23/09/2022
Review of our latest release, Calvana "III┼", by • TheUndergrounder •
𝕽𝖊𝖈𝖊𝖓𝖘𝖎𝖔𝖓𝖊
𝕮𝖆𝖑𝖛𝖆𝖓𝖆 - III┼ ( 𝕯𝖆𝖒𝖓𝖆𝖙𝖎𝖔 𝕬𝖉 𝕭𝖊𝖘𝖙𝖎𝖆𝖘, 2022)
Per fronteggiare il vivere odierno da quell'ombra decisamente materialista ed asettica, da decenni il contesto della controcultura musicale e concettuale ha potuto contare sulla presenza di personalità, poeti, visionari e ricercatori sonori che hanno guidato le anime più oneste a sperimentare il fondo della propria essenza.
Per sovvertire le dinamiche frustranti di una vita vissuta nel becero consumismo edonistico, figlio riconosciuto del capitalismo - possiamo ritenerci quantomeno al sicuro finché saremo guidati da questi portatori sani di arcaici linguaggi e sani principi, anime pure che sanno fotografare sorgenti, paludi, figli di una vita vissuta nell'umile e libera espressione di sé, che anziché abusare di questa terra ne fa panacea ed ispirazione continua.
Fortunati saremo finché potremo contare su personalità che vivono alimentando il fuoco della passione per ogni cosa anziché spegnersi dentro le fallaci infrastrutture sociali guidate da umanoidi paraculi che ci infilano supposte mentali e congelano i nostri ideali.
Tra le tante persone che rappresentano il circuito underground italiano, pochi in realtà possono davvero annoverarsi, come personalità pure, sicuramente però un progetto sonoro come quello dei Calvana per l'immaginario costruito, sonoro e non, almeno per me, possono tranquillamente essere, quei liberi pensatori che attraverso la loro arte, portano - guidano a ricercare l'essenza, a non abusare della natura a farne una parte importante del percorso formativo di ognuno.
A distanza di due anni dall'ultima pubblicazione ( "IɅ" , Schattenkult Produktionen, 2020) eccoli tornare di nuovo a piedi pari, direttamente dalle terre maledette ed ataviche della Calvana, catena montuosa dell'Appennino, ubicata tra Prato e Firenze, per sovvertire e scaraventare giù tutto ciò che è malsano, tutto il ciarpame materialista dei salotti costituzionali.
Sempre più eticamente vicini a entità primigenie, aprono un varco esplorando a pieno titolo il proprio quid espressivo, con i piedi molto ben piantati per terra, e mai in qualche c***o di pavimento lussuoso dei luoghi del potere.
Compiendo scelte stilistiche e non, fedeli a se stessi, fedeli a quel vagito embrionale di questo progetto.
Il progetto sonoro dei Calvana, muove i primi passi nel 2015, concepito e plasmato come 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘪𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘫𝘦𝘤𝘵, i nostri hanno messo molti passi sul selciato fino a vedere pubblicato il debut, proponendo una struttura sonora che cavalca la 𝑓𝑖𝑟𝑠𝑡 𝑤𝑎𝑣𝑒 𝑜𝑓 𝑏𝑙𝑎𝑐𝑘 𝑚𝑒𝑡𝑎𝑙, della scuola norvegese dei Darkthrone, Mayhem, unendoci ispirazioni sopratutto nella costruzione di riff e blast vicini al crust e d-beat scuola primi Discharge sul filone vocale beh, ciondolante, strisciante tipicamente black metal come tradizione vuole.
Dentro un intreccio sonoro ritualistico e guidati da entità primordiali, lo scorso agosto hanno pubblicato il secondo lavoro "III┼" scortati dalla Damnatio Ad Bestias . Registrato e mixato dal sodale Alex Rossi al Hil Valley Studio, e masterizzato al Orange Recording Studio, accompagnati per la seconda volta dall'eclettica e lugubre visione di Coito Negato , che crea per loro artwork e layout, riuscendo a fotografare l'essenza primitiva della combo toscana, come l'unione di più diapositive che compongono una criptica pellicola riuscendo ad ottenere qualcosa che si accompagna al rumore proposto, come fuoco e benzina, dove una è legata all'altro idealisticamente.
"III┼" è un nodoso ed asfissiante imbuto sonoro distribuito dentro nove tracce costruite dentro riffing arcano e grezzo, atmosfere pruriginose e melodie annaspanti avvolte dentro un mantello di paesaggi sonori opprimenti.
Come risucchiati dentro un interfaccia sonoro e gnostico vieni totalmente rapito dalla cura parsimoniosa degli elementi che compongono la struttura sonora dei brani, tra melodie affilate come cesoie tra soluzioni black metal e death metal della scuola californiana alternato a sfuriate blackened crust per darti il colpo di grazia nei rallentamenti tipicamente sludge opprimente e ritualistico.
Come persi dentro una tagliola senza fine alternano sfuriate corrosive a momenti ciondolanti e pesanti.
La piena consapevolezza espressiva è presente in tutta la sua estrema bellezza dalla prima all'ultima traccia, e sin dalla sua apripista - "┼┼" possiamo capire appieno questa loro predilezione ed esternazione di sé stessi, quattro minuti e trentasei di riffing affilato guidato dalla massa vocale che ti avvolge nella sua mastodontica e glaciale presenza, accompagnato da blast beat a motosega che ti scaraventa addosso tutto il pathos e l'impatto della loro combo sonora.
Sapete quei dischi che ti incollano e non prendete fiato se non alla fine del minutaggio?, ecco questo lavoro è uno di quei dischi talmente avvolgente che difficilmente si può riuscire a staccarsi da dosso, alternando brani asfissianti come "III┼┼", dove in sette minuti i nostri ci ubriacano di melodie nefaste sostenute da riffing corrosivo, blast rovente, e voce profonda e glaciale che si evolve in ritmi più ciondolanti tipicamente sludge, e le loro discromie si fanno sempre più invasive e spesse.
"IɅ┼" è caratterizzata da quel irriverente incastro sonoro serpico e criptico, costruito dentro blastbeat pesante, riffing meticoloso, preciso e pungente che viene scaraventato dall'imponenza del colore vocale che cattura la tua attenzione in ogni rigoglioso gorgoglio.
Per terminare poi con "IIII┼┼", che fa da chiusa all'album e letteralmente fa a pezzi il nostro cuore, costruita dentro blast incessante e morboso, riffing corrosivo che accompagnano la voce nell'ultimo esempio pieno di accenti e virgulti profondi, dove l'ascoltatore si trova come parte di quell'espressione così cupa ma onesta.
Sicuramente è un disco che sazierà`chi mastica queste sonorità, senza ombra di dubbio, ma è un lavoro che coinvolge e stimola anche i novizi e chi non ascolta questo genere di "rumore", proprio perché il tutto è gestito e guidato da una sana attitudine oltre che ad un parsimoniosa consapevolezza sonora, unica e rara.
Dischi del genere non solo ti permettono di andare a fondo delle proprie radici ataviche ma ti permettono di comprendere più a fondo la reale differenza tra suonare per qualche c***o di motivo e chi lo fa per esigenza vitale.
.. 𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑜𝑚𝑖𝑛𝑖 𝑒 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑛𝑒 𝑠𝑖 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑎𝑛𝑜, 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑠𝑒 𝑎𝑐𝑐𝑎𝑑𝑜𝑛𝑜.”...
Ms Antrophy.