12/09/2024
Il mio PC si risveglia in questi giorni da un lungo letargo. Il ripiano che lo ospita è impolverato, conto al più presto di pulirlo. Non scrivo né pubblico alcunché da diversi mesi, ho le mani e la mente arrugginiti, ma tutto questo tempo non è passato invano. Non voglio stucchevolmente raccontarmi come si farebbe in una autocelebrazione, ma piuttosto ripulire il mio "modus operandi", più precisamente lo spirito con cui mi approccio alla scrittura, esattamente come farò a breve con il mio mobile porta computer. Forse potrà sembrare un discorso balzano, stravagante, ma ho preso coscienza che la scrittura è per come l'ossigeno che respiro, come i protidi, i lipidi, glicidi, vitamine, minerali e gli oligoelementi che ingerisco per rimanere in vita. Anche la mente e lo spirito, qualsiasi cosa questo voglia dire, vanno adeguatamente alimentati per non indebolirsi sempre più sino all'estinzione. Ritorno quindi all'azione con una nuova intervista, in quest'occasione rivolta a Roberta Pedrotti, una persona colta, di grande sensibilità, concreta e lontana da certe fumisterie letterarie fini a se stesse.
Roberta elenca, descrive e spiega con il piglio della più autentica divulgatrice, non dimentica di quel "pathos" che tutto deve sorreggere a mo' di tessuto connettivo, il grande mistero della musica. Lo fa con lucidità e amore. Ma chi è Roberta Pedrotti? Attingo la sua biografia dalla rivista di musica, arti e cultura "L'Ape musicale", una realtà editoriale che la vede come direttrice a capo di un prestigioso manipolo di redattori. Laureata in Discipline dell'Arte, della Musica e dello Spettacolo (Università di Bologna) e iscritta all’Ordine dei Giornalisti, svolge attività di critico musicale dal 1998. Studiosa di drammaturgia musicale con particolare attenzione a Rossini e al Belcanto, è invitata a partecipare a tavole rotonde, collabora con importanti istituzioni (dal Teatro alla Scala al Comunale di Bologna e al Festival di Martina Franca) per presentazioni, conferenze e stesura di programmi di sala. È stata anche direttrice scientifica del Concorso Città di Bologna, organizza e promuove iniziative dedicate ai giovani artisti.
Dal 2011 cura il concerto annuale Lumezzane per Giacinto Prandelli in memoria del grande tenore nella sua città natale. Nel 2018 pubblica il volume Le donne di Gioachino Rossini. Nate per vincere e regnar, premiato a Pesaro con la medaglia del Comitato per le celebrazioni rossiniane nel centocinquantesimo dalla morte del compositore. Ha partecipato, nella stessa estate 2018, al documentario Rai Rossini150, trasmesso da Rai5 e disponibile sulla piattaforma RaiPlay. Nel 2019 pubblica, ancora per i tipi di Odoya, Storia dell'opera lirica. Un immenso orizzonte. Nel 2022 riceve il Pesaro Music Award insieme con il baritono Nicola Alaimo e il pianista e direttore Michele Campanella. Roberta è una persona affabile e gentile, disponibile a concedere un'intervista a un semplice appassionato un po' grafomane, come amo definirmi. Dieci domande che fanno luce su diversi argomenti, utili anche per mettere a fuoco delle problematiche che possono affliggere la critica, intesa nelle sue più varie ed eventuali diversificazioni, nel mondo attuale.
Sono state molto utili anche per me, recensore dilettante, poiché Roberta Pedrotti si muove nell'ambito di un singolare equilibrio tra il volere e l'essere, lontana dagli stereotipi e mossa dal sincero desiderio di rispettare tutto e tutti, auspicando però il medesimo atteggiamento da ambo le parti: artista e critico. Tutto si può scrivere quindi, ne deduco, se viene rispettato il fondamentale principio della schiettezza, del rispetto e della consapevolezza di chi in realtà si è.
Per questo va a lei il mio più sentito ringraziamento.
Buona lettura.
Intervista a Roberta Pedrotti