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Il posto dei post E' il posto dove raccogliere i post , a mio giudizio insindacabile, più originali, curiosi e intere

05/10/2022

Bella storia

Analisi perfetta
25/09/2022

Analisi perfetta

Chi osa esprimere un dubbio viene sommerso da insulti

Sempre bravo
09/09/2022

Sempre bravo

07/09/2022

Bravo Marco

Finalmente qualcosa di speciale su MIA! Bravo Calligaro
28/08/2022

Finalmente qualcosa di speciale su MIA! Bravo Calligaro

"Vorrei parlare di qualcosa che viene raccontato poco o quantomeno non abbastanza: la Mimì allegra, scanzonata e divertente.

Indubbiamente la sua vita ha avuto dei tratti drammatici e il modo in cui ci ha lasciati, improvviso e inaspettato, è stato esso stesso un dramma, doloroso e irreparabile; un dramma che forse qualcuno avrà letto come l’epilogo di una storia triste e dolorosa. Ed è vero, la tristezza c’è stata e così il dispiacere dovuto ad un isolamento ingiusto e crudele, nato dalla cattiveria e dall’invidia. Poi ci sono state le storie di tutti, le perdite, gli addii, le delusioni. È che a volte la vita piega, succede a tanti, forse a chiunque prima o poi.

Ma il carattere di una persona, la personalità, il modo in cui questa legge la vita, beh, sono cose ben diverse. E Mimì era altro.

E quest’altro voglio ricordare. Qualcosa che è esistito con forza e va onorato.

Ecco allora che dai miei ricordi - ma sono certo anche di tantissime persone che l’hanno amata e apprezzata - sento emergere la sua risata fragorosa. Era una bella risata, corposa. Mimì sapeva ridere con tutto il corpo, a partire dagli occhi. Ma forse Mimì faceva tutto con quegli occhi sempre pieni di voglia di comunicare.

Era ironica, anzi, autoironica. Essere ironici è più facile, a volte pure un po’ cattivo. Lei no, ironizzava su se stessa, su qualunque aspetto della propria vita, addirittura sulla storia della jella. Nonostante il dolore, ironizzava anche su questo, beffandosi di chi l’aveva colpita così vigliaccamente con una grossa risata... anzi, parecchie risate!

Era pungente con chi lo meritava. Ti squadrava e sistemava per le feste in un batter d’occhio. Non era una donna facile, ma aveva dovuto imparare a difendersi. L’intelligenza era la sua prima arma. Non era vendicativa e dimenticava con facilità, qualche volta forse troppa.

Amava mescolarsi alla gente, tutta. Aveva una simpatia innata, spontanea e accattivante. Quando viveva a Calvi non esitò, in una festa di piazza, a ballare con le persone del luogo, con gli anziani del paese. Non lontano da casa sua c’era una trattoriola, un posto di ristoro dove la gente che passava per quella strada fatta di tornanti poteva fermarsi, mangiare qualcosa e ripartire. Lei andava spesso da Gina, la proprietaria, per chiacchierare, per bere un buon bicchiere di vino. A volte capitava che fosse lì mentre qualcuno entrando stupito si trovava di fronte Mia Martini, ma non la cantante famosa, piuttosto una persona spontanea, sempre pronta a scambiare quattro chiacchiere in allegria. E poi, prima di tornare a casa dalla musica, sua vera e unica compagna, per comporre, suonare, cantare, salutava con baci e abbracci come se avesse conosciuto da sempre quelle persone. Nella loro mente si insinuava un ricordo, bello, da raccontare: “Lo sai chi ho conosciuto? Non ci crederai mai… E’ simpaticissima….E’ davvero alla mano…”.

Mimì amava ridere, prendere in giro, fare scherzi e battute, anzi, a volte era una mitragliatrice inarrestabile, una mattatrice, la quale, anche fuori dal palco, prendeva la scena su di sé.

Questo ho voluto ricordare. Del dolore, della tristezza si è detto tanto e negarli sarebbe inopportuno, ma l’allegria, la spontaneità e la simpatia sul piatto della bilancia pesano di più. Del resto sono certo che anche lei direbbe:” E mo’ basta! Famosela na risata! E che cavolo!”.

(Pietro Callegaro)

31/07/2022

In un viaggio un turista domanda ad un altro turista :
-Ciao di dove sei?

L’altro risponde:
-Della Campania

E il signore gli dice:
-la Regione del crimine, della camorra, di chi non lavora, dei ladri, ecc ecc

Il napoletano gli risponde sereno:
-Scusi, lei è camorrista ?

E il turista sorpreso:
-No, io no, perché?

Perché se fosse sportivo mi avrebbe identificato con Patrizio Oliva, Massimiliano Rosolino, Giulio Travaglio, Salvatore Iuliano, Pino Maddaloni, Sandro Cuomo, i fratelloni Abbagnale...

Se lei fosse musicista mi avrebbe identificato con Enrico Caruso, Riccardo Muti, Pino Daniele, Massimo Ranieri, Peppino di Capri, Alessandro Scarlatti, Francesco Cilea, Domenico Cimarosa...e mi avrebbe chiesto del teatro lirico più antico d'Europa, il San Carlo a Napoli.

Se fosse stato un filosofo mi avrebbe chiesto dei miei concittadini, Epicuro, Filodemo, Pontano, Tommaso Campanella, Giordano Bruno, Gaetano Filangieri, Gian Battista Vico.
Mi avrebbe chiesto della prima Università laica in Europa, la Federico II°

Se fosse un pittore mi avrebbe chiesto della scuola di Posillipo e dei suoi tantissimi straordinari artisti famosi in tutto il mondo....

Se lei avesse viaggiato mi starebbe domandando delle perle del mediterraneo come le isole : Capri, Ischia, Procida la costiera Amalfitana, sorrentina e i campi flegrei. Le campagne di Benevento e Avellino. O i siti archeologici : Pompei Ercolano, Paestum, Oplontis, parco archeologico di Posillipo, Velia villaggio preistorico di Nola.
Delle 300 e piu chiese di vario stile che si trovano nel solo centro antico più grande d'Europa, quello di Napoli, patrimonio dell'Unesco, antica e gloriosa capitale di un grande Regno.
Egregio signore lei saprebbe del secondo museo archeologico al mondo per importanza, il Mann a Napoli e della Versailles italiana: la reggia di Caserta...di certo più bella e più grande.

Se fosse stato un medico avrebbe provato interesse per la nota scuola medica Salernitana, la prima e più importante istituzione medica d'Europa nel Medioevo (IX secolo) e come tale è considerata da molti come l'antesignana delle moderne attività medico chirurgiche.

Se fosse più informato adesso staremmo parlando di Totò, Eduardo, Viviani...Sofia Loren, Massimo Troisi, Bud Spencer...Salvo D'acquisto, Raimondo di Sangro...di Maria Longo che fondò il primo dipartimento di maternità, decorato con affreschi che ispirano calma e serenità.
Pensi che fu il primo nosocomio fatto costruire da una donna per le donne...quando ancora la donna non contave niente, da voi però.

Se fosse stato un cuoco mi avrebbe parlato di pizza, di ragù, della pasta e patate, genovese, babà, sfogliatelle, pastiera...e saprebbe della mozzarella di bufala...una squisitezza unica al mondo.

Caro straniero, la Campania è una terra
dove i vicini sono come parenti e ti offrono il caffé...e per chi non può permetterselo c'è quello sospeso.
Dove andare a mangiare è sempre una festa
Dove la domenica vai a casa di ospiti e devi portare Il vassoio di pasticcini
Dove ti incontro per strada e ti abbraccio come se fossi mio fratello
Dove vedi giocare ancora i bambini per strada...

Comunque vedo solo che conosce quello che le piace...

Io voglio solo dirle che in Campania sono passati appena 3000 anni di civiltà.

Noi Campani siamo persone oneste, intelligenti, lavoratori, socievoli , allegri, orgogliosi, solari...e poi noi napoletani sappiamo inventarci la vita tutti i giorni, è una questione di sopravvivenza e di necessità...lei e quelli come lei se fossero nati in Campania, cosa tra l'altro impossibile, starebbero con le pezze al c**o e farebbero la fame...
..e non sarebbe neppure abile per i camorristi.....lei è solo un cretino, si informi (come disse il principe Antonio De Curtis in arte Totò)..ed ora la congederei con una pernacchia!..se solo sapesse cosa è e cosa significa.

La provocazione
27/06/2022

La provocazione

Donne con famiglia che state per partire per le vacanze, attenzione perché ora vi do un consiglio che vi cambierà la vita: quest’anno, in casa, non fate un c***o. Avete già dato durante il lockdown, e anche troppo avete già dato nella vita: almeno in queste vacanze post confinamento non fate niente. Fatelo soavemente, gentilmente, col sorriso, senza sensi di colpa: rilassatevi, nuotate, camminate, leggete e in casa fate il meno possibile.

I vostri familiari stanno benissimo anche se non gli portate le brioche fresche la mattina, non fate la fila al negozio per cucinargli il sugo di calamari, non lavate i pavimenti, non rifate i letti, e soprattutto se non vi preoccupate se mangiano o non mangiano, dormono o non dormono, fanno il bagno o guardano le serie anche in vacanza.

Provate. Fate questo esperimento: per una volta lasciate che ognuno − figli, marito − faccia quel che vuole. Vedrete che non muoiono se dormono fino all’una o si nutrono di latte e biscotti e toast in spiaggia per due settimane, anzi: ne saranno felici. Se poi una sera ne avete proprio voglia potete cucinare quella pasta alla Norma che vi piace tanto, ma non più di una volta o due durante la vacanza, eccezionalmente, e sporcando un sacco di pentole che qualcun altro laverà.

Dormite, chiacchierate, andate a correre e in canoa, fate yoga, ballate, studiate francese, fate qualunque cosa vi piaccia. E lasciate che la facciano anche loro.

Lo so, se i figli hanno meno di sei o sette anni è più complicato, ma si può fare: neanche loro moriranno se mangiano pizza e albicocche per due settimane, anzi. Capaci che tornano in città reclamando le verdure.

Non controllate, non gestite, non puntualizzate, non decidete. Ve lo meritate. E se lo meritano anche loro. Qualcuno ha da ridire sulle chiazze di dentifricio nel lavandino o i piatti nell’acquaio? Che pulisca. Hai voglia di zuppa di pesce? Cucinala. Fastidio per le briciole sotto il tavolo? Prendi la scopa. Provate. È difficile, lo so. Sembra impossibile. Invece si può, si deve, e cambia la vita. La cambia interiormente, profondamente. È bello e rassicurante sentirsi necessari, prendersi cura dei propri cari, lo so che il vostro sguardo capisce cosa è meglio per loro, ma lasciate che lo scoprano da soli. Gli farà benissimo, e anche a voi.

Questa non è una provocazione: è una ricetta magica. Gli uomini la conoscono e ne custodiscono il segreto, consapevoli del potere che gli dà riposarsi, farsi i fatti propri, non rompere le scatole e lasciare che il lavoro sporco lo facciano gli altri.
Daria Bignardi, su Vanity fair

21/06/2022

Segnalo

LE IMMAGINI E GLI AUTORI MENO VISTI DEL '900. LE STORIE MAI RACCONTATE. OGNI GIORNO.

Lidia Ravera
16/06/2022

Lidia Ravera

In fondo nella terza parte della vita ti trovi in una condizione dannatamente simile a quella dell’adolescenza.
Hai molto tempo per te.
Hai paura della solitudine, hai paura del tuo corpo che sta cambiando. Ti senti sola, ti senti unica. E hai bisogno di fare rumore. Ti senti forte per tutto quello che credi di aver capito, ti senti debole perché non sai come affrontare il futuro. Diventare grande, diventare vecchia. Sono appuntamenti impegnativi. Hai bisogno dell’approvazione degli altri quando sei molto giovane perché devi costruirti una corazza difensiva, una specie di armatura tessuta di lodi per poterti accettare, per lusingarti di essere te stessa. Ne hai bisogno anche quando stai entrando nella terza età. Devi imparare a contare su quello che sei, devi uscire dal dimorfismo, smettere di sentirti sempre troppo grassa o troppo magra, troppo pallida o troppo scura, troppo riccia o troppo liscia. E sempre…..sempre terribilmente inadeguata.

-- Lidia Ravera

02/03/2022

le quattro giornate di napoli

23/02/2022

La nostra è una civiltà dell’Odio. I social hanno fatto emergere tutta la violenza insita nel cosiddetto uomo normale, che alla prima occasione crocifigge, maledice, “violenta” il suo interlocutore non appena esprime idee e punti di vista che gli sono estranei. Vi è un profondo fanatismo, una mancanza assoluta di rispetto per l’Altro che, spesso immaginato come Nemico supremo, diviene il perfetto feticcio dove riversare le proprie frustrazioni, la propria rabbia, il proprio odio.

Anche oggi abbiamo le nostre dottrine, le nostre religioni, le nostre fedi… e la tolleranza da noi adottata è soltanto una facciata, perché nel fondo dell’animo l’uomo continua ad ardere di piacere di difendere con fanatismo le proprie convinzioni. Si arroga il diritto di criticare e giudicare i suoi simili qual ora si discostino dalle sue convinzioni o da atteggiamenti che egli ritiene giusti, tanto da fare del proprio ego l’unico arbitrio, l’unico metro universalmente ritenuto accettabile.

Nei dibattiti politici le idee dell’Altro vengono sistematicamente svilite e disprezzate. Tutti gridano di essere in possesso della verità e danno dei folli ai loro avversari; tutti sono consapevoli della pagliuzza negli occhi del loro interlocutore e ignorano la proverbiale trave che grava su di loro. È necessario recuperare il senso più profondo della parola democrazia: imparare a coesistere con coloro che sono diversi da noi, che non la pensano come noi, che non sentono ciò che sentiamo noi senza rancore, violenza o divisioni.

G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X

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