21/04/2025
Da giorni volevo fare un post figo sui video che stanno girando sulle fabbriche cinesi e gli americani scandalizzati.
Il post figo non ce l’ho, ho da dire giusto un paio di cose:
America, ce l’avete insegnato voi il valore di un brand, non fate finta di niente.
Perché è di questo che stiamo parlando.
Mentre scrivo indosso un trench classico.
È bello come molti altri. Buono come altri, protegge dalla pioggia, come altri.
L’ho pagato molto più di mille euro, non perché gli altri non erano buoni, ma perché ha un brand che inizia con la B.
E io volevo quello.
Su Zalando può darsi che lo trovavo a 100 euro, identico, uguale, stessa qualità, senza la B.
Ma non era quello che volevo.
Se compro una Birkin a trentacinquemila euro è perché voglio quella… è perché voglio la storia di un oggetto, che porta con sé una genealogia, una conversazione culturale, un mito.
La Birkin non è solo pelle cucita a mano. È Jane Birkin e Jean-Louis Dumas su un volo Parigi-Londra. È l’intuizione che il desiderio nasce dall’ascolto.
Ecco perché nessuno dovrebbe stupirsi se una borsa identica costa 30.000 dollari da Hermès e 300 da un’altra parte.
Perché non è identica.
Perché non sarà mai identica.
Perché non ha dentro una storia.
E infatti:
non stiamo pagando la manifattura,
non stiamo pagando il materiale,
stiamo pagando il mito.
E il mito è un motore economico potentissimo.
Che si chiama Brand.
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Credits: Elisabetta Alicino .alicino .genesi