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Hip Hop Head
Condotto da Nice Stilla Shawty

Nice aka Stilla aka Shawty si è avvicinata alla Cultura Hiphop nel 2009 tramite la Breakdance e il Writing. Passa poi al Rap e inizia a registrare ufficialmente i suoi brani nel 2015. Nei suoi pezzi è alla continua ricerca del mix perfetto tra i suoi interessi e ambiti di studio: la musicologia, le arti, la critica musicale, il collezionismo discografico, il poetry slam, la conduzione radiofonica.

Nice Stilla Shawty On Air è un progetto autoprodotto atto a diffondere la sua conoscenza sul Rap, specialmente italiano.

L'avete ascoltato? Vi ho dato un po' di tempo per recuperare questo disco!Egreen ritorna con un carico di ospiti notevol...
10/03/2025

L'avete ascoltato? Vi ho dato un po' di tempo per recuperare questo disco!
Egreen ritorna con un carico di ospiti notevole e trasforma una sua iconica frase in un progetto intero, 12 tracce genuine senza edulcorazioni: l'ho recensito fresco fresco venerdì per Rap Italiano: Senti Come Suona.

Fare Rap non è obbligatorio. No shortcuts.

Egreen – Fare Rap non è Obbligatorio

Recensione a cura di Nice Stilla Shawty On Air

L’iconica frase rintracciabile in “Bricks & Hammer EP” (2012) è diventata ora un titolo di un progetto molto più esteso, di un credo diffuso e innestato in un intero disco.

“... Credo che questo sia un momento cruciale in cui è in atto un cambiamento generazionale senza precedenti, qualcosa di mai visto prima in Italia, più nell’underground che in superficie. Da quando sono in attività non sono mai stato uno spettatore di questa cosa, non da meno ora e adesso, certo, sempre in linea con la mia visione, ho il privilegio di poter immortalare uno scatto di questo momento storico e lasciare un documento avvalendomi della fiducia di alcuni di questi ragazzi. Dico alcuni, perchè ci tengo a RIBADIRE che credo fermamente che la cosa più stupida che uno possa fare sia credersi al centro dell’universo, sappiate che porto i miei rispetti e omaggi a tutti voi la fuori che state facendo il vostro con qualità e fame, vi vedo e vi ascolto tutti, che siate amici, conoscenti o persone con le quali il mio percorso si è solo sfiorato: mc’s di stampo classico, freestylers, veterani a cui il fuoco non si è spento, cani sciolti, eccentrici, ecc ecc ecc…tutti. Ognuno fa il suo e ha la propria vita, alla musica vanno dati i fiori che si merita, quando li merita. È un bel momento di evoluzione e cambiamento e con Payback Records ci siamo dentro orgogliosamente fino al collo. Questo è il mio apporto” (IG di Egreen).

Egreen riemerge con queste parole e altri post molto estesi e ricchi di spiegazioni durante la pre-uscita del suo nuovo disco “Fare Rap Non è Obbligatorio”: colpiscono i molti featuring all’interno. I titoli presentano talenti del sottosuolo che ha reclutato Egreen da tutta Italia, sotto un’unica calotta. In questi lunghi post si accendono parole forti, decise e che ambiscono a proporsi come un cambio testimone molto importante (forse fisiologico, per non dire necessario). Leggendo la tracklist sorrido, alcuni nomi mi sono personalmente ben noti e devo dire che sono molto contenta che ci siano, altri li scoprirò e approfondirò ascoltando.

Non mi resta che immergermi nei sotterranei e vedere cos’hanno cucinato nelle cantine questi artisti, dandovi il mio solito resoconto. Partiamo?

No shortcuts (ndr).

Egreen – Fare Rap non è Obbligatorio

Data di pubblicazione: 07 marzo 2025

Produzioni: Neazy Nez, Fabio Armato, JayBee Vibes, Azukori, Aleaka, Sonny Purini, Squarta, Gabbo, Luke Beats, The Departed Beats, Riccardino

Artwork: Luca Barcellona

Etichetta: Payback Records

Tracklist:

01. Tanti (prod. Neazy Nez)
02. Poz & Meneghin ft. Damn Daniel (prod. Fabio Armato)
03. Bodoni ft. Brattini & Royzen (prod. JayBee Vibes)
04. Patate al Cartoccio ft. Damn Daniel e Peter Wit (prod. Azukori)
05. Daily Operation ft. Liffe e Barra1 (prod. Aleaka)
06. KM 0 ft. Sonny Purini e Zeboh (prod. Sonny Purini)
07. 235 U ft. Andrea Dono & Unblasfemo (prod. Squarta & Gabbo)
08. Triglifo ft. Chyky & Kay Carter (prod. JayBee Vibes)
09. Nurmagomedov ft. Damn Daniel, Peter Wit, Sesto Carnera (prod. Azukori)
10. Pietro Micca ft. Michael Sorriso (prod. Luke Beats)
11. Qui Per ft. Charlie Broson & Ares Adami (prod. The Departed Beats)
12. Non Sei Tu ft. Royzen, Deal the BeatKrusher, Riccardino (prod. Riccardino)

Track by track:

TANTI – Un intro senza indugi, incisivo e volto a ridestare la nuova generazione, ricordando anche da dove il movimento è partito e fino a cosa è arrivato, dal punto di vista di Egreen. Rabbia, devozione, voglia di lasciare qualcosa in mezzo a “tanti”. Purtroppo quantità non significa qualità. E’ giunta l’ora di far girare più meritocrazia, io oso chiedere, in aggiunta: possiamo pretendere anche da alcuni ascoltatori maggior rispetto e senso critico, nei confronti di questa musica?

POZ & MENEGHIN – Dopo un’entrata impattante scende una base insana di Fabio Armato: potente, decisa, assurda. Per quanto riguarda il brano, si mette a proprio posto tutti, in stile G Fantini. Il primo ospite del disco mantiene con la tecnica. Come i migliori cestisti, nel complesso, canestro pieno.

BODONI – Il Bondoni è un tipo di carattere associato al tipografo e incisore omonimo. Il secondo feat, Brattini, si rivela ancora una volta eclettico, con apprezzati cambi di flow e di timbro. Benissimo anche Royzen. Liricamente, si perpetua il filo conduttore del progetto. A questo punto apprendo, da queste premesse, che ognuno farà vedere in rima il suo personale immaginario e trasmetterà la voglia di risalita a modo e stile proprio. Egreen intanto è sempre presente per ricollegare tutta la tracklist variegata. Altro beat manata di JayBee.

PATATE AL CARTOCCIO – Pure fare i beat non è obbligatorio, milioni di punti aurea anche a Azukori, un’interessante struttura che dà ai rapper una sferzata dinamica sebbene compatta. “La partita è lunga e non vince chi ha più rivali”, né più cash, né più traguardi ma chi ha i contenuti e la voglia di dare un apporto come si deve. Damn Daniel qui lo preferisco a “Poz & Meneghin”, Peter Wit chiude.

DAILY OPERATION – un titolo ripreso dal terzo album dei GangStarr del ‘92 , nei brani vi sono una varietà di argomenti: ipocrisia dello Stato, diritti sociali delle minoranze, pregiudizi che devono essere abbattuti. Aleaka per me è una garanzia assodata, in questo brano è inserito benissimo con il flow di Egreen, veramente una combo che attendevo molto, approvata al 100%. Oscurità azzeccata, buon coinvolgimento anche di Liffe e Barra1.

“Siamo lo schiaffo in bocca quando meno te lo aspetti”.

Si conferma il mio brano favorito tra tutti.

KM 0 – Ormai siamo a metà del disco ma grazie a questa varietà di artisti e di stili, la tracklist fa scorrere il progetto liscio, nonostante il concept non si sposti come argomenti. “Km 0” esonda sonoramente, rompendo un po’ l’oscurità e dando un segnale di una prima parte conclusa.

235 U – L’uranio 235 è un elemento instabile, se giustamente bombardato, può avviare una reazione a catena potente. Infatti, dalla sesta traccia, qualcosa è esploso diversamente ma poi è rientrato.

TRIGLIFO – Detto fatto, dopo un bang irradiante, si ritorna all’oscurità preponderante nel progetto, ancora un JayBee potente. Il triglifo è un elemento architettonico che adorna i templi greci. Che metriche ragazzi, che flow. Classic come un tempio ma odierno 2.0. Chyky mi è rimasto impresso e probabilmente si aggiudica il titolo come miglior scoperta della tracklist, personalmente parlando. Freschissimo.

NURMAGOMEDOV – mi piacciono molto i riferimenti a elementi, personaggi o situazioni. Artisticamente è un percorso che seguo anch’io, perchè porta l’ascoltatore a uscire dalla dimensione brano e a cercare oltre la musica, il significato che sta sotto la superficie. "Nurmagomedov" è un combattente russo di arti marziali miste. Questo brano lo associo visivamente a “Kill Bill”, mi armo concettualmente di katana, è interessante. Sposta l’asse ancora, com’è accaduto in “KM 0”.

PIETRO MICCA – “L'immagine del leggendario artigliere piemontese, che durante l'assedio di Torino dei 1706 impedì con il sacrificio della propria vita l'ingresso dei francesi nella città” (ndr): siamo in dirittura d’arrivo ma non smettono le rime taglienti.

“Picchia ‘sta musica di nicchia, sottoterra, Pietro Micca, basta accendere la miccia”.

QUI PER – Per concludere sputiamo ancora e ancora fatti: Egreen espone sinceramente tutto quello che gli passa per la testa e si toglie dei sassolini. Frecciatine, rime, fatti, e fine.

NON SEI TU – E si chiude: fare Rap non è obbligatorio e credo che a questo appunto l’abbiamo capito. Si lascia uno spiraglio di finale aperto, perchè come sono entrata nel sottosuolo ora ci sono uscita, gettata come una pietra lavica: ci sarà un continuo a questo progetto?

Senza troppi indugi che di fatto, non avevo nemmeno nel pre-uscita, ho apprezzato molto questo avvicendamento. Infatti, conoscendo l’operato di Egreen, non ha deluso le aspettative su contenuti e approccio.
Alcuni ospiti li conoscevo, altri no: mi hanno particolarmente colpito taluni e sicuramente li approfondirò.

Avrei riposizionato le tracce centrali diversamente (6, 7 e 9, magari avvicinandole in blocco tutte e tre), per dare maggiore continuità sonora e coerenza di avvicendamento. Dodici è un numero giusto.
Aggiungo in più, che avrei assegnato qualche ospite a diversi beat, ma questo è un aspetto secondario, di fino, in vista dell’intero progetto che comunque è coeso e funziona ottimamente. Ciò che conta è che fare Rap non è obbligatorio: una bella boccata d’aria fresca, realizzata da artisti del sottosuolo che ci credono, che si applicano. Una proposta di visione insomma che continua a spingere il movimento da dove originariamente è partito e si prefigge di farlo in modo genuino, non scordandone i valori. Per me, promosso.

“Questo non è un disco. È un PROGETTO in cui ho deciso di metterci la faccia. Fare rap È OBBLIGATORIO per chi ha qualcosa da dire. Dal talento e dalle nuove generazioni deriva responsabilità. Lo sbaglio più grosso che si possa fare, credo sia quello di non vedere oltre il proprio metro quadrato di praticello” (IG di Egreen).

Si percepiscono rabbia e frustrazione nei confronti di chi prende tutto per gioco e superficialmente. A volte, queste emozioni prendono giustamente il sopravvento, dentro a persone che ci credono veramente. Cercare di costruire un contesto alternativo, di certo in prim’ordine guidato dal gusto di Egreen, ma che tuttavia privilegia artisti indipendenti e che si impegnano, è per me sempre un buon proposito da valorizzare e da attenzionare.

Fare Rap non è obbligatorio, ma nemmeno ascoltarlo. Un enorme rispetto per tutte le sfaccettature di questa Cultura, per la dedizione che ogni artista emergente, conosciuto, sconosciuto, indipendente, con tanto o poco percorso, che dedica parte della vita – se non tutta – in questa arte, senza scorciatoie.

Appuntamento fisso ✨
05/03/2025

Appuntamento fisso ✨

Mistaman – La scatola nera salva-scena

Approfondimento a cura di Nice Stilla Shawty On Air

Una scatola nera è un dispositivo elettronico di registrazione dati installati in particolari trasporti, con lo scopo di facilitare le indagini dopo un incidente: è un costrutto molto resistente per riuscire a sopravvivere in condizioni avverse.

“Se hai trovato la scatola nera sei testimone di ciò che è rimasto dopo che l’hiphop è esploso. Siamo qui per restare. Questo è quello che rimane quando il fumo si dirada. Mistaman e Roc Beats” (Dal booklet del cd “La Scatola Nera”).

“La Scatola Nera” è il quarto album da solista di Mistaman, il secondo prodotto interamente da Dj Shocca: cela in sé molte particolarità e curiosità.

- E’ stato pubblicato il 29 febbraio 2012, se ne può ricordare l’anniversario preciso solamente negli anni bisestili;

- Secondo un’intervista di Mattia Costoli x Vice – “Abbiamo chiesto a Mistaman di mettere in classifica i suoi stessi dischi”, 27.12.16 – “La Scatola Nera” è il disco che Mistaman preferisce di più in tutta la sua discografia;

- Il progetto è stato anticipato il 6 febbraio 2012 con il videoclip del brano “Real Classic S**t”, diretto da Frank Siciliano e Nicola Artico, nel quale compaiono moltissimi della scena (milioni di punti aura per chi riconosce tutti nel video);

- C’è solamente un featuring in tracklist, quello di Ghemon nel brano n.9 intitolato “Vero”;

- Sono stati stampati diversi pack del disco, uno dei formati più apprezzati e originali è quello con il case rotondo e metallico. Non si tratta del classico LP (comunque, per l’occasione, uscito limitato a 300 copie) o cd, in un certo senso riprodurrebbe una scatola nera vera e propria;

- C’è una certa circolarità nel concept dell’intero album che ha la sua massima espressione nel brano d’amore “Stagioni”: qui si parla di una storia di amore che si sviluppa nell'arco di un anno seguendo i ritmi delle stagioni, sbocciando in primavera e morendo in inverno. Anche la tematica della rabbia nei confronti della società, dei valori della libertà e autenticità si perpetuano avvicendandosi in molte tracce del disco:

“Ho capito che i miei testi sono codici Da Vinci/ Li leggi solo con gli specchi e quindi/ Lo sai, man, non li capisci se non rifletti/ Sì, come ogni poesia che si rispetti” (da “Vero”, traccia n.9).

* Il 6 e il 9 sono numeri che se girati si possono avvicendare: mi piace pensare alla coicidenza che siano state collegate le tracce n. 6 e n. 9 per formare il titolo MC + Vero = MC Vero;

- La tesi della circolarità e della continuità si fa forza nella grafica e anche nei sample: l’omonimo brano che apre il disco campiona “Mille Richiami” contenuto in “Anni Senza Fine” del 2008 ma non c’è solo questo. Un altro esempio è in “Il Mondo Al Contrario” dove si campionano i Tasters da “Fuori dalla Scatola”, featuring tra le altre in cui compare anche Mistaman. La lista dei richiami e delle citazioni è abbastanza dispendiosa, negli stessi testi i giochi di parole sono notevoli, ingenti, si avvicendano in circolo nelle tracce come suggerisce anche il progetto grafico, concepito da Mecna;

- Probabilmente questo disco è la massima concentrazione politica e sociale in percentuale nei dischi di Mistaman. La polemica aspra alla realtà, all’epoca il 2012 ma attuale anche ora, lascia spazio solamente a testi diretti e senza freni, criticando istituzioni e concrete situazioni stagnanti, superficiali e finte, sia dal punto di vista soggettivo che oggettivo. Un vero e proprio sfogo a tutti, sparato una traccia dopo l’altra, che non ha in nessuno dei dieci brani una visione positiva ma si pone tuttavia sempre e comunque in conflitto, contro tutti e tutto.

Una chicchetta insomma, che racchiude in sé molte curiosità e che domani compie ufficialmente 13 anni.

“La Scatola Nera” come quella di un aereo raccoglie i dati fino agli ultimi istanti prima dell’esplosione, in questo caso l’esplosione dell’Hip Hop in Italia. In questa scatola di metallo abbiamo memorizzato tutto quello che per noi è rimasto integro prima dell’esplosione. Un concentrato di rime e beats che vanno in controtendenza alle mode del momento, ci siamo messi al di sopra dei giochi per produrre un disco che fosse ineccepibile e senza tempo [...] C’è l’illusione che fare rap sia facile, che chiunque possa farlo. Fondamentalmente è vero, l’hip hop è democratico, chiunque può farlo applicandosi, ma prima che un genere musicale è una cultura con un linguaggio complesso e profondo, la conoscenza e il rispetto per quello che si sta facendo è fondamentale. Ben venga che si allarghi la base di chi segue il genere, l’hip hop italiano è nelle orecchie di tutti ed è una cosa potentissima, vedremo quando tornerà la bassa marea chi sarà resistito.” (Intervista a Mistaman e Shocca di Hiphop Rec, 19.03.2012).

Etichetta: Unlimited Struggle/Propaganda Agency

Tracklist:

01. La Scatola Nera
02. Real Classic S**t
03. Il Mondo al Contrario
04. La Terza Guerra Mondiale
05. Secondo a Nessuno
06. MC
07. Troppo e Poco
08. Stagioni
09. Vero (feat. Ghemon)
10. 100%

Auguro una buona domenica, condividendo la recensione di Skizo e il suo nuovo album "Prima del Prima" 👇
23/02/2025

Auguro una buona domenica, condividendo la recensione di Skizo e il suo nuovo album "Prima del Prima" 👇

Dj Skizo – Prima del Prima

Articolo a cura di Nice Stilla Shawty On Air

“Il disco nuovo vuole essere per la prima volta dopo tanti anni un'apertura del mio mondo, un po' privato, di artista marziale, che non è un mondo casuale: mi ci sono impegnato veramente da quando sono piccolo. Ho praticato tutto, dal judo al karate, brazilian jiu jitsu, pugilato… Un titolo ambizioso, però me la sentivo: “Prima Del Prima”, perché volevo dare il mio mattoncino, il mio contributo laddove per anni ho visto riscrivere la storia. Per cui ho voluto dire: “Mi faccio carico, io arrivo dal prima del prima e ti dico quello che è”. Però c'è qualcosa sotto: “prima del prima” è “Sensen no Sen” ed è un atteggiamento mentale che tu hai quando combatti” (Intervista di Inoki a Skizo, ep.8, Orangle Talk, 11.06.24).

La bio di Skizo è vastissima, la riduco qui davvero a pochi nodi essenziali: nato a Milano, è ufficialmente producer e dj dall’84. Fonda il collettivo Radical Stuff, circa un decennio dopo gli Alien Army. Viaggia in tutto il mondo e collabora da inizio carriera con svariati artisti, sia nazionali che internazionali (ndr sito ufficiale di Skizo).

“Prima del Prima” è la sua più recente fatica: uscito a episodi, a piccoli passi come fosse un’escalation, questo disco vede la luce nelle piattaforme streaming il 7 febbraio 2025. Chi invece ha acquistato la copia fisica in vinile da giugno dello scorso anno, conosce già tutti i brani.

Dalle parole di Skizo post-uscita e dai nomi della nutritissima tracklist, il progetto si preannuncia come una profonda immersione nella disciplina, composta da diversi stili e contaminazioni. Ed effettivamente è così.

“Prima del Prima” condensa, in primo luogo, l’esperienza pluriennale di Skizo. Nelle produzioni dà sfoggio di cultura e innovazione al passo coi tempi. Inoltre, grazie alla profonda conoscenza della musica nostrana, riesce ad accomodare tutti gli ospiti, sebbene abbiano visioni e background diversissimi tra di loro: nel disco Skizo li incastona come piccoli diamantini, accomunando mondi e modi, a volte, anche opposti. Tutti concorrono però verso un sentire comune: l’amore per questa musica e il lavoro personale all’interno di se stessi per farsi valere nella vita.

“You can smell it when I'm walking down the street/The best unexpressed, it's called experience” (da “Walking”, traccia n.7).

“Prima del Prima” ha molti apici, momenti di sano appagamento, tanti stimoli dati dalla tracklist variopinta, mantiene alto l’interesse dalla prima alla diciottesima traccia. C’è spazio e libero sfogo anche per altri dj, che si avvicendano ai liricisti con dimostrazioni ai piatti notevoli, coadiuvando Skizo. Compaiono Dj Ghost, Dj Bront, Dj 5L, Dj Baro, Dj Douglas in perfetta sintonia.

Resto colpita, ovviamente in positivo, soprattutto dai più giovani, che si fanno largo tra i nomi ormai consolidati da parecchio. In questo disco danno prova di grande capacità, in particolare: Mattak si destreggia benissimo e cavalca le metriche consapevolmente, in una traccia assieme ad un Jack the Smoker in formissima; RollRoiz scivola liscio con stile ineccepibile in “4 Gambe”; Ame 2.0 – una mia piacevole scoperta di anni fa che continuo a monitorare – si inserisce nel contesto naturalmente, rimanendo fedele alla sua missione stilistica; un Davide Shorty performante nelle liriche: qui non lo troviamo nei classici cantati a cui (giustamente) è chiamato molto spesso ma a una versione liricista.

Da Nord a Sud Italia, Skizo introduce l’ascoltatore in una serie di tappe tematiche oltre che stilistiche e di genere. Il filo conduttore c'è, ma i brani contemporaneamente brillano di luce propria, rendendo versatile e dinamico l'ascolto. In “Prima del Prima” ce n'è per tutti i gusti: i tecnici, gli sperimentali, i ballabili, gli introspettivi, i socialmente impegnati. Non era facile rendere un progetto così ampio così fruibile.

La perfezione ovviamente non esiste, il range al quale Skizo ha attinto è vasto e ambizioso: avrei preferito un timbro vocale più dinamico e incisivo in V***a - che comunque porta a casa un buon brano - e meno sbavature nelle soluzioni di Stylo.
Nonostante tutto, Skizo ci ha davvero visto lungo, prima del prima, accomunando tutti sotto un unico progetto, dandone una buona resa.

“Sono ancora in studio e voglio migliorare/ Penso solo di continuo ad allenarmi/Hustlin', made ya' move, pon the grind, Alien Army” (da “Allenarmi”, traccia n.8)

Grazie per questo training, Skizo!

Qual è la vostra traccia preferita?

Dj Skizo – Prima del Prima
Data pubblicazione (in vinile): 19 giugno 2024
Data di pubblicazione (in streaming): 7 febbraio 2025
Etichetta: Orangle Records

Tracklist:

01. Rockin’ With the Best (intro)
02. Prima che Sfaso (ft. Dj Ghost aka Steeni, Inoki & Nerone)
03. Portami Lontano (ft. Clementino, Chryverde & Dj Bront)
04. Sembra Scritto (ft. Dj Ghost aka Steeni & Dj Bront, Jack the Smoker, Mattak)
05. Lettering Chicano (ft. Dj Ghost aka Steeni, Jangy Leeon, Murubutu)
06. Ancora Lunedì (ft. Claver Gold & Tormento)
07. Walking (ft. Davide Shorty, Dj Ghost aka Steeni, Mistaman)
08. Allenarmi (ft. V***a, Chryverde, Dj 5L)
09. Stylo da Vinci (ft. Dj Bront & Gambino)
10. Vera Rivoluzione (ft. Sud Sound System & Garelli)
11. Una Bomba (ft. Otierre)
12. Disertore (ft. Colle Der Fomento & Dj Baro)
13. Numeri e Costellazioni Innamorati di Una Donna (ft. Dj Bront & Lanz Khan)
14. Set the Trend (ft Shak Manaly)
15. 4 Gambe (ft. RollzRois & Dj Ghost aka Steeni)
16. Tu si Tu (ft. Dope One, Oyoshe & Speaker Cenzou)
17. Mi Basterebbe (ft. Ame 2.0 & Dj Bront)
18. Antichi Astronauti (ft. Dj Douglas, Maury B, Patrick Benifei)

Un artista che amo per la sua veracità, uno dei più veri in circolazione. Su Rap Italiano: Senti Come Suona approfondisc...
12/02/2025

Un artista che amo per la sua veracità, uno dei più veri in circolazione. Su Rap Italiano: Senti Come Suona approfondisco oggi "Iris", decima traccia del miglior album 2020, secondo il mio parere: "L'Ultimo A Morire" di Speranza 👇

𝐒𝐏𝐄𝐑𝐀𝐍𝐙𝐀 - 𝐈𝐑𝐈𝐒

Album: Ultimo A Morire

Anno: 2020

Produzione: Simoo

– Approfondimento a cura di Nice Stilla Shawty On Air
– Grafica: Chiara Pedrini

“Ero fuori da un bar e pensavo al giglio. Sai, al fiore che è anche molto simbolico. Perché è un simbolo dei regnanti di Francia, poi c'è anche il rapporto con la religione. Da lì sono arrivato a un altro fiore, l'Iris. Ma non sono uno che si limita ai titoli: c'è molto di più dietro” (Speranza x Red Bull Music, articolo di Claudio Biazzetti, 16.10.20).

Speranza è cresciuto agli angoli di comunità eterogenee, periferiche, la sua vita si divide tra l’Italia – per la precisione Caserta – e la Francia – per la precisione Behren, la zona più povera della Nazione. Tramite le sue rime, si viaggia nella cruda quotidianità di zone emarginate, tuttavia multiculturali e ricche di spunti di vita unici nel loro genere. Un ragazzo cresciuto con moltissimi input, nomade nella vita e nelle sperimentazioni più diverse della musica.

Con la sua ruvida sensibilità, in musica ritroviamo un personalissimo e vastissimo patrimonio culturale abbinato a una vivida volontà di riscatto e di farsi sentire, senza mezzi termini, del tutto travolgenti.

“Era un bambino alto così, con un grande debito di parole, spaccava tutto” (Documentario di Noisey Italia, 2020).

Tuttavia quest’uomo, forgiato dall'asfalto ruvido e dalle popolari, ha anche un lato di sé più morbido e malleabile.

Con questo brano ci troviamo nel mezzo di una tracklist potente tratta da “L’Ultimo a Morire” – unico suo album ufficiale al momento –, costellata da rime incisive, dirette, ricche di vissuto, un flow potente. Da questa carica emotiva esplosiva germoglia senza timidezza “Iris”: il singolo pubblicato il 17 settembre 2020 come primo estratto dall’album d’esordio “Ultimo a Morire”, che ne ha anticipato l'uscita. E il videoclip che accompagna è massimamente eloquente.

“Iris” è simile a un romanzo verghiano in musica. Parla di realtà nuda e cruda e di un amore non corrisposto. Quando non viene ricambiato ferisce come fosse una spada, che trafigge il petto: il brano si apre con una schiettezza e un’amarezza disarmante, come quando si osserva un quartiere periferico difficile e ci si sente impotenti, pur volendo cambiare quantomeno la propria condizione, se non si può cambiare il contesto circostante che opprime. Il tutto è giocato su contrasti inconciliabili.

L’amore nei confronti di una donna è un tema di uso comunissimo da secoli. In “Iris” questo argomento chiave apre la possibilità di immedesimarsi però non solo in quello classico, volto al sentimento. Nel brano, l'amore di una donna, non corrisposto, può essere anche metafora o conseguenza personificata dell'abuso di alcol o della droga. Questi vizi molto spesso sono causa di un dolore che non si riesce ad anestetizzare da soli: vengono mascherati sotto il tema dell’amore nei confronti di una persona infatti, per edulcorare la pillola.

Ammettere questi rapporti tossici, qualsiasi essi siano, è prova di enorme coraggio e manifestazione di interesse ad uscirne in qualche modo, per condurre una vita migliore.

““Iris” nasce anche dalla positività. L'Iris è simbolo di rinascita, avevo questa idea in testa e l'ho sviluppata sull'idea di un amore un po' contrastato. Può essere dedicata anche al quartiere metaforicamente ma soprattutto parla di una donna, come dico in alcuni punti del disco. Sono promesse impossibili con un tono di minaccia e di amore, un po' un controsenso continuo. Però sai com’è, quando l'amore non viene ricambiato lo metti in chiave musicale a modo tuo, è un modo per illuderti di tenerti stretta quella persona” (Speranza x Rapologia, articolo di Matteo da Fermo, 16.10.25).

Delicato simbolo, aggiungo anche, di comunicazione e speranza per l'appunto. Il rapper casertano sceglie ossimoricamente di adoperare un mezzo tagliente e pieno, in questo caso, di risentimento e polemica, il Rap, dando un soffice titolo.
Flow grattante, liriche intrecciate in vari idiomi e dialetti, tormentate e rabbiose in contrasto con un beat malinconico, in loop archi dolci: Speranza in “Iris” dà prova di saper raccontare con il suo stile verace, autentico e senza filtri non solo di strada e di sé, ma di toccare anche argomenti complessi e psicologicamente intricati, con una semplicità e schiettezza incredibili.

Proseguendo nella seconda strofa, gli ipotetici amanti sono descritti a tratti come complici alla Bonnie e Clyde, a tratti nemici acerrimi e rancorosi. E questo odio si sente da parte di Speranza, protagonista diretto in “Iris”. L’amore dà e prende tutto senza tener conto delle nostre aspettative e bisogni. Se decide di lasciarci e andarsene lo fa senza remore.

La terza strofa chiude una storia che non ha quindi un lieto fine: l’amore sfuggente che Speranza non riesce a cogliere si trasforma in odio represso, sfogato prima con automatica nostalgia, con il ripercorrere a memoria momenti felici ormai sfumati, poi concretamente si sgretola in alcool, fumo e problemi giudiziari.
Speranza non ha voluto specificare volutamente a chi sia riferito il “lei”, se una donna o la droga stessa.

“Sono felice che le persone se lo stiano chiedendo perché il mio obiettivo era proprio questo, lasciare un significato aperto, in modo che ognuno ci possa leggere quello che desidera. Lo faccio spesso” (Speranza x Rapologia, articolo di Matteo da Fermo, 16.10.25).

Questa ultima immagine, con un finale aperto e ricco di incognite, tensione e amarezza, mi ricorda quello ideato da Kassovitz nell’iconico film “La Haine” (1995).

Chi prevale, alla fine?

In “Iris” sicuramente Speranza:

“Mentre pensi a conquistare lei, penso a conquistare il mondo”.

TESTO:

Salam aleikum alla mia zona, tu sappi che
Rinchiudo delle cose apertamente dentro te
Un "no" senza nemmeno un "perché"
Uè, uè, fidati di me, ho dovuto fare per tre
Forse per amore io non berrei, ma i primi giorni
Regina del mio cuore, pu***na dei miei sogni
Fa***lo i soldi, ti ammazzo gratis se mi sei amica
Ti ho fatto vedere tanto bene e ne sei ancora cieca

E allora je accarezzo 'o gr*****to, colpo a forma 'e russetto
'E fulmine ca te faranno mia, m''o ssento
Ma te parlo e nun te sento, parole 'int'ô viento
Mi illudo in un amore senza amore, comm'è?

(trad. > dialetto:
E allora le accarezzo il gr*****to, colpo a forma di rossetto
I [colpi] di fulmine ti faranno mia, me lo sento
Ti parlo ma non ti sento, parole al vento
Mi illudo di un amore senza te: com’è?)

Nei miei testi resti l'essenziale, nei miei scritti un iniziale
Vedi, stiamo bene insieme perché stiamo male
Sei una forza ma fatale, tu sorridi come quando
Fumo nell'androne, il mio rancore porta un nome:
Iris

Iris
Iris

Ne romperò vetrine per farti regali
Ti scipperò la borsa da uomo elegante
Vestiti firmati, fossa dei leoni
Formeremo un clan insieme io e il mio branco
Il danaro sarà schiavo e mai maestro (Mai)
Brucerò ogni macchina, è il gesto che conta
Ci trasferiremo nello stato di ebbrezza
A nozze la bellezza di una rom

Connais-tu l'arôme sur le bouchon d'liège?
Lui aussi, il est trompeur, sur son âge, te piège
La première gorgée en a tué à la nage
J'avoue, je rends copie blanche, dans mon âme, j'suis pas à la page
Du pain sur la planche, on veut m'conditionner
Silence absolu au policier qui veut m'auditionner
Même dans l'relationnel, j't'avoue qu'des fois, j'ai du mal
La plume contre l'épée, sang d'encre né dans l'illégal, animal

(trad. > francese:
Conosci l'aroma sul tappo di sughero?
Anche lui, è ingannevole, sulla sua età, ti imbroglia
Il primo sorso l'ha ucciso a nuoto
Lo confesso, consegno in bianco, nella mia anima, non sono aggiornato
(Abbiamo) Del lavoro da fare, vogliono condizionarmi
Silenzio assoluto con il poliziotto che vuole interrogarmi
Anche nelle relazioni, ammetto che a volte ho dei problemi
La penna contro la spada, sangue d'inchiostro nato nell'illegale, animale)

Saranno i figli che ti crescerai
Non so che ne uscirà, li caccio fuori e un vuoto lasceranno
Lo so, so' esagerato
Fai il caffè ai carabinieri, prego, è lei che mi ha messo ai domiciliari
Profumo micidiale chiuso in un cannone
Conto gli anni persi insieme scontando le ore e ore
Nel milione trovi il meglio e mai il migliore
Mentre fumo ancora nell'androne, il mio rancore porta un nome:
Iris

Iris
Iris

Ogni riferimento a cose o persone
È puramente fatto apposta
Dalla strada, per la strada, l'ultimo a morire
O con me o senza me
Non parlo d'amore, parlo di rancore
Sentimento molto più sincero, più profondo
Non sarai d'accordo
Mentre pensi a conquistare lei, penso a conquistare il mondo

Ieri altra recensioncinaaaaaa Rap Italiano: Senti Come Suona 👇
03/02/2025

Ieri altra recensioncinaaaaaa Rap Italiano: Senti Come Suona 👇

JAKE LA FURIA – Fame

Recensione a cura di Nice Stilla Shawty On Air

"Mastico Rap da tutta la vita, ma non sono ancora sazio" (IG di Jake).

Uscente dalla giuria di X Factor e dopo un anno dalla reunion Dogo, con rispettivo disco, anche lui come Guè a inizio mese, è tornato con un nuovo progetto singolarmente.
Jake la Furia ufficializza il 15 gennaio l’uscita di "Fame", il suo quarto album solista: fuori il 31, è interamente prodotto da Night Skinny.

Tredici le tracce con una bonus che compare nel preorder online, poi svelata. L’esistenza di un ipotetico progetto era già stata comunque anticipata dallo stesso Jake in un episodio del format “TakeAway” di ​Esse Magazine (maggio 2024).

Fame ancora di Rap quindi, ma ritorno anche al suo nome d'origine, quello scelto agli albori della sua carriera.

"Per gli amici Fame, per i nemici infame/ uno sciame di rime al catrame in una bocca con denti da cane" (Dalla strofa “Sul Filo del Rasoio”).

“Fame non è solo un ritorno alle origini, ma un manifesto musicale che esplora in modo crudo e onesto la società contemporanea, mantenendo intatta l’urgenza comunicativa che ha sempre contraddistinto l’artista” (All Music Italia, per l’uscita di “Fame” di Jake la Furia, articolo di M. Longo, 15.01.25).

Andiamo a testare traccia per traccia questo smanioso banchetto a cui Jake ci ha invitato, dove la fame brucia, nei video pre-uscita, tutta Milano.

JAKE LA FURIA – Fame

Data di pubblicazione: 31 gennaio 2025

Produzioni: Night Skinny

Etichetta/Distribuzione: Epic Records Italy/Sony Music Italy

Tracklist:

01. Back Like Cooked Crack
02. Diego Armando
03. Ambition
04. Money On My Mind feat. Rose Villain & Artie 5ive
05. Vi**ra feat. Kid Yugi
06. 64 No Brand
07. Cucchiaino feat. Nerissima Serpe
08. Milano Bloody Money feat. Ernia
09. Cocco 24 feat. Noyz Narcos, Tony Boy, Papa V
10. Con Uno Sguardo feat. Tony Boy
11. Andiamo Al Mare feat. Anice
12. Generazioni feat. Bresh
13. Danza Della Pioggia feat. Alborosie

Track by track:

1. BACK LIKE COOKED CRACK – Il titolo del brano deriva dalla serie di mixtape di Juelz Santana (ndr Genius). Il tributo posto nell’incipit del disco apre in medias res, senza attese e introduzioni. Ottimo attacco che gasa, poi ci immergiamo subito nei racconti di Jake.

2. DIEGO ARMANDO – Il personaggio di Jake si è modellato addosso un certo immaginario, che già da questa traccia non tarda ad arrivare. Donne, droga, strada, citazioni a grandi miti, valori con cui è cresciuto.

3. AMBITION – Milano brucia nei teaser come le ambizioni più impazienti di essere realizzate. Al contrario delle aspettative però, questo brano è pacato, come fosse piuttosto un tributo alla musica e un throwback in the days della propria carriera nel sound, un brano d’amore nel testo. Un po’ di tutto, non ben distinto.

4. MONEY ON MY MIND – Continua una linea sommessa, come se Jake volesse far parlare la sua parte più consapevole e matura. Entra in campo il primo featuring, Artie5. Il ragazzo continua a non entusiasmarmi né in questa collabo né nelle precedenti recensite recentemente, un po’ stridente e sottotono nel complesso, una strofa rigirata che non si auto-conclude. Rose Villain si occupa del ritornello.

5. VI**RA – Alla quinta traccia, il mood di “Fame” cambia, rendendosi più dinamico rispetto a una situazione partita furtivamente, come succede per gli antipasti, certo... Ma che non vanno allungati troppo. “Vi**ra” stimola maggiormente l’appetito, grazie a questo scambio di battute tra Jake e Kid Yugi per dialogato. Buon brano.

6. 64 NO BRAND – Questo è il singolo estratto pre-uscita con abbinato il video, forse tra i più potenti di tutto l’album, posto quindi al centro. Nonostante questa buona portata, sembra che i beat non esplodono mai al 100%, sento un permanente senso di trattenuta, nonostante ci sia qui anche un cambio beat.

7. CUCCHIAINO – Assestati gli argomenti e i primi intenti, a metà pasto si esce un po’ dal seminato. Passiamo ai secondi. Apprezzo questa punta di aggressività nel sound, che spazza via una staticità sottesa. Un po’ meno invece l’inserimento e la metrica di Nerissima Serpe, che in alcuni punti non mi convince con le sue soluzioni.

8. MILANO BLODY MONEY – Il titolo della canzone è un riferimento a “Bloody Money” di Capone-N-Noreaga. Viene ripreso anche lo stesso campione, ossia “Philadelphia Morning” di Bill Conti (ndr Genius). Si ritorna al mood precedente più riflessivo, politicante, di storytelling. Spesso, anche nel campione.

9. COCCO 24 – La miglior scelta di feat va a Noyz Narcos, posto ad hoc con questa produzione scivola via come l’olio e condisce alla grande dando un apporto in più, se non maggiore di tutti gli altri. Peccato che il brano sia sferzato in negativo da Tony e Papa V.

10. CON UNO SGUARDO – Ritorna subito a servire Tony, che qui rende leggermente meglio, su un brano che è forse il più commerciale e quello che strizza l’occhio più che altro alla generazione giovanissima. Un Jake più melodico, forse tra gli esperimenti più fuori dalle sue corde fino ad ora.

11. ANDIAMO AL MARE – Continua la cucina sperimentale che però si esaurisce subito qui, in canticchiati fuori fuori tono, sprazzo di due brani.

12. L’ULTIMO GIORNO DEL MONDO – E’ questa la bonus track che viene poi svelata e che ci siamo chiesti se ci fosse, ovvero un featuring con Guè. Tornano assieme in p***a magna, su un campioncino interessante, la parte vocale velata come un easter egg tratta da “Dance Rhythm Is a Dancer” di Snap (1992). Trovo un Jake entusiasta, anche il beat più solido.

“Un Dogo non è un pinscher”.

Una buona rinvigorita prima di concludere, che mi fa risalire dopo un paio di portate e di contorni un po’ pesantucci a lungo andare.

13. GENERAZIONI – Ecco cosa volevo trovare: “Generazioni” è un brano tra i più completi della tracklist, dove si tasta il Jake più genuino e verace, assieme ad un Bresh consistente e ben inserito. Convincente più delle prime delle tracklist.

14. DANZA DELLA PIOGGIA – Forse il feat che ho più atteso di sentire e che immaginavo desse soddisfazioni, data la portata di un artista come Alborosie. Una buona chiusura di progetto, ben coesa dalla traccia 12, recuperando una situazione andata in alcuni punti a posate – gentilmente – verticali. Alla fine del menù la missione di “Fame” si rischiara. Si può essere crudi, diretti, edulcorati, piccanti, grezzi, nostalgici, spacconi ma alla fine ci si ricorda perché lo si fa.

“Ci imboccano il veleno qui come Lucrezia Borgia
La goccia cade giù finché fa un buco nella roccia
Fuori la folla cresce mentre la vita si accorcia
Non spegneranno il fuoco con la danza della pioggia”.

Nice, (reso)conto per favore.

“Ho sempre avuto la necessità di esprimere me stesso attraverso la musica e con questo progetto ho voluto dare libero sfogo alla mia creatività senza compromessi” (Gazzetta dello Spettacolo che cita Jake la Furia, 23.01.25).

Ripescare alle radici la propria identità per ricordarsi da dove si è partiti e fin dove si è arrivati non è un lavoro introspettivo semplice, specialmente dopo anni di carriera e millemila versi scritti. Che l’esigenza di essere diretti, senza pensare troppo a fronzoli o compromessi, è indubbio. L’urgenza di dire e passare quindi all’azione anche, si percepisce.

“Questi featuring aggiungono sfumature e potenza a un progetto che spazia tra sonorità diverse, mantenendo il rap al centro” (All Music Italia, per l’uscita di “Fame” di Jake la Furia, articolo di M. Longo, 15.01.25).

Jake al centro, chef executive indiscutibilmente. In brigata di cucina invece, alcuni hanno eseguito grandi piatti, altri no. Non un menù impeccabile.
Resto negativamente sorpresa dalla durata dei brani, specialmente di come scivola via la prima parte del disco, corrispondente dalla prima traccia alla quarta, e quella dedicata “ai secondi piatti”, precisamente le tracce 10 e 11, spot prova fulminei.

Candidamente avrei avuto ancora spazio per qualche nota dolce-amara e non mi sarei di certo lamentata se fosse avvenuta più volte una sana indigestione di rime serrate. “Fame”, a causa di alcune collaborazioni e delle produzioni di Night Skinny, non mi arriva e non mi sazia completamente.

La vostra acquolina invece è sparita?

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