti. Durante l'evento altri politici hanno parlato di un'Europa presa in ostaggio dagli attivisti o dai fanatici ambientalisti o dagli ideologi antioccidentali. Niente di nuovo. Nel video vi raccontiamo con @francescamorierob le strade che percorreranno i principali partiti a queste elezioni europee, partendo da quel divorzio tra Afd e RN.
La Spagna ha formalmente riconosciuto la Paləstina come Stato in un “movimento storico verso la giustizia e l’unica via per raggiungere la pace”, dice il primo ministro Pedro Sanchez. La Spagna si unisce a Irlanda e Norvegia nel riconoscere lo Stato paləstinese. Unendosi a più di 140 dei 193 stati membri delle Nazioni Unite, Madrid, Dublino e Oslo hanno affermato di voler accelerare gli sforzi per garantire un cessate il fuoco nella guərra di Israəle contro H*mas a G*za. Per Sanchez, questo vuole essere un ulteriore passaggio al riconoscimento internazionale della comunità paləstinese e alla fine delle ostilità. Il premier spagnolo, così come altri leader europei (nonché il presidente degli Stati Uniti) vedono nella soluzione “due popoli, due Stati” l’unica via d’uscita al momento dall’escalation di violənze iniziato all’indomani dell’attacco tərroristico del 7 ottobre.
Ecco l'intervento completo di @emanuelebobbio a @tagadala7 in presentazione del "sistemone", l'algoritmo che abbiamo elaborato per calcolare il numero di seggi che verranno vinti da ogni partito alle prossime elezioni europee (sulla base di quelli che sono i risultati dei sondaggi, in questo caso raccolti da @swg_research e @ipsos.italia ). C'è ancora qualche domanda in studio? Potete farcela qui 👇
Il premier britannico Rishi Sunak l’ha definito “un giorno di vergogna per lo Stato britannico”. Ieri infatti veniva pubblicato il report sul un caso devastante nella storia della sanità pubblica inglese. A causa di trasfusioni con s*ngue infetto, dagli anni ’70 fino a tutti gli anni ‘90 decine di migliaia di persone sono state vittima di una tragica vicenda che ha avuto, purtroppo, i suoi effetti ancora oggi.
È ormai quasi una settimana che nell’isola a 1.200 chilometri a est dell’Australia si stanno verificando dei violenti scontri. La Francia ha dichiarato lo stato d’emergenza (ordinando subito la chiusura di TikTok tra le altre cose) e la situazione non sembra migliorare. A protestare è la frangia indipendentista del popolo indigeno kanak che non accetta un cambio della Costituzione che permette a chi vive sull’isola lì da 10 anni di votare. Questo perché si teme che l’aumento di voti provenienti dagli immigrati (che sono principalmente funzionari pubblici francesi), possa diminuire il peso del voti del movimento indipendentista stesso. Secondo il ministro degli interni francese questa ondata di violenza (che ha portato anche alla morte di tre persone indigene e un agente di polizia) è stata fomentata proprio dal governo dell’Azerbaijan, lo stesso che attraverso il proprio presidente ha accusato ripetutamente la Francia di "neo-colonialismo". Nonostante quindi il governo azero abbia smentito un’interferenza diretta, vero è che delle iniziative sono state portate avanti. Prima tra tutti il Gruppo di Iniziativa di Baku, che riunisce 14 movimenti politici nell'ex impero francese in nome della decolonizzazione. Lo stesso gruppo che ha emesso un comunicato in cui ha accusato Parigi di "violare il diritto all'autodeterminazione del popolo Kanak espandendo l'elettorato per mantenerli una minoranza nella propria patria". Il presidente del Congresso della Nuova Caledonia, d’origine kanak, ha difeso l’Azerbaijan, senza però negare un suo diretto coinvolgimento. Dopotutto, ha affermato, la Francia supporta regimi repressivi e autoritari come Togo, Chad, Djibouti, addestrando le loro forze di sicurezza, consigliando la loro gerarchia militare e attraverso la vendita di armi. Allora perché - si chiede il presidente del Congresso della Nuova Caledonia d’origine Kanak - l’Azerbaijan dovrebbe essere vista come una forza maligna nella regione?
Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan ha chiesto alla Camera preliminare del tribunale di emettere mandati di arresto contro il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il suo ministro della Difesa Yoav Gallant per “cr*mini di guərra e cr*mini contro l’umanità” nella Striscia di G*za dall’8 ottobre. Khan ha richiesto anche l'arresto dei tre leader più importanti di H*mas: Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (Deif), Ismail Haniyeh. Così ha poi detto Khan: "Nell'esporre queste domande di mandati di arresto, il mio ufficio sta agendo conformemente al proprio mandato ai sensi dello Statuto di Roma. Il 5 febbraio 2021, la Camera Preliminare I ha deciso che la Corte può esercitare la sua giurisdizione penale nella situazione nello Stato di Paləstina e che l'ambito territoriale di questa giurisdizione si estende a G*za e alla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Questo mandato è in corso e include l'escalation delle ostilità e della violenza dal 7 ottobre 2023. Il mio ufficio ha anche giurisdizione sui crimini commessi da cittadini di Stati Parte e da cittadini di Stati non Parte sul territorio di uno Stato Parte. Le domande di oggi sono il risultato di un'indagine indipendente e imparziale condotta dal mio ufficio. Guidati dall'obbligo di investigare prove incriminanti e discolpanti in egual misura, il mio ufficio ha lavorato accuratamente per distinguere le affermazioni dai fatti e presentare sobriamente conclusioni basate su prove alla Camera Preliminare. Oggi sottolineiamo ancora una volta che il diritto internazionale e le leggi dei conflitti armati si applicano a tutti. Nessun soldato semplice, nessun comandante, nessun leader civile – nessuno – può agire con impunità. Nulla può giustificare la privazione volontaria degli esseri umani, comprese tante donne e bambini, dei beni di prima necessità necessari per la vita. Nulla può giustificare la presa di ostaggi o il targeting dei civili."
Se sei un georgiano probabilmente in questo momento stai bloccando il traffico sventolando la bandiera dell’Europa, sfidando lacrimogeni e cannoni ad acqua, stai ballando in cerchio o stai cantando l’Inno alla gioia o l’inno dell’Unione europea, mostrando cartelli con scritto “No alla legge russa”. Sono migliaia le persone che stanno manifestando da settimane a nella capitale della Georgia, contro quella che viene chiamata proprio legge “russa” per reprimere il dissenso, con cui la Georgia potrebbe giocarsi l’ingresso nell’Unione europea. Perché se da un lato il paese potrebbe scivolare di nuovo sotto l’orbita della Russia, dall’altro potrebbe giocarsi l'annessione all’Europa. I georgiani lo sanno bene e per questo stanno protestando da settimane nel centro storico della Capitale, per difendere la democrazia e per provare a fermare l’approvazione di una legge molto simile a una normativa già in vigore in Russia. Oggi quella legge è stata approvata in terza e ultima lettura al Parlamento. A favore hanno votato 84 parlamentari su 116 presenti, mentre 30 hanno votato contro. La legge sarà ora inviata alla premier, che ha 14 giorni per porre il veto o approvarla. Ma anche se la premier, filo europea, ha dichiarato più volte che porrà il veto. Sogno Georgiano, il partito di maggioranza, avrebbe comunque i voti sufficienti per scavalcarlo. Ma cosa prevede questa legge? La legge prevede che i media e le organizzazioni non commerciali che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti dall’estero siano tenuti a registrarsi in un apposito elenco degli “agenti stranieri”. Con questo provvedimento, quindi, i media, le organizzazioni non governative, le associazioni no profit, soprattutto quelle che si battono per i diritti umani, rischierebbero di subire controlli specifici e possibili limitazioni dei finanziamenti. Una normativa che in Russia viene usata dal Cremlino per reprimere la stampa indipendente e proprio le O
🏆 And the Pulitzer goes to… No, non li annunciano come gli oscar, ma l’impatto che creano ancora oggi i premi pulitzer su molti giornalisti e giornaliste ha un significato enorme. Eccovi allora un recappone sui premi assegnati dalla Columbia University di New York per questo 2024. Delle 23 categorie, abbiamo scelto di raggruppare solo quelle sul giornalismo (15 in totale), mentre le altre dedicate ai diversi ambiti come letteratura, musica e teatro sono disponibili sul sito del premio. Piccola curiosità: la simbolica medaglia d’oro, viene donata solo al vincitore della categoria dedicata al giornalismo per il bene pubblico. Per tutte le altre è previsto solo un “piccolo premio” di 15 mila dollari. La lista è al link in bio, sezione NEWS. #pulitzer #giornalismo #notizie #attualità #pulitzerprize
‘Se stai guardando questo… allora Al Jazeera è stata bandita in Israele’. Il corrispondente Imran Khan ha registrato il suo ultimo rapporto dalla Gerusalemme est occupata anticipando la decisione unanime del governo Netanyahu di chiudere Al Jazeera in Israele. Questo è successo domenica, quando la polizia israeliana ha fatto irruzione nell'ufficio dell'emittente televisiva del Qatar presso l'hotel Ambassador di Gerusalemme. Al Jazeera ha definito le affermazioni secondo cui si trattava di una minaccia alla sicurezza israeliana una "bugia pericolosa e ridicola", affermando di riservarsi il diritto di "perseguire ogni passo legale". Il ministro israeliano delle Comunicazioni Shlomo Karhi ha detto che durante il raid è stata sequestrata dell'attrezzatura. Da un video pubblicato dal ministro su X si vedono agenti di polizia e ispettori del ministero che entrano in una stanza d'albergo. #aljazeera #israele #palestina #notizie #attualità #lospiegone
Don’t look stand up 🫡 Sono anni che le più importanti organizzazioni internazionali ci dicono che continuando così il nostro Pianeta andrà a fuoco. Ma finora non è bastato a invertire la rotta. Per questo, a unire le forze nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica, è ora un gruppo inedito, che vede la partecipazione di scienziati e comici. Il primo video della collaborazione, su IG come @climatesciencebreakthrought, ha ottenuto un certo successo: più di 3 milioni di visualizzazioni. Buon sabato @follower, noi vi aspettiamo su IG per il nostro #recappone.
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Fare il primo passo di un percorso non è mai facile. Se si sceglie di muoverlo in direzione contraria al flusso comune, può esserlo ancora di più. Ma se lo si fa con consapevolezza e con una sana incoscienza dovuta (anche) all’età, i risultati possono essere incredibili. Lo Spiegone nasce così: un mix di sogni e di ostinata convinzione nella possibilità di cambiare il mondo dell’informazione. Un obiettivo ambizioso per Emanuele, Fabio, Marcello, Matteo e Sara che, durante un 2016 pieno di studio matto e disperatissimo alla Sapienza di Roma, hanno deciso di dar vita a questo progetto.
Stanchi di leggere articoli che non davano risposte, abbiamo capito che dovevamo diventare ciò che cercavamo nell’informazione: chi avesse letto il nostro giornale avrebbe avuto a disposizione gli strumenti utili per comprendere meglio la realtà che ci circondava e lo avrebbe trovato scritto in maniera semplice e diretta.
Scoprimmo quasi per caso che c’era un tipo di giornalismo in linea con le nostre idee: lo slow journalism, il giornalismo lento. Fu così che ci avvicinammo all’idea di creare un giornale lento, riflessivo ed esplicativo. Basato su dei valori, ma che non fosse di parte. Giustificato dai nostri studi e dalle fonti usate, che abbiamo deciso di riportare alla fine di ogni nostro pezzo.
Da quel giorno sono passati quattro anni ma noi siamo ancora qui, con una redazione che conta circa 80 persone e un grande obiettivo raggiunto: Lo Spiegone è diventato una testata registrata presso il Tribunale di Roma il 24 marzo 2020.
Questa è solo una piccolissima parte di una storia che ci piacerebbe continuasse ancora per molto tempo e che vogliamo raccontare a voi, lettori e lettrici, che ogni giorno ci sostenete. 📧 Vuoi contattarci? Scrivi a: [email protected]