
10/03/2025
L'avete ascoltato? Vi ho dato un po' di tempo per recuperare questo disco!
Egreen ritorna con un carico di ospiti notevole e trasforma una sua iconica frase in un progetto intero, 12 tracce genuine senza edulcorazioni: l'ho recensito fresco fresco venerdì per Rap Italiano: Senti Come Suona.
Fare Rap non è obbligatorio. No shortcuts.
Egreen – Fare Rap non è Obbligatorio
Recensione a cura di Nice Stilla Shawty On Air
L’iconica frase rintracciabile in “Bricks & Hammer EP” (2012) è diventata ora un titolo di un progetto molto più esteso, di un credo diffuso e innestato in un intero disco.
“... Credo che questo sia un momento cruciale in cui è in atto un cambiamento generazionale senza precedenti, qualcosa di mai visto prima in Italia, più nell’underground che in superficie. Da quando sono in attività non sono mai stato uno spettatore di questa cosa, non da meno ora e adesso, certo, sempre in linea con la mia visione, ho il privilegio di poter immortalare uno scatto di questo momento storico e lasciare un documento avvalendomi della fiducia di alcuni di questi ragazzi. Dico alcuni, perchè ci tengo a RIBADIRE che credo fermamente che la cosa più stupida che uno possa fare sia credersi al centro dell’universo, sappiate che porto i miei rispetti e omaggi a tutti voi la fuori che state facendo il vostro con qualità e fame, vi vedo e vi ascolto tutti, che siate amici, conoscenti o persone con le quali il mio percorso si è solo sfiorato: mc’s di stampo classico, freestylers, veterani a cui il fuoco non si è spento, cani sciolti, eccentrici, ecc ecc ecc…tutti. Ognuno fa il suo e ha la propria vita, alla musica vanno dati i fiori che si merita, quando li merita. È un bel momento di evoluzione e cambiamento e con Payback Records ci siamo dentro orgogliosamente fino al collo. Questo è il mio apporto” (IG di Egreen).
Egreen riemerge con queste parole e altri post molto estesi e ricchi di spiegazioni durante la pre-uscita del suo nuovo disco “Fare Rap Non è Obbligatorio”: colpiscono i molti featuring all’interno. I titoli presentano talenti del sottosuolo che ha reclutato Egreen da tutta Italia, sotto un’unica calotta. In questi lunghi post si accendono parole forti, decise e che ambiscono a proporsi come un cambio testimone molto importante (forse fisiologico, per non dire necessario). Leggendo la tracklist sorrido, alcuni nomi mi sono personalmente ben noti e devo dire che sono molto contenta che ci siano, altri li scoprirò e approfondirò ascoltando.
Non mi resta che immergermi nei sotterranei e vedere cos’hanno cucinato nelle cantine questi artisti, dandovi il mio solito resoconto. Partiamo?
No shortcuts (ndr).
Egreen – Fare Rap non è Obbligatorio
Data di pubblicazione: 07 marzo 2025
Produzioni: Neazy Nez, Fabio Armato, JayBee Vibes, Azukori, Aleaka, Sonny Purini, Squarta, Gabbo, Luke Beats, The Departed Beats, Riccardino
Artwork: Luca Barcellona
Etichetta: Payback Records
Tracklist:
01. Tanti (prod. Neazy Nez)
02. Poz & Meneghin ft. Damn Daniel (prod. Fabio Armato)
03. Bodoni ft. Brattini & Royzen (prod. JayBee Vibes)
04. Patate al Cartoccio ft. Damn Daniel e Peter Wit (prod. Azukori)
05. Daily Operation ft. Liffe e Barra1 (prod. Aleaka)
06. KM 0 ft. Sonny Purini e Zeboh (prod. Sonny Purini)
07. 235 U ft. Andrea Dono & Unblasfemo (prod. Squarta & Gabbo)
08. Triglifo ft. Chyky & Kay Carter (prod. JayBee Vibes)
09. Nurmagomedov ft. Damn Daniel, Peter Wit, Sesto Carnera (prod. Azukori)
10. Pietro Micca ft. Michael Sorriso (prod. Luke Beats)
11. Qui Per ft. Charlie Broson & Ares Adami (prod. The Departed Beats)
12. Non Sei Tu ft. Royzen, Deal the BeatKrusher, Riccardino (prod. Riccardino)
Track by track:
TANTI – Un intro senza indugi, incisivo e volto a ridestare la nuova generazione, ricordando anche da dove il movimento è partito e fino a cosa è arrivato, dal punto di vista di Egreen. Rabbia, devozione, voglia di lasciare qualcosa in mezzo a “tanti”. Purtroppo quantità non significa qualità. E’ giunta l’ora di far girare più meritocrazia, io oso chiedere, in aggiunta: possiamo pretendere anche da alcuni ascoltatori maggior rispetto e senso critico, nei confronti di questa musica?
POZ & MENEGHIN – Dopo un’entrata impattante scende una base insana di Fabio Armato: potente, decisa, assurda. Per quanto riguarda il brano, si mette a proprio posto tutti, in stile G Fantini. Il primo ospite del disco mantiene con la tecnica. Come i migliori cestisti, nel complesso, canestro pieno.
BODONI – Il Bondoni è un tipo di carattere associato al tipografo e incisore omonimo. Il secondo feat, Brattini, si rivela ancora una volta eclettico, con apprezzati cambi di flow e di timbro. Benissimo anche Royzen. Liricamente, si perpetua il filo conduttore del progetto. A questo punto apprendo, da queste premesse, che ognuno farà vedere in rima il suo personale immaginario e trasmetterà la voglia di risalita a modo e stile proprio. Egreen intanto è sempre presente per ricollegare tutta la tracklist variegata. Altro beat manata di JayBee.
PATATE AL CARTOCCIO – Pure fare i beat non è obbligatorio, milioni di punti aurea anche a Azukori, un’interessante struttura che dà ai rapper una sferzata dinamica sebbene compatta. “La partita è lunga e non vince chi ha più rivali”, né più cash, né più traguardi ma chi ha i contenuti e la voglia di dare un apporto come si deve. Damn Daniel qui lo preferisco a “Poz & Meneghin”, Peter Wit chiude.
DAILY OPERATION – un titolo ripreso dal terzo album dei GangStarr del ‘92 , nei brani vi sono una varietà di argomenti: ipocrisia dello Stato, diritti sociali delle minoranze, pregiudizi che devono essere abbattuti. Aleaka per me è una garanzia assodata, in questo brano è inserito benissimo con il flow di Egreen, veramente una combo che attendevo molto, approvata al 100%. Oscurità azzeccata, buon coinvolgimento anche di Liffe e Barra1.
“Siamo lo schiaffo in bocca quando meno te lo aspetti”.
Si conferma il mio brano favorito tra tutti.
KM 0 – Ormai siamo a metà del disco ma grazie a questa varietà di artisti e di stili, la tracklist fa scorrere il progetto liscio, nonostante il concept non si sposti come argomenti. “Km 0” esonda sonoramente, rompendo un po’ l’oscurità e dando un segnale di una prima parte conclusa.
235 U – L’uranio 235 è un elemento instabile, se giustamente bombardato, può avviare una reazione a catena potente. Infatti, dalla sesta traccia, qualcosa è esploso diversamente ma poi è rientrato.
TRIGLIFO – Detto fatto, dopo un bang irradiante, si ritorna all’oscurità preponderante nel progetto, ancora un JayBee potente. Il triglifo è un elemento architettonico che adorna i templi greci. Che metriche ragazzi, che flow. Classic come un tempio ma odierno 2.0. Chyky mi è rimasto impresso e probabilmente si aggiudica il titolo come miglior scoperta della tracklist, personalmente parlando. Freschissimo.
NURMAGOMEDOV – mi piacciono molto i riferimenti a elementi, personaggi o situazioni. Artisticamente è un percorso che seguo anch’io, perchè porta l’ascoltatore a uscire dalla dimensione brano e a cercare oltre la musica, il significato che sta sotto la superficie. "Nurmagomedov" è un combattente russo di arti marziali miste. Questo brano lo associo visivamente a “Kill Bill”, mi armo concettualmente di katana, è interessante. Sposta l’asse ancora, com’è accaduto in “KM 0”.
PIETRO MICCA – “L'immagine del leggendario artigliere piemontese, che durante l'assedio di Torino dei 1706 impedì con il sacrificio della propria vita l'ingresso dei francesi nella città” (ndr): siamo in dirittura d’arrivo ma non smettono le rime taglienti.
“Picchia ‘sta musica di nicchia, sottoterra, Pietro Micca, basta accendere la miccia”.
QUI PER – Per concludere sputiamo ancora e ancora fatti: Egreen espone sinceramente tutto quello che gli passa per la testa e si toglie dei sassolini. Frecciatine, rime, fatti, e fine.
NON SEI TU – E si chiude: fare Rap non è obbligatorio e credo che a questo appunto l’abbiamo capito. Si lascia uno spiraglio di finale aperto, perchè come sono entrata nel sottosuolo ora ci sono uscita, gettata come una pietra lavica: ci sarà un continuo a questo progetto?
Senza troppi indugi che di fatto, non avevo nemmeno nel pre-uscita, ho apprezzato molto questo avvicendamento. Infatti, conoscendo l’operato di Egreen, non ha deluso le aspettative su contenuti e approccio.
Alcuni ospiti li conoscevo, altri no: mi hanno particolarmente colpito taluni e sicuramente li approfondirò.
Avrei riposizionato le tracce centrali diversamente (6, 7 e 9, magari avvicinandole in blocco tutte e tre), per dare maggiore continuità sonora e coerenza di avvicendamento. Dodici è un numero giusto.
Aggiungo in più, che avrei assegnato qualche ospite a diversi beat, ma questo è un aspetto secondario, di fino, in vista dell’intero progetto che comunque è coeso e funziona ottimamente. Ciò che conta è che fare Rap non è obbligatorio: una bella boccata d’aria fresca, realizzata da artisti del sottosuolo che ci credono, che si applicano. Una proposta di visione insomma che continua a spingere il movimento da dove originariamente è partito e si prefigge di farlo in modo genuino, non scordandone i valori. Per me, promosso.
“Questo non è un disco. È un PROGETTO in cui ho deciso di metterci la faccia. Fare rap È OBBLIGATORIO per chi ha qualcosa da dire. Dal talento e dalle nuove generazioni deriva responsabilità. Lo sbaglio più grosso che si possa fare, credo sia quello di non vedere oltre il proprio metro quadrato di praticello” (IG di Egreen).
Si percepiscono rabbia e frustrazione nei confronti di chi prende tutto per gioco e superficialmente. A volte, queste emozioni prendono giustamente il sopravvento, dentro a persone che ci credono veramente. Cercare di costruire un contesto alternativo, di certo in prim’ordine guidato dal gusto di Egreen, ma che tuttavia privilegia artisti indipendenti e che si impegnano, è per me sempre un buon proposito da valorizzare e da attenzionare.
Fare Rap non è obbligatorio, ma nemmeno ascoltarlo. Un enorme rispetto per tutte le sfaccettature di questa Cultura, per la dedizione che ogni artista emergente, conosciuto, sconosciuto, indipendente, con tanto o poco percorso, che dedica parte della vita – se non tutta – in questa arte, senza scorciatoie.