Asperger Adulti - Emilia-Romagna

  • Home
  • Asperger Adulti - Emilia-Romagna

Asperger Adulti - Emilia-Romagna Informazione legata al mondo dell'autismo, soprattutto ad alto funzionamento (sindrome di Asperger), nella fascia adulta della popolazione.

Condivisione di eventi a tema, sia su territorio regionale, che nazionale. Collaborazione con pagine simili.

Segnaliamo questo evento online e gratuito, sicuramente molto interessante!
19/05/2023

Segnaliamo questo evento online e gratuito, sicuramente molto interessante!

30/03/2023
Video davvero ben fatti, che abbracciano in generale caratteristiche inerenti all'autismo in ogni suo livello e sfumatur...
27/02/2023

Video davvero ben fatti, che abbracciano in generale caratteristiche inerenti all'autismo in ogni suo livello e sfumatura.

The short film made by Ethan in Episode 2 of Inside Our Autistic Minds.

Una nostra utente ci scrive questo. Chi può partecipare, sicuramente darà un contributo positivo per tutti."Ciao a tutti...
22/02/2023

Una nostra utente ci scrive questo. Chi può partecipare, sicuramente darà un contributo positivo per tutti.

"Ciao a tutti! Sto scrivendo la tesi magistrale di psicologia sulla sessualità e il modo di comprenderla e sentirla per chi vive nello spettro ed è asperger. Ho realizzato un test in cui ho necessità di avere un bacino di riferimento, per sviluppare la tesi con feedback reali. Il test impegna 10 minuti ed è totalmente anonimo.
Mi aiuterebbe molto avere le vostre risposte! Allego il link al testo. Grazie mille per la vostra attenzione"

https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fdocs.google.com%2Fforms%2Fd%2Fe%2F1FAIpQLSdbo27uZVgek3nEOJUXtZsXv9D1KDhzDpElaW6gzCRobrDPNg%2Fviewform%3Ffbclid%3DIwAR2qgEmhChNL1FXro_SnjMn0YnX6uxN2eP1aIyHi7KCJCNxmD1f0_TxjEAI&h=AT3uN-OvJY0VEExXrQWbkX-xtS6YovHbDe2T5sUbwmfigETM2PJNoXIDW_Wpy-g3CnIHdGbk0_jOxQN-hMvZVd0raPh5qOACtnPIKoEi8expeCMvYrQVlkHi9KjJkG4avoUtHw

Le chiediamo di partecipare volontariamente ad uno studio di ricerca riguardante la vita affettiva e l'Intimità sessuale delle persone con diagnosi di Sindrome di Asperger, condotto dalla Cattedra di Psicologia e Psicopatologia del Comportamento Sessuale dell'Università eCampus. Lo scopo dello stu...

Nuovi progetti in Emilia Romagna.
11/01/2023

Nuovi progetti in Emilia Romagna.



Il nuovo Programma si propone di intercettare già dal nido i primi segnali e mette al centro i progetti di vita dei pazienti adulti attraverso equipe multidisciplinari

03/06/2022

aspergeritaliaofficial • Original Audio | Skin Effect

21/05/2022

LE PERSONE AUTISTICHE HANNO UNA TEORIA DELLA MENTE?

Su questo argomento c'è un ampio dibattito e opinioni divergenti tra i professionisti.

🌑 Innanzitutto, cos'è la teoria della mente?

La teoria della mente (TOM - Theory of mind) è la capacità di attribuire stati mentali a sé e agli altri. Uno stato mentale può essere un'opinione, una credenza, un desiderio, un'emozione.

Si tratta della componente cognitiva dell'empatia (diversa dall'empatia affettiva che indica sostanzialmente la risonanza emotiva, sicuramente e pienamente preservata nell'autismo).

È opinione diffusa che le persone autistiche non abbiano una teoria della mente.
Questa informazione è obsoleta e non corretta.

📌 Nelle persone autistiche la teoria della mente fa capo a circuiti neurali differenti ma è tendenzialmente presente (in modo diverso).

Come?

🌑 Un classico test per valutare la presenza di una teoria della mente è il test dei "faux pas" (trad. passi falsi, gaffe). Si tratta di un test contenente 20 storie di cui 10 contenenti una gaffe sociale.

📌 Le persone autistiche senza una disabilità intellettiva, in genere, superano questo test.

🌑 Quindi perché viene somministrato nelle valutazioni?

Viene somministrato perché la "qualità" delle risposte è differente. In primis, una persona autistica impiega più tempo nella risposta, fa ragionamenti complessi per arrivarci, prende in considerazione tutte le ipotesi possibili.
Nella persona neurotipica, invece, la risposta è più immediata, istintiva e tipicamente NON frutto di un ragionamento.

📌 Da ciò deduciamo che la persona autistica passa per il ragionamento per arrivare a conclusioni di tipo sociale, in ogni caso il risultato è un test superato nella maggior parte dei casi.

📌 In presenza di un importante sovraccarico la performance in compiti di teoria della mente in situazioni non di laboratorio (quindi nella vita di tutti i giorni) potrebbe essere scarsa a causa della fatica a sostenere un tale carico cognitivo.

🌑 Altra caratteristica è l'ipermentalizzazione.

Capita, sempre somministrando lo stesso test, che una persona autistica, nelle storie senza il faux pas (quindi storie NON contenenti una gaffe), identifica come inadeguati comportamenti neutrali proprio per via del fatto che la risposta è frutto di un ragionamento dove vengono analizzate molte ipotesi.

🌑 Come si declina questo fattore nella vita di tutti i giorni?

📌 Prima di tutto si assiste una maggiore latenza nella comprensione di dinamiche sociali complesse.

📌 Secondo, dover sempre ricorrere al ragionamento per comprendere i fatti sociali è estenuante oltre ad implicare una tendenza a ragionare costantemente sulla propria performance sociale. È molto faticoso e genera grande sovraccarico. Il problema vero è che molto spesso tutta questa fatica è INVISIBILE.

Capita sovente che le difficoltà diventano internalizzanti, disturbi d'ansia, depressione, senso di inadeguatezza per non riuscire istintivamente come la maggior parte delle persone, oppure con comportamenti adeguati a scuola e fuori casa in generale seguiti da esplosioni, meltdown, shutdown a casa quando il sovraccarico diventa intollerabile, così i genitori non vengono creduti, a scuola dicono che il bambino è adeguato e se a casa ha questi comportamenti "è colpa dei genitori".

🌑 Ovviamente non è così...

Il bambino (ma anche l'adulto) fa tanta, immensa fatica a mantenere l'adeguatezza fuori dal contesto familiare, a casa, quando si sente al sicuro, sfoga tutta questa fatica...

📌 Anche per questo motivo, insieme a molti altri, è importante che l'ambiente sia supportivo e prenda in considerazione queste fatiche.

Dott.ssa Aurora Bellucci

15/05/2022

Perché è importante ascoltare la voce degli adulti autistici in grado di autodeterminarsi?

In primis, va fatta un’importante precisazione: i criteri per la diagnosi sono esattamente gli stessi sia per l’autismo con disabilità intellettiva, sia per l’autismo senza disabilità cognitiva, più precisamente i criteri diagnostici sono quelli elencati nel DSM 5, ossia i seguenti:

A. Deficit persistenti nella comunicazione sociale e nella interazione sociale in differenti contesti, che non siano una semplice conseguenza di un ritardo generale dello sviluppo.

I deficit si manifestano attraverso tutti i seguenti criteri:

· Deficit nella reciprocità socio-emozionale: varia da approcci sociali atipici e fallimenti nella normale conversazione bidirezionale, a una riduzione della condivisione di interessi, emozioni e affetti, fino alla totale mancanza di iniziativa nell’interazione sociale reciproca.

· Deficit nella comunicazione non verbale, comportamenti fondamentali per l’interazione sociale: varia da una comunicazione con scarsa integrazione degli aspetti verbali e non-verbali, ad anomalie nel contatto oculare e nel linguaggio corporeo, deficit nella comprensione e nell’uso della comunicazione non verbale, fino alla totale assenza di gesti ed espressioni facciali.

· Deficit nello sviluppare e nel mantenere relazioni sociali appropriate al livello di sviluppo (oltre a quelle con i cargiver), che varia dalla difficoltà di modulare il comportamento nei diversi contesti sociali, alla difficoltà nel gioco immaginativo condiviso e nello sviluppare amicizie, fino alla (apparente) assenza di interesse verso le altre persone.

B. Un pattern ristretto e ripetitivo di comportamenti, interessi o attività, che si manifesta in almeno due dei seguenti criteri.

· Eloquio, movimenti motori o uso degli oggetti stereotipato o ripetitivo, come stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti o frasi idiosincratiche.

· Eccessiva aderenza a routine, pattern ritualizzati di comportamenti verbali o non verbali, oppure eccessiva resistenza al cambiamento, come insistenza sugli stessi percorsi o sugli stessi cibi, domande ripetitive o estremo disagio per piccoli cambiamenti.

· Interessi altamente ristretti e fissi, atipici per intensità o per focalizzazione, come forte attaccamento o preoccupazione per oggetti insoliti, interessi estremamente circoscritti o perseverativi.

· Iper- o ipo-sensibilità a input sensoriali o interessi atipici per aspetti sensoriali dell’ambiente, come apparente indifferenza al dolore o al freddo, riposte evitanti a specifici suoni o aspetti tattili, eccessiva attività nell’odorare o nel toccare oggetti, fascinazione per luci o per oggetti che ruotano.

C. I sintomi devono essere presenti nell’infanzia, ma possono manifestarsi pienamente solo quando le richieste sociali eccedono le capacità limitate.

D. I sintomi nel loro insieme limitano e compromettono il funzionamento quotidiano.



Da ciò deduciamo che le caratteristiche del funzionamento sono esattamente le stesse.

Cosa differenzia questi adulti dai vostri bambini?

- L’assenza di disabilità intellettiva (che non è criterio diagnostico per autismo ma una comorbidità;

- L’assenza di un ritardo nell’acquisizione del linguaggio (che non è criterio diagnostico per autismo ma una comorbidità);

- Un livello di supporto necessario a volte meno intenso.

- Magari l’assenza di ulteriori condizioni che compromettono il funzionamento.



Questo elenco di differenze non è esaustivo ma rende l’idea di ciò che voglio comunicare.

Le persone autistiche possono essere molto diverse tra loro ma condividono il funzionamento.

Quindi perché è importante ascoltare le persone autistiche che possono autodeterminarsi?

E’ importante perché il funzionamento è lo stesso. Possono quindi darvi importanti informazioni nei seguenti ambiti:

- Funzionamento sensoriale: a livello sensoriale ciò che provano le persone autistiche adulte senza disabilità cognitiva può essere molto simile a ciò che provano i vostri bambini;

- La modalità comunicativa, l’interpretazione letterale del linguaggio, la difficoltà a comprendere i segnali non verbali è molto simile alla modalità dei vostri bambini… solo che i vostri bambini non riescono a spiegarvelo, gli adulti sì;

- La difficoltà in luoghi affollati, caotici e con molti stimoli è esattamente la stessa, gli adulti possono spiegarvelo, i vostri bambini potrebbero non averne ancora consapevolezza;

- Il sovraccarico sensoriale, emotivo, sociale è lo stesso, loro possono spiegarvelo, i vostri bambini potrebbero non averne consapevolezza.

- Molto altro…

Gli adulti autistici possono aiutarvi e il loro aiuto è prezioso.

E’ vero, potrebbero avere (utilizzo volutamente il condizionale perché sfortunatamente non è sempre così), molte meno difficoltà e compromissioni dei vostri bambini, ma non è detto che soffrano meno. Le fatiche possono essere infinite anche per chi non ha una compromissione a carico dell’intelligenza e del linguaggio. Lo spettro autistico non è lineare ma circolare. Avere una buona intelligenza e una buona capacità verbale non rende meno autistici. Rende solo meno riconosciuti e più disconfermati in un’identità già minata dal masking e dal camuffamento.

Per me è molto importante che questo venga capito.

Nell'immagine: Temple Grandin, adulta autistica che ha contribuito largamente alla conoscenza dello spettro autistico.

Dott.ssa Aurora Bellucci

04/05/2022
07/04/2022
03/04/2022

Ogni 2 Aprile, nel mondo, un autistico si sveglia e sa che dovrà correre più di un neurotipico per correggere la comunicazione irrispettosa. Ogni 2 aprile, nel mondo, un neurotipico si sveglia e sa che dovrà correre più di un autistico per dirgli che non è abbastanza autistico, abbastanza compromesso e dovrebbe evitare di parlare.

Ogni 2 aprile per le persone autistiche è un massacro. Un massacro perché devono assistere ad un tripudio di stereotipi, pezzi di puzzle blu, bambini intrappolati in bolle, malati di, affetti da, colpiti… blu everywhere ecc.

A chiunque parli di autismo chiedo di fare attenzione alle parole. Le parole fanno male. Agli autistici non mancano pezzi, né sono “colpiti” da un qualche misterioso male (retorica del pezzo di puzzle). Gli autistici non sono solo bambini, non sono solo maschi e non sono necessariamente tristi (retorica del blu).

Gli autistici non hanno bisogno di “pietà” ma di inclusione.

Per il 2 aprile sono stati organizzati:

- Monumenti in blu (buona parte degli autistici in grado di autodeterminarsi detesta il blu e chiede a gran voce di sostituire il colore a loro dedicato ma niente…),

- Flash mob (gli autistici non tollerano il caos, i rumori, le luci, le f***e… si vede che gli autistici, nella loro giornata, non potranno partecipare… Peccato. Un’occasione persa)

- Scuole in cui è stata organizzata una folla in cortile (si sa che gli autistici amano le f***e e soprattutto amano stare al centro dell’attenzione, sarcasm mode on)

- Ho addirittura trovato una locandina con slogan “meno stereotipi, più inclusione” e per immagine una mano aperta piena di pezzi di puzzle (buona l’intenzione ma ritenta, sarai più fortunato)

- E molto altro…

Vi assicuro, che il 2 aprile, la maggior parte degli autistici (che sono tutti veri, non esiste un falso autismo ma uno spettro) si chiuderebbe a casa e ne uscirebbe il 3.

Perché non vengono interpellati gli autistici per capire che iniziative sarebbero realmente inclusive? La maggior parte (maggior parte, sì, perché esistono anche realtà virtuose) delle iniziative, di fatto, esclude gli autistici. Consapevolezza vuol dire anche comprendere che esistono autistici che possono realmente aiutarvi a CAPIRE.

Dott.ssa Aurora Bellucci

02/04/2022
25/03/2022
Segnaliamo il   per     per la  , che si terrà a  , presso la Coop. Sociale La Fenice.Per info:📧 settoresportdisabili@gm...
07/03/2022

Segnaliamo il per per la , che si terrà a , presso la Coop. Sociale La Fenice.

Per info:
📧 [email protected]
☎️ 3202625279
☎️ 3358013326

Il   e alcuni possibili effetti, spiegati in prima persona.Il momento della consapevolezza è un salto nel vuoto e non è ...
02/03/2022

Il e alcuni possibili effetti, spiegati in prima persona.
Il momento della consapevolezza è un salto nel vuoto e non è sempre facile da affrontare.

     In programmazione a Bologna (probabilmente anche altrove, ma bisogna chiedere a Google...).Un gruppo di ragazzi aut...
28/02/2022



In programmazione a Bologna (probabilmente anche altrove, ma bisogna chiedere a Google...).

Un gruppo di ragazzi autistici affronta i 200 Km della Via Francigena...

Molto godibile e senza fronzoli, con momenti divertenti e altri più riflessivi.
Consigliato!

Un viaggio emozionante sull'antica via Francigena.Regia di Gabriele Vacis. Genere Documentario - Italia, 2022. Uscita cinema lunedì 28 febbraio 2022 distrib...

18/02/2022

Oggi, 18 febbraio, ricorre la giornata mondiale della sindrome di Asperger E, come ogni anno, verremo bombardati da una valanga di articoli carichi di imprecisioni, articoli e post che in molti casi perpetreranno stereotipi e falsi miti sull’autismo, spesso scritti da persone con una conoscenza vaga e confusa dell’argomento. E allora, proviamo a fare chiarezza sui punti che vengono sistematicamente fraintesi.

Innanzi tutto, bisogna specificare che dal 2013, con la pubblicazione della quinta edizione del manuale diagnostico dell’Associazione Psichiatrica Americana (DSM-5), la sindrome di Asperger è stata inclusa nei disturbi dello spettro autistico, scomparendo di fatto come definizione diagnostica autonoma. Stessa cosa avviene nell’undicesima edizione del manuale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD-11).

Ma si tratta di un cambio di diagnosi che in qualche modo è stato imposto dall’alto, e oggi molte persone diagnosticate come Asperger preferiscono continuare a usare questa definizione in riferimento alla loro condizione. È una questione identitaria, e sebbene io preferisca (per vari motivi, anche sociali e politici) essere definito autistico, credo che sia una scelta personale.

Sicuramente oggi leggerete che l’asperger è caratterizzato da “deficit sociali” o “incapacità di stabilire rapporti sociali”, e che gli asperger sono “completamente disinteressati a sancire rapporti di amicizia o di affetto con i coetanei” (tutto preso da articoli sull’argomento). Questo è il risultato di una visione deficitaria dell’autismo che contrasta con il concetto di neurodiversità che, lentamente, sta cominciando a diffondersi anche nel mondo accademico e clinico. Noi persone autistiche non abbiamo deficit sociali ma una differente modalità di interazione; vi invito a osservare un gruppo di persone autistiche, vedrete un livello di socialità molto alto, solo che si basa su una differente comprensione e condivisione di segnali, norme sociali, gesti. È come se neurotipici e autistici parlassimo due lingue differenti e volessimo comunicare tra noi senza cercare di trovare un linguaggio comune.

La sindrome di Asperger (l’autismo, in generale) non è una malattia.
E questo non perché ci sia qualcosa di brutto nell’essere malati, ci mancherebbe altro, ma perché l’idea di malattia è legata a quella di cura, di guarigione, di transitorietà. Lo dice anche il vocabolario Treccani che “si intende per malattia un’alterazione transitoria e reversibile”. Ma l’autismo è una condizione del neurosviluppo che accompagna la persona per tutta la vita, non si cura, è una diversa organizzazione del sistema nervoso con le conseguenti differenze comportamentali, sensoriali, cognitive ed emotive che ne conseguono (quelli che vengono definiti sintomi, parola che non trovo particolarmente piacevole, ma vabbè…). Per cui noi persone autistiche non andiamo curate (almeno, non dall’autismo), non siamo “affette” né “soffriamo” di autismo o asperger.

Inoltre, continuare a dire che “soffriamo” di autismo, non fa altro che alimentare un linguaggio sensazionalistico, del dolore, come se le persone neurodivergenti – incluse quindi quelle autistiche – vivessero costantemente una vita di sofferenza. Sarebbe invece il caso di riflettere sul fatto che una buona parte di quelle difficoltà che sicuramente incontriamo nella nostra vita, sono causate dall’interazione con una società a maggioranza neurotipica che, ovviamente, è strutturata da e per persone neurotipiche, non autistiche. Diciamo quindi che, come per la disabilità motoria esistono barriere architettoniche (e non solo quelle architettoniche), alle persone nello spettro autistico la società pone delle barriere che possono essere neurologiche, sensoriali, sociali.

Molto spesso si legge anche che gli asperger non hanno empatia.
Mi dispiace deludere i fan accaniti di quella visione dell’autismo scaduta e rancida, ma non è così. Quasi quattro decadi fa, i ricercatori Simon Baron-Cohen e Uta Frith ipotizzarono che noi persone autistiche avessimo un deficit nella Teoria della Mente[1] (ToM, o Theory of Mind, in inglese), ossia che non fossimo capaci di attribuire stati mentali a noi stesse e agli altri.

Questa idea, che ha stigmatizzato ulteriormente le persone autistiche, è stata successivamente ritrattata dallo stesso Baron-Cohen, ma soprattutto è stata sconfessata da diversi ricercatori, tra cui Ann Gernsbacher[2] oppure Damian Milton. In particolare Milton, ricercatore autistico, col suo Problema della Doppia Empatia[3] ci spiega come le persone autistiche non abbiano un deficit nella ToM, non siano carenti di empatia, ma semplicemente utilizzino altri parametri e codici per analizzare il comportamento di chi hanno di fronte, inferirne gli stati mentali e comportarsi di conseguenza. In pratica, tra autistici e non autistici parliamo due lingue differenti, e finché non troveremo un linguaggio comune avremo sempre l’impressione di non capirci a vicenda.

E quindi, come si fa? Forse potrebbe essere utile ascoltare. L’unico modo per comprendere realmente una una persona neurodivergente è ascoltarla. E ascoltare vuol dire mettere da parte i pregiudizi, non dare credito agli stereotipi; ascoltare presuppone la volontà di comprendere realmente l’altro, le sue necessità, vedere le differenze per quello che effettivamente sono: differenze, non difetti o mancanze.

NOTE:
[1] Baron-Cohen, S., Leslie, A. M., & Frith, U. (1985). Does the autistic child have a “theory of mind” ? Cognition, 21(1), 37–46. doi: 10.1016/0010-0277(85)90022-8
[2] Gernsbacher, M. A., & Yergeau, M. (2019). Empirical Failures of the Claim That Autistic People Lack a Theory of Mind. Archives of scientific psychology, 7(1), 102–118. doi:10.1037/arc0000067
[3] Milton, D. E. M. (2012). On the ontological status of autism: the “double empathy problem.” Disability & Society, 27(6), 883–887. doi:10.1080/09687599.2012.710008
-----
Se ti interessa quello che scrivo, metti un LIKE a questa pagina e segui il mio blog: fabrizioacanfora.eu
-----

03/02/2022

Il problema della doppia empatia è una recente teoria psicologica secondo la quale le difficoltà sociali e di comunicazione presenti nelle persone autistiche sono dovute a una reciproca mancanza di comprensione e a differenze bidirezionali nello stile di comunicazione tra persone autistiche e neur...

Address


Website

Alerts

Be the first to know and let us send you an email when Asperger Adulti - Emilia-Romagna posts news and promotions. Your email address will not be used for any other purpose, and you can unsubscribe at any time.

Shortcuts

  • Address
  • Alerts
  • Claim ownership or report listing
  • Want your business to be the top-listed Media Company?

Share