18/02/2024
Diciotto anni di fallimenti, di tentativi di rialzarsi senza mai riuscirci, come un pugile ubriaco che continua a cadere a terra, deriso e strisciante, ma con l'orgoglio di non chiedere mai pietà se non a se stesso.
È l'epopea di una squadra che meglio non potrebbe rappresentare la città di Napoli.
Onore e appartenenza, sudore senza gloria, a capo chino traendo forza guardando la propria terra.
Quella terra così bella e dannata.
C'erano 3 mila napoletani a Forlì 18 anni fa.
Ci sono tanti napoletani a Torino stasera, emigrati o viaggianti, che non vedono l'ora di riabbracciare il Vesuvio almeno per una notte.
Sono cambiate le generazioni e i volti, sono cambiati i protagonisti.
Quello che non cambia è negli occhi di quei ragazzi terribili di Bucchi che 18 anni fa sconfissero una Roma che sembrava invincibile.
Gli stessi occhi dei ragazzi di coach Milicic stasera, il più napoletano dei croati, che scalano una montagna ancora più alta chiamata Milano.
La fierezza di essere napoletani almeno per una notte.
Del resto nascere a Napoli vuol dire sfidare la vita, cosa sarà mai vincere una partita di basket.
Grazie per l'emozione di stasera ❣️